Università di Napoli “Federico II” Programma AGCOM - ISBUL WP 2.3 - “Fattori abilitanti la domanda di servizi” Autori: Prof. Alfredo Del Monte – Responsabile Antonio Acconcia Otello Ardovino Claudia Cantabene Carlo Capuano Giuseppe De Feo Augusto Preta EXECUTIVE SUMMARY EXECUTIVE SUMMARY Obiettivo del nostro lavoro è la stima della domanda di banda larga e dei fattori che influiscono sul digital divide. In base ai risultati ottenuti si potranno poi individuare le politiche necessarie per superare il digital divide e sviluppare la domanda di banda larga e ultralarga. Il primo capitolo presenta una sintesi del lavoro ed un’ampia discussione dei risultati ottenuti in letteratura relativamente agli studi empirici sulla banda larga. Tale letteratura evidenzia che le principali variabili significative per la domanda di larga banda sono: la concorrenza tra piattaforme e, all’interno della piattaforma, il livello di istruzione, il livello di reddito, il prezzo, la velocità della larga banda. Nel secondo capitolo si è stimata la domanda di banda larga, sia da parte delle famiglie sia da parte delle imprese, utilizzando dati aggregati a livello di nazioni europee. Come atteso, il coefficiente del prezzo è negativo e statisticamente significativo; ciò significa che se il prezzo aumenta la quota di famiglie che usa una connessione a larga banda diminuisce. Tuttavia, l’impatto economico di tale variabile è basso: se il prezzo della connessione aumenta di mille euro la percentuale di famiglie che utilizza la larga banda diminuisce dello 0.000025. L’istruzione e il GDP pro-capite hanno un impatto positivo e più rilevante: al crescere del livello di istruzione così come del reddito della popolazione cresce la diffusione di larga banda. Un interessante risultato delle stime è che i valori sulla diffusione di banda larga in Italia stimati dal nostro modello, sono superiori a quelli effettivi. Rispetto ad altri paesi Europei – quelli dell’area Scandinava, la Francia e la Gran Bretagna, l’Italia è un under performer. Ciò conferma l’opinione largamente diffusa del ritardo del nostro paese relativamente alla diffusione della banda larga. Infine, abbiamo stimato la curva di domanda di banda larga da parte delle imprese tentando di individuare i fattori causali. La variabile dipendente utilizzata è la percentuale di imprese che possono connettersi ad Internet utilizzando una tecnologia a banda larga, sia essa Dsl, cavo o altro. Le imprese considerate sono quelle con più di 10 dipendenti. Tra i fattori che inducono le imprese a dotarsi di una tecnologia a larga banda uno dei principali è sicuramente il prezzo della connessione. Tale relazione, seppur statisticamente significativa, è però poco rilevante in termini quantitativi. Infatti, il coefficiente stimato mostra che se il prezzo della connessione aumenta di 1000 euro la quota di imprese che utilizzano la larga banda diminuisce dello 0.00003%. Nel terzo capitolo abbiamo individuato i fattori che influiscono sulla diffusione della banda larga in Italia a livello provinciale. Il lavoro è partito dalla costruzione di un data set che utilizza due tipologie di informazioni: da una parte i dati sulle linee broadband fornite da un campione realizzato dall’AGCOM su centrali ULL, dall'altra l’utilizzo dei dati relativi alle quote di linee a banda larga centrali NO-ULL dell’operatore incumbent. Per quanto riguarda i principali risultati derivanti dalla metodologia di calcolo delle linee broadband, si evidenzia, a livello di macroaree, l’esistenza di un divario digitale tra aree del Centro Nord, con valori sopra la media Italiana, ed il Mezzogiorno. i EXECUTIVE SUMMARY A livello di singole Province, si conferma un divario a favore di quelle del Nord; in effetti la classifica mostra che per trovare la prima provincia del Mezzogiorno bisogna scendere all’11 posto dove si situa Napoli, tra le altre caratterizzata dal fatto di essere una Provincia metropolitana. Viceversa, le ultime 10 posizioni sono occupate tutte da province del Mezzogiorno. Per quanto riguarda le stime risulta che il tenore di vita, rappresentato dai consumi non alimentari, è la variabili che ha il peso maggiore; in termini di elasticità, un incremento dell’1% del reddito genera, nella versione completa del modello (tutte le variabili escluso le dummies per macroarea), un incremento dello 0.40% della variabile dipendente. In altri termini, la diffusione delle linee broadband è molto reattiva alla ricchezza e a differenze di reddito nella popolazione; emerge, quindi, che la sottoscrizione di un contratto a banda larga reagisce in maniera rapida alla variazione nel reddito. Altro fattore rilevante è la diffusione dell’istruzione: questa variabile mostra un’elasticità dello 0. 15%. Circa l’effetto della concentrazione degli operatori sul mercato, le stime mostrano un effetto negativo sul numero di linee pro-capite. Guardando in maniera inversa il risultato, si può affermare che la diminuzione della concentrazione – aumento della concorrenza tra gli operatori produce un effetto positivo sulla diffusione del broadband; Il valore dell’elasticità, infatti, è -0.20%. Meno importanti risultano essere i vincoli geografici legati alla morfologia del territorio; in parte ciò è dovuto alle politiche regionali che soprattutto nel Nord-Ovest hanno visto impegnate numerose risorse per garantire l’accesso alla banda larga in tutte le zone comprese le valli e le zone montagnose. Maggiori problemi restano nelle zone pianeggianti come le province lungo il Pò; in questo caso è la bassa densità di popolazione e la distanza tra i comuni che rende meno remunerativo l’investimento da parte dei privati. In effetti, le stime mostrano un’elasticità negativa relativa alla quota di piccoli comuni che caratterizzano una provincia. Interessante notare è la non significatività, una volta tenuto conto delle altre variabili di controllo, della quota di popolazione con oltre 65 anni di età. Questo punto è importante in un paese come l’Italia che presenta un’elevata quota di popolazione over 65 anni. Tale risultato è confermato anche utilizzando nel modello la proiezione al 2020 e al 2040 di tale quota; risulta quindi che la quota di popolazione con età superiore ai 65 anni non influisce in modo significativo sul ritardo dell’Italia nella diffusione della larga banda. Nel quarto capitolo si analizza la relazione fra servizi offerti on line e domanda di larga banda. Il capitolo parte da un modello microeconomico che vuole spiegare le scelte di consumo di utenti residenziali. Il risultato più rilevante del modello è che all’aumentare della banda minima disponibile abbiamo una traslazione della domanda di accesso a internet, tipicamente decrescente. In altri termini, in aggregato la domanda di accesso a Internet è decrescente rispetto al prezzo di accesso ma un aumento della banda disponibile a livello individuale crea una traslazione verso l’alto della stessa. Altri risultati del modello sono i seguenti: - L’ampiezza di banda disponibile spiega le scelte di accesso alla rete e la composizione del panieri dei servizi erogati. - L’ampiezza di banda disponibile a livello individuale spiega i coefficienti di penetrazione nella popolazione del servizio di accesso ad internet e di tutti i servizi ad essa collegati. - La banda disponibile a livello individuale ma soprattutto la capacità espressa dalle dorsali di aggregazione del traffico è rilevante per la sostenibilità tecnica dei servizi potenzialmente erogati attraverso la rete. - L’accesso ad internet è un servizio caratterizzato da rivalità nell’allocazione della banda complessiva. Ogni forma di regolamentazione della rete deve riguardare, quindi, ogni canale (fisso o mobile) di accesso alla rete. Il capitolo dopo aver descritto le caratteristiche dei principali servizi on line continua illustrando la domanda di tali servizi. Viene costruito un appropriato indice, utilizzando i dati forniti da Eurostat, relativo alla posizione dell’Italia nella fruizione di varie tipologie di servizi on line. ii EXECUTIVE SUMMARY Tale indice è ottenuto come rapporto fra la percentuale di utenti del servizio in Italia rispetto al totale europeo, diviso analoga percentuale di sottoscrittori ad Internet. Il valore di tale indicatore è inferiore all’unità per la quasi totalità dei servizi on line evidenziando un ulteriore ritardo dell’Italia nell’uso dei servizi on line. I sottoscrittori ad Internet italiani, cioè, mostrano una minor propensione rispetto alla media europea ad utilizzare servizi on line. Nel capitolo cinque viene affrontato il tema dell’offerta video a larga banda (a partire dall’IPTV), e vengono esaminate le nuove esigenze della regolamentazione, legate alla diffusione di servizi innovativi e convergenti. A partire dall’IPTV, vi è infatti la necessità di una regolazione coerente, che possa avere un impatto positivo sullo sviluppo del processo competitivo avendo come prospettiva il benessere del consumatore. In particolare, andranno favorite soluzioni che siano in grado di favorire una maggiore concorrenza tra servizi diffusi dalle diverse reti di distribuzione (incluso wireless, sia nella componente unicast che in quella broadcast). Il capitolo evidenzia che in Italia i nuovi servizi video hanno attualmente un impatto limitato ma grosse prospettive di crescita. Il multichannel e il video online stanno infatti sostituendo gradualmente i canali tradizionali. Gli operatori televisivi e i distributori di servizi video iniziano a sviluppare la propria offerta tenendo presente quelle che sono le nuove tendenze; in quest’ottica rientra la decisione di Mediaset di arricchire la propria offerta video con servizi Over-The-Top e Web TV. La prospettiva di allargare una base utenti sempre più esigente ed in cerca di servizi televisivi flessibili e personalizzati, oltre all’opportunità di incentivare gli investimenti degli inserzionisti pubblicitari offrendo loro un target sempre più orientato ai gusti dei consumatori, può essere un buon incentivo per la domanda di banda larga e ultralarga. Per quanto riguarda le politiche che influiscono sulla diffusione della larga banda, alla luce delle stime effettuate nel nostro lavoro risulta che occorre un mix di interventi infrastrutturali per garantire l’accesso e l’uso di ICT al maggior numero di utenti, culturali per garantire alla popolazione le skill necessarie, regolamentari per creare un clima competitivo funzionale alla diffusione della larga banda ,economici per indurre i consumatori ad utilizzare la banda larga ed i servizi ad essa connessi. Per ciascuno di questi interventi è necessario valutare le ricadute economiche così da scegliere un mix ottimale delle varie politiche. iii INDICE INDICE CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO 1.1 1.2 1.3 Introduzione Gli obiettivi delle politiche di intervento Le politiche per la banda larga 1.3.1 Le politiche di regolamentazione 1.3.2 Le Politiche delle infrastrutture 1.3.3 Le Politiche che influiscono sui fattori economici e sociali 1.4. L’interdipendenza fra crescita della larga banda e crescita della economia 1.5 I risultati del lavoro Bibliografia pag. 1 pag. 3 pag. 5 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8 pag. 10 pag. 16 CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI 2.1 2.2 La letteratura sulla banda larga Diffusione della banda larga fra le famiglie 2.2.1 Analisi di previsione 2.3 Diffusione della banda larga fra le imprese 2.4 Conclusioni A2.1 Appendice dati Bibliografia pag. 17 pag. 21 pag. 29 pag. 31 pag. 34 pag. 35 pag. 36 CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 3.1 3.2 3.3 3.4 Introduzione: l’approccio alla misura del digital divide Le politiche per l’abbattimento del digital divide infrastrutturale in Italia La diffusione della banda larga nelle Province italiane La diffusione del broadband: un’analisi empirica 3.4.1 Il modello econometrico 3.4.2 Segni attesi delle variabili esplicative 3.4.3 Risultati 3.4.4 Analisi grafica dei risultati 3.4.5 Analisi di previsione 3.5 Conclusioni A3.1 Procedura della misurazione del numero di linee a banda larga a livello Provinciale Bibliografia I pag. 37 pag. 38 pag. 45 pag. 51 pag. 51 pag. 53 pag. 57 pag. 60 pag. 69 pag. 73 pag. 75 pag. 81 INDICE CAPITOLO 4 LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN 4.1 4.2 Introduzione Model setting: il lato della domanda 4.2.1 Risultati del modello teorico 4.2.2 Evidenza empirica: il ruolo della velocità o capacità di banda 4.2.3 Stima delle funzioni di domanda e offerta dei servizi e sviluppi futuri dell’analisi 4.3 Tipologia dei servizi e fattori rilevanti per la loro diffusione 4.4 Fattori comuni che spiegano la diffusione dei servizi su banda larga 4.5 Servizi su larga banda e fattori specifici di diffusione 4.6 Misura del ritardo italiano nella penetrazione dei servizi e della banda larga: proposta di un indice localizzativo A4.1 Appendice microeconomica sulla derivazione del modello di domanda dei servizi internet A4.1.1 Il modello della domanda dei servizi internet A4.1.2 Analisi nel “discreto”: 2 servizi e un bene numerario, due alternative di capacità massima A4.2 Appendice econometrica: stima dell’impatto della velocità di banda sul processo di diffusione della broad band pag. 82 pag. 83 pag. 87 pag. 89 pag. 91 pag. 92 pag. 95 pag. 98 pag. 110 pag. 117 pag. 117 pag. 122 pag. 129 CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE 5.1 5.2 5.3 5.4 Introduzione I servizi 5.2.1 Descrizione dei servizi video 5.2.2 Analisi dei modelli Web TV, IPTV e HDTV I Trend 5.3.1 I servizi video ultralarga banda: OTT e nuovi modelli di business 5.3.2 L’Over-The-Top TV 5.3.3 Il progetto Canvas 5.3.4 La TV over IP di Mediaset Conclusioni CONCLUSIONI pag. 133 pag. 135 pag. 135 pag. 138 pag. 146 pag. 146 pag. 147 pag. 148 pag. 149 pag. 150 pag. 152 II ELENCO FIGURE, GRAFICI E TABELLE ELENCO FIGURE, GRAFICI E TABELLE CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO Figura 1.1 - Determinanti uso ed effetti della larga banda Grafico 1.1 - Curva di domanda di accessi a Internet pag. 9 pag. 14 CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI Tabella 2.1 - Sintesi della letteratura Tabella 2.2 - Diffusione della banda larga fra le famiglie Tabella 2.3 - Statistiche descrittive: peso dell’operatore dominante nel mercato Tabella 2.4 - Indice di performance Tabella 2.5 - Previsione della domanda di banda larga Tabella 2.6 - Diffusione della banda larga fra le imprese Tabella A2.1: Descrizione delle variabili pag. 18 pag. 24 pag. 25 pag. 29 pag. 30 pag. 33 pag. 35 Grafico 2.1 - Diffusione della banda larga: valori osservati vs. valori stimati 2005 Grafico 2.2 - Diffusione della banda larga: valori osservati vs. valori stimati 2006 Grafico 2.3 - Diffusione della banda larga: valori osservati vs. valori stimati 2007 Grafico 2.4 - Diffusione della banda larga tra le famiglie 2007 Grafico 2.5 - Previsione della domanda di banda larga pag. 26 pag. 26 pag. 27 pag. 28 pag. 31 CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Tabella 3.1 - Copertura broadband per dimensione comunale (4Q 2007) Tabella 3.2 - Copertura broadband per aree geografiche Tabella 3.3 - Ripartizione del campione per province Tabella 3.4 - Denominazione variabili Tabella 3.5 - Matrice di correlazione variabili esplicative (in logaritmo) Tabella 3.6 - Statistiche descrittive Tabella 3.7 - Stime OLS Tabella 3.8 - Scenari relativi all’invecchiamento della popolazione Tabella 3.9 - Stime OLS scenario basso (invecchiamento della popolazione) Tabella 3.10 - Stime OLS scenario alto (invecchiamento della popolazione) Tabella 3.11 - Scenari relativi alla dinamica sulla ricchezza Tabella A3.1 - Dettaglio Campione AGCOM Tabella A3.2 - Province per numero di linee a banda larga pro-capite III pag. 40 pag. 41 pag. 48 pag. 55 pag. 56 pag. 56 pag. 59 pag. 71 pag. 71 pag. 71 pag. 73 pag. 75 pag. 78 ELENCO FIGURE, GRAFICI E TABELLE Figura 3.1 - Quote provinciali linee larga banda dati AGCOM e dati incumbent Figura 3.2 - Numero di linee Broadband per 1000 abitanti per Macro-Aree Figura 3.3 - Numero di Linee broadband per Province Figura 3.4 - Classificazione delle Province in base alla Performance Figura A3.1 - Il problema del campionamento delle linee BB – AGCOM Figura A3.2 - Schema interpretativo delle linee broadband per provincia pag. 47 pag. 49 pag. 50 pag. 68 pag. 76 pag. 76 Grafico 3.1 - Dinamica della copertura Broadband Grafico 3.2 - Diffusione della banda larga: valori osservati vs. valori stimati Nord-Ovest Grafico 3.3 - Diffusione della banda larga: valori osservati vs. valori stimati Nord-Est Grafico 3.4 - Diffusione della banda larga: valori osservati vs. valori stimati Centro Grafico 3.5 - Diffusione della banda larga: valori osservati vs. valori stimati Sud Grafico 3.6 - Diffusione della banda larga: valori osservati vs. valori stimati Isole Grafico 3.7 - Sintesi dei principali risultati empirici pag. 40 pag. 62 pag. 63 pag. 64 pag. 65 pag. 66 pag. 67 CAPITOLO 4 LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Tabella 4.1 - Caratteristiche tecniche ed economiche di alcune applicazioni su rete a larga banda pag. 94 Tabella 4.2 - Percentuale di individui che ha utilizzato internet negli ultimi tre mesi per attività di apprendimento formalizzato pag. 101 Tabella 4.3 - Percentuale di imprese che usano applicazioni e-learning per l’istruzione e il training dei dipendenti. Tutte le imprese escluso il settore finanziario con 10 o più dipendenti pag. 102 Tabella 4.4 - Percentuale della popolazione (con più di 16 anni) che usa internet per cercare informazioni relative alla propria o altrui salute pag. 103 Tabella 4.5 - Offerta di e-Government pag. 105 Tabella 4.6 - Utilizzo dei servizi di e-Government da parte dei cittadini pag. 105 Tabella 4.7 - Utilizzo di servizi di e-Government da parte delle imprese pag. 107 Tabella 4.8 - Quozienti localizzativi della domanda da parte delle famiglie di servizi di e-Government e di e-Learning pag. 111 Tabella A4.2.1 - Velocità di connessione dichiarata dagli operatori leader nei diversi paesi OECD, 2005-2008 pag. 129 Tabella A4.2.2 - Statistiche descrittive variabili. Fonte dati:OECD pag. 130 Tabella A4.2.3 - La matrice di correlazione. Fonte dati:OECD pag. 130 Tabella A4.2.4 - Prospetto sintetico delle regressioni stimate (OLS) pag. 131 IV ELENCO FIGURE, GRAFICI E TABELLE Figura 4.1 - L’utilità marginale di un servizio in funzione della capacità di banda ad esso dedicata Figura 4.2 - L’utilità totale derivante da un servizio in funzione della capacità di banda ad esso dedicata Figura 4.3 - L’utilità marginale derivante da tre servizi in funzione della capacità di banda ad essi dedicata Figura 4.4 - Traslazione della curva di domanda Figura 4.5 - I fattori comuni di diffusione delle NGN e dei servizi correlati Figura 4.6 - Percentuale di lavoratori che fanno teleworking da casa con un computer, per paese Figura 4.7 - Rappresentazione per quartili della percentuale di individui in età compresa tra i 16 e i 74 anni nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) che nel 2008 hanno usato internet per interagire con pubbliche amministrazioni Figura 4.8 - Rappresentazione per quartili della percentuale di imprese nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) che nel 2008 hanno utilizzato internet per interagire con le pubbliche amministrazioni Figura 4.9 - Rappresentazione per quartili della percentuale di consumatori nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) che nel 2008 hanno effettuato acquisti via internet Figura 4.10 - Rappresentazione per quartili della percentuale di fatturato delle imprese da transazioni on line, nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25), nel 2007 Figura 4.11 - Rappresentazione per quartili dei quozienti localizzativi della domanda di servizi di e-Goverment da parte degli utenti residenziali nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25), nel 2008 Figura 4.12 - Rappresentazione per quartili dei quozienti localizzativi della domanda di servizi di e-Goverment da parte delle imprese nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25), nel 2008 Figura 4.13 - Rappresentazione per quartili dei quozienti localizzativi di e-commerce (in termini di fatturato) per le imprese nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25), nel 2007 Figura 4.14 - Rappresentazione per quartili dei quozienti localizzativi di e-commerce per acquirenti on-line nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25), nel 2008 Figura 4.15 - Rappresentazione per quartili i coefficienti di penetrazione tra le famiglie del servizio di accesso ad internet nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) nel 2008 Figura 4.16 - Rappresentazione per quartili della percentuale di famiglie che utilizzano un computer all’interno delle mura domestiche nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) nel 2008 Figura 4.17 - Rappresentazione per quartili del quoziente localizzativo del servizio di accesso ad internet rispetto alla diffusione domestica di computer nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) nel 2008 Figura A4.1.1 - Livelli di utilità indiretta in funzione del numero di servizi acquistati Figura A4.1.2 - Funzioni di utilità indiretta al variare della banda disponibile Figura A4.1.3 - Domanda di accesso in funzione della banda disponibile Figura A2.1 - Scatter plot valori osservati su valori stimati della variabil lbbp Figura A2.2 - Scatter plot valori osservati su residui V pag. 85 pag. 85 pag. 86 pag. 88 pag. 97 pag. 99 pag. 106 pag. 107 pag. 108 pag. 109 pag. 112 pag. 112 pag. 113 pag. 113 pag. 115 pag. 115 pag. 116 pag. 119 pag. 121 pag. 122 pag. 132 pag. 132 ELENCO FIGURE, GRAFICI E TABELLE CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE Tabella 5.1 - I vantaggi dell’implementazione dell’HD Tabella 5.2 - Canali HD in Europa Tabella 5.3 - Penetrazione dell’HDTV in per area geografica Tabella 5.4 - Penetrazione dell’HDTV per canale pag. 143 pag. 144 pag. 145 pag. 145 Figura 5.1 - Traffico dati su rete fissa (PB/mese) Figura 5.2 - Correlazione tra offerta, domanda di servizi e infrastruttura Figura 5.3 - Classificazione dei servizi video Figura 5.4 - I motivi per cui si registrano i programmi su DVR Figura 5.5 - ARPU e CHURN RATE Figura 5.6 - Crescita della pubblicità su Internet – Big Five – 2008 pag. 133 pag. 134 pag. 135 pag. 137 pag. 142 pag. 145 VI CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO CAPITOLO 1: QUADRO INTRODUTTIVO 1.1 Introduzione La convinzione che le infrastrutture di comunicazione e l’ICT (Information and Comunication Tecnologies) siano un importante fattore di crescita ha spinto i governi di vari paesi a dar vita a politiche dal lato della domanda e dell’offerta volte a sviluppare l’utilizzo di Internet. In particolare si ritiene che la disponibilità di tecnologie di comunicazione basate sull’alta velocità di trasferimento dei dati, che consentono un collegamento ad Internet 24 ore su 24 a bassi costi e ad ampia diffusione tra la popolazione, è necessaria nei moderni sistemi economici per innescare processi di crescita e sviluppo. Uno studio svolto negli Stati Uniti1, durante il periodo 1998-2002, ha messo a confronto due differenti tipologie di comunità locali; un gruppo caratterizzato dalla presenza diffusa di tecnologie broadband, l’altro dalla scarsa presenza di tecnologie broadband. I risultati dello studio hanno evidenziato che le comunità locali a maggior accesso e diffusione di tecnologie broadband hanno sperimentato una crescita più sostenuta nel numero di occupati e nell’economia in generale, con particolari effetti benefici proprio in quei settori basati sull’uso intensivo di ICT. Sempre da questa ricerca non emerge un impatto statisticamente significativo della diffusione del broadband sul livello medio dei salari; tuttavia, il numero di “proprietà private” è aumentato in misura maggiore nelle comunità locali a larga banda rispetto alle altre. L’importanza delle nuove tecnologie di comunicazione nel favorire lo sviluppo economico e sociale ha fatto nascere il termine digital divide che, in maniera generica, indica il gap esistente tra chi dispone di nuovi strumenti di comunicazione e chi invece no. La diffusione delle ICT non ha seguito un andamento omogeneo tra i Paesi, ma anzi appaiono enormi le differenze nell’adozione e nell’utilizzo di queste tecnologie con una maggiore penetrazione nei paesi più ricchi appartenenti alle economie “occidentali”. Tuttavia, non sono solo le differenze tra nazioni a preoccupare, ma anche le disparità esistenti all’interno dei singoli Paesi; il termine digital divide, infatti, venne utilizzato dall’amministrazione Clinton – Gore nella seconda metà degli anni ‘90 per indicare la necessità di ridurre le disparità di fruizione dei servizi telematici tra la popolazione statunitense2. 1 Measuring the Economic Impact of Broadband Deployment, febbraio 2006: Final Report Prepared for the U.S. Department of Commerce, Economic Development Administration. Submitted by Sharon E. Gillett, Principal Investigator, Dr. William H. Lehr, Carlos A. Osorio, Massachusetts Institute of Technology, Professor Marvin A. Sirbu Carnegie Mellon University, Co-sponsored by the industrial partners of MIT s Communications Futures Program. 2 Pare si debba all’ex-vicepresidente Al Gore la paternità dell’espressione digital divide in occasione di un discorso tenuto durante una cerimonia in onore delle Blue Ribbon Schools il 29 maggio 1996. Il concetto, seppure mai menzionato con il termine digital divide, fu utilizzato per la prima volta nel 1995 quando in un rapporto sullo stato delle telecomunicazioni negli Stati Uniti (National Telecommunications and Information Administration (NTIA), Falling Through the Net: a Survey of the “Have Nots” in Rural and Urban America, Luglio 1995) si metteva in evidenza una differente diffusione delle tecnologie ICT tra la popolazione americana per cause legate a fattori di ricchezza, di razza, di educazione e di età. -1- CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO A partire dalla fine degli anni ’90 il digital divide si riferisce principalmente al fenomeno Internet. Il rapido progresso tecnologico ha spostato l’attenzione non più su Internet, ritenuto un bene essenziale, ma sulla tecnologia che consente la connessione alla “rete”; si fa rifermento, cioè, alla “velocità” di connessione3. Il digital divide, quindi, si caratterizza per essere un concetto dinamico nel tempo il cui significato evolve in parallelo allo sviluppo tecnologico. Se è vero che la “rete” funziona da driver economico e sociale, è evidente che chi è impossibilitato ad accedervi si troverà in una situazione di svantaggio e con ogni probabilità vedrà peggiorare la propria condizione sociale. Intervenire sulle cause che limitano l’accesso alla “rete”, quindi, è strategicamente rilevante per lo sviluppo e la competitività dei moderni sistemi economico-sociali, caratterizzati da un’apertura internazionale sempre maggiore (globalizzazione) e dalla conoscenza e dalla comunicazione (Società dell’Informazione) come elementi strategici per innescare processi di sviluppo. In questo contesto appare quindi importante il problema della misurazione del digital divide. Oggi il digital divide viene definito con riferimento alla percentuale di popolazione che utilizza la banda larga, ma tale misura presenta molte ambiguità. La prima fa riferimento alla definizione di banda larga; non c’è ancora una definizione univoca di cosa sia effettivamente la larga banda ma c’è un’idea comune sottostante le varie definizione; per larga banda, infatti, si indicano quelle tecnologie che consentono connessioni alla “rete” ad “alta velocità” in termini di trasferimento dei dati in upload e download rispetto a tecnologie più “vecchie” che, seppure tecnicamente a banda larga come il modem a 56Kbitps, presentano una minore capacità di trasportare dati e perciò definite narrowband (banda stretta)4. Alcuni propongono che la banda larga “riguardi la trasmissione di dati ad un valore minimo di 128 (PAC) 64 (mcr) Kbps dalla rete verso il cliente (download) secondo le raccomandazioni ITV-T Rec – 1113”5. D’altronde il concetto di banda larga non può essere visto solo come una misura tecnica. La sua definizione, per quanto riguarda le politiche di intervento, è complessa in quanto essa è legata alla tipologia di servizi on line che si ritiene opportuno possano essere goduti da tutti i consumatori e tali servizi come è noto presentano caratteristiche molto differenti fra loro in termini di banda minima e ottima richiesta, in termini di servizi offerti su altre piattaforme (come i servizi video), in termini di esternalità di rete etc6. 3 In questo lavoro per banda larga si identificano le connessioni via cavo (rame e fibra ottica) e non quelle riferite a tecnologie wireless. 4 La diffusione della banda larga tra la popolazione è una priorità espressa anche in sede comunitaria; con la Risoluzione n. 2006/2273, infatti, il Parlamento Europeo ha individuato nella diffusione dei servizi a banda larga tra la popolazione una delle priorità strategiche al fine di garantire crescita economica, sviluppo di servizi pubblici più efficienti e crescita culturale in particolare nei paesi comunitari che presentano ritardi nello sviluppo economico. 5 La Comunità Europea definisce nella direttiva 2002/21 la larga banda “I servizi Internet ad ampiezza di banda superiore o a banda larga si distinguono per consentire una capacità digitale in entrata per gli utenti finali superiore a 128 kbit/s. L'ampiezza di banda del servizio fornito può essere asimmetrica o simmetrica”. Anche la FCC statunitense (Federal Communications Commission) si basa sulla velocità di trasmissione, mentre in Canada si predilige una definizione basata sul numero di servizi erogabili. Non c’è accordo, per ciò che riguarda le definizioni che si basano sulla velocità di trasmissione dei dati, su quale debba essere l’effettiva velocità a partire dalla quale si può definire una connessione a banda larga sia per ciò che riguarda la trasmissione dati in upload sia per ciò che riguarda la trasmissione dati in download. A tal proposito, è interessante notare che nella definizione di banda larga utilizzata dalla “Task Force sulla Banda Larga” in Italia (Commissione interministeriale di studio istituita dal Ministero delle Comunicazioni e da quello per l’Innovazione e le Tecnologie) non si fa cenno ad alcuna misura di velocità, sottolineando che “...per larga banda si intende l’ambiente tecnologico che consente l’utilizzo delle tecnologie digitali ai massimi livelli di interattività..” e che “...Al momento attuale una disponibilità dell’ordine di centinaia di Kbit/s per usi privati può essere considerata sufficiente mentre già nel breve/medio periodo è necessario pensare ad una disponibilità di banda, anche per usi privati, dell’ordine di qualche Mbit/s. Per le imprese e per la Pubblica Amministrazione già oggi vi è la necessità di almeno alcuni Mbit/s, mentre nel futuro saranno necessarie capacità di banda di ordine di grandezza superiore”. 6 Nel recente rapporto Caio si ipotizza una banda minima garantita di 2MPS; tale velocità è considerata idonea a veicolare i servizi di base erogati in banda larga e, allo stesso tempo, consente di mettere in gara più piattaforme. Tuttavia, tale velocità non permette la completa interattività di videocomunicazione a più alta definizione né i servizi di IPTV )anche se compatibili con i servizi di web TV). -2- CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO Vi è infine un altro problema rilevante. Le differenze nella diffusione della banda larga fra regioni o paesi dipendono dalle caratteristiche economiche, sociali, culturali e geografiche delle aree considerate. Quindi una valutazione del digital divide dovrebbe tener conto delle differenze economiche delle varie aree. Questo è il punto che verrà affrontato nei Capitoli 2 e 3 di questo rapporto. Una volta misurato il digital divide, occorrerà individuare i fattori che determinano tale digital divide. In tal modo sarà possibile scegliere opportune politiche di intervento. Numerosi studi sul digital divide evidenziano un’alta correlazione tra il gap (divario digitale) e la ricchezza degli individui; il problema di colmare il digital divide, infatti, nasce proprio dalla preoccupazione che le differenze tra aree ricche e povere, o aree sviluppate e in cerca di sviluppo, possa aumentare in considerazione del fatto che le regioni più ricche mostrano una maggiore propensione all’uso di ICT. Inoltre mentre le “vecchie” tecnologie si diffondono tra la popolazione, le nuove tenderanno a diffondersi prevalentemente tra i ceti più abbienti o nelle zone maggiormente ricche, rafforzando il digital divide piuttosto che ridurlo. 1.2 Gli obiettivi delle politiche di intervento Negli ultimi anni, anche a seguito degli accordi di Lisbona, molti paesi europei hanno attuato politiche miranti a stimolare la diffusione della banda larga. Tali politiche si possono caratterizzare per gli obiettivi che i governi intendono raggiungere, e per gli strumenti di implementazione di tali politiche (ad esempio si finanziano direttamente i consumatori a basso reddito con uno specifico bonus o i fondi vengono dati direttamente agli operatori per la costruzione di infrastrutture adeguate, etc.). Per quanto riguarda gli obiettivi in generale si fa riferimento a due aspetti: uno di tipo redistributivo e sociale, ed uno specificatamente economico. Per quanto riguarda il primo gli argomenti portati a sua favore sono: o Politica di redistribuzione a favore dei consumatori più bisognosi, intendendo i residenti a basso reddito, i consumatori handicappati, i vecchi ed i consumatori nelle aree rurali con limitata mobilità geografica, che devono essere protetti contro tariffe di sottoscrizione elevate che nascerebbero dal fatto che queste sono adeguate ai costi. o Pianificazione regionale volta a incoraggiare i residenti a vivere lontano dalle aree metropolitane più congestionate. Questa logica si basa sull’esistenza di esternalità negative legate alla congestione; i benefici sociali del mantenere un’area rurale residenziale. o Coesione sociale. L’utilizzo della “rete” rafforza la coesione sociale in quanto consente maggiori possibilità di ricercare lavoro, di scambiare informazioni e, quindi, di aumentare la propria consapevolezza civica e partecipare in maniera più attiva alle scelte sociali, costituendo uno strumento fondamentale per consolidare le istituzioni democratiche. o Sicurezza nazionale. Per quanto riguarda il secondo aspetto, quello economico, si sostiene che l’aumento del tasso di penetrazione del servizio ha un effetto positivo dal punto di vista economico. In presenza di esternalità di rete (l’aumento dei sottoscrittori aumenta l’utilità della adesione alla rete per tutti i consumatori) il tasso di penetrazione del servizio è infatti inferiore al tasso ottimo dal punto di vista della società. Allorché un servizio che gode di esternalità di rete è posto eguale al -3- CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO costo marginale non viene raggiunto il numero ottimale di sottoscrittori e quindi il servizio deve essere sussidiato. Tale sussidio può essere o dato dai governi o sono gli stessi operatori che attraverso opportuni contratti incentivano i sottoscrittori che altrimenti non avrebbero raggiunto la rete. Vi è poi l’idea che la crescita economica e lo sviluppo possono essere favoriti grazie al fatto che i cittadini e le imprese possono collegarsi alla rete e fruire dei servizi che hanno sempre più le caratteristiche “dell’essenzialità”. In particolare si dice che le piccole e medie imprese grazie a questa tecnologia possono accedere ai vari servizi un tempo solo accessibili a grandi imprese e quindi possono aumentare la loro competitività. In molti settori, infatti, lo sviluppo dell’ICT consente alle imprese di ridurre i costi e di aumentare la produzione. Ciò è accaduto, ad esempio, nell’industria bancaria dove si è assistito, in concomitanza con l’apertura del settore alla concorrenza, ad un’elevata diffusione dei moderni strumenti telematici che ha consentito di sviluppare una tipologia di banca svincolata dalla tradizionale presenza sul territorio (sportello bancario) a favore di un banca virtuale (phone banking, home banking). Anche i settori della distribuzione di servizi quali l’energia elettrica, i trasporti e le assicurazioni, vedono crescere le proprie possibilità produttive e i rispettivi flussi di profitti. Infine, è l’intera società che beneficia di una riduzione del digital divide; la diffusione tra la popolazione della “rete”, infatti, garantisce una crescita di tipo culturale. In una società in cui l’uso delle nuove tecnologie è ampiamente diffuso tra la popolazione, i flussi di informazioni, le norme sociali e le best practices, non solo possono essere più facilmente scambiate, ma possono essere maggiormente partecipate. Un punto su cui viene messo l’accento relativamente ad un aumento del benessere dovuto all’uso della banda larga riguarda l’estensione dell’e-government a tutti i livelli delle Amministrazioni Pubbliche (PA). Infatti, l’uso della connessione a banda larga consente un miglioramento dell’offerta di servizi pubblici, tra cui, in un prossimo futuro, un ruolo sempre maggiore sarà attribuito alla sanità. La riduzione del digital divide, quindi, appare essere un elemento irrinunciabile per garantire un servizio pubblico migliore e più vicino ai cittadini introducendo elementi di trasparenza ed equità. Questo è un aspetto su cui in particolare viene messe l’accento in Italia: la larga banda permetterebbe di migliorare l’efficienza e la trasparenza della Pubblica Amministrazioe. Si sostiene, infatti, che al crescere dell’utilizzo dei servizi di e-government aumenta la rapidità e l’efficienza della Pubblica Amministrazione con effetti positivi per il benessere economico e sociale. Per quanto detto finora, il digital divide rappresenta una complicata interrelazione di molteplici variabili che contribuiscono ad escludere dalla Società dell’Informazione singoli individui, gruppi sociali o interi paesi. Qualsiasi intervento che si ponga come obbiettivo il suo superamento non può non tener in considerazione le molteplici nature del divario digitale in quanto solo a partire dalle sue cause è possibile ipotizzarne le soluzioni. Il punto di partenza per l’individuazione delle politiche da attuare è certamente la conoscenza dei fattori che influiscono sulla diffusione della larga banda. A tale riguardo è importante ricordare che le potenzialità permesse dalla tecnologia non sono sufficienti a garantire l’uso della medesima da parte dei consumatori. Qualità e costo dei servizi sono elementi altrettanto importanti, così come gli aspetti istituzionali e culturali, nel determinare l’uso di larga banda e le potenzialità connesse a tale uso. L’esperienza di altri paesi non può essere presa a completo riferimento per la costruzione di scenari alternativi, proprio in quanto un paese, per la presenza di ostacoli dal punto di vista istituzionale e culturale, rischia di non muoversi lungo la frontiera delle possibilità permesse dalla tecnologia ma all’interno di essa. -4- CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO 1.3 Le politiche per la banda larga I principali fattori che determinano un divario nella diffusione della banda larga tra la popolazione sono individuabili in ostacoli di natura infrastrutturale, nelle differenze di tipo culturale, nei diversi livelli di istruzione e di età, nelle differenze in termini di ricchezza tra paesi e tra classi sociali. Come due facce di una stessa medaglia, le politiche infrastrutturali e le altre politiche devono viaggiare di pari passo in una visione integrata di riduzione del divario digitale; sarebbe infatti abbastanza riduttivo garantire da un punto di vista tecnologico la connessione a “tutti” senza poi assicurarsi che “quasi tutti” riescano effettivamente a trarne beneficio. Tenendo conto dei numerosi fattori che influiscono sulla diffusione di larga banda emerge un quadro in cui le politiche anti-digital divide sono rappresentate da un mix di interventi: infrastrutturali per garantire l’accesso e l’uso di ICT al maggior numero di utenti, culturali per garantire alla popolazione le skill necessarie, regolamentari per creare un clima competitivo funzionale alla diffusione della larga banda. Per ciascuno di questi interventi è necessario valutare le ricadute economiche così da scegliere un mix ottimale delle varie politiche. Sarebbe veramente una strategia improduttiva colmare il digital divide infrastrutturale senza innescare un processo di diffusione tra la popolazione delle competenze necessarie a sfruttare le opportunità che offre la banda larga; tale considerazione trova conferma se si osservano le politiche che a partire dal livello nazionale spingono verso l’e-government7. 1.3.1 Le politiche di regolamentazione L’analisi econometrica mostra che la concorrenza all’interno della piattaforma, ma in particolare fra piattaforme, e la dinamica dei prezzi hanno svolto un ruolo positivo nella diffusione della larga banda. Questo risultato è stato raggiunto tramite politiche volte a regolare i comportamenti degli operatori ed in particolare quelli dominanti. L’attuale regolamentazione delle telecomunicazioni ha avuto come obiettivo l’introduzione della concorrenza in un settore già esistente e consolidato, mentre il problema oggi è quello di coordinare ed incoraggiare la costruzione di un contesto di reti e servizi nuovi. D’altro canto gli studi relativi alla domanda di larga banda evidenziano che l’elasticità rispetto al prezzo non è molto rilevante, in particolare allorché si iniziano a raggiungere elevate quote di penetrazione. Relativamente agli Stati Uniti, Rapoport et al. (2001) hanno trovato che la domanda di larga banda via cavo era inelastica rispetto al prezzo ma che la domanda per l’ADSL era elastica rispetto al prezzo. Ma in uno studio successivo che teneva conto di anni più recenti, Rapoport et al. (2002) suggeriscono che la domanda per i servizi di larga banda tende a diventare sempre più insensibile al prezzo in quanto tali servizi, e la banda larga in generale, assumono il carattere di beni necessari. In Giappone Ida-Kuroda (2006) hanno trovato che la domanda di larga banda in Giappone per l’ASDL, che è la piattaforma di gran lunga principale, era poco elastica rispetto al prezzo. Questi lavori implicano che la tradizionale politica di regolamentazione ha effetti limitati sulla diffusione di larga banda. Per quanto riguarda la domanda di banda ultralarga8 non ci sono studi specifici sul possibile impatto della regolamentazione. Le caratteristiche delle reti NGN, in fibra che richiedono un 7 L’e-government, che indica l’insieme delle attività che il settore della Pubblica Amministrazione svolge tramite le tecnologie informatiche e la rete, potrà raggiungere i suoi obiettivi di economicità (in termini soprattutto di risparmio di tempo) e trasparenza nell’erogazione dei servizi (contribuendo al rafforzamento della democrazia), solo in presenza di una domanda di servizi e-government ovvero in presenza di utenti che abbiano un certo livello di informatizzazione. 8 La banda ultra larga rientra nelle tecnologie definite Next Generation Networking (NGN) che indicano l’evoluzione delle reti di telecomunicazione verso una tipologia che consenta il trasporto di tutte le informazioni e i servizi (voce, dati e comunicazioni multimediali). -5- CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO investimento estremamente elevato, dovendo sostituire l’infrastruttura fissa in rame con una nuova rete in fibra, sono tali da far parlare, ad alcuni, di monopolio naturale della parte passiva della rete. Si è aperto quindi un dibattito sulle tipologie di intervento del “regolamentatore”. Il dibattito in particolare ha riguardato il rapporto tra tipologia di regolamentazione (strutturale o della condotta) e incentivi alla costruzione delle reti NGN. L’elevato ammontare di risorse richiesto per la costruzione di una rete NGN, e le caratteristiche di monopolio naturale della stessa, di fatto potrebbe implicare il ritorno alla vecchia tipologia di regolamentazione ove vi è un solo operatore ed ove il prezzo viene regolamentato così da permettere il raggiungimento di un adeguato ritorno sugli investimenti e la concorrenza è verticalmente assente. Una siffatta situazione non appare accettabile da più punti di vista per cui il “regolamentatore” dovrà individuare soluzioni che, senza disincentivare gli investimenti massimizzino le opportunità di ingresso dei nuovi entranti e permettano la concorrenza anche sulla NGN. Il problema è particolarmente delicato in una nazione come l’Italia dove non esistono “piattaforme alternative”, come quelle via cavo, esistenti in altri paesi. D’altronde il problema della separazione della rete dalla produzione del servizio e la creazione di un unico operatore comporta vantaggi e svantaggi: • • • La separazione ha un beneficio evidente, l’eliminazione di un potenziale comportamento anticompetitivo. Essa può avere un costo (perdita di economie di scopo e di coordinamento). Essa può comportare un livello di investimento inferiore a quello ottimale. Inoltre, la separazione della rete rischia di non avere effetti rilevanti se il “regolamentatore” continua a sostenere prezzi per l’accesso troppo bassi per incentivare i concorrenti a costruire proprie reti. Si sostiene quindi che lo sviluppo della concorrenza fra reti è l’elemento decisivo per promuovere l’innovazione e l’introduzione di nuovi servizi. D’altronde l’elevato costo delle nuove reti NGN comporta che una politica di regolamentazione è del tutto insufficiente a favorire la diffusione della banda ultralarga e che quindi occorrono ulteriori politiche. 1.3.2 Le Politiche delle infrastrutture L’assenza di infrastrutture adeguate e a basso costo limita l’accesso alla connessione broadband9; e costituisce una barriera per gli individui; l’impossibilità materiale di connettersi ad “alte velocità”, infatti, crea una condizione di isolamento fisico non dipendente dalla volontà del singolo individuo. L’OECD (2008), ad esempio, sottolinea la necessità di intervenire per ridurre il rilevante divario esistente tra la capacità di connessione presente nelle zone rurali rispetto a quelle urbane; analogo discorso presentano le zone ricoperte prevalentemente da montagne dove è più difficile realizzare le infrastrutture. L’orografia di un territorio ma anche la presenza di zone scarsamente popolate, rende queste aree poco appetibili agli operatori privati i quali preferiscono concentrare i propri investimenti in zone che presentano un maggior ritorno economico, tipicamente individuabili nelle aree metropolitane. L’abbattimento delle barriere infrastrutturali si avvantaggia ovviamente dei progressi tecnologici; in molti casi, infatti, le tecnologie a banda larga di tipo wireless consentono di superare ostacoli di natura orografica. Tuttavia, in questo caso è necessario valutare la “qualità” della connessione. Affinché il livello di sostituibilità tra le due tecnologie aumenti (via cavo e wireless), è necessario valutare la qualità della connessione; l’utilizzo di onde radio 9 La capacità infrastrutturale nelle telecomunicazioni di un paese viene indicata con il termine e-readiness; tale capacità viene misurata tenendo conto di una serie di indicatori riguardanti le infrastrutture di comunicazione, la disponibilità di computer, l’accesso a Internet e la potenziale disponibilità di accessi alternativi (mobile, satellitari ecc.) e misura “il potenziale”, in termini di risorse presenti sul territorio, su cui puntare per ridurre il digital divide. -6- CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO (wireless) riduce sicuramente i costi infrastrutturali, ma le bande di frequenza radio sono limitate (risorsa scarsa) e in molti casi non si garantisce un livello nelle prestazioni (interferenze nel segnale) paragonabile alla connessione via cavo10. Il governo svedese è all’avanguardia nelle politiche a favore della banda larga. Nell’aprile 2008 un Comitato ad hoc ha richiesto al governo uno stanziamento di oltre 340 milioni di euro per incoraggiare lo sviluppo di infrastrutture di larga banda (in particolare fibre) lì dove non esistevano, giacché 145 mila persone e 39 mila imprese non avevano accesso ad alcun tipo di larga banda fra il 2009 ed il 2013. Il governo svedese poi, concede una serie di sussidi per la costruzione di infrastrutture di larga banda; riduzioni fiscali per l’installazione di infrastrutture di accesso dove i costi sono più elevati, finanziamenti alle autorità locali per la costruzione di reti da parte di un operatore neutrale nelle aree remote e più lontane. Infine, il governo ha stabilito che il principale operatore, Telia, ancora controllato dallo Stato, costruisca infrastrutture di backbone ad alta velocità per i servizi di emergenza. La politica seguita dalla Svezia così come dall’Olanda, è quella di favorire la costruzione di reti anche in fibre, da parte delle Autorità locali. Tali reti vengono poi date in fitto a società private che gestiscono il servizio. 1.3.3 Le Politiche che influiscono sui fattori economici e sociali L’assenza di infrastrutture a banda larga è solo un lato della medaglia; affinché la banda larga esplichi compiutamente il suo ruolo di driver socio-economico, infatti, è necessario ridurre anche quelle barriere di tipo culturale che ostacolano l’introduzione di nuove tecnologie tra gli individui. Un approccio al digital divide esclusivamente di tipo tecnologico, infatti, porterebbe con sé il rischio di aumentare ulteriormente il gap; se è vero che la diffusione di ICT è maggiormente diffusa tra la popolazione più ricca, introdurre nuove tecnologie senza renderle disponibili a tutti avvantaggia proprio i più ricchi non andando, quindi, in direzione di una riduzione del gap. I principali fattori di natura non infrastrutturale che alimentano il digital divide sono racchiusi sotto il termine di digital divide culturale; tra questi il livello di analfabetismo informatico ha sicuramente una rilevanza cruciale per il diffondersi della banda larga. Tale problema è sentito all’interno dei singoli paesi, dove sono presenti fasce di popolazione e zone geografiche caratterizzate dalla presenza di un alto livello di analfabetismo informatico in particolare tra la fascia di popolazione di età medio - alta, ma il problema appare molto più grave se si volge lo sguardo a quanto accade al di fuori dei propri confini nazionali. In alcune parti del mondo, particolarmente concentrate in Africa, una parte della popolazione è ancora del tutto analfabeta nel senso classico della parola, problema ancora più rilevante ed a monte dell’analfabetismo informatico. La riduzione dell’analfabetismo informatico e la necessità di introdurre tra la popolazione le competenze necessarie all’uso delle ICT diventano ancora più rilevanti se si considera l’aspetto legato alla lingua; il maggior numero di software e la “rete” stessa sono dominate dalla lingua inglese. Al 2001, ad esempio, più del 50% dei domini Internet sono registrati in Inghilterra e negli Stati Uniti, e l’inglese risulta essere in assoluto la lingua più utilizzata sul web. Va notato, tra l’altro, che con il diffondersi della banda larga tra la popolazione sono aumentate le lingue “parlate” in Internet, anche se resta il fatto che numerose componenti software ed hardware sono spesso utilizzabili solo da coloro che hanno un minimo di conoscenza di inglese. Appaiono quindi necessarie politiche che influiscano su tali aspetti, oltre che su quelli specificatamente economici. Certamente tali politiche possono riguardare, come in Svezia, incentivi per l’acquisto di personal computer, ma è anche più importante sostenere iniziative volte a 10 Di recente molto successo hanno avuto le politiche di diffusione della banda larga basata sulle tecnologie wireless (onde radio) che, parallelamente alla riduzione dei costi infrastrutturali, consentono di raggiungere in un più breve periodo gli obiettivi di sviluppo del servizio sul territorio, proprio per il loro minor costo e per la minore complessità dell’infrastruttura stessa. -7- CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO incoraggiare l’uso della banda larga, sia rafforzando il patrimonio scolastico di PC, sia utilizzando le scuole per rafforzare l’alfabetizzazione informatica nella popolazione che ha superato l’età scolare. 1.4. L’interdipendenza fra crescita della larga banda e crescita della economia Un ultimo aspetto relativo alla banda larga riguarda il fatto che se la diffusione della larga banda ha effetti sulla crescita è anche vero che avviene l’inverso11. Quindi una corretta analisi del rapporto fra investimenti in larga banda e crescita dovrebbe distinguere i due aspetti: a) la crescita attribuibile agli investimenti in larga banda ed alla diffusione della stessa; b) la crescita della diffusione della domanda di larga banda e di servizi ad essa collegati attribuibili alla dinamica del prodotto lordo (ad esempio l’elasticità dei servizi di larga banda attribuibili alla crescita). Questa distinzione è importante in quanto molto spesso si evidenziano i fattori legati all’offerta di banda larga e di servizi ad essa collegati, tralasciando i fattori rilevanti che influiscono sulla domanda. Le interrelazioni fra domanda e offerta di larga banda sono illustrati nel Grafico 1 che evidenzia come l’uso di larga banda ha effetti sulla produttività e sul reddito procapite che a loro volta influiscono sui fattori dal lato della domanda e dell’offerta. 11 Le implicazioni dell’esistenza di un doppio rapporto di causalità fra diffusione della larga banda e crescita sono rilevanti per le stime econometriche. Occorrerebbe cioè stimare un modello di equazioni simultanee nel quale appare sia un’equazione che lega la crescita alla diffusione della banda larga, sia un’equazione della domanda che vede fra le variabili esplicative il livello del prodotto lordo. Vi è infatti il rischio che non considerare tale aspetto, possa portare alla distorsioni delle stime econometriche. In generale, però, vengono stimate singole equazioni, precisando le ipotesi che nel caso in esame permettono che le stime non siano distorte (ad esempio l’esistenza di un effetto ritardato della domanda sulla crescita o utilizzando dati in cross section). -8- CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO Figura 1.1 - Determinanti uso ed effetti della larga banda Principali fattori determinanti l’offerta di servizi di larga banda Principali fattori determinanti la domanda di servizi di larga banda - Infrastrutture - Regolamentazione - Disponibilità di capitale umano adeguato - Livello di concorrenza - Prezzi dei servizi - Etc. - Grado di sviluppo economico - Qualità dei servizi offerti - Prezzo dei servizi - Etc. Uso dei servizi di banda larga Produttività Reddito Procapite -9- CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO 1.5 I risultati del lavoro Obiettivo del nostro lavoro è la stima della domanda di banda larga e dei fattori che influiscono sul digital divide. In base ai risultati ottenuti si potranno poi individuare le politiche necessarie per superare il digital divide e sviluppare la domanda di larga banda. Nel secondo capitolo vi è un’ampia discussione dei risultati ottenuti in letteratura relativamente alla stima della banda larga. Tale letteratura evidenzia che le principali variabili significative per la domanda di larga banda sono: la concorrenza tra piattaforme e, all’interno della piattaforma, il livello di istruzione, il livello di reddito, il prezzo, la velocità della larga banda. Nelle pagine successive del capitolo si cercherà di stimare la domanda di banda larga, sia da parte delle famiglie sia da parte delle imprese, utilizzando dati aggregati a livello di nazioni europee. Nell’analisi sui determinanti la domanda di banda larga da parte delle famiglie, uno dei fattori più importanti è il prezzo; inoltre poiché la nostra analisi riguarda un gruppo di paesi con caratteristiche eterogenee è possibile che vi siano fattori peculiari che in un dato paese determinano una maggiore o minore diffusione della larga banda. Per tener conto di tale possibilità abbiamo utilizzato come variabili esplicative ulteriori: la percentuale di popolazione con un’età compresa fra i 15 e i 24 anni, la percentuale di popolazione con un livello di istruzione almeno pari al diploma di scuola secondaria e il GDP pro-capite. Come atteso, il coefficiente del prezzo è negativo e statisticamente significativo; ciò significa che se il prezzo aumenta la quota di famiglie che usa una connessione a larga banda diminuisce, tuttavia l’impatto economico di tale variabile è irrisorio. Per tener conto delle caratteristiche culturali e socio-economiche proprie di ciascun paese abbiamo aggiunto alle variabili esplicative la quota di popolazione fra 15 e 24 anni, l’istruzione e il GDP pro-capite. L’inclusione delle nuove variabili non modifica segno e significatività delle variabili di interesse nell’equazione stimata: il coefficiente del prezzo è sempre negativo e statisticamente significativo; a parità di altri fattori, e in particolare a parità di reddito pro-capite, se il prezzo della larga banda aumenta la diffusione diminuisce. Anche gli altri regressori hanno coefficienti statisticamente significativi. La quota di popolazione con un’età fra 15 e 24 anni ha un impatto negativo sulla diffusione di larga banda: quanto maggiore è la quota di popolazione “giovane” tanto minore sarà tale diffusione. L’istruzione e il GDP pro-capite hanno un impatto positivo e rilevante: al crescere del livello di istruzione così come del reddito della popolazione cresce la diffusione di larga banda. Un interessante risultato è che i valori sulla diffusione di banda larga in Italia stimati dal nostro modello, sono superiori a quelli effettivi. Rispetto agli altri paesi europei l’Italia è un under performer. Ciò conferma l’opinione del ritardo del nostro paese relativamente alla diffusione della banda larga. I modelli di regressione possono essere utilizzati anche a fini diversi dalla stima degli effetti causali; in particolare, in un’ottica di previsione è possibile utilizzare regressori che non hanno un significato causale, ma che aiutano a prevedere l’evoluzione della variabile dipendente nel tempo. Abbiamo stimato un’equazione di previsione nella quale sono stati utilizzati come previsori la percentuale di famiglie che possiede un personal computer e la percentuale di individui che usa internet; infine l’equazione è stata stimata inserendo i due regressori insieme. Il possesso di un computer è un pre-requisito indispensabile per l’utilizzo della banda larga, infatti il potere esplicativo di tale variabile risulta elevato (con un R-quadro corretto pari a 0.76). Il coefficiente stimato mostra che se la quota di famiglie in possesso di un PC è dell’1% più alta la domanda di banda larga è di più ¾ di punto percentuale più alta. Utilizzando un regressore più vicino alla domanda di banda larga, cioè l’utilizzo di internet, il potere esplicativo della stima è maggiore. Inserendo i due predittori insieme la forte collinearità fa si che la variabile relativa a possesso di un computer non sia più significativa. - 10 - CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO Infine, abbiamo stimato la curva di domanda di banda larga da parte delle imprese tentando di individuare i fattori causali. La variabile dipendente utilizzata è la percentuale di imprese che possono connettersi ad Internet utilizzando una tecnologia a banda larga, sia essa Dsl, cavo o altro. Le imprese considerate sono quelle con più di 10 dipendenti. Tra i fattori che inducono le imprese a dotarsi di una tecnologia a larga banda uno dei principali è sicuramente il prezzo della connessione. Un fattore potenzialmente importante è la densità di popolazione, è plausibile ritenere che la domanda di banda larga delle imprese sia maggiore laddove la densità è maggiore. L’uso della banda larga da parte di un’impresa può essere considerato come un input della produzione, quindi la domanda di tale fattore va stimata al netto dell’impatto degli altri fattori produttivi. Per questo motivo nella regressione abbiamo inserito altre variabili quali il costo del lavoro, la produttività, gli acquisti di beni e servizi. In generale dall’analisi emerge una correlazione negativa fra il prezzo della banda larga e la sua diffusione fra le imprese. Tale relazione, seppur statisticamente significativa, è però poco rilevante in termini quantitativi. Nel terzo capito abbiamo individuato i fattori che influiscono sulla diffusione della larga banda in Italia a livello provinciale. Il lavoro è partito dalla costruzione di un data set che utilizza due tipologie di informazioni: da una parte i dati sulle linee broadband fornite da un campione realizzato dall'AGCOM su centrali ULL, dall'altra l'utilizzo dei dati relativi alle quote di linee broadband di centrali NO-ULL dell’operatore incumbent. Per quanto riguarda i principali risultati derivanti dalla metodologia di calcolo delle linee broadband, si evidenzia, a livello di macroaree, l’esistenza di un divario digitale tra aree del Centro Nord, con valori sopra la media Italiana, ed il Mezzogiorno. A livello di singole Province, si conferma un divario a favore di quelle del Nord; in effetti la classifica mostra che per trovare la prima provincia del Mezzogiorno bisogna scendere al 10 posto dove si situa Napoli, tra le altre caratterizzata dal fatto di essere una Provincia metropolitana. Viceversa, le ultime 10 posizioni sono occupate tutte da province del Mezzogiorno. Nel modello utilizzato la variabile dipendente è il numero di linee broadband per 1000 abitanti di età superiore ai 18 anni; tale scelta è principalmente imputabile al fatto che per la sottoscrizione di un contratto per la fornitura di servizi a banda larga, è necessario aver compiuto i 18 anni di età. Per quanto riguarda i fattori determinanti la diffusione della banda larga (variabili esplicative) essi sono stati raggruppati in tre vettori; - - SOCIO – DEMOGRAFICO: o quota di popolazione oltre i 65 anni sull’intera popolazione provinciale o indicatore relativo alla presenza di infrastrutture per l’istruzione; SOCIO – ECONOMICO: o tenore di vita (consumi no alimentari pro – capite) o il numero di imprese per 100 abitanti (densità imprenditoriale) o grado di apertura dei mercati provinciali (quota di importazioni più esportazioni sul valore aggiunto); TERRITORIO: o quota di territorio provinciale ricoperto da montagne o quota provinciale di comuni di piccole dimensioni (meno di 5000 abitanti) o livello di competizione nei singoli mercati provinciali tra gli operatori (indice di Herfindahl) Per quanto riguarda le stime risulta che il tenore di vita, rappresentato dai consumi non alimentari, è la variabili che ha il peso maggiore; in termini di elasticità, un incremento dell’1 % del reddito genera, nella versione completa del modello (tutte le variabili escluso le dummies per macroarea), un incremento dello 0.40% della varabile dipendente. In altri termini, la diffusione delle linee a banda larga è molto reattiva alla ricchezza il che, per quanto detto sul digital divide nella parte - 11 - CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO iniziale, conferma un divario dovuto a differenze di reddito nella popolazione. La sottoscrizione di un contratto a banda larga reagisce in maniera rapida alla variazione nel reddito. Tale risultato è confermato anche ipotizzando scenari futuri in cui il divario in termini di ricchezza tra le Province cresce o diminuisce; la reattività del numero di linee broadband alla ricchezza provinciale, infatti, resta significativamente elevata. Altro fattore rilevante è la diffusione dell’istruzione: questa variabile mostra un’elasticità dello 0.16%. Circa l’effetto della concentrazione degli operatori sul mercato, le stime mostrano un effetto negativo sul numero di linee pro-capite. Guardando in maniera inversa il risultato, si può affermare che la diminuzione della concentrazione produce un effetto positivo sulla diffusione del broadband. Il valore dell’elasticità, infatti, è -0.19%. Meno importanti risultano essere i vincoli geografici legati alla morfologia del territorio; in parte ciò è dovuto alle politiche regionali che soprattutto nel Nord-Ovest hanno visto impegnate numerose risorse per garantire l'accesso alla banda larga in tutte le zone comprese le valli e le zone montagnose. Come esempio si prenda la Valle d'Aosta: a fine 2006 erano 40 i comuni con una copertura <20%, mentre ne sono solo 4 a fine 2008, su un totale di 74 comuni, ed altri 4 comuni su 74 restano a copertura parziale (>20%, <70%) (fonte Regione Valle d’Aosta). Ma anche il caso del Piemonte dove è all'opera il progetto WI-PIE che, con un leggero ritardo per la Provincia di Cuneo, a fine 2008 prevedeva la copertura a banda larga del 96% del territorio. Non si può tralasciare il problema relativo alla qualità della connessione sulla quale, tuttavia, è difficile trovare informazioni; in altri termini, un primo passo è garantire la connessione a tutti, ma resta da valutare la "bontà" della connessione eventualmente misurabile nella velocità di connessione e di updown load di files. Maggiori problemi restano nelle zone pianeggianti come le province lungo il Po’; in questo caso è la bassa densità di popolazione e la distanza tra i comuni che rende meno remunerativo l’investimento da parte dei privati. In effetti, le stime mostrano un’elasticità negativa relativa alla quota di piccoli comuni (meno di 5.000 abitanti) che caratterizzano una provincia. Interessante notare è la non significatività, una volta tenuto conto delle altre variabili di controllo, della quota di popolazione con oltre 65 anni di età. Questo punto è importante in un paese come l’Italia che presenta una quota di popolazione oltre i 65 anni, che tende a crescere nel tempo. Risulta quindi che tale fattore non è fra quelli che influiscono particolarmente sul ritardo dell’Italia nella diffusione della larga banda. Questo risultato è confermato anche se nel modello si sostituisce alla quota della popolazione over 65 la stessa quota proiettata al 2020 o al 2040; in atri termini, l’invecchiamento della popolazione non funge da deterrente alla diffusione del broadband. Nel quarto capitolo si analizza la relazione fra servizi offerti on line e domanda di larga banda. Il capitolo parte da un modello microeconomico che vuole spiegare le scelte di consumo di utenti residenziali con riferimento in particolare a: o la decisione di accedere o non accedere alla rete internet; o la scelta dei servizi, a pagamento o free, erogati attraverso la rete; o la decisione di allocazione della banda disponibile tra i diversi servizi. Tali decisioni dipenderanno: o da variabili economiche quali: il reddito dell’individuo e i prezzi di accesso alla rete e ai servizi; o da variabili “individuali” quali: i parametri della funzione di utilità, tra cui la propensione individuale all’utilizzo di servizi in rete (parametro di eterogeneità); il grado di sostituibilità e complementarietà attribuito ai diversi servizi dal consumatore, il grado di sensibilità a esternalità di rete (positive o negative); - 12 - CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO o da variabili tecniche quali: la quantità massima di banda effettivamente disponibile per utente; i livelli di banda ottimali per servizio che ne garantiscono una fruizione fluida e soddisfacente. I risultati del modello sono i seguenti: - L’ampiezza di banda disponibile spiega le scelte di accesso alla rete e la composizione del panieri dei servizi erogati. o Nell’allocazione della banda disponibile a livello individuale i consumatori danno priorità a servizi che non hanno sostituti stretti in altre piattaforme e che hanno soglie di banda ottimale minori; solo in presenza di larga banda o ultra banda i consumatori, i consumatori con un’alta propensione all’utilizzo della rete decideranno di usufruire – anche – dei servizi più bisognosi di Kbps. - L’ampiezza di banda disponibile a livello individuale spiega i coefficienti di penetrazione nella popolazione del servizio di accesso ad internet e di tutti i servizi ad essa collegati. o Se la disponibilità di banda a livello individuale incide direttamente sulla composizione dei servizi acquistabili e indirettamente sulla valutazione che i singoli fanno dell’accesso o meno alla rete stessa, a livello aggregato la stessa variabile spiega il coefficiente di penetrazione della rete internet e dei livelli ad essa collegati nella popolazione. Infatti, al crescere della banda disponibile cresce non solo la numerosità di servizi potenzialmente acquistati, ma anche cresce il numero di utenti che decidono di accedere alla rete. I nuovi clienti richiederanno, però, non per forza i servizi più bisognosi di Kbps. - In aggregato la domanda di accesso a Internet è decrescente rispetto al prezzo di accesso ma un aumento della banda disponibile a livello individuale crea una traslazione verso l’alto della stessa. o Data la rivalità in termini di allocazione del reddito dei servizi erogati attraverso internet rispetto ad altri beni più o meni sostituti, a parità di banda disponibile, un aumento del prezzo di accesso riduce il numero di persone disposte ad accedere ad internet. All’aumentare della banda, aumentano le potenzialità di consumo attraverso la rete e, quindi, anche l’utilità indiretta relativa. A parità di prezzo più persone, con diversi propensioni marginali al consumo, preferiranno accedere ad Internet. D=D(K,P) dove DK>0 e DP<0. Se l’aumento della banda disponibile si accompagna ad un significativo aumento dei prezzi di accesso, l’effetto totale in termini di penetrazione può essere anche negativo. - La banda disponibile a livello individuale ma soprattutto la capacità espressa dalle dorsali di aggregazione del traffico è rilevante per la sostenibilità tecnica dei servizi potenzialmente erogati attraverso la rete. o Se la banda disponibile a livello individuale cresce del 10%, la domanda di banda a livello aggregato – tenuto conto dei nuovi utenti attratti dalle maggiori potenzialità di utilizzo della rete – crescerà molto di più del 10%, generando possibili collassi della rete non a livello individuale ma a livello di backbone! Un sottodimensionamento della rete può ridurre a livello individuale la fruibilità dei servizi in rete e, quindi, anche la disponibilità a pagare per essi; in aggregato potremmo assistere ad una contrazione, o mancata crescita degli utenti della rete. - 13 - CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO - L’accesso ad internet è un servizio caratterizzato da rivalità nell’allocazione della banda complessiva. Ogni forma di regolamentazione della rete deve riguardare, quindi, ogni canale (fisso o mobile) di accesso alla rete. o Infatti, poiché la banda è finita a livello aggregato la sua ripartizione dipenderà dalla domanda di traffico da parte non solo di utenti domestici, residenziali e non, ma anche da parte di utenti mobili che attraverso sistemi di WiFi/UMTS integrati accedono ai medesimi contenuti. Quest’ultima tipologia di utenti, seppur rivolti a servizi che singolarmente richiedono meno Kbps, incidono sensibilmente sulla domanda di banda in aggregato. Un esempio recente è rappresentato dagli episodi di collasso della rete internet statunitense di quest’estate, non per la richiesta di servizi che necessitano singolarmente di molti Kbps, ma per la domanda simultanea di accesso di nuovi utenti mobili intenzionati a visionare contemporaneamente le pagine web del medesimo social network: facebook! Grafico 1.1: Curva di domanda di accessi a Internet Prezzo di accesso All’aumentare della banda minima disponibile abbiamo una traslazione della domanda di accesso a internet, tipicamente decrescente. Accessi ad Internet Il capitolo quarto dopo aver descritto le caratteristiche dei principali servizi on line continua illustrando la domanda di servizi on line. Viene costruito un appropriato indice, utilizzando i dati forniti da Eurostat, relativo alla posizione dell’Italia nella fruizione di varie tipologie di servizi on line. Tale indice è ottenuto come rapporto fra percentuale di utenti del servizio in Italia rispetto al totale europeo, diviso per un’analoga percentuale di sottoscrittori ad Internet. Il valore di tale indicatore è inferiore all’unità per la quasi totalità dei servizi on line evidenziando un ulteriore ritardo dell’Italia nell’uso dei servizi on line. I sottoscrittori ad Internet italiani mostrano una minor propensione rispetto alla media europea ad utilizzare servizi on line. Nel capitolo cinque viene affrontato il tema dell’offerta video a larga banda (a partire dall’IPTV), e verranno esaminate le nuove esigenze della regolamentazione, legate alla diffusione di servizi innovativi e convergenti. A partire dall’IPTV, vi è infatti la necessità di una regolazione coerente, che possa avere un impatto positivo sullo sviluppo del processo competitivo avendo come prospettiva il benessere del consumatore. In particolare, andranno favorite soluzioni che siano in - 14 - CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO grado di favorire una maggiore concorrenza tra servizi diffusi dalle diverse reti di distribuzione (incluso wireless, sia nella componente unicast che in quella broadcast). Ciò richiede un’analisi che tenga conto sia del tradizionale approccio della replicabilità dell’offerta, quanto della varietà dell’offerta (dei programmi, dei contenuti) che costituisce il reale beneficio per il consumatore. In questa chiave l’IPTV va inserita sia nella problematica dell’accesso alla rete (wholesale broadband access) che in quello della concorrenza tra piattaforme e dell’accesso ai contenuti. Nel settore dei contenuti infatti lo sviluppo della larga banda ha determinato le condizioni per una crescente domanda di servizi (IPTV, Web TV) e di nuovi modelli di business. Il capitolo 5 evidenzia che in Italia questi nuovi servizi hanno attualmente un impatto limitato ma grosse prospettive di crescita. Il multichannel e il video online stanno infatti sostituendo gradualmente i canali tradizionali nelle abitudini di fruizione degli italiani e la pubblicità su Internet registra ogni anno tassi di crescita molto elevati, che non calano neanche in presenza di una crisi economica senza precedenti. Gli operatori televisivi e i distributori di servizi video sono consapevoli di questo cambiamento e iniziano a sviluppare la propria offerta tenendo presente quelle che sono le nuove tendenze. In quest’ottica rientra la decisione di Mediaset di arricchire la propria offerta video con servizi Over-The-Top e Web TV. Evidentemente la prospettiva di allargare una base utenti sempre più esigente ed in cerca di servizi televisivi flessibili e personalizzati, può essere un buon incentivo per richiedere una maggiore capacità di banda e dunque un fattore importante per lo sviluppo anche in Italia delle reti a banda ultra larga. - 15 - CAPITOLO 1 QUADRO INTRODUTTIVO Bibliografia Jamison M.A.,Hauge J.A. What’s in a Name? Analysing the Evolving Concept of Broadband, Public Utilility Research Center University of Florida, September 2009 Ida, M., Kuroda Y. Discrete choice analysis of demand for broadband in Japan 2 Journal of Regulatory Economics 29, 2006, pp.5-22. National Telecommunications and Information Administration (NTIA), Falling Through the Net: a Survey of the “Have Nots” in Rural and Urban America, Luglio 1995. Organization for Economic Co-operation and Development (2008), Broadband Growth and Policies in OECD Countries, Paris. Rappoport, P.N., Kridel, D.J. e Taylor, L.D., Residential Demand for access to Internet, in Gary Madden (Ed), Emerging Telecommunications Networks: The International Handbook of Telecommunication Economics,Volume II, Edward Elgar Publishert, Chelthenham, UK, 2001, pp.120 Rappoport, P.N., Kridel, D.J. e Taylor, L.D., The demand for broadband: access, content and the value of time, in Broadband: should we regulate high-speed internet access?, di Crandall, W.R. e Alleman, J.H., editori, AEI Brookings Joint Center for Regulatory Studies, 2002. U.S. Department of Commerce, Measuring the Economic Impact of Broadband Deployment, Final Report Prepared for the U.S. Department of Commerce, Economic Development Administration, February, 2006 - 16 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI CAPITOLO 2: DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI 2.1 La letteratura sulla banda larga Negli ultimi anni, anche a seguito degli accordi di Lisbona, molti paesi europei hanno attuato politiche miranti a stimolare la diffusione della banda larga. L’attuazione di tali politiche trova motivazione nel fatto che, nell’ambito dell’economia della conoscenza, le ICT sono uno dei principali fattori che favoriscono la crescita della produttività e, fra le nuove tecnologie, Internet è quella che ha un maggiore impatto in termini di riduzione dei costi e aumento della profittabilità. Tra le modalità di accesso ad Internet, le tecnologie a banda larga permettono di essere sempre connessi, ad una maggiore velocità, consentendo a utenti privati e imprese di sfruttare meglio le opportunità della rete. I governi, al fine di promuovere la diffusione della banda larga, hanno adottato politiche a sostegno sia della domanda che dell’offerta. Tra le misure del primo tipo rientrano il sostegno finanziario agli utenti finali e l’incremento della domanda pubblica; la creazione di network per la banda larga e l’apertura dei mercati al fine di incrementare la competizione sono misure a sostegno dell’offerta. L’impatto di tali politiche sulla diffusione della banda larga è ancora oggetto di dibattito. Trattandosi di un fenomeno molto recente, la letteratura sulla banda larga è ancora agli inizi e necessita di ulteriori studi. Nell’ambito di questa letteratura emergente si possono, tuttavia, distinguere due filoni: il primo volto a studiare l’impatto della competizione sulla diffusione della banda larga, l’altro volto a studiare i fattori determinanti la decisione individuale di sottoscrivere una connessione a banda larga. I lavori che studiano l’impatto della competizione sulla diffusione della banda larga generalmente considerano i fattori determinanti tale diffusione a livello macro, effettuando confronti fra paesi; al contrario, i lavori appartenenti al secondo filone realizzano analisi di tipo micro, utilizzando delle surveys per evidenziare i fattori determinanti la diffusione della banda larga a livello individuale. La tabella seguente mostra una sintesi dei principali lavori empirici sulla banda larga, evidenziando il tipo di analisi effettuata ed i risultati ottenuti. - 17 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI Tabella 2.1 - Sintesi della letteratura Lavoro Aron e Burnstein (2003) Bauer et al. (2003) Clements. e Abramowitz (2006) Denni e Gruber (2005) Distaso et al. (2006) Flamm e Chaudhuri (2005) Ford et al. (2008) Numero di osservazioni Variabili indipendenti Paesi Istruzione Accesso a internet Densità delle TLC Prezzo LLU DSL providers Accesso a 1 piattaforma Accesso a più piattaforme Prezzo banda larga Reddito Disponibilità di banda larga Competizione Densità di popolazione Reddito, Istruzione Età Figli Occupazione Razza Numero di providers Tassazione Distanza da area metropolitana Competizione fra piattaforme Competizione all’interno della piattaforma Competizione nelle TLC Densità delle TLC Competizione fra piattaforme Competizione all’interno della piattaforma Prezzo LLU Prezzo chiamate locali Prezzo banda larga Età Reddito Istruzione Razza Stato civile Sesso Area urbana Area suburbana PIL Diseguaglianza nei redditi Istruzione Età Densità di popolazione Dimensione delle grandi città Dimensione delle famiglie Dimensione delle imprese Linee telefoniche Prezzo 46 stati USA 46 Stima cross-section Istruzione (+) Densità delle TLC (+) Accesso a più piattaforme (-) 30 paesi OECD 30 Stima cross-section Reddito (-) Disponibilità di banda larga (+) Prezzo banda larga (-) Survey famiglie USA 895 Stima cross-section Reddito (+) Istruzione (+) Età (-) Figli (+) Razza (+) Tassazione (-) 50 stati USA Semestrali fra il 1999 e il 2004. Stima panel Competizione fra piattaforme (+) Competizione all’interno della piattaforma (-) Competizione nelle TLC (+) Densità delle TLC (-) 14 Paesi Europei 158 (15 trimestri fra il 2000 e il 2004). Stima panel Prezzo LLU (-) Competizione fra piattaforme (-) Survey famiglie USA Stima cross-section Prezzo banda larga (-) Stato civile: coniugato (+) Sesso: uomo (-) Area urbana (+) Area suburbana (-) 30 paesi OECD 90 (3 semestri: da dicembre 2006 a dicembre 2007) PIL (+) Diseguaglianza nei redditi (-) Istruzione (+) Età (-) Densità di popolazione (+) Dimensione delle grandi città (-) Dimensione delle famiglie (+) Dimensione delle imprese (-) Linee telefoniche (+) (-) Prezzo (-) - 18 - Variabili significative CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI continuo Tabella 2.1 Lavoro Lee e Brown (2007) Variabili indipendenti Paesi Competizione fra piattaforme, Numero di osservazioni Variabili significative 110 Competizione fra piattaforme (+) Stima cross-section Velocità banda larga (+) Prezzo banda larga Velocità banda larga Uso delle ICT (+) Reddito Contenuti (+) Uso delle ICT Istruzione Densità di popolazione Prezzo telefonia mobile Contenuti Rappoport et al. (2002) Reddito Età Campione di utenti internet in 10 città USA 600 Reddito (+) Stima cross-section Grandezza nucleo familiare Grandezza nucleo familiare (+) Prezzo banda larga (-) Prezzo banda larga Savage e Waldman (2005) Prezzo banda larga Età (+) Survey famiglie USA Velocità 532 Prezzo banda larga (-) Stima cross-section Installazione Velocità (+) Affidabilità (+) Affidabilità Stanton (2004) Reddito CPS Survey Istruzione 53,825 Reddito (+) Stima cross-section Istruzione (+) Razza Razza (+) Stato civile Stato civile: coniugato (+) Sesso Sesso: femminile (+) Area urbana Area urbana (+) Distaso et al. (2006) analizzano il differente impatto sulla diffusione della banda larga della competizione fra piattaforme (come nel caso di adozione di tecnologie alternative alla DSL quali, ad esempio, la fibra ottica) versus la competizione all’interno della stessa piattaforma (con l’entrata di nuovi concorrenti nel mercato). Le implicazioni di un modello di competizione oligopolistica con prodotti differenziati sono testate su un campione di 14 paesi europei osservati nel periodo 20002004. L’analisi empirica evidenzia come la competizione fra tecnologie alternative sia particolarmente efficace nello stimolare la diffusione della banda larga, mentre la competizione all’interno del mercato DSL non lo è altrettanto. Gli effetti della competizione fra piattaforme sulla diffusione della banda larga sono analizzati anche nel lavoro di Aron e Burnstein (2003). Anche in questo lavoro viene stimato un impatto positivo e statisticamente significativo della competizione fra piattaforme (in particolare tra la tecnologia DSL e quella via cavo) sull’adozione della banda larga. Il ruolo delle politiche di regolamentazione del mercato delle telecomunicazioni, in particolare di quelle di unbundling, è studiato da Garcia-Murillo e Gabel (2003). Il lavoro non distingue fra competizione inter o intra piattaforma e non trova evidenza di un impatto significativo delle politiche di unbundling sulla diffusione della banda larga. Tuttavia, l’analisi empirica condotta è una cross-section (135 paesi osservati nel 2001), che non consente di cogliere l’aspetto dinamico del fenomeno. Un’analisi con dati panel, realizzata per i 50 stati USA osservati per 10 semestri, porta a conclusioni differenti. Denni e Gruber (2005), infatti, trovano che sia la competizione fra piattaforme che quella intra-piattaforma hanno un impatto significativo sulla diffusione della banda larga. L’impatto della competizione all’interno della stessa piattaforma risulta significativo nella fase iniziale di adozione della banda larga, successivamente è la competizione fra piattaforme ad incentivare la diffusione della banda larga. La competizione all’interno della piattaforma, in - 19 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI particolare il local loop unbundling, è uno dei fattori determinanti la diffusione della banda larga considerati da Lee e Brown (2007). Il paper mostra che, oltre alla competizione, anche la velocità di banda, l’uso della rete e i contenuti influenzano l’adozione di banda larga. In particolare, una maggiore velocità della banda larga potrebbe agire come un driver per la sua diffusione. Dal lato dell’offerta tale risultato implica che offrire una connessione a banda larga più veloce può attirare un maggior numero di sottoscrittori. Inoltre, gli autori mostrano che, al momento, la banda larga da rete mobile non è né un sostituto né un complemento della banda larga da rete fissa. I fattori determinanti la decisione individuale di utilizzare la banda larga sono studiati da Rappoport et al. (2002). La domanda di banda larga è analizzata da tre differenti punti di vista: la forma di accesso, i siti visitati (come misura della scelta di contenuti), e il tempo di collegamento alla rete. I fattori demografici e socio-economici sono importanti determinanti della domanda di banda larga, in particolare sono significativi il prezzo della connessione, il reddito e l’istruzione degli individui. Tuttavia, tali fattori non sono gli unici poiché anche i fattori collegati all’uso di internet risultano significativi: la scelta di dotarsi di banda larga sembra dipendere anche dal costo opportunità del tempo e dall’uso della rete. Il prezzo della banda larga e la competizione nel mercato della banda larga non risultano, invece, significativi nel lavoro di Bauer et al. (2003). I fattori economici e sociali spiegano il 91% della variabilità del tasso di sottoscrizione della banda larga nel lavoro di Ford et al (2008). Utilizzando un campione di paesi OECD osservati per 18 mesi, gli autori mostrano che il tasso di sottoscrizione della banda larga dipende positivamente da: PIL, livello di istruzione, densità di popolazione e dimensione del nucleo familiare; invece, viene stimata una correlazione negativa fra tasso di sottoscrizione della banda larga e il prezzo della banda larga, la percentuale di popolazione con un’età superiore ai 65 anni, la diseguaglianza nei redditi, la dimensione delle grandi città, e la dimensione delle imprese; infine una relazione non lineare viene stimata fra tasso di sottoscrizione della banda larga e numero di linee telefoniche (di rete fissa e mobile). Gli autori utilizzano i risultati del modello per costruire un indice di efficienza della banda larga che consente di creare un ranking fra i paesi OECD; è interessante notare che, in base a tale indice, l’Italia si colloca al diciottesimo posto della graduatoria, dopo paesi quali Portogallo, Turchia e Ungheria. Una forte correlazione fra caratteristiche demografiche della famiglia e l’adozione della banda larga viene stimata da Clements e Abramowitz (2006). Gli autori distinguono i fattori che influiscono sulla diffusione della banda larga, grazie all’entrata di nuovi operatori sul mercato, da quelli che ne determinano la sottoscrizione da parte delle famiglie. In particolare, la decisione di dotarsi di una connessione a banda larga dipende positivamente dal livello di istruzione, dalla razza, dalla presenza di figli, dal reddito e dall’avere un’età (per il capofamiglia) inferiore a 35 anni; mentre l’esistenza di un sistema di tassazione sull’accesso ad internet scoraggia la sottoscrizione della banda larga. Lo sviluppo dei servizi di banda larga – misurato con il numero di imprese che forniscono il servizio - dipende, invece, prevalentemente da fattori economici e geografici. Il numero dei providers di banda larga aumenta al crescere della popolazione, del reddito, del numero di istituti di istruzione superiore, del grado di urbanizzazione e della vicinanza ad un’area metropolitana. Risultati simili, relativamente ai fattori che incidono sulla decisione individuale di utilizzare la banda larga, si trovano in Stanton (2004). Anche in questo lavoro la probabilità di adottare una connessione a banda larga dipende dal reddito, dall’abitare in un’area metropolitana e da una serie di caratteristiche demografiche quali il sesso, la razza, il livello di istruzione e lo stato civile. Utilizzando una survey sulle famiglie statunitensi, Savage e Waldman (2005) stimano un modello di massimizzazione dell’utilità individuale in cui l’utilità dipende dal tipo di connessione, dalla velocità, dal prezzo, dall’affidabilità del servizio e dalla difficoltà di installazione. L’utilità individuale aumenta quando si utilizza una connessione a banda larga, al crescere della velocità di upload e download, al diminuire del prezzo e al crescere dell’affidabilità del servizio. Un’accurata modellizzazione della scelta individuale di utilizzare la banda larga si trova in Flamm e Chaudhuri (2005). Gli autori partono dal presupposto che i fattori socio-economici sono i principali - 20 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI determinanti della diffusione della banda larga, tuttavia questa tecnologia rappresenta per gi utenti un miglioramento qualitativo rispetto alla connessione via modem, quindi ciò che rileva è l’ampiezza dell’impatto di tali fattori, non la direzione. Per stimare le determinanti della domanda di banda larga gli autori utilizzano, quindi, un modello di struttura decisionale ordinata che consente sia di cogliere l’effetto di una varietà di fattori sulla domanda di banda larga, sia di effettuare un confronto con le determinanti della domanda di servizi dial-up. Il modello mostra che il prezzo è il fattore che principalmente influenza la domanda di banda larga, ma risultano significativi anche altri elementi quali il sesso e la localizzazione. Un modello di diffusione della banda larga basato sulle scelte individuali viene proposto anche da Choudrie e Dwivedi (2004a). Partendo dalla rassegna della letteratura esistente, gli autori costruiscono un modello di diffusione della banda larga in cui i fattori determinanti l’intenzione di un individuo di adottare la banda larga sono: la percezione della tecnologia, l’influenza della società e le credenze personali circa l’opportunità e le risorse necessarie per installare la banda larga in casa. Il modello proposto non viene, però, testato empiricamente. 2.2 Diffusione della banda larga fra le famiglie Oggetto dell’analisi è comprendere quali siano i fattori che determinano la diffusione della banda larga fra le famiglie, nei paesi considerati. L’analisi che segue si basa su un dataset appositamente costruito utilizzando dati provenienti dall’Eurostat, dall’OECD e dall’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni. I dati sono stati raccolti per 31 paesi europei e si riferiscono al periodo 20032007. Al fine di identificare i fattori che determinano la diffusione della banda larga, nel gruppo di paesi considerato, nel seguito viene stimata la curva di domanda di banda larga da parte delle famiglie cercando di individuare i fattori causali. Quest’analisi dovrebbe consentire di verificare se, come viene spesso sostenuto, rispetto ai paesi europei più industrializzati l’Italia mostri un ritardo nell’utilizzo della banda larga da parte delle famiglie, a parità di valori degli elementi determinanti la domanda. Volendo stimare la diffusione della banda larga, abbiamo utilizzato come variabile dipendente la percentuale di famiglie che si connettono alla rete con una tecnologia DSL, via cavo o con altre tecnologie a banda larga. L’Eurostat raccoglie questa informazione per tutte le famiglie nelle quali almeno un membro ha un’età compresa fra i 16 e i 74 anni. Il dato è disponibile in generale a partire dal 2003, anche se non per tutti i paesi. Analogamente alla domanda di un bene di consumo, fra i fattori che inducono le famiglie ad usufruire della tecnologia a banda larga uno dei più importanti è sicuramente il prezzo. Infatti, la banda larga è indubbiamente più costosa delle tecnologie analogiche e di conseguenza, a parità di altri fattori, il prezzo è determinante per la diffusione della nuova tecnologia fra le famiglie. Poiché l’analisi riguarda un gruppo di paesi con caratteristiche eterogenee è possibile che ci siano fattori peculiari che in un dato paese determinano una maggiore o minore diffusione della larga banda. Per tener conto di tale possibilità si utilizzano come variabili esplicative ulteriori: la percentuale di popolazione con un’età compresa fra i 15 e i 24 anni, la percentuale di popolazione con un livello di istruzione almeno pari al diploma di scuola secondaria e il GDP pro-capite. La quota di popolazione con un’età compresa fra i 15 e i 24 anni è rappresentativa della struttura per età della popolazione, tiene quindi conto del fatto che paesi differenti possono avere una popolazione più o meno giovane. Non c’è, però, un chiaro a-priori su quale dovrebbe essere l’effetto di tale variabile sulla diffusione di banda larga: se da un lato i giovani sono i maggiori utilizzatori di internet e di contenuti multimediali, d’altra parte è plausibile aspettarsi che non spetti a loro la decisione circa la sottoscrizione di una connessione a larga banda. La percentuale di popolazione in possesso di diploma misura il livello di istruzione del paese: è ragionevole attendersi - 21 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI che tale variabile abbia un impatto positivo sulla diffusione della banda larga. Infine, il GDP procapite misura il livello di ricchezza del paese: è plausibile che la banda larga sia più diffusa in paesi con un reddito pro-capite più elevato. L’analisi empirica trova un limite importante nel fatto che i dati relativi ai prezzi della connessione sono disponibili solo per tre anni: dal 2005 al 2007. Avendo un orizzonte temporale così ristretto, nel panel diventa rilevante la variabilità cross-section piuttosto che quella temporale. Per questo motivo è opportuno stimare un modello pooled OLS con dummy anno. I risultati dell’analisi sono riportati nella tabella 2.2. La prima colonna mostra i risultati della regressione della percentuale di famiglie che hanno una connessione a larga banda sul prezzo della larga banda, la principale variabile di interesse. Come atteso, il coefficiente del prezzo è negativo e statisticamente significativo, ciò significa che se il prezzo aumenta la quota di famiglie che usa una connessione a larga banda diminuisce. Tuttavia, l’impatto economico di tale variabile è irrisorio: se il prezzo della connessione aumenta di mille euro la percentuale di famiglie che utilizza la larga banda diminuisce dello 0.000025%. Per tener conto delle caratteristiche culturali e socioeconomiche proprie di ciascun paese alle variabili esplicative sono state aggiunte la quota di popolazione fra 15 e 24 anni, l’istruzione e il GDP pro-capite (i risultati sono riportati nella seconda colonna di tabella 2.2). L’inclusione delle nuove variabili non modifica segno e significatività delle variabili di interesse nell’equazione stimata: il coefficiente del prezzo è sempre negativo e statisticamente significativo; a parità di altri fattori, e in particolare a parità di reddito pro-capite, se il prezzo della larga banda aumenta la sua diffusione diminuisce. Anche gli altri regressori hanno coefficienti statisticamente significativi. La quota di popolazione con un’età compresa fra 15 e 24 anni ha un impatto negativo sulla diffusione di larga banda: quanto maggiore è la quota di popolazione “giovane” tanto minore sarà tale diffusione.12 Nel campione utilizzato per l’analisi la popolazione fra i 15 e i 24 anni rappresenta, in media, il 13% della popolazione totale. Il modello stimato mostra che se la quota di popolazione con un’età compresa fra 15 e 24 anni aumenta dell’1% la percentuale di famiglie in possesso di una connessione a banda larga diminuisce del 4.5%. Quindi, se la media della popolazione con un’età compresa fra 15 e 24 anni aumentasse di un punto percentuale, la quota media di famiglie in possesso di una connessione a banda larga si ridurrebbe dal 34 al 29.5%. L’istruzione e il GDP pro-capite hanno un impatto positivo: al crescere del livello di istruzione così come del reddito della popolazione cresce la diffusione della larga banda. In particolare, se il livello di istruzione aumenta dell’1% la quota di famiglie con una connessione a larga banda aumenta dello 0.4%. Dai dati si nota che la percentuale di popolazione in possesso di un’istruzione superiore rappresenta, in media, il 70% del totale; se tale media aumentasse fino al 75% la media delle famiglie in possesso di una connessione a banda larga aumenterebbe di due punti percentuali, passando dal 34 al 36%. Per superare il principale limite dell’analisi - ovvero l’orizzonte temporale ristretto - la stima è stata estesa partendo dal 2003. Poiché l’informazione sui prezzi non è disponibile negli anni precedenti il 2005, si utilizza come proxy del prezzo la variabile operatore dominante. Tale variabile è costruita come quota degli accessi a banda larga dell’operatore dominante sul totale, misura quindi il peso dell’operatore dominante nel mercato. E’ ragionevole ipotizzare che maggiore sia la quota dell’operatore dominante nel mercato minore sia la concorrenza fra gli operatori e, quindi, maggiore sia il prezzo della banda larga. In altre parole, la variabilità del peso dell’operatore dominante nel mercato dovrebbe essere correlata con la variabilità del prezzo, assumendo che maggiore è il peso dell’operatore dominante maggiore è il suo potere di mercato e, quindi, maggiore il prezzo. In tale ipotesi, la variabile “operatore dominante” è una buona proxy del prezzo della 12 Solitamente in letteratura viene utilizzata la quota di popolazione al di sopra dei 65 anni, poiché si ritiene che quanto più la popolazione di un paese è “vecchia” tanto meno utilizzerà la banda larga. Tale variabile è stata utilizzata in alternativa alla quota di popolazione fra i 15 e i 24 anni. Come atteso, la quota di popolazione over 65 ha segno negativo, ma non è statisticamente significativa; i risultati relativi alle altre variabili restano invariati. - 22 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI banda larga. Nella terza colonna di tabella 2.2 sono riportati i risultati ottenuti utilizzando il peso dell’operatore dominante nel mercato come proxy del prezzo. Come atteso, il coefficiente stimato per la variabile operatore dominante è negativo e statisticamente significativo, quindi, se si accetta l’ipotesi che la quota di mercato dell’operatore dominante sia una proxy del prezzo, vale il risultato trovato in precedenza: al crescere del prezzo diminuisce la diffusione della larga banda fra le famiglie. Infine, anche ampliando il periodo di stima non cambiano il segno e la significatività delle altre relazioni relative alla struttura della popolazione, al livello di istruzione e al reddito. - 23 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI Tabella 2.2 - Diffusione della banda larga fra le famiglie Prezzo 2005-2007 -0.000025* 2005-2007 -0.000031** (-2.74) (-4.60) Operatore dominante 2003-2007 -14.9475* (-2.58) Pop 15-24 -4.5531** (-4.18) (-6.25) Istruzione 0.4190** 0.2218** (3.49) (3.34) GDP pc 0.1035** 0.0393** (4.03) -4.1115** (3.02) Dummy 2004 5.5933 Dummy 2005 14.0621** (1.72) (3.81) Dummy 2006 9.9381 (1.70) (1.78) (5.64) Dummy 2007 20.3501** 18.6233** 32.7103** (3.50) (3.74) (8.13) 0.18 63 0.43 61 0.58 102 R-quadro N. osservazioni 8.5297 21.9726** Nota. Gli standard error sono corretti per la presenza di eteroschedasticità, t-ratio riportati in parentesi. Prezzo è il prezzo della connessione; operatore dominante è la quota di accessi a banda larga dell’operatore dominante; pop 15-24 è la percentuale di popolazione con un’età fra 15 e 24 anni; istruzione è la percentuale di popolazione in possesso di diploma di istruzione secondaria; GDP pc è il GDP pro-capite. In tutte le regressioni sono riportati i coefficienti stimati per le dummy anno. Si noti che, essendo stata omessa in ciascuna stima la dummy relativa al primo anno di analisi, i coefficienti esprimono la variazione rispetto a tale anno. Quello che emerge è che sia i coefficienti che la significatività delle dummy aumentano di anno in anno. Ciò vuol dire che, al netto della variabilità spiegata dai fattori correlati, nel corso degli anni c’è una crescita della diffusione della banda larga fra le famiglie non spiegata dalle nostre variabili esplicative. Anche se i risultati riportati nella terza colonna di tabella 2.2 sono in linea con quanto trovato precedentemente, in particolare per quanto riguarda il GDP, l’istruzione e l’età della popolazione, l’ipotesi di una correlazione tra peso dell’operatore dominante e prezzo non trova riscontro nei dati. Una possibile spiegazione per il mancato riscontro di tale correlazione, che in linea teorica dovrebbe esistere, è che la verifica dell’esistenza di questo legame può essere effettuata solo negli ultimi anni (2005-2007) e per un insieme di paesi più ampio. Ciò potrebbe significare che negli anni precedenti la correlazione esiste, ma in quelli che si possono osservare la scarsa variabilità del peso dell’operatore dominante si traduce in assenza di correlazione. A sostegno di tale ipotesi, nella tabella 2.3 sono presentate alcune statistiche descrittive relative alla variabile in esame. Nella prima parte della tabella viene considerato l’intero campione, nella seconda parte le statistiche vengono calcolate solo per il gruppo di paesi per i quali l’informazione è disponibile in tutti gli anni. Si nota che la variabilità del peso dell’operatore dominante si riduce negli anni, soprattutto per i paesi che entrano sempre nell’analisi. Alla riduzione della variabilità negli ultimi anni può, quindi, essere imputato il mancato riscontro della correlazione con il prezzo. - 24 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI Tabella 2.3 - Statistiche descrittive: peso dell’operatore dominante nel mercato Media SD CV Min Max N. paesi Media SD CV Min Max N. paesi Intero campione 2003 2004 2005 2006 0.5420 0.5816 0.5701 0.5466 0.2114 0.2015 0.1892 0.1528 0.3901 0.3465 0.3319 0.2796 0.1791 0.2479 0.2475 0.2342 0.9078 1 1 0.9854 15 25 25 25 Sottoinsieme di paesi per i quali il dato è sempre disponibile 2003 2004 2005 2006 0.5420 0.5924 0.5662 0.5356 0.2114 0.1846 0.1680 0.1387 0.3901 0.3117 0.2967 0.2591 0.1791 0.2542 0.2483 0.2342 0.9078 0.8688 0.7915 0.7364 15 15 15 15 2007 0.5340 0.1341 0.2511 0.2570 0.8983 25 2007 0.5299 0.1332 0.2514 0.2570 0.7315 15 I grafici seguenti, dal 2.1 al 2.3, mostrano la relazione esistente fra i valori osservati della diffusione di larga banda fra le famiglie nel gruppo di paesi considerato e i rispettivi valori stimati. Questi ultimi sono i valori che si ottengono stimando la relazione riportata nella seconda colonna della tabella 2.2. Ciascun grafico è costruito riportando in ascissa i valori stimati e in ordinata i valori osservati, ciascun punto all’interno del grafico avrà quindi come coordinate il valore stimato e quello osservato della banda larga. Ad esempio, l’Italia nel 2005 ha come coordinate (27.7, 13), ciò significa che il modello stima che nel 2005 in Italia la percentuale di famiglie in possesso di una connessione è il 27.7%, mentre il valore realmente osservato è il 13%. Nel grafico è inoltre riportata la retta che si otterrebbe se i valori osservati coincidessero con quelli stimati. Come si nota, in tutti e tre gli anni considerati il valore osservato della diffusione di banda larga fra le famiglie in Italia è sempre al di sotto del valore stimato, pur tenendo conto del reddito pro-capite, del livello di istruzione e dell’età della popolazione. Ciò sembra confermare l’ipotesi di un ritardo dell’Italia nell’adozione della larga banda, rispetto agli altri paesi europei. - 25 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI Grafico 2.1 80 Diffusione della banda larga: valori osservati vs stimati, 2005 valori osservati 40 60 IS NL BE 20 UK CZ GR 0 LU IT SK 0 PL HU IE SE NO FI DE AT ES PT DK 20 40 valori stimati valori osservati 60 80 valori stimati Grafico 2.2 80 Diffusione della banda larga: valori osservati vs stimati, 2006 IS valori osservati 40 60 NL DK NO UK FI BE 20 LU DE AT ES FR PT SE HU PL IE IT CZ SK 0 GR 0 20 40 valori stimati valori osservati - 26 - 60 valori stimati 80 CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI Grafico 2.3 80 Diffusione della banda larga: valori osservati vs stimati, 2007 NL DK valori osservati 40 60 NO SE FI LU UK BE ES IE PL FR HU SK IT 20 PT DE AT CZ 0 GR 0 20 40 valori stimati valori osservati 60 80 valori stimati Il grafico 2.4 rappresenta una sintesi di quanto mostrato finora. Nel grafico sono rappresentati sull’asse delle ascisse i valori osservati della percentuale di famiglie in possesso di una connessione a banda larga, sull’asse delle ordinate i residui del modello di regressione riportato nella seconda colonna della tabella 2.2. Il grafico è poi suddiviso in 4 quadranti da due rette perpendicolari agli assi: la perpendicolare all’asse delle ascisse passa per la media dei valori osservati, mentre la perpendicolare all’asse delle ordinate passa per lo 0. La suddivisione in quadranti consente di individuare immediatamente il posizionamento dei paesi in base alla dotazione di banda larga delle famiglie e a quanto previsto dal modello. In particolare, i paesi che si collocano intorno allo 0 sono quelli per i quali la diffusione della banda larga osservata fra le famiglie è vicina a quella prevista dal modello, quelli al di sopra dello 0 hanno un valore osservato maggiore di quello stimato, il viceversa vale per i paesi sotto lo 0. Nel primo quadrante si trovano i paesi che hanno un valore osservato della banda larga superiore alla media e a quello osservato; quelli nel secondo quadrante si trovano al di sopra della media dei valori osservati ma tale valore è inferiore rispetto a quanto previsto dal modello; nel terzo quadrante ci sono quei paesi, fra cui l’Italia, che si trovano al di sotto della media e con un valore osservato inferiore a quello stimato; infine, nel quarto quadrante ci sono i paesi che mostrano un valore osservato inferiore alla media ma superiore rispetto a quanto stimato dal modello. In base alla dotazione di fattori determinanti la domanda di banda larga, l’Italia dovrebbe avere un livello di diffusione di tale tecnologia superiore rispetto a quanto osservato; ciò conferma che, nel 2007, l’Italia mostra ancora un ritardo nello sviluppo e diffusione della banda larga. - 27 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI Grafico 2.4 Diffusione della banda larga fra le famiglie, 2007 40 NL 20 Residui UK BE ES FR PT IE PL 0 SK -20 FI NO SE DK DE AT HU LU IT CZ GR -40 0 20 40 60 80 Percentuale di famiglie in possesso di una connessione a banda larga Un altro modo di guardare alla relazione esistente tra i valori stimati dal modello della percentuale di famiglie in possesso della banda larga e i corrispettivi valori osservati è quello di costruire un indice di performance. Ford et al. (2007) propongono una metodologia per costruire un indice di performance che consenta di effettuare un confronto fra paesi. Il primo step consiste nello stimare, con un modello di regressione multipla, i fattori che determinano l’adozione della banda larga. Successivamente si calcola la differenza fra i valori osservati dell’utilizzo di banda larga (Bi) e i valori stimati dal modello ( B̂i ): B − Bˆ = εˆ . i i i L’indice di performance della banda larga è: BPI = εˆi / max( εˆi ) . Quest’indice varia tra -1 e 1; valori negativi indicano che il tasso di penetrazione osservato della banda larga è inferiore a quello previsto dal modello, valori positivi indicano che il valore osservato è superiore a quello previsto dal modello, valori vicini allo 0 indicano che il valore osservato è vicino a quello stimato. Esistono due possibili interpretazioni per spiegare l’indice di performance. Se si ipotizza che il modello di regressione stimi una relazione di equilibrio, i paesi per i quali l’indice assume valore 0 sono in equilibrio, tutti gli altri sono fuori dall’equilibrio sia che abbiano un indice positivo che negativo. In particolare, i paesi per i quali si registra un valore negativo stanno investendo troppo poco quindi hanno un livello di banda larga inferiore a quello di equilibrio, quelli per i quali il BPI è positivo stanno investendo troppo e quindi sprecano risorse. Se non si fa l’ipotesi che il modello stimi una relazione di equilibrio, si può leggere l’indice semplicemente considerando che i paesi per i quali il valore è intorno allo 0 sono in linea con le aspettative, quelli per i quali il BPI è positivo registrano una buona performance, mentre quelli con - 28 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI un BPI negativo stanno realizzando una cattiva performance. Nella tabella 2.4 è riportato l’indice di performance della banda larga calcolato utilizzando il modello stimato in tabella 2.2 seconda colonna. Dei 21 paesi di cui è composto il campione solo per 11 l’indice calcolato è positivo in tutti e tre gli anni disponibili, per gli altri 10 l’indice è negativo oppure passa da positivo a negativo. Negli anni considerati l’indice di performance non evidenzia un trend uniforme fra i paesi, ci sono paesi per i quali il BPI migliora pur rimanendo negativo, altri per i quali il BPI peggiora pur rimanendo positivo. L’Italia si trova nel gruppo dei paesi per i quali il BPI è negativo: come già osservato in precedenza il valore della domanda di banda larga delle famiglie stimato dal modello è sempre superiore a quello osservato. E’ interessante notare che fra il 2005 e il 2006 c’è un peggioramento del BPI, mentre l’indice migliora fra il 2006 e il 2007; anche se l’Italia non fa registrare una buona performance e persiste il ritardo rispetto agli altri paesi europei, il fatto che l’indice migliori è un segnale positivo. Tabella 2.4 - Indice di performance Austria Belgium Czech Republic Denmark Finland France Germany Greece Hungary Iceland Ireland Italy Luxembourg Netherlands Norway Poland Portugal Slovakia Spain Sweden United Kingdom 2005 -0.364 0.555 -1 0.485 0.127 -0.349 -0.849 0.064 0.539 -0.090 -0.550 -0.669 0.962 0.151 0.203 0.549 -0.432 0.103 0.234 0.329 2006 -0.269 0.441 -0.806 0.547 0.548 0.011 -0.235 -0.953 -0.057 0.576 0.355 -0.708 -0.566 1 0.517 -0.071 0.176 -0.575 0.075 0.299 0.406 2007 -0.140 0.292 -0.654 0.434 0.436 0.068 -0.039 -1 -0.222 -0.080 -0.626 -0.357 0.753 0.552 -0.119 0.028 -0.318 0.047 0.530 0.417 2.2.1 Analisi di previsione L’analisi precedente mira ad evidenziare quali siano i fattori causali che spiegano la domanda di banda larga da parte delle famiglie. I modelli di regressione possono essere utilizzati anche a fini diversi dalla stima degli effetti causali. In particolare, in un’ottica di previsione è possibile utilizzare regressori che non hanno un significato causale, ma che aiutano a prevedere l’evoluzione della variabile dipendente nel tempo. Nella tabella 2.5 sono riportati i risultati della stima di un’equazione di previsione nella quale sono stati utilizzati come previsori la percentuale di famiglie che possiede un personal computer (prima colonna) e la percentuale di individui che usa internet (seconda colonna); nella terza colonna l’equazione è stata stimata inserendo i due regressori insieme. Il possesso di un computer è un pre-requisito indispensabile per l’utilizzo della banda - 29 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI larga, infatti il potere esplicativo di tale variabile risulta elevato (con un R-quadro corretto pari a 0.76). Il coefficiente stimato mostra che se la quota di famiglie in possesso di un PC è dell’1% più alta la domanda di banda larga è di oltre ¾ di punto percentuale più alta. Utilizzando un regressore più vicino alla domanda di banda larga, cioè l’utilizzo di internet, l’R-quadro aumenta quindi il potere esplicativo della stima è maggiore. Inserendo i due predittori insieme l’R-quadro continua ad essere elevato anche se la forte collinearità fa si che la variabile relativa a possesso di un computer non sia più significativa. Tabella 2.5 - Previsione della domanda di banda larga PC 0.7307** 0.0544 (12.59) (0.38) Internet 0.8044** 0.6749** (23.10) (5.11) 6.1455 4.1637 4.3107 (1.85) (1.65) (1.47) Dummy 2005 11.7623** 9.3895** 10.1848** (3.65) (3.81) (3.58) Dummy 2006 18.9966** 13.8913** 16.6148** (5.67) (5.78) Dummy 2004 (5.89) Dummy 2007 20.6800** (8.33) R-quadro corretto N. osservazioni 0.78 70 0.88 120 0.84 69 Nota. t-ratio riportati in parentesi. PC è la percentuale di famiglie che possiede un computer a casa; Internet è la percentuale di individui che utilizza internet regolarmente. Come evidenziato in precedenza, l’equazione di previsione stimata mostra che se la quota di famiglie che possiede un personal computer aumentasse di un punto percentuale la quota di famiglie con una connessione a banda larga aumenterebbe dello 0.7% circa. Una variazione dello scenario che comportasse un aumento del 10% della media di famiglie in possesso di un pc (dal 56 al 66%) farebbe prevedere un aumento medio della quota di famiglie con una connessione a banda larga del 7%, dal 22 al 29%. Effetti simili avrebbe anche l’aumento della percentuale di individui che usa internet. Infatti, nel campione considerato la quota di persone che utilizzano regolarmente internet è, in media, il 46% del totale della popolazione; se tale valore aumentasse del 10% il modello prevede un aumento della quota di famiglie con una connessione a banda larga dell’8%, con un valor medio che passerebbe dal 22 al 30%. Nel grafico seguente sono riportati i valori stimati con l’equazione di previsione riportata nella prima colonna della tabella 2.5, rispetto ai corrispettivi valori osservati. Si nota che il valore osservato per l’Italia si colloca al di sotto di quello stimato; è interessante osservare che il valore osservato per il Portogallo, per il quale la percentuale di famiglie in possesso di un computer è simile all’Italia, si colloca leggermente al di sopra della retta stimata, mentre se si considera la Finlandia, in cui la percentuale di famiglie in possesso di un computer è maggiore dell’Italia, il valore osservato è al di sopra di quello stimato. - 30 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI Grafico 2.5 80 Previsione della domanda di banda larga IS NL 60 valori osservati FI BE UK 40 FR ES PT PL 20 CZ DK NO AT SE LU DE HU IT SK IE GR 0 0 20 valori stimati valori osservati 40 60 valori stimati 2.3 Diffusione della banda larga fra le imprese Analogamente a quanto fatto nell’analisi sulla diffusione della banda larga fra le famiglie, in questo paragrafo si tenta di spiegare quali siano i fattori che determinano la diffusione della banda larga fra le imprese, nei paesi considerati. Il dataset utilizzato è lo stesso impiegato nell’analisi precedente, a cui sono state aggiunte alcune variabili caratterizzanti la struttura produttiva di un paese. Obiettivo di questa analisi è, dunque, stimare la curva di domanda di banda larga da parte delle imprese tentando di individuare i fattori causali. La variabile dipendente utilizzata è la percentuale di imprese che possono connettersi ad Internet utilizzando una tecnologia a banda larga, sia essa Dsl, cavo o altro. Le imprese considerate sono quelle con più di 10 dipendenti. Tra i fattori che inducono le imprese a dotarsi di una tecnologia a larga banda uno dei principali è sicuramente il prezzo della connessione. Un fattore potenzialmente importante è la densità di popolazione: è plausibile ritenere che la domanda di banda larga delle imprese sia maggiore laddove la densità è maggiore. L’uso della banda larga da parte di un’impresa può essere considerato come un input della produzione, quindi la domanda di tale fattore va stimata al netto dell’impatto degli altri fattori produttivi. Per questo motivo nella regressione sono state inserite altre variabili quali il costo del lavoro, la produttività, gli acquisti di beni e servizi. I risultati dell’analisi sono riportati in tabella 2.6. In generale si nota una correlazione negativa fra il prezzo della banda larga e la sua diffusione fra le imprese. Tale relazione, seppur statisticamente significativa, è però poco rilevante in termini quantitativi. Infatti, il coefficiente stimato nella prima colonna mostra che se il prezzo della connessione aumenta di 1000 euro la quota di imprese che utilizzano la larga banda diminuisce dello 0.00003%. Nelle colonne successive sono stati inseriti gli altri regressori considerati uno alla volta, mentre nella penultima colonna li - 31 - CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI sono stati inseriti tutti insieme. Questo esercizio fa emergere che la significatività delle variabili legate alla struttura produttiva dipende in maniera cruciale da quali variabili sono inserite nella regressione. Ciò è dovuto al fatto che il prezzo è correlato con gli altri regressori e, dato l’esiguo numero di osservazioni di cui disponiamo, tale circostanza non consente di imputare i singoli effetti. Un’analisi in componenti principali conferma tale conclusione, suggerendo che, tra le quattro variabili considerate, gli acquisti sono quella che presenta la maggiore variabilità nel campione. L’esistenza di una correlazione, pur non estremamente forte, tra il prezzo e le altre variabili è confermata inoltre dalla regressione del prezzo su ciascuna variabile. Nell’ultima colonna di tabella 2.6 abbiamo riportato i risultati di una regressione sul campione più esteso utilizzando come proxy del prezzo la quota di mercato dell’operatore dominante, come atteso troviamo una relazione negativa e statisticamente significativa fra tale variabile e la diffusione della banda larga fra le imprese. - 32 - Tabella 2.6 - Diffusione della banda larga fra le imprese Prezzo 2005-2007 2005-2007 2005-2007 2005-2007 2005-2007 2005-2007 -0.000032** -0.000020** -0.0000004 -0.000010 -0.000014* -0.0000023 (-6.00) (-2.83) (-0.06) (-1.59) (-2.34) (-0.32) Operatore dominante Densità -16.4982* (-2.31) 0.0425** -0.0097 (3.02) (-0.49) 0.7754** 0.7888** (7.58) (3.21) 0.3212** -0.0722 (4.23) Acquisti (-0.73) 0.1215** 0.0326 (3.87) (0.73) - 33 - Dummy 2004 0.1199** (5.63) 8.5642 (1.66) 19.1499** (4.52) 11.0141** 11.1701** 9.0853** 8.5437* 7.3319* 8.4693* 25.8647** (2.69) (2.73) (3.18) (2.55) (2.18) (2.48) (6.10) 14.6620** 13.7367** 22.9470** 19.0775** 17.9412** 22.8255** 38.8485** (3.96) (3.34) (8.24) (6.07) (5.79) (8.03) (10.35) 0.27 60 0.30 51 0.69 36 0.51 38 0.50 38 0.70 35 0.54 77 Nota. Gli standard error sono corretti per la presenza di eteroschedasticità, t-ratio riportati in parentesi. Prezzo è il prezzo della connessione; operatore dominante è la quota di accessi a banda larga dell’operatore dominante; densità è un indice della densità di popolazione; costo lavoro è il costo del personale per occupato;produttività è il valore aggiunto per occupato; acquisti sono gli acquisti di beni e servizi. CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI Costo lavoro Produttività Dummy 2005 Dummy 2006 Dummy 2007 R-quadro N. osservazioni 2003-2007 CAPITOLO 2 DIFFUSIONE DELLA LARGA BANDA: UN CONFRONTO FRA PAESI 2.4. Conclusioni Il principale obiettivo di questo lavoro è stato verificare se, come spesso viene sostenuto, rispetto ad altri paesi europei l’Italia mostri un ritardo nella diffusione delle tecnologie a larga banda. Per poter giungere a tale risultato è stato necessario stimare la domanda di banda larga, sia da parte delle famiglie che da parte delle imprese. Basandoci in parte sulla letteratura precedente e in parte sulla logica economica, abbiamo individuato i fattori determinanti la domanda di banda larga. In linea con la letteratura precedente, i nostri risultati mostrano che il prezzo della connessione a larga banda è la principale determinante della domanda. Ciò è vero sia per le famiglie che per le imprese. Tuttavia, i coefficienti stimati dal modello per il prezzo mostrano che l’impatto economico di tale variabile non è particolarmente rilevante. Inoltre, analogamente ad altri lavori precedenti, anche noi troviamo che i fattori socio-economici – struttura per età della popolazione, livello di istruzione, reddito pro-capite - sono significativi nello spiegare la diffusione della banda larga fra le famiglie. Dopo aver individuato i fattori determinanti la diffusione della banda larga abbiamo costruito un indice di performance e realizzato un’analisi grafica per verificare il posizionamento dell’Italia rispetto agli altri paesi europei presenti nel campione. Entrambe le metodologie ci conducono alla stessa conclusione, ovvero il persistere di un ritardo della diffusione della banda larga in Italia. Tuttavia, sembra che nel 2007 l’Italia abbia fatto progressi e abbia ridotto il gap con gli altri paesi. - 34 - CAPITOLO 2: APPENDICE A2.1. Appendice dati Variabile Tabella A2.1: Descrizione delle variabili Definizione Unità di misura Anni Fonte Variabili dipendenti BB_famiglie BB_imprese Percentuale di famiglie che hanno una connessione a banda larga Percentuale di imprese che hanno una connessione a banda larga Quota percentuale 2003-2007 Eurostat Quota percentuale 2003-2007 Eurostat Prezzo medio della sottoscrizione Quota sul totale accessi broadband 2005-2007 OECD 2002-2007 AGCOM Quota percentuale 2002-2007 Eurostat Quota percentuale 2002-2007 Eurostat Prezzo indice, 2000=100 Quota percentuale 2002-2007 Eurostat 2002-2006 Eurostat Quota percentuale 2003-2007 Eurostat 2002-2007 OECD Migliaia di euro per occupato Milioni di euro 2002-2006 Eurostat 2002-2006 Eurostat Milioni di euro 2002-2006 Eurostat Variabili esplicative Prezzo Prezzo della banda larga Operatore dominante Accessi broadband dell’operatore dominante Percentuale di popolazione fra 15-24 anni Percentuale di popolazione fra i 25 e i 64 anni che ha conseguito almeno il diploma di istruzione secondaria. PIl pro-capite Pop 15-24 Istruzione GDP pc PC Internet Densità Costo lavoro Produttività Acquisti Percentuale di famiglie che possiedono un pc Percentuale di individui fra i 16 e i 74 anni che usano regolarmente Internet Indice di densità di popolazione Costo medio del personale Valore della produzione Acquisti di beni e servizi - 35 - CAPITOLO 2 BIBLIOGRAFIA Bibliografia Aron, D.J. e Burnstein, D.E., 2003. Broadband adoption in the United States: an empirical analysis, in Shampine, A.L. (Ed.), Down to the Wire: Studies in the Diffusion and Regulation of Telecommunications Technologies, Nova Science Publishers, Haupaugge, NY, pp. 119-38. Bauer, J.M., Kim, J.H. e Wildman, S.S., 2003. Broadband uptake in OECD countries. Paper presented at the 31st Research Conference on Communication, Information and Internet Policy, Arlington, Virginia Choudrie, J e Dwivedi, Y.K., 2004a. Towards a conceptual model of broadband diffusion. 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Proceedings of the 37th Hawaii International Conference on System Science. - 36 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 3.1 Introduzione: l’approccio alla misura del digital divide Elemento essenziale per l’attuazione di politiche efficaci per lo sviluppo della banda larga e di quella ultralarga, è quello di valutare accanto all’analisi delle condizioni dell’offerta, anche quelle relative ai fattori determinanti l’uso della larga banda. Nel proseguo del lavoro cercheremo non solo di stimare i fattori determinanti l’uso della banda larga, ma anche di mettere a punto una metodologia che permette di focalizzare meglio le aree ove le politiche devono intervenire. L’utilizzo delle percentuali relative alla diffusione della larga banda, non è sufficiente a nostro avviso per individuare le aree ove sono particolarmente necessarie politiche di intervento. Occorre infatti tenere conto anche delle condizioni (economiche, demografiche e culturali) che caratterizzano le varie aree. Un’area che presenta una percentuale non troppo bassa potrebbe infatti avere una percentuale inferiore, date le sue caratteristiche, a quanto si potrebbe prevedere in base ad un livello “ottimale”, ove quest’ultimo potrebbe essere ottenuto utilizzando metodologie statistiche di vario tipo. Verrà quindi sviluppata nel lavoro una metodologia che, partendo dai livelli di dotazione della larga banda esistenti nelle varie province, cercherà di individuare quelle aree che raffrontate ad un livello ideale di dotazione, calcolato in base ad una serie di variabili idonee a caratterizzare le singoli Province, necessitano di maggiori politiche di intervento. Il resto del lavoro è così strutturato; nel paragrafo 3.2 verranno analizzate le principali modalità di intervento, dei vari livelli gerarchici di governo, per il superamento del divario digitale di tipo infrastrutturale. Verranno presentati anche alcuni esempi di intervento riguardanti le Regioni. Il paragrafo 3.3 presenta la misura della diffusione del broadband in Italia dalla quale emerge una distribuzione disomogenea tra le Province, con particolare riferimento alle differenze Nord – Sud e province fortemente urbanizzate e non. Le determinanti della diffusione del broadband a livello provinciale sono analizzate tramite un modello econometrico nel paragrafo 3.4; variabili demografiche, relative alla ricchezza della popolazione, alla presenza di infrastrutture per l’istruzione, alla struttura economica e alle condizioni di concorrenza tra operatori, sono utilizzate allo scopo di comparare la differente adozione di banda larga tra la popolazione tra le Province. Sulla base dei risultati si propone una metodologia che consente di individuare le Province che sono in una situazione di overperforming o di underperforming rispetto al livello di banda larga predetto dal modello, evitando, così, di valutare il digital divide a livello provinciale esclusivamente con il numero di linee a banda larga pro – capite. La costruzione di scenari futuri, in base ad ipotesi circa la variazione futura della quota di popolazione over 65 e del divario nel reddito tra Province, conclude l’analisi empirica sulla diffusione del broadband. Sulla base dei principali risultati, nel paragrafo 3.5 vengono tratte alcune considerazioni di policy. Un’ampia appendice comprendente la procedura per l’individuazione del numero di linee broadband tra la popolazione e il dettaglio dei dati a livello provinciale correda il lavoro. - 37 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 3.2 Le politiche per l’abbattimento del digital divide infrastrutturale in Italia L’intervento dei singoli governi nell’abbattimento del digital divide è ampiamente richiesto a livello internazionale; da più parti si sottolinea l’importanza per i singoli paesi di promuovere la società della conoscenza, e ciò passa anzitutto per una maggiore diffusione del broadband tra la popolazione. Uno dei principali problemi riguardanti l’attuazione delle politiche anti-digital divide riguarda il coordinamento tra i diversi livelli di amministrazione; per ciò che riguarda il caso italiano, in pieno spirito comunitario, il Parlamento Europeo invita i singoli Paesi ad attuare politiche di regolamentazione basate sullo stimolo della concorrenza, ma anche sull’incentivazione alla realizzazione di infrastrutture di rete e alla diffusione tra la popolazione delle competenze necessarie. Riguardo gli investimenti in infrastrutture, i provvedimenti sono presi sia a livello Nazionale che Regionale, ovviamente nel rispetto del quadro normativo imposto dalla Comunità Europea che impone il ricorso a finanziamenti pubblici solo in maniera sussidiaria, ovvero quando si è in una condizione di fallimento del mercato. Tale ipotesi si verifica ogni qual volta gli investimenti degli operatori privati non risultino convenienti in quanto non in grado di garantire un adeguato ritorno economico. Al proprio interno, quindi, i singoli Paesi devono individuare le norme che consentano di coordinare i Piani Nazionali, con quelli Regionali fino ad arrivare al più basso livello gerarchico di amministrazione. Tale compito è reso più complicato dal fatto che il potere contrattuale è inversamente correlato con la posizione delle amministrazioni nella gerarchia poc’anzi indicata, soprattutto in riferimento alla realizzazione delle infrastrutture. I processi per intervenire dal punto di vista infrastrutturale, infatti, richiedono ingenti opere civili (si pensi allo scavo per interrare i cavi) e di iter burocratici per la realizzazione di infrastrutture (si pensi al numero di autorizzazioni necessarie per realizzare una infrastruttura); una chiara ripartizione delle responsabilità tra i soggetti coinvolti (a livello centrale e locale) nelle differenti fasi dell’intervento pubblico, secondo i principi dettati dalla Commissione Europea, è auspicabile ed in tal senso sembrerebbero muoversi i programmi individuati dal governo nazionale. Il digital divide infrastrutturale in un’ottica di “politiche di intervento” si distingue in 3 tipologie in base ai costi e ai tempi di realizzazione; quello di breve periodo che riguarda le centrali telefoniche prive di tecnologie DSLAM13 che consentono di portare la banda larga al consumatore finale (imprese e famiglie) e che richiedono interventi meno onerosi e complessi, il digital divide infrastrutturale di medio periodo rappresentato dalla presenza di centrali telefoniche prive sia di DSLAM che di fibra ottica, il cui adeguamento per la fornitura di servizi a banda larga risulta essere molto più oneroso e complesso soprattutto in termini anche di tempi di realizzazione, e il digital divide di lungo periodo individuabile in una totale mancanza di infrastrutture e che richiede, quindi, maggiori spese di intervento e tempi di realizzazione più lunghi. I principali punti, Ciapanna e Sabbatini (2008), che caratterizzano gli interventi statali previsti dal governo sono: 1 13 Una procedura unitaria per la realizzazione delle infrastrutture che regoli i rapporti tra i diversi soggetti interessati a favore di una maggiore snellezza delle procedure stesse; DSLAM (Digital Subscriber Line Access Multiplexer) - 38 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 2 3 4 Realizzazione diretta delle infrastrutture mediante la Società Infratel S.p.A secondo i programmi e il budget individuati dal Cipe; Sottoscrizione di protocolli d’intesa tra Ministero delle Comunicazioni, Infratel S.p.A e i primi due maggiori operatori (Telecom e Fastweb) per favorire la diffusione della banda larga; Costituzione del Comitato Interministeriale per la diffusione della Banda Larga (Comitato per la Banda Larga) che ha individuato le linee guida per l’avvio da parte delle Regioni di politiche anti-digital divide di tipo infrastrutturale. I primi 3 punti riguardano le strategie che il governo nazionale intende prendere allo scopo di diffondere la banda larga nel paese (Piano Nazionale), mentre il 4 punto individua un soggetto, il Comitato per la Banda Larga, il cui compito è di collegare gli obiettivi a livello nazionale con la loro effettiva realizzazione a livello locale. Tale attività si sostanzia principalmente nell’individuazione delle linee guida per le Regioni riguardo l’implementazione delle politiche di riduzione del digital divide infrastrutturale. Sempre seguendo il lavoro di Ciapanna e Sabbatini (2008), i modelli di intervento che il Comitato della Banda Larga ha individuato per le Regioni sono: a. Accordo tra amministrazione e operatori per l’investimento in banda larga b. Contributi alle imprese in aree di fallimento di mercato c. Realizzazione di infrastruttura pubblica di backhaul14 a disposizione degli operatori d. Realizzazione di una struttura pubblica di accesso e affidamento in gestione ad operatore privato Queste linee di intervento seguono uno schema che prevede investimenti in infrastrutture sia ai livelli più bassi dell’architettura della “rete”, ad esempio mediante centrali di accesso utenti, sia ai livelli più alti della “rete”, ad esempio mediante strutture di backbone network (rete a lunga distanza) o “linee di avvicinamento” . Affinché la realizzazione delle infrastrutture espleti al massimo i benefici per la popolazione è necessario contemperare la necessità di creare nuove infrastrutture, magari da parte di operatori nuovi entranti, con il problema della duplicazione con le infrastrutture dell’operatore dominante, sulle quali si deve intervenire mediante le politiche di regolamentazione. Inoltre, viene anche indicata la possibilità per le Regioni di realizzare infrastrutture di tipo “passivo” vale a dire di proprietà pubblica che, a condizioni trasparenti e non discriminatorie, saranno offerte in uso agli operatori privati (modello svedese e olandese). La realizzazione di nuove infrastrutture, infine, deve limitare al minimo inefficienze e, soprattutto, è necessario impedire che gli interventi pubblici si tramutino in una distorsione delle condizioni di concorrenza, assumendo la forma di aiuti di Stato. Per quanto riguarda la situazione infrastrutturale, secondo il rapporto Between (2008)15 sulle determinanti della diffusione del processo di sviluppo della banda larga, a fine 2007 il livello di copertura della banda larga in Italia era allineato, per ciò che riguarda le aree-urbane e sub-urbane ai livelli dei paesi più avanzati, mentre appare ancora qualche ritardo (divario) nelle aree rurali; in 14 Per infrastruttura pubblica di backhaul (rete di giunzione) si intende quella infrastruttura di rete (fibra, ma anche ponti radio a seconda della tipologia di servizio che si intende offrire e della distanza da coprire) che funge da collegamento tra gli stadi di linea, le centrali da cui inizia la rete di distribuzione primaria, e gli stadi di gruppo, a monte dell’architettura della rete di accesso italiana. 15 Rapporto preparato per l’Autorità delle Comunicazioni (AGCOM). - 39 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE termini di popolazione, il problema dell’assenza di copertura ADSL riguardava, a fine 2007, il 6% della popolazione (grafico 4.1). La tabella 4.1 mostra le differenze di copertura in base al numero di abitanti per comune; da questo dato si evince in misura ancora più marcata il differente livello di copertura tra comuni ad alta densità abitativa e comuni, invece, a bassa densità. Tale situazione, per quanto detto nel paragrafo precedente, non rappresenta certo una condizione ideale per l’abbattimento del digital divide ma anzi sembra essere proprio un fattore in grado di aumentare l’isolamento delle zone periferiche e rurali che, in linea generale, presentano già di per sé minori opportunità di sviluppo e crescita. Grafico 3.1: Dinamica della copertura Broadband % popolazione 78% 83% % com uni* 95% 89% 86% 81% 63% 63% 50% 42% 34% 13% 2002 2003 2004 ADSL 2005 2006 2002 2007 2003 2004 ADSL ADSL2+ 2005 2006 2007 ADSL2+ *Copertura broadband oltre 5% della popolazione ADSL= Asymmetric Digital Subscriber Line ADSL2+= Asymmetric Digital Subscriber Line ver. 2 plus (tecnologia più evoluta con 20 Mbit/s in downstream e 1 Mbit/s in upstream – da utente a rete) Fonte Between (2008): ANALISI SULLE DETERMINANTI DEL PROCESSO DI SVILUPPO DELLA BANDA LARGA Tabella 3.1: Copertura broadband per dimensione comunale (4Q 2007) Abitanti Copertura broadband* (% popolazione) 50.001 abitanti e più Da 10.001 a 50.000 abitanti Da 2.001 a 10.000 abitanti Fino a 2.000 abitanti Comuni Pop. Comuni Pop. (#) (%) (#) (%) Comuni Pop. (#) (%) Comuni Pop. (#) (%) Fino al 6% Dal 6% al 50% Dal 51% al 76% Dal 76% al 85% Dal 86% al 95% Oltre il 95% TOTALE 0 0 0 0 9 135 144 0 0 0 0 5 95 100 1 2 18 40 99 831 991 0 0 1 2 10 86 100 495 164 135 101 152 2.341 3.388 7 3 5 3 4 77 100 1.062 149 50 29 60 2.228 3.578 26 5 2 1 2 65 100 % su totale Italia 2 40 12 31 42 24 44 6 *Superiore a 128 Kbps Fonte Between (2008): ANALISI SULLE DETERMINANTI DEL PROCESSO DI SVILUPPO DELLA BANDA LARGA - 40 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Interessante è l’analisi dei diversi livelli di copertura della banda larga presenti in Italia; in effetti, il diverso livello infrastrutturale presente tra aree urbane e suburbane da una parte e aree rurali dall’altra, non identifica una particolare area geografica, ma accomuna l’intero Paese da Nord al Sud. I dati della tabella 4.2, in effetti, mostrano un certo equilibrio nella copertura geografica del Paese in particolare se si considera la ripartizione dell’Italia in Macro-Aree (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro e Sud e Isole). A mano a mano che il livello geografico d’analisi scende nel dettaglio, le differenze tra aree emergono in misura maggiore. In effetti, considerando la copertura broadband a livello regionale emerge con maggiore chiarezza il divario esistente tra le regioni del Mezzogiorno rispetto a quelle del Centro – Nord. Tabella 3.2: Copertura broadband per aree geografiche COPERTURA BROADBAND REGIONALE (% popolazione) TOTALE ITALIA 94 Nord Ovest 96 Nord Est 93 Centro 94 Sud e Isole 93 Puglia 99 Lombardia 97 Liguria 96 Emilia Romagna 96 Lazio 95 Sicilia 95 Piemonte 94 Toscana 94 Marche 94 Campania 94 Veneto 92 Friuli Venezia Giulia 92 Umbria 92 Valle d'Aosta 91 Trentino Alto Adige 91 Calabria 89 Sardegna 87 Basilica 86 Abruzzo 85 Molise 71 Fonte Between (2008): ANALISI SULLE DETERMINANTI DEL PROCESSO DI SVILUPPO DELLA BANDA LARGA I dati evidenziano la presenza di un divario infrastrutturale a livello di aree geografiche che tuttavia non pare essere significativo, seppure la condizione di marginalità di alcune aree richiede interventi immediati al fine di evitare l’aumento del divario. A tal fine, si presentano di seguito alcuni esempi di politiche regionali anti-digital divide intraprese sia in attuazione delle linee di intervento suggerite dal Comitato per la Banda Larga, sia come scelte di politiche regionali autonome. Seguendo quanto proposto da Ciapanna e Sabbatini (2008) le iniziative principali iniziative intraprese sono16: 16 Tutte le informazioni raccolte provengono dai siti istituzionali delle Regioni. - 41 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE a. Protocolli d’intesa con gli operatori per la realizzazione delle infrastrutture (Liguria, Piemonte, Valle D’Aosta, Lombardia) b. Sovvenzione agli operatori per la realizzazione delle infrastrutture strategiche (Toscana) c. Realizzazione di un sistema integrato di servizi a banda larga da parte degli enti locali della Regione (e-governement) (Sicilia, Veneto, Marche, Piemonte, Lombardia, Valle D’Aosta, Emilia Romagna, Toscana) d. Accordo di programma con il Ministero delle Comunicazioni per la realizzazione diretta delle infrastrutture (Liguria, Piemonte, Sardegna, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Reggio Calabria, Campania) e. Realizzazione diretta di infrastrutture a banda larga (Provincia di Trento, Friuli Venezia Giulia) Valle D’Aosta Il caso della Valle D’Aosta è molto interessante in quanto evidenzia una politica di riduzione del digital divide che cerca di contemperare esigenze di natura infrastrutturale e esigenze di diffondere le competenze necessarie tra la popolazione. Non a caso il progetto intrapreso dalla regione prende il nome di VALLE D’AOSTA ALL DIGITAL. Per ciò che riguarda gli aspetti infrastrutturali bisogna considerare anche la particolare orografia della regione, prevalentemente ricoperta da montagne, che presenta una scarsa appetibilità per gli investimenti degli operatori privati. Riguardo la necessità collegare alla banda larga la maggioranza della popolazione e dei comuni, in vista della diffusione di servizi di e-government, la Regione ha firmato nel 2007 un protocollo d’intesa con il principale operatore del mercato (Telecom Italia) al fine di disciplinare i rapporti tra le parti per definire le attività necessarie a garantire entro due anni dalla firma del protocollo, la riduzione del digital divide sul territorio estendendo i servizi broadband sul 100% dei comuni e garantendo il servizio almeno al 96% della popolazione. Dal 2007 al 2008, in effetti, il numero di comuni valdostani a cui è stato esteso il servizio di banda larga è passato dal 46% al 95%, mentre non si hanno dati circa la quota di popolazione raggiunta. La regione è dunque impegnata a fornire ai cittadini e alle Pubbliche Amministrazioni servizi di alto valore aggiunto (connettività a banda larga e Servizi digitali) oltre che a sperimentare tecnologie molto innovative quali (Wi-Fi e Hyper-Lan, Dtt) e servizi interattivi per l’utenza mobile utili in contesti orografici come quelli della Valle D’Aosta. Piemonte Il programma regionale per lo sviluppo delle infrastrutture di connettività a banda larga in Piemonte (WI-PIE) presenta similitudini con quanto analizzato per la Valle D’Aosta; anche in Piemonte, infatti, accanto all’estensione della rete a larga banda alla totalità dei comuni, una parte da - 42 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE soddisfare tramite protocollo d’intesa17 con l’operatore dominante (Telecom) e la restante parte tramite interventi diretti in accordo con il Ministero delle Comunicazioni, vi è un progetto di diffusione di un servizio a banda larga che riguarda gli enti locali regionali. La Regione Piemonte, cioè, accrescerà gli investimenti sui servizi allo scopo di sviluppare contenuti e servizi fruibili in rete che consentano un ritorno degli investimenti anche a favore di tutti gli altri operatori, visto che le infrastrutture dell’operatore dominante saranno rese disponibili anche ad altri operatori e provider di servizi. Inoltre, così come per la Valle D’Aosta, anche nella regione Piemonte si cerca di intervenire mediante tecnologie di tipo wireless, al fine di azzerare il divario digitale anche nelle zone più difficili da “connettere”. Lombardia Il digital divide in Lombardia riguarda prevalentemente aree pianeggianti in cui la dispersione della densità di popolazione rende poco profittevoli gli investimenti da parte degli operatori privati. Si tratta per lo più di zone caratterizzate da un digital divide infrastrutturale di medio periodo. Il protocollo d’intesa, sottoscritto con diversi operatori delle telecomunicazioni, si poneva l’obiettivo di colmare il divario digitale, raggiungendo entro il 2008, l’estensione dei servizi XDSL almeno al 95% della popolazione, e impiegando tecnologie wireless e satellitari per le aree non dotate di reti fisiche di collegamento (montagna, aree rurali ovvero in digital divide infrastrutturale) per coprire il rimanente 5%. Sardegna Il piano per il superamento del digital divide in Sardegna risale al 2005, quando con delibera del Consiglio Regionale è stato approvato un Piano di Azione per il superamento del digital divide nelle zone svantaggiate dell’isola. Anche in questo caso le strategie scelte sono diverse e complementari; da una parte, infatti, si tratta di superare un divario di medio periodo che riguarda, cioè, centrali da convertire alla banda larga, dall’altra si tratta di costruire, tramite la società Infratel, un collegamento in fibra tra centrali. La parte restante dei comuni non raggiunti dalla banda larga sarà coperta tramite tecnologie wirless. Anche in Sardegna, parallelamente alla riduzione del divario digitale, si prevede un progetto per la creazione di una infrastruttura di rete per l’Amministrazione Regione (backbone regionale), tramite il quale diffondere servizi e contenuti di pubblica utilità. Dagli esempi citati emergono chiaramente due aspetti rilevanti: il primo riguarda l’utilizzo e la diffusione, negli ultimi anni, di soluzioni di accesso a Internet di tipo wireless, sia perché i prezzi di tale tecnologia tendono a diminuire ed allinearsi a quelli dei servizi a rete fissa, sia perché trattasi di infrastrutture meno onerose e realizzabili in un minor periodo di tempo, anche se, rispetto alla connessione fissa, permangono dei vincoli in termini di volumi di traffico, di prestazioni effettive del servizio che sconta ovviamente le caratteristiche intrinseche dei servizi mobili, in termini di condivisioni di risorse, di stabilità e di latenza. Il secondo aspetto è che parallelamente alle politiche di riduzione del digital divide infrastrutturale, vi sono numerosi progetti regionali tesi ad avviare lo sviluppo di contenuti e servizi da far passare attraverso la banda larga, tra cui i servizi socio-sanitari ed assistenziali, la sicurezza del territorio, lo sviluppo dell’e-governement nonché la formazione dei cittadini; tramite la 17 A giugno 2006 (prima della sottoscrizione dell’Accordo con Telecom Italia) i Comuni piemontesi non serviti da ADSL erano circa 900 Comuni, pari a circa 1.000.000 cittadini e circa 125.000 imprese. A seguito dell’Accordo era previsto un accrescimento dell’estensione dei servizi a Larga banda, entro la fine del 2008, rendendoli disponibili ad almeno il 96% della popolazione telefonica del territorio piemontese. In particolare dovevano essere 900 i Comuni serviti al 100% da Telecom Italia entro la fine del 2008, pari a circa 3.600.000 abitanti e circa 450.000 imprese. - 43 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE realizzazione di simili servizi, tra le altre cose, si potrebbero creare anche situazioni più convenienti agli investimenti da parte degli operatori. Tuttavia, nonostante i protocolli d’intesa prevedano varie procedure di monitoraggio, lo stato di attuazione dei vari progetti per il superamento del digital divide sono difficilmente valutabili. In particolare emergono numerose criticità tra cui la più rilevante riguarda i ritardi nei lavori relativi alle principali opere infrastrutturali, mentre le nuove tecnologie già bussano alla porta. - 44 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 3.3 La diffusione della banda larga nelle Province italiane Una delle misure più utilizzate per il digital divide è quella individuata dal numero di linee telefoniche (mobili o fisse) o in alternativa i numeri di utenti Internet. La misura del digital divide è ovviamente collegata al periodo storico; in effetti, il numero di linee di telefonia fissa prima e mobili poi consente di analizzare il digital divide tornando anche parecchio indietro nel tempo. Il numero di utenti internet, invece, è una misura utile per valutare il digital divide a partire dalla seconda metà degli anni ’90. Ai giorni nostri diventa rilevante la tipologia di connessione ad Internet, con particolare riferimento alle connessioni a banda larga. Tuttavia questa misura, come si è detto, è insufficiente per misurare in maniera corretta il digital divide, ma è comunque da essa che è necessario partire per la successiva individuazione delle aree che necessitano interventi più robusti. In particolare, in questo lavoro verrà utilizzato il numero di linee broadband per 1000 abitanti con età superiore ai 18 anni (linee pro – capite). L’analisi sulla diffusione della broadband in Italia a livello provinciale si basa sulla possibilità di utilizzare due tipologie di informazioni: da una parte i dati sulle linee broadband fornite da un campione realizzato dall’AGCOM su centrali ULL (Anno 2007), dall’altra l’utilizzo dei dati relativi alle quote di linee a banda larga centrali NO - ULL dell’operatore incumbent (Anno 2009)18. La figura 4.1 mostra la distribuzione delle quote di linee broadband dei due differenti dataset. Il numero di linee broadband è stato diviso per il numero di popolazione provinciale con età superiore ai 18 anni; tale scelta non è casuale, ma riflette il fatto che per ottenere l’attivazione di una linea è necessario avere almeno 18 anni di età in quanto si tratta di sottoscrivere un contratto con uno degli operatori di mercato. Il valore ottenuto per singola provincia, dal più alto al più basso, determina una classifica della diffusione della banda larga tra le province; parte di tale classifica è riportata nella tabella 4.319. La figura 4.2 mostra il numero di linee broadband per 1000 abitanti con età superiore ai 18 anni a livello di macro aree territoriali; emerge un divario tra le aree del Centro – Nord e il Mezzogiorno. In particolare, solo la Provincia di Napoli, per quanto riguarda il Mezzogiorno, occupa una delle prime 12 posizioni (Tabella 4.3). Immediatamente dietro il valore relativo all’Italia si posizione la Provincia di Pescara. Per quanto detto precedentemente, non è possibile utilizzare tale classifica come indicatore del digital divide perché non tiene conto delle caratteristiche provinciali in termini di aspetti demografici, culturali, economici e di conformazione del territorio, che influenzano la diffusione del broadband tra la popolazione. In altri termini, osservando semplicemente il numero medio di linee broadband pro-capite, le politiche di abbattimento del digital divide semplicemente dovrebbero mirare a fare in modo che tutte le province, in maniera indifferenziata, raggiungano il valore massimo di diffusione della banda larga. Considerando fattori di natura socio-demografico, economici e territoriali che determinano una differente diffusione del broadband tra le Province, invece, è possibile individuare differenti tipologie di aree e, quindi, differenti politiche di intervento. Alcune Province, infatti, 18 L’Unbundling Local Loop (ULL) si riferisce alla possibilità da parte dell’incumbent di affittare, in parte o in toto, segmenti locali della propria rete; in molti paesi la regolazione dell’unbundling local loop (ULL), accompagnata dall’introduzione di norme a favore della concorrenza, rappresentato la principale politica per lo stimolo della concorrenza intra-modale (OECD, 2003). Tuttavia, è stato messo in evidenza che anche l’introduzione di norme a vantaggio della competizione inter-modale (tra diverse piattaforme) rappresenta un’efficace strumento per promuovere investimenti e innovazione (DotEcon & Criterion Economics, 2003). La procedura dettagliata attraverso la quale si è giunti al numero di linee broadband per Province è esposta in Appendice. 19 Per la classifica completa si rimanda all’Appendice - 45 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE potrebbero mostrare una distribuzione di broadband in eccesso rispetto a quella che “dovrebbero” avere date le caratteristiche provinciali a quel tempo; è possibile anche il caso contrario, vale a dire, una diffusione di banda larga inferiore rispetto a quella desiderabile, sempre condizionatamente alle caratteristiche scio-demografiche, economiche e territoriali delle Province in quel periodo. Una metodologia che consente un simile approccio è presentata nel paragrafo successivo in cui si propone una comparazione tra il livello di broadband pro-capite osservato e quello predetto dal modello di regressione al fine di osservare se una Provincia si posizione sotto, sopra o sulla retta dei valori stimati che rappresentano una diffusione “ideale” del broadband date le caratteristiche provinciali. - 46 - Figura 3.1: quote provinciali linee larga banda dati AGCOM e dati INCUMBENT DISTRIBUZIONE PROVINCIALE LINEE % AGCOM 1.11 - 13.73 (17) .6 - 1.11 (18) .41 - .6 (18) .28 - .41 (18) .17 - .28 (17) 0 - .17 (19) % INCUMBENT 1.52 - 3.35 (17) 1.02 - 1.52 (18) .81 - 1.02 (18) .53 - .81 (18) .37 - .53 (18) .09 - .37 (18) CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE - 47 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Tabella 3.3: ripartizione del campione per province Province in ordine decrescente di numero di linee per 1000 abitanti con più di 18 anni graduatoria (linee broadband / pop. ≥ 18 anni) * 1000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 . . . . . . 92 93 94 95 96 97 98 99 100 270.52 261.77 251.24 242.37 227.98 227.55 227.28 224.80 220.18 214.91 211.69 205.21 . . . 186.79 . . . 125.75 123.83 120.40 120.20 117.51 116.65 115.92 115.76 115.69 101 102 103 106.39 103.02 97.40 provincia regione macroarea Milano Roma Bologna Trieste Genova Prato Firenze Como Pisa Torino Napoli Varese . . . ITALIA . . . Avellino Potenza Nuoro Crotone Agrigento Oristano Brindisi Benevento Campobasso Vibo Valentia Caltanissetta Isernia Lombardia Lazio Emilia Friuli Liguria Toscana Toscana Lombardia Toscana Piemonte Campania Lombardia . . . ITALIA . . . Campania Basilicata Sardegna Calabria Sicilia Sardegna Puglia Campania Molise Nord-Ovest Centro Nord-Est Nord-Est Nord-Ovest Centro Centro Nord-Ovest Centro Nord-Ovest Sud Nord-Ovest . . . ITALIA . . . Sud Sud Isole Sud Isole Isole Sud Sud Sud Calabria Sicilia Molise Sud Isole Sud - 48 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Figura 3.2: numero di linee Broadband per 1000 abitanti per Macro-Aree 185.57 207.75 N-Est 209.13 N-Ovest Centro 159.86 157.05 Sud Isole Media Italia = 186.78 - 49 - Figura 3.3: Numero di Linee broadband per Province Figura 5: Numero di Linee broadband per Province [(Numero di linee bb / popolazione maggiore di 18 anni) • 1000] CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE - 50 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 3.4 La diffusione del broadband: un’analisi empirica Il numero di linee broadband per 1000 abitanti con età maggiore di 18 anni (d’ora in avanti linee broadband pro capite) evidenzia la presenza di una notevole differenza tra le province del Centro – Nord rispetto a quelle del Mezzogiorno. In questa sezione del lavoro indaga sui fattori che determinano questa disomogenea diffusione del broadband tra le province italiane. Il modello econometrico spiega il numero di linee broadband per 1000 abitanti attraverso un set di variabili rappresentativo delle caratteristiche demografiche e socio economiche quali fattori determinanti l’uso di tecnologie broadband tra la popolazione (domanda), e controllando per la struttura del mercato (offerta) per verificare gli effetti della competizione a livello locale tra operatori sulla maggiore o minore diffusione di tecnologia a banda larga. Tra i fattori determinanti la diffusione della larga banda non possono essere trascurati gli aspetti legati alla natura del territorio (tipologia di superficie) che possono rappresentare un grosso ostacolo alla realizzazione di infrastrutture broadband da parte degli operatori. In altri termini, il modello proposto non è una stima della domanda di banda larga ma è un modello sui fattori determinanti la diffusione della banda larga; un simile approccio consente di arricchire le informazioni sulla diffusione della banda larga tra diverse aree geografiche (le Province) non limitandosi al semplice confronto tra i tassi di diffusione del broadband, ma analizzando i rilevanti effetti prodotti sulla diffusione della banda larga da fattori di natura economica, demografica e di struttura del mercato (“dotazione provinciale”). L’idea, cioè, è che in base alla “dotazione”, ciascuna Provincia dovrebbe mostrare un livello “ottimale” di numero di linee broadband che può differire rispetto a quello effettivamente osservato; in alcuni casi avremo degli scostamenti in eccesso “overperformance”, in altri in difetto “under performance”, e in altri ancora una situazione di corrispondenza. Valutando così il divario digitale è possibile individuare in maniera più corretta le aree in cui intervenire e l’eventuale intensità dell’intervento, ed evitare, quindi, politiche basate sulla semplice “rincorsa” ai livelli di penetrazione delle aree a maggiore diffusione. 3.4.1 Il Modello econometrico Da un punto di vista formale il modello può essere così rappresentato: [1] yi = f ( X j ; Z j ; L j ; H j ) Dove yi (VARIABILE DIPENDENETE) è il numero di linee bb per 1000 abitanti di età superiore ai 18 anni; tale scelta è principalmente imputabile al fatto che per la sottoscrizione di un contratto per la fornitura di servizi a banda larga è necessario aver compiuto i 18 anni di età. Le variabili esplicative sono racchiuse in quattro vettori che individuano alcune caratteristiche provinciali; reddito e capitale umano (Xj) aspetti morfologici e demografici (Zj); caratteristiche della forza lavoro (Lj); varietà nell’offerta di broadband (Hj). - 51 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Nello specifico il reddito e il livello di istruzione (Xj) sono stati misurati rispettivamente con: i consumi non alimentari pro-capite (con_pc) l’indice di presenza di infrastrutture per l’istruzione (istruzione) Per quanto riguarda la caratterizzazione morfologica e demografica delle Province (Zj), nel modello si è tenuto conto dei seguenti aspetti: la quota di popolazione con età superiore ai 65 anni (pop_65) la quota comuni di piccole dimensioni (q_com_pic) la quota di territorio ricoperto da montagne (q_mon) Il modello controlla anche per le caratteristiche del mercato del lavoro a livello provinciale (Lj) utilizzando le seguenti misure: tasso di occupazione (t_occ) quota di popolazione attiva (forza_la) Infine, ma non per importanza, si utilizza nel modello una variabile rappresentativa della variabilità nell’offerta di servizi broadband a livello provinciale (Hj) misurata tramite un indicatore di concentrazione degli operatori a livello di mercato provinciale: indice HHI (Herfindahl – Hirschman index) sulle linee broadband a livello provinciale (hhi). Per cogliere l’eventuale presenza di effetti specifici attribuibili alla dicotomia Nord – Sud che caratterizza la società italiana, si è utilizzata una specificazione del modello in cui sono state inserite delle dummies che individuano le diverse macroaree geografiche (Nord, Centro e Sud). Tenendo in considerazione le diverse variabili descritte in precedenza, il modello econometrico più “ampio” (modello completo), comprensivo cioè di tutte le variabili, è il seguente: 2 y j = cos+ α 1con _ pc j + α 2 istruzione j + β1 pop _ 65 j + β 2 q _ com _ pic j + β 3 q _ mon j + + γ 1t _ occ j + γ 2 forza _ la j + δ 1hhi j + λ1Centro + λ2 Sud + ε j con j = 1, … , 103 (Province ) Dove yj è il numero di linee broadband per 1000 abitanti con età superiore ai 18 anni e εj indica il termine di errore che. Il modello [2] è stato stimato in termini di logaritmo naturale, escluso per le variabili espresse sotto forma di quota per le quali si è provveduto ad una semplice moltiplicazione per 100. I risultati, quindi, possono essere letti in termini di reattività delle linee broadband alla variazione percentuale delle variabili esplicative. Per quanto riguarda le stime econometriche, si è proceduto alla stima OLS di più modelli; innanzitutto si è cercato di isolare gli effetti dei singoli vettori di variabili e, successivamente, a partire da un modello in cui figurano solo le variabili relative a ricchezza e istruzione, si è giunti - 52 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE alla stima del modello [2] aggiungendo di volta in volta i restanti gruppi di variabili. gruppi di variabili. 3.4.2 Segni attesi delle variabili esplicative Riguardo alle ipotesi sugli effetti delle variabili esplicative considerate nel modello, il reddito e l’istruzione (con_pc e istruzione) individuano due fattori che influenzano positivamente la diffusione della banda larga tra la popolazione e le imprese. Il livello dei consumi non alimentari pro-capite (con_pc) misura la ricchezza delle province; è plausibile che la banda larga sia maggiormente diffusa nelle province con livelli di consumi più elevati ed è per questo che l’effetto atteso sulla dipendente, numero di linee broadband pro-capite, è positivo. La presenza di infrastrutture per l’istruzione20 (istruzione) dovrebbe garantire (effetto spillover) un tessuto sociale - “ambiente culturale” - maggiormente propenso all’uso di apparecchiature informatiche e conseguentemente una maggiore propensione all’uso di internet; è plausibile attendersi, quindi, un effetto positivo della variabile sulla diffusione del broadband a livello provinciale. Per quanto riguarda le variabili relative agli aspetti socio-demografici, la quota di popolazione con età superiore ai 65 anni (pop_65), come mostrano numerosi studi e ricerche, influenza negativamente la diffusione del broadband. L’idea sottostante è che la popolazione “anziana” non possiede le skills necessarie, o comunque presenta una maggiore difficoltà nell’apprendimento delle tecniche di utilizzo delle nuove tecnologiche che per definizione sono legate alla modernità che tipicamente trovano nel mondo dei giovani un interlocutore più idoneo. Circa le variabili i natura morfologica, la quota di superficie montagnosa (q_mon) rappresenta un freno naturale alla diffusione del broadband; la presenza di ostacoli naturali, infatti, rende molto onerosi gli investimenti in infrastrutture da parte di operatori privati ed in molti casi, quindi, numerose zone, in particolare quelle di montagna, rischiano di non avere il livello di infrastrutture necessario a garantire l’accesso da parte dei consumatori. Tali vincoli, tuttavia, possono essere superati o attraverso l’intervento diretto delle amministrazioni pubbliche, ad esempio cofinanziando o finanziando in toto la realizzazione di infrastrutture fisse, ma anche e soprattutto tramite lo sfruttamento delle tecnologie WI-FI che negli ultimi anni hanno fatto registrare un rapido progresso che ne ha abbattuto i costi e migliorato l’efficienza. Ancora per ciò che riguarda le caratteristiche territoriali, nel modello si controlla per la quota provinciale di comuni con meno di 5.000 abitanti (q_com_pic); una scarsa densità abitativa è, in maniera analoga alla presenza di montagne, una delle principali caratteristiche che frena gli operatori privati di telecomunicazione ad effettuare gli investimenti di tipo infrastrutturale. Viceversa, la presenza di un vasto bacino di utenza, tipico delle città, rende profittevole gli investimenti che, invece, sono meno profittevoli in zone anche pianeggianti ma scarsamente abitate. Il segno atteso della variabile in questione, quindi, è negativo proprio perché rappresenta una misura della dispersione della popolazione sul territorio provinciale. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, sia il tasso di occupazione (t_occ) che la forza lavoro (forza_la) dovrebbero influenzare positivamente la diffusione del broadband; nel primo caso si fa riferimento ad una misura del benessere provinciale e al fatto che numerose tipologie di lavoro richiedono di saper utilizzare le “nuove tecnologie”. Nel caso della forza lavora, invece, si 20 Tale variabile è un indicatore che comprende numero di aule e docenti dei vari livelli di istruzione (scuola materna, elementare, media, istituti superiori e università), nonché la tipologia di infrastruttura (scuole con palestre, con spazi verdi, con mensa, ecc.) e per l’istruzione Universitaria il numero di corsi per settore (settore agrario – alimentare, tecnico – ingegneristico, giuridico – sociale, scientifico, ecc.). I dati inerenti a tali aspetti sono aggregati allo scopo di ottenere un indice sintetico di dotazione infrastrutturale che assume per l’Italia il valore 100. - 53 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE aggiunge la possibilità di utilizzare tecnologie broadband come strumento per la “ricerca del lavoro”. Infine, quale variabile che misura la “varietà di offerta” che caratterizza il territorio provinciale, viene utilizzato nel modello l’indice di concentrazione (hhi) che misura il grado di competitività a livello provinciale tra gli operatori; premettendo che tale indice, per le caratteristiche strutturali del mercato (la presenza di una quota ingente di linee di proprietà dell’incumbent), presenta in numerose province un valore molto alto (bassa concorrenza), l’effetto atteso sulla dipendente è negativo. In altri termini, le province che mostrano valori più bassi dell’indice (maggiore concorrenza) presentano una maggiore diffusione di linee broadband pro-capite, vale a dire che nei mercati in cui opera un numero maggiore di operatori (maggiore varietà nell’offerta) vi è un maggiore impulso alla diffusione del broadband. Restano da commentare i segni attesi delle dummies che individuano le macro aree territoriali (Nord, Centro e Sud); qualora fosse presente un effetto sistematico che caratterizza le diverse arre del territorio italiano ci si attende un effetto negativo delle Province appartenenti al Sud rispetto al Nord (macro area omessa per la multicollinearità). La tabella 3.4 riepiloga le variabili utilizzate nel modello evidenziando l’unità di misura e la fonte. La tabella 3.5 riporta la matrice di correlazione tra le variabili esplicative, mentre la tabella 3.6 le statistiche descrittive e, nell’ultima colonna, il segno atteso delle esplicative. - 54 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Tabella 3.4: denominazione variabili Sigla Variabile Definizione y linee BB pro capite Unità di misura Variabile dipendente Anno Fonte numero di linee bb: Agcom Rapporto tra linee bb Telecom e popolazione 2007 provinciale con età popolazione maggiore di 18 superiore ai 18 anni anni: Istat Variabili esplicative tenore di vita, livello dei consumi non migliaia di euro alimentari pro-cpite Elaborazione su dati Istat (popolazione) e Istituto 2006 Tagliacarne (consumi totali interni non alimentari) istruzione Indice di dotazione di strutture per Valore Italia=100 l'istruzione 2006 Istituto Tagliacarne pop_65 quota di popolazione quota percentuale provinciale > 65 anni 2006 DemoIstat q_mon superficie provinciale ricoperta da quota percentuale montagne 2007 Istat numero di comuni con meno di 5.00 abitanti quota percentuale 2007 Istat tasso di occupazione quota percentuale 2006 Istat forza_la forza lavoro su popolazione attiva quota percentuale 2006 Istat hhi indice di concentrzione delle linee broadband a livello porvinciale Indice di concentrazione di Herfindhal 2007 ma Macro Aree territoriali (Nord, Centro e Sud) variabili dummy con_pc q_com_pic t_occ Caratterisitiche VARIABILE DIPENDENTE RICCHEZZA E ISTRUZIONE DEMOGRAFICO MORFOLOGICHE MERCATO DEL LAVORO - Elaborazione su dati Agcom e Telecom - - 55 - VARIABILITÀ OFFERTA CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Tabella 3.5: Matrice di correlazione variabili esplicative (in logaritmo) con_pc con_pc 1 istruzione 0.01 istruzione pop_65 q_com_5000 q_mon100 t_occ forza_la 1 pop_65 0.55 -0.12 1 q_com_5000 0.11 -0.40 0.26 1 q_mon100 0.21 -0.27 0.11 0.50 1 t_occ 0.79 -0.04 0.56 0.22 0.21 1 forza_la 0.70 0.03 0.13 0.08 0.16 0.84 1 hhi -0.41 -0.32 -0.15 0.09 0.07 -0.22 -0.25 Tabella 3.6: Statistiche descrittive Tavola a Variabile Obs Media Std. Dev. Min Max Segno atteso 4.58 5.60 dipendente 0.23 8.94 9.84 0.43 3.22 5.61 + + Variabile dipendente y 103 5.11 con_pc 103 9.37 istruzione 103 4.41 0.21 Reddito e Istruzione Demografia e Morfologia - q_pop_65 103 21.02 2.80 14.17 27.77 q_com_5000 103 64.20 24.49 0 98.65 q_mon100 103 31.92 30.34 0 100 t_occ 103 88.61 8.39 69.10 97.68 forza_la 103 48.02 4.13 39.71 57.38 + + hhi 103 8.64 8.07 9.21 - Min Max Segno atteso 97.40 270.52 dipendente + + Mercato del Lavoro Variabilità dell'offerta 0.26 Tavola b (valori in logaritmo) Variabile Obs Media Std. Dev. Variabile dipendente y 103 169.05 con_pc 103 12066.18 34.55 2711.18 7615.572 18757.09 istruzione 103 90.60 40.65 25.1 273.28 q_pop_65 103 21.02 2.80 14.17 27.77 q_com_5000 103 64.20 24.49 0 98.65 q_mon100 103 31.92 30.34 0 100 8.39 69.10 97.68 4.13 39.71 57.38 + + 3200 10000 - Reddito e Istruzione Demografia e Morfologia - Mercato del Lavoro t_occ 103 88.61 forza_la 103 48.02 Variabilità dell'offerta hhi hhi 103 5846.60 1581.81 - 56 - 1 CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 3.4.3 Risultati La Tabella 3.7 riporta le stime OLS relative a 8 specificazioni del modello econometrico rappresentato dall’equazione [2]; più precisamente si ha che: i modelli 1 – 2 – 3 – 4 sono delle forme ridotte in cui vengono regrediti singolarmente le macrovariabili (Xj, Zj, Lj e Hj). Nello specifico: il modello 1 comprende le sole variabili relative a ricchezza e istruzione (con_pc e istruzione); il modello 2 le sole variabili demografiche e morfologiche (pop_65¸ q_ com_pic e q_mon); il modello 3 le sole variabili rappresentative del mercato del lavoro (t_occ e forza_la) il modello 4 il solo indice di concentrazione (hhi). I modelli 5 – 6 – 7 – 8 riguardano specificazioni che aggiungono di volta in volta alla ricchezza e all’istruzione, vale a dire il modello 1, tutti i restanti vettori di variabili fino ad arrivare alla stima del modello completo (modello 8). Più precisante si ha: il modello 5 comprende le variabili relative a ricchezza e istruzione (con_pc e istruzione) e alle caratteristiche demografico territoriale delle province (pop_65¸ q_ com_pic e q_mon); il modello 6 aggiunge al modello 5 le variabili relative al mercato del lavoro (t_occ e forza_la); il modello 7 aggiunge al modello 6 l’indice di concentrazione (hhi); in altri termini, è un modello completo senza dummies relative alle macro aree geografiche (Centro e Sud) il modello 8 comprende tutte le variabili più le dummies per macro area territoriale (Centro e Sud). Nel complesso le stime evidenziano l’importante ruolo svolto dalla ricchezza e dall’istruzione nella diffusione del broadband tra la popolazione e le imprese. In tutte le specificazioni utilizzate, infatti, sia il tenore di vita sia la presenza di infrastrutture per l’istruzione sono significative e presentano il segno atteso; in altri termini, la diffusione del broadband tra la popolazione e le imprese reagisce in maniera positiva ad incrementi nel tenore di vita delle singole province e nella disponibilità di infrastrutture per l’istruzione. Nello specifico, e in riferimento al modello 7, un aumento del 10% dei consumi non alimentari pro-capite si riflette in un aumento del 3.9% delle linee broadband, mentre un aumento del 10% dell’indice di presenza delle infrastrutture produce un aumento del numero di linee broadband di circa l’1.5%. Relativamente alle variabili che caratterizzano il tessuto demografico, la presenza di una quota elevata di popolazione al di sopra dei 65 anni non influisce in maniera significativa sulla diffusione del broadband e, quando la variabile è significativa (modello 2), assume segno contrario a quello previsto vale a dire influenza positivamente la diffusione del broadband. Relativamente alle variabili che caratterizzano il territorio, la quota ricoperta da montagne non ha un impatto significativo sulla diffusione della banda larga; in parte ciò è dovuto alla scarsa - 57 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE presenza di popolazione in queste aree. Molto interessante, invece, è l’impatto che ha la variabile che misura la quota di comuni con meno di 5000 abitanti presenti in una Provincia; tale variabile è sempre significativa e con il segno, negativo, che rispetta quello atteso. L’impatto in termini di elasticità non è eccessivamente rilevante se comparato con l’elasticità di altre variabili (un incremento del 10% dei comuni al di sotto dei 5.000 abitanti comporta una riduzione dello 0.02% nella diffusione di linee broadband); tuttavia è necessario considerare la diversa unità di misura delle variabili. Confrontando gli effetti delle variabili standardizzate, e quindi potendo comparare tra loro l’intensità delle variabili sulla diffusione del broadband, emerge chiaramente il ruolo svolto dalla presenza di piccoli comuni21. Relativamente al mercato del lavoro mentre il tasso di occupazione non risulta significativo, risulta significativo e con il segno atteso la forza lavoro (forza_la); per tale variabile si può fare un discorso analogo a quello visto in precedenza per la presenza di piccoli comuni. In apparenza la reattività del numero di linee broadband alla forza lavoro è minima (un aumento del 10% della variabile comporta una variazione del 0.2% delle linee broadband), ma l’impatto in un modello standardazzito mostra un peso della variabile molto importante e par al 37% circa (si veda nota 9), inferiore solo al valore della ricchezza. La concentrazione dei mercati Provinciali, come previsto, impatta negativamente sulla diffusione della banda larga; un aumento del 10% dell’indice di concentrazione (una riduzione nel numero di operatori locali) produce una riduzione del 2% nelle linee broadband. Va ricordato, come già fatto più spesso, quanto tale indicatore di concentrazione presenti valori molto elevati a causa della particolare storia che ha visto per anni un mercato caratterizzato dalla presenza di un unico operatore a cui, tra l’altro, appartiene la proprietà della quasi totalità delle infrastrutture. Il risultato del modello indica che la presenza di più operatori, data la competizione, permette una più facile diffusione della banda larga tra la popolazione, magari anche attraverso una competizione in infrastrutture riducendo, così, il digital divide di tipo infrastrutturale. Infine le dummies che individuano le macro aree non risultano significative; non c’è, quindi, un effetto sistematico imputabile al Mezzogiorno che vada al di là di quello insito nelle altre variabili esplicative. In particolare si fa riferimento sia ai consumi pro-capite che al livello di infrastrutture per l’istruzione per le quali le Province del meridione si posizionano su valori bassi delle relative distribuzioni. L’analisi empirica evidenzia l’importante ruolo svolto nella diffusione del broadband del tenore di vita e dell’istruzione; maggiore ricchezza e maggiore presenza di infrastrutture per l’istruzione aiutano a generare un tessuto socio-culturale più propenso all’utilizzo in generale di nuove tecnologie e in particolare nell’utilizzo della connessione a banda larga. Entrambe le variabili, infatti, presentano un’elasticità positiva. Rilevanti per la diffusione del broadband sono anche le politiche di regolamentazione che devono spingere verso l’ingresso sul mercato di un maggior numero di operatori visto che un aumento del ventaglio delle offerte impatta positivamente sulla diffusione del broadband. Dall’analisi, quindi, emerge il rischio di allargamento del digital divide interno in virtù delle differenze esistenti nella struttura economica e sociale che caratterizzano le Province Italiane; in particolare le differenze nei redditi e nelle infrastrutture per l’istruzione, se non ridotte, potranno in futuro determinare un incremento nel divario di diffusione del broadband tra le Province del Sud rispetto al Centro – Nord che, come mostrano i dati a disposizione, già presentano sistematicamente valori di penetrazione del broadband superiori all’area del Mezzogiorno (Figura 3.2 e Tabella 3.3). 21 Per la precisione un aumento del 10% della deviazione standard della variabile relativa alla presenza di piccoli comuni (q_pic_com) riduce la diffusione della banda larga del 19% circa, un effetto leggermente inferiore a quello relativo alla presenza di infrastrutture per l’istruzione sul territorio (istruzione con un +23%) e quello relativo all’indice di concentrazione (hhi con un effetto pari a -25%). Un’analoga variazione nei consumi pro-capite (con_pc) ha un effetto positivo del 41%; molto intenso è pure l’effetto di una variazione del 10% nella standard deviation della variabile relativa alla forza lavoro (forza_la con +37%). - 58 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Tabella 3.7: stime OLS MODELLI VARIABILI PROVINCIALI _cons -1.592** (-2.917) 4.727*** (37.502) 3.738*** (18.601) 9.197*** (16.160) -1.614* (-2.558) -1.006 (-1.329) 2.185* (2.178) (8) 0.379*** (3.452) 0.113*** (3.628) 0.010 (1.234) -0.002** (-2.678) 0.000 (0.920) -0.008 (-1.594) 0.019* (2.181) -0.205*** (-3.898) 0.037 (1.204) -0.042 (-0.692) 2.496* (2.091) N r2_a 103 0.622 103 0.169 103 0.309 103 0.345 103 0.642 103 0.653 103 0.701 103 0.704 con_pc RICCHEZZA E ISTRUZIONE istruzione (1) 0.629*** (11.171) 0.184*** (5.736) pop_65 DEMOGRAFICO TERRITORIALI (2) q_mon t_occ VARIABILITÀ DELL'OFFERTA (4) 0.027*** (4.771) -0.003*** (-3.666) 0.001 (1.519) q_com_pic MERCATO DEL LAVORO (3) (5) 0.664*** (9.176) 0.148*** (4.479) -0.003 (-0.515) -0.002* (-2.460) 0.000 (0.272) (6) 0.539*** (5.082) 0.149*** (4.326) 0.012 (1.398) -0.002* (-2.516) 0.000 (0.425) -0.008 (-1.582) 0.020* (2.036) (7) 0.397*** (3.939) 0.112*** (3.533) 0.011 (1.321) -0.002** (-3.118) 0.000 (0.901) -0.005 (-1.170) 0.017 (1.975) -0.208*** (-3.989) 0.004 (0.906) 0.021* (2.353) forza_la hhi -0.473*** (-7.157) Centro DUMMIES AREE GEOGRAFICHE Sud *p<0.05,**p<0.01,***p<0.001 errori robusti all'eteroschedasticità - 59 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 3.4.4 Analisi grafica dei risultati L’utilizzo di errori robusti all’eteroschedasticità (White’s robust standard errors) nel calcolo delle statistiche t consente di utilizzare gli errori di regressione come indicatori della performance delle singole province. L’analisi si basa sul confronto tra quello che è il dato osservato con il valore stimato dal modello econometrico; quest’ultimo è quel valore “ideale” (o “ragionevole”) di diffusione del broadband date le “dotazioni” provinciali utilizzate nel modello. In altri termini, sulla base delle caratteristiche economiche, socio-demografiche e territoriali considerate come determinanti la diffusione del broadband, il modello fornisce per ciascuna Provincia un valore “ideale” di diffusione della banda larga. Confrontando tale valore con quello osservato nella realtà (variabile dipendente) è possibile classificare le Province in: - Overperforming Provinces - Underperfoming Provinces Nel primo caso si fa riferimento a valori osservati superiori a quelli predetti dal modello, nel secondo caso, viceversa, a valori osservati inferiori rispetto a quelli predetti. Un ulteriore elemento introdotto nell’analisi per consentire una più puntuale classificazione delle Province è il numero di linee per 1000 abitanti con età superiore a 18 anni a livello di paese Italia. Tale valore viene preso come threshold per individuare una misura della diffusione della banda larga; le Province con un valore osservato superiore al valore italiano sono definite come “Province a molta banda”, mentre nel caso opposto si tratta si “Province con poca banda”. Sulla base di queste ipotesi sono stati costruiti i grafici 3.2 – 3.6; i valori stimati si riferiscono al modello completo senza dummies territoriali (modello 7 nella tabella 3.7) La bisettrice nei grafici rappresenta l’eguaglianza tra valori osservati e valori stimati, mentre la retta parallela all’asse x passante per il valore 168.78 individua il valore di linee per 1000 abitanti con età superiore a 18 anni dell’Italia. I quadranti che si vengono a formare dall’intersezione tra la bisettrice e la retta consentono di classificare le Province in: - quadrante I: Province overperforming con poca banda - quadrante II: Province overperforming con molta banda - quadrante III: Province underperforming con molta banda - quadrante IV: Province underperforming con poca banda Il grafico 3.7 riassume l’analisi sui residui della regressione e classifica le Province in base alla “distanza” che le separa dal valore “ideale” individuato dalla retta passante per lo 0 dell’asse delle ordinate (questo è il caso in cui il valore osservato coincide con il valore stimato). Le Province che si collocano nelle zone tra le due rette tratteggiate rientrano all’interno dell’intervallo di confidenza calcolato al 95%. Inserendo una retta parallela all’asse y indicante la misura del numero di linee per 1000 abitanti con età superiore ai 18 anni in Italia, si ottengono anche in questo caso i quadranti poc’anzi - 60 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE descritti in cui, in base ai valori osservati e agli errori del modello econometrico, si posizionano le singole Province. Le province che si situano nelle fasce di colore rosa rappresentano quelle più “distanti” dai valori “ideali” di banda larga, definite per questo “anomale”. La figura 3.4, infine, inserisce in una tabella a forma di matrice quanto esposto finora; la Parte A indica il numero di Province in base all’indicatore di performance costruito, mentre la parte B elenca le Province stesse per macro aree territoriali (Parte B). In base alla classificazione effettuata sono 9 le Province che presentano situazioni “anomale”22, ovvero che giacciono al di fuori dell’intervallo di confidenza. La maggioranza di queste si trova nel quadrante IV che individua le Province con una performance inferiore a quella predetta dal modello e con un numero di linee inferiore a quello nazionale (poca banda). Le restanti 4 Province riguardano casi di overperfomance rispetto a quanto osservato; di queste, 3 si caratterizzano per una diffusione della banda maggiore rispetto al valore nazionale, e 1 con un valore al di sotto. 22 La Provincia di Cagliari si trova al limite è può considerarsi anche come non “anomala”, nel senso che in maniera leggermente forzata, potrebbe rientrare nell’intervallo di confidenza. Analogo discorso può essere fatto per numerose Province che si trovano in vicinanza delle rette che individuano i quadranti. - 61 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE GRAFICI 3.2 – 3.6 Confronto tra Valori Osservati e Valori Stimati per Province raggruppate in Macroaree territoriali (Modello 7) 250 MI II III GE CO 200 TO 150 186.78 LC Valore Italia I VA IM AO BI SV BS NO SP VB AL VC AT MNBG PV SO CR LO IV CN 100 numero di linee bb su popolazione >18 anni 300 Grafico 3.2 Diffusione della Banda Larga: Valori Osservati vs. Valori Stimati NORD - OVEST 100 150 200 valori stimati 250 300 Valore stimato = Valore osservato I = Province overperforming con poca banda III = Province underperfoming con molta banda II = Province overperfoming con molta banda IV = Province underperforming con poca banda - 62 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE BO TS III 200 II RE Valore Italia RN RA PR MO FO VR PD PN PC UD BZ VI 150 186.78 TN GO BL VE FE TV I IV RO 100 numero di linee bb su popolazione > 18 anni 250 Grafico 3.3 Diffusione della Banda Larga: Valori Osservati vs. Valori Stimati NORD – EST 100 150 valori stimati 200 250 Valore stimato = Valore osservato I = Province overperforming con poca banda III = Province underperforming con molta banda II = Province overperforming con molta banda IV = Province underperforming con poca banda - 63 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 250 RM PO FI PI 200 II 150 186.78 I III SI GR AP TR MC PT PS PG AR MS VT LT AN LI LU IV FR RI 100 numero di linee bb su popolazione > 18 anni 280 Grafico 3.4 Diffusione della Banda Larga: Valori Osservati vs. Valori Stimati CENTRO 100 150 200 valori stimati 250 280 Valore stimato = Valore osservato I = Province overperforming con poca banda II = Province overperforming con molta banda - 64 - III = Province underperforming con molta banda IV = Province underperforming con poca banda CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 200 186.78 NA II III Valore Italia PE 150 BA I CZ MT TE TA CH CS PZ BN RC SA LE IV AQ FGCE AV KR BR CB VV 100 numero di linee bb su popolazione > 18 anni 250 Grafico 3.5 Diffusione della Banda Larga: Valori Osservati vs. Valori Stimati SUD IS 100 150 valori stimati 200 250 Valori stimato = Valore osservato I = Province overperforming con poca banda II = Province overperforming con molta banda - 65 - III = Province underperforming con molta banda IV = Province underperforming con poca banda CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 200 II 186.78 III CA Valore Italia PA CT RG SR SS 150 I IV ME EN TP NU AG OR CL 100 numero di linee bb su popolazione > 18 anni 250 Grafico 3.6 Diffusione della Banda Larga: Valori Osservati vs. Valori Stimati ISOLE 100 150 valori stimati 200 250 Valore stimato = Valore osservato I = Province overperforming con poca banda II = Province overperforming con molta banda - 66 - III = Province underperforming con molta banda IV = Province underperforming con poca banda CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE .4 Grafico 3.7: Sintesi dei principali risultati empirici I II .2 RG MT EN Residui 0 GR CA VA SIRE IM TN VB SR TR AN GO CH TE SS PZ PE AO CT CS AR MN LU LI ALSP BSPA PG VTTASOBG PT BI BN AG AV TP CN RC VICR VC UD PD PS PC SA NO RN PR FG LE BA RA PV MO ORNU BZ SV LTLO FR FO BL CE TV MS AQ CBKR VR ME RI CZ VV AT PN CO LC AP NA MC TO PI PO RM GE BO FI TS MI Intervallo di confidenza 95% -.2 RO CL BR FE IS IV Valore Italia = 186.78 -.4 100 VE 150 200 numero di linee su pop>18 - 67 - III 250 300 CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Figura 3.4: Classificazione delle Province in base alla Performance Parte A: Numero di Province Performance provinciale rispetto al modello stimato Performance provinciale rispetto al modello stimato poca banda molta banda 24 19 1 3 45 6 5 0 overperforming underperforming Parte B: Elenco delle Province Per fo rm a nc e pr ov in cia le r is pe tto al m o de llo s tim at o p oca b and a NO RD - O V ES T : Br e s cia, Ma nto va, Aless and ria , A sti, V er ba nia, La S p ez ia NO RD - ES T : P or de non e C EN T R O :G ro ss eto , A re z z o, T e rn i, M ac e ra ta ov er pe r for m ing S UD : Pot en z a, Ma ter a, C a tan z ar o, Co s en za, C hieti, Pes c ar a, T er am o IS O LE : P aler m o, C ata nia, R ag us a , Sir ac u s a, E n na , Sa s s ar i C EN T R O : A s coli P ic eno m olta ba nd a N O R D - O VE ST : M ilan o, V ar es e , T or ino , A osta , G en ov a, Im pe r ia N O R D -E ST : Bolo gn a, R e ggio E m ilia, Tr e nto , G or izia C EN T R O : F ir en z e, Sien a, Lu c ca, Liv o rn o, Pr ato , P is a, A nc o na , R om a . SU D : Na po li IS O LE : N O R D - O VE S T : Co m o, L ecc o I SO L E: C agliar i Pe rfo rm an c e pr ov in c ial e ris p etto a l m od e llo s tim ato u nde r per fo rm ing N O R D - O V EST : C une o, Pa via , V er c elli, N ov a ra , Biella, Be rg am o , S ond rio , C r em on a, Lo di, S avo na N O R D - O VE ST : N O R D - ES T : P ia c en za, T r ev is o, Pa do va, Ver on a, Vic en za, Ud ine , R ov ig o, B ellun o, Bolz a no N O R D - ES T: F or lì - C es e na , R av en na , R im ini, M od en a, Pa rm a , T r ie s te C EN T R O :F r os ino ne , R iet i, L at in a, Vite rb o, Ma s sa C a rr ar a, Pis to ia, Per u gia, P esa ro e U rb in o C EN T R O : S U D: Ba ri, Le c c e, T ar an to, F o ggia , R eg gio C alab ria , C r oto ne , V ib o V ale ntia , Sa le r no, Be ne v ent o, Ca s er ta , A v ellin o, C am po ba ss o, L 'A qu ila SU D: IS O LE : A gr ige nto , T r ap an i, Me ss ina , N uo r o, O ris t ano N O R D -E ST : F e rr a ra , Ve ne zia S UD : Br in dis i, Iser nia IS O LE : C a lt anis se tta - 68 - IS O LE : CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE 3.4.5 Analisi di previsione Riguardo la possibile evoluzione della diffusione del broadband tra la popolazione e le imprese, assume particolare interesse la questione riguardante la tendenza all’aumento o alla riduzione del divario tra le Province Italiane evidenziato nelle parti precedenti del capitolo. Diventa opportuno, quindi, verificare attraverso la costruzione di possibili scenari futuri quale potrà essere l’impatto di una variazione nelle variabili esplicative sullo stato attuale della diffusione del broadband. La costruzione degli scenari futuri, in questo lavoro, si concentra su due aspetti rilevanti: la tendenza all’invecchiamento della popolazione nelle province italiane; la dinamica del divario nella ricchezza tra province “ricche” e “povere”. A partire dalla stime empiriche precedentemente illustrate (modello 7 della tab. 3.7) sono stati prospettati dei plausibili scenari futuri sulla base di ipotesi circa l’andamento nel tempo della quota di popolazione con età superiore ai 65 anni e del divario nei consumi pro-capite tra le Province. L’obiettivo è quello di analizzare gli effetti di tali cambiamenti sulla diffusione del broadband nelle province sotto l’ipotesi che la variabilità degli altri regressori non differisca da quella del modello base (modello 7 tab. 3.7) e che la diffusione del broadband (variabili dipendente) rispecchi quella descritta nel paragrafo 3.3. L’invecchiamento della popolazione Uno dei principali problemi di natura demografica che accumuna i paesi più sviluppati dell’Unione Europea è la tendenza della popolazione ad invecchiare; la quota di “anziani”, cioè, tenderà nel futuro ad aumentare portando con se una serie di problemi legati principalmente alla composizione della forza lavoro, ma anche all’incremento delle spese sanitarie necessarie per salvaguardare la salute di tale categoria di cittadini. La tendenza al sovvertimento della piramide di età, quindi, è un problema molto sentito e potrebbe portare ad un rallentamento nella diffusione delle nuove tecnologie a causa della minore adattabilità, in termini principalmente di competenze, degli over 65. Per ciò che riguarda l’effetto sulla diffusione del broadband, quindi, è plausibile supporre un freno alla sua diffusione. Tuttavia, e come già messo in evidenza commentando le stime del modello base (modello 7 tab. 3.7), i risultati empirici non mostrano un effetto sistematico e negativo della quota di popolazione con età superiore ai 65 anni sulla diffusione del broadband: ma cosa accadrebbe se tale quota aumentasse nel tempo? Per rispondere al quesito il valore originario della quota di popolazione con età superiore ai 65 anni è stato sostituito con una stima al 2020 e al 2040 grazie all’utilizzo di un dataset, a cura dell’Istat, riguardante le previsioni circa l’andamento futuro della popolazione per fasce di età a livello provinciale. Le previsioni effettuate dall’Istat riguardano tre scenari futuri possibili: scenario alto, in cui la quota di popolazione over 65 cresce rapidamente; scenario basso, in cui la popolazione over 65 presenta quote crescenti rispetto a quelle attuali (2007), ma inferiori rispetto allo scenario “alto”; scenario centrale, in cui la popolazione over 65 si situa in una posizione di mezzo rispetto ai due senari precedentemente descritti. - 69 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE La tabella 3.8 Parte A confronta la quota di popolazione over 65 stimata per il 2020 e per il 2040 sotto l’ipotesi di uno scenario basso con quella rilevata effettivamente nel 2007. La Parte B della tabella, invece, confronta la quota di popolazione over 65 nel caso di uno scenario alto23. Nella tabella 3.9 vengono proposte le stime in riferimento ad uno scenario “basso”; la tabella consente di confrontare i modelli stimati al 2020 e al 2040 con quello al 2007 (modello 7 tab. 4.7). Analogo discorso vale per il caso dello scenario “alto” le cui stime sono riportate nella tabella 4.10. Rispetto al modello originario (colonna 2007, tab. 3.9 e 3.10) le proiezioni future non generano cambiamenti rilevanti nelle stime; la quota di popolazione over 65, cioè, non pare influenzare la diffusione del broadband sia nel caso di scenario basso sia nel caso di scenario alto, così come non si modificano i segni e la significatività degli altri regressori. Interessante è notare che a mano a mano che la quota di popolazione over 65 cresce, il relativo segno nel modello econometrico è positivo in tutte le specificazioni anche se permane la non significatività della variabile. L’unico effetto di rilievo è individuabile in un aumento dell’elasticità delle linee broadband al reddito, a conferma che sono soprattutto le disparità economiche a determinare una differente diffusione del broadband tra le Province Italiane. 23 Non essendoci diversità nei risultati, per brevità di esposizione non si riportano i dati relativi all’ipotesi di scenario centrale preferendo porre l’attenzione sui due scenari più estremi, quello alto e quello basso. Nel caso i risultati dei due scenari estremi fossero stati di segno opposto, allora quelli ottenuti dall’applicazione al modello di uno scenario centrale avrebbero potuto fornire informazioni aggiuntive circa l’effetto dell’invecchiamento della popolazione sulla diffusione delle linee broadband; poiché i risultati sono pressoché simili per tutti e tre gli scenari, i risultati relativi allo scenario centrale non rivestono particolare interesse e una loro mancata rappresentazione non genera una perdita rilevante di informazione. - 70 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Tabella 3.8: scenari relativi all’invecchiamento della popolazione quota % di popolazione > 65 anni Parte A: scenario basso Province Media Std. Dev. Min Max 2007 103 21.02 2.80 14.17 27.77 2020 103 23.22 2.07 18.32 28.77 2040 103 31.55 1.96 27.83 36.19 Parte B: scenario alto Province Media Std. Dev. Min Max 2007 103 21.02 2.80 14.17 27.77 2020 103 23.69 2.08 18.90 29.39 2040 103 32.08 2.53 27.41 38.24 Tabella 3.9: Stime OLS scenario basso 2007 VARIABILI PROVINCIALI con_pc RICCHEZZA E ISTRUZIONE istruzione pop_65 DEMOGRAFICO TERRITORIALI modello_3 modello_1 modello_2 modello_3 modello_1 modello_2 modello_3 0.669*** 0.664*** 0.397*** 0.638*** 0.646*** 0.411*** 0.630*** 0.647*** 0.450*** (9.136) (9.176) (3.939) (10.263) (10.453) (4.196) (11.013) (10.947) (5.136) 0.179*** 0.148*** 0.112*** 0.182*** 0.149*** 0.116*** 0.184*** 0.150*** 0.112*** (5.771) (4.479) (3.533) (5.821) (4.517) (3.689) (5.791) (4.528) (3.572) -0.006 -0.003 0.011 -0.003 -0.000 0.012 0.001 0.001 0.004 (-1.046) (-0.515) (1.321) (-0.429) (-0.037) (1.267) (0.126) (0.194) (0.605) q_com_pic -0.002* -0.002** -0.002* -0.002** -0.002* -0.002** (-2.460) (-3.118) (-2.583) (-2.943) (-2.604) (-2.905) 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 (0.272) (0.901) (0.347) (0.826) (0.346) (0.642) t_occ forza_la hhi VARIABILITÀ DELL'OFFERTA _cons 2040 modello_2 q_mon MERCATO DEL LAVORO 2020 modello_1 -0.005 -0.004 -0.001 (-1.170) (-1.020) (-0.356) 0.017 0.016 0.010 (1.975) (1.925) (1.650) -0.208*** -0.198*** -0.204*** (-3.989) (-3.762) (-3.810) -1.825** -1.614* 2.185* -1.611** -1.494** 1.848 -1.632** -1.555* 1.710 (-2.868) (-2.558) (2.178) (-2.888) (-2.699) (1.932) (-2.649) (-2.411) (1.648) N 103.000 103.000 103.000 103.000 103.000 103.000 103.000 103.000 103.000 r2_a 0.623 0.642 0.701 0.619 0.641 0.701 0.618 0.641 0.697 * p<0.05, ** p<0.01, ***p<0.001 errori robusti all'eteroschedasticità Tabella 3.10: Stime OLS scenario alto 2007 VARIABILI PROVINCIALI con_pc RICCHEZZA E ISTRUZIONE istruzione pop_65 DEMOGRAFICO TERRITORIALI modello_3 modello_1 modello_2 modello_3 modello_1 modello_2 0.669*** 0.664*** 0.397*** 0.634*** 0.643*** 0.415*** 0.640*** 0.655*** 0.455*** (9.136) (9.176) (3.939) (10.488) (10.677) (4.354) (10.495) (10.078) (5.231) 0.179*** 0.148*** 0.112*** 0.182*** 0.149*** 0.116*** 0.185*** 0.150*** 0.113*** (5.771) (4.479) (3.533) (5.830) (4.531) (3.693) (5.768) (4.535) (3.587) -0.006 -0.003 0.011 -0.002 0.001 0.012 0.002 0.002 0.005 (-0.515) (1.321) (-0.284) (0.105) (1.376) (0.461) (0.413) (0.916) -0.002* -0.002** -0.002* -0.002** -0.002* -0.002** (-2.460) (-3.118) (-2.598) (-2.940) (-2.578) (-2.881) 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 0.000 (0.272) (0.901) (0.363) (0.795) (0.322) (0.585) t_occ forza_la hhi _cons modello_3 (-1.046) q_com_pic VARIABILITÀ DELL'OFFERTA 2040 modello_2 q_mon MERCATO DEL LAVORO 2020 modello_1 -0.005 -0.004 -0.001 (-1.170) (-1.063) (-0.244) 0.017 0.016* 0.011 (1.975) (2.020) (1.818) -0.208*** -0.196*** -0.202*** (-3.989) (-3.709) (-3.753) -1.825** -1.614* 2.185* -1.594** -1.490** 1.766 -1.780** -1.668* 1.560 (-2.868) (-2.558) (2.178) (-2.893) (-2.718) (1.855) (-2.672) (-2.349) (1.460) N 103.000 103.000 103.000 103.000 103.000 103.000 103.000 103.000 103.000 r2_a 0.623 0.642 0.701 0.618 0.641 0.702 0.619 0.642 0.698 * p<0.05, ** p<0.01, ***p<0.001 errori robusti all'eteroschedasticità - 71 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE La dinamica della ricchezza Per quanto riguarda l’analisi dei divari in termini di ricchezza economica tra le Province, non disponendo di previsioni sui futuri scenari possibili come nel caso della popolazione, si è agito sulla distribuzione della variabile utilizzata nel modello base (modello 7 tab. 3.7), vale a dire i consumi pro-capite non alimentari. Gli scenari ipotizzati sono due: riduzione della “povertà” (scenario 1) in cui si ipotizzata una riduzione del 5% del divario nei consumi pro-capite tra la Provincia “più ricca” e quella “più povera”; aumento della “povertà” (scenario 2) in cui si ipotizza un aumento del divario nei consumi, sempre del 5%, tra la Provincia “più ricca” e quella “più povera”. La distribuzione della ricchezza tra le Province, nel lavoro misurata dai consumi pro-capite, tende a riflettere il dualismo Centro – Nord da una parte e Sud dall’altra; basti pensare che le venticinque province che mostrano i livelli di consumo pro-capite più basso appartengono tutte all’area del Mezzogiorno, mentre le 25 province con i consumi più elevati appartengono tutte al cento Nord24. I due scenari, quindi, riflettono due possibili evoluzioni degli assetti economici in Italia; nel caso di riduzione (scenario 1) si ipotizza un processo di avvicinamento nella ricchezza delle province in quanto i consumi delle Provincie “più povere” tende ad avvicinarsi a quella della Provincie “più ricche”; in altri termini si riduce il divario nei consumi tra le Province. Nel secondo caso (scenario 2), invece, si ipotizza un possibile rafforzamento dell’attuale situazione che vede le Province del Sud mediamente più povere di quelle del Centro – Nord; in altri termini, la distanza tra le Province “ricche” e quelle “povere” aumenta. La tabella 3.11 mostra i risultati dell’applicazione di questi due scenari al modello originale (modello 7 tab. 3.7). Per la creazione degli scenari si è ipotizzato una variazione del 5% nel divario tra Province “povere” e Province “ricche”; nel caso di un 5% in meno si fa riferimento allo scenario 1 mentre nel caso di un aumento del 5% del divario si fa riferimento allo scenario 2. Per quanto riguarda il primo scenario (riduzione del divario nei consumi), i risultati evidenziano una riduzione nella variabilità di linee broadband del 6.69%; in media, cioè, la differenza nel numero di linee broadband pro capite tra la Provincia “ricca” e la Provincia “povera” passa da 27 (modello base) a 25 nel caso di una riduzione del divario nella ricchezza. Discorso opposto può essere fatto nel caso dello scenario 2 (aumento del divario nei consumi); se il divario tra la ricchezza delle Provincie “ricche” e quella “povere” dovesse aumentare del 5% la variabilità nelle linee broadband aumenterebbe del 4.53%, vale a dire che in media la differenza nel numero di linee broadband tra Province “ricche” e Province “povere” passa da 27 (modello base) a 28. Tale analisi evidenzia la rilevanza del livello di ricchezza nel determinare la diffusione del broadband a livello provinciale; aumenti di benessere, in particolare un “avvicinamento” delle aree “più povere” ai valori di ricchezza delle aree “più ricche”, sembrerebbero poter garantire una maggiore diffusione del broadband tra la popolazione e le imprese. Viceversa, un aumento della “povertà”, rischia di essere un rilevante vincolo alla diffusione del broadband, alimentando il “digital divide” interno. 24 Nella creazione degli scenari per Provincia “più povera” si intende quella Provincia che mostra il livello dei consumi pro-capite più alto tra le Province che si posizionano nella parte bassa della distribuzione (25° percentile), mentre la Provincia “più ricca” corrisponde a quella il cui valore dei consumi pro-capite è il minore tra le Province con maggiori consumi (75° percentile). La scelta di una simile misura del divario nella ricchezza è del tutto arbitraria, tuttavia appare essere una buona approssimazione della disparità economica tra le Province cogliendo a pieno il dualismo Nord – Sud. - 72 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Tabella 3.11: Scenari relativi alla dinamica sulla ricchezza scenario 1 scenario 2 riduzione della aumento della modello base "povertà" del "povertà" del 5% 5% (migliaia di euro) consumi 75° percentile 14180.73 (A) 178.30 178.30 178.30 consumi 25° percentile variabilità nelle linee BB pro-capite 9476.07 (B) 151.62 153.40 150.41 n. linee broadband pro-capite (C)=(A)-(B) 26.69 24.90 27.90 variazione % della varibailità di linee BB -6.69% +4.53% *Il numero di linee broadband è ottenuto tenedo costanti al loro valore medio le variabili esplicative diverse dai consumi pro-capite. Nel caso in cui anche i consumi pro-capite fossero tenuti al loro valore medio, il numero di linee broadbandpro-capite sarebbe di 165.57. **Il consumo minimo pro-capite aumenta (scenario 1) e diminuisce (scenario 2) del 2.4% a partire da 9.476,07 euro 3.5. Conclusioni I risultati empirici mostrano la presenza di un digital divide di tipo culturale; l’attuale dotazione di infrastrutture di telecomunicazioni nel Sud, seppure inferiore al Centro – Nord, riproduce le differenze in termini di ricchezza e di consumi determinando diversi livelli di diffusione del broadband all’interno del Paese sia per ciò che riguarda le famiglie, sia perciò che riguarda le imprese. Ci sono indizi, quindi, per una minore diffusione del broadband nel Mezzogiorno per motivi legati a fattori di domanda. Importanti fattori che fungono da deterrente alla diffusione della banda larga riguardano la dispersione della popolazione che caratterizza alcune aree dell’Italia, tanto al Sud che al Nord, e la limitata concorrenza tra gli operatori nei mercati locali. Questi aspetti, considerati nell’analisi quali elementi caratterizzanti il territorio, determinano un digital divide di tipo infrastrutturale. In particolare la bassa densità di popolazione presente in alcune aree geografiche rende queste ultime poco appetibili agli investimenti da parte degli operatori privati e molto spesso cadono in una situazione di digital divide infrastrutturale di medio – lungo periodo. Il gap infrastrutturale, quindi, non appare essere del tutto superato in quanto gli operatori privati non hanno interesse ad investire nelle zone a bassa domanda a patto che non vi siano incentivi alla domanda (per esempio contributo dello stato a famiglie ed imprese per attivare connessioni a banda larga) o incentivi dal lato offerta (per esempio cofinanziamento nella realizzazione delle infrastrutture). Considerando una eventuale futura crescita della domanda e soprattutto il progresso tecnologico che offre la possibilità di connettersi sempre a “maggiori velocità”, non colmare il gap in infrastrutture rischierebbe di aumentare ulteriormente il digital divide tra zone ricche e densamente popolate, presso le quali si diffondono rapidamente le nuove tecnologie e quindi con un livello di “informatizzazione” maggiore, e zone povere e scarsamente abitate dove tenderanno a diffondersi tecnologie ormai diventate obsolete. Dall’analisi condotta sui possibili scenari futuri, emerge che una riduzione nei divari della ricchezza tra le Province, evento sicuramente auspicabile dato il dualismo esistente tra Sud e Centro-Nord, sarebbe in grado di garantire una maggiore diffusione del broadband. La tendenza all’invecchiamento della popolazione, invece, non sembra generare particolari vincoli nonostante sia opinione comune che la presenza di over 65 rappresenti un deterrente alla diffusione della banda larga. La disponibilità sempre maggiore di contenuti e servizi di e-government e di e-business è un potenziale da sfruttare per spingere al massimo l’alfabetizzazione informatica di famiglie e imprese - 73 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE e far crescere, contemporaneamente, la domanda di connessione a banda larga a patto di colmare il digital divide infrastrutturale. Le politiche anti-digital divide, quindi, devono essere costituite da un mix di scelte collegate alla riduzione dell’analfabetismo informatico e alla infrastrutturazione delle zone che presentano situazioni di divario. L’analisi condotta, inoltre, consiglia l’attuazione di politiche differenziate a seconda della differente causa che determina l’arretratezza di un’area rispetto ad un’altra. La riduzione del digital divide culturale passa anche attraverso iniziative riguardanti i distretti digitali, la scuola, la telemedicina e l’offerta di servizi pubblici; la tendenza all’utilizzo della “rete” come uno strumento quotidiano di cui non si può fare a meno, infatti, appare sempre di più l’asse portante per lo sviluppo socio-economico delle moderne economie. risultati mostrano la presenza di un digital divide di tipo culturale; l’attuale dotazione di infrastrutture di telecomunicazioni nel Sud, seppure inferiore al Centro – Nord, riproduce le differenze in termini di ricchezza e di consumi determinando diversi livelli di diffusione del broadband all’interno del Paese sia per ciò che riguarda le famiglie, sia perciò che riguarda le imprese. Ci sono indizi, quindi, per una minore diffusione del broadband nel Mezzogiorno per motivi legati a fattori di domanda. Importanti fattori che fungono da deterrente alla diffusione della banda larga riguardano la dispersione della popolazione che caratterizza alcune aree dell’Italia, tanto al Sud che al Nord, e la limitata concorrenza tra gli operatori nei mercati locali. Questi aspetti, considerati nell’analisi quali elementi caratterizzanti il territorio, determinano un digital divide di tipo infrastrutturale. In particolare la bassa densità di popolazione presente in alcune aree geografiche rende queste ultime poco appetibili agli investimenti da parte degli operatori privati e molto spesso cadono in una situazione di digital divide infrastrutturale di medio – lungo periodo. Il gap infrastrutturale, quindi, non appare essere del tutto superato in quanto gli operatori privati non hanno interesse ad investire nelle zone a bassa domanda a patto che non vi siano incentivi alla domanda (per esempio contributo dello stato a famiglie ed imprese per attivare connessioni a banda larga) o incentivi dal lato offerta (per esempio cofinanziamento nella realizzazione delle infrastrutture). Considerando una eventuale futura crescita della domanda e soprattutto il progresso tecnologico che offre la possibilità di connettersi sempre a “maggiori velocità”, non colmare il gap in infrastrutture rischierebbe di aumentare ulteriormente il digital divide tra zone ricche e densamente popolate, presso le quali si diffondono rapidamente le nuove tecnologie e quindi con un livello di “informatizzazione” maggiore, e zone povere e scarsamente abitate dove tenderanno a diffondersi tecnologie ormai diventate obsolete. La disponibilità sempre maggiore di contenuti e servizi di e-government e di e-business è un potenziale da sfruttare per spingere al massimo l’alfabetizzazione informatica di famiglie e imprese e far crescere, contemporaneamente, la domanda di connessione a banda larga a patto di colmare il digital divide infrastrutturale. Le politiche anti-digital divide, quindi, devono essere costituite da un mix di scelte collegate alla riduzione dell’analfabetismo informatico e alla infrastrutturazione delle zone che presentano situazioni di divario. L’analisi condotta, inoltre, consiglia l’attuazione di politiche differenziate a seconda della differente causa che determina l’arretratezza di un’area rispetto ad un’altra. La riduzione del digital divide culturale passa anche attraverso iniziative riguardanti i distretti digitali, la scuola, la telemedicina e l’offerta di servizi pubblici; la tendenza all’utilizzo della “rete” come uno strumento quotidiano di cui non si può fare a meno, infatti, appare sempre di più l’asse portante per lo sviluppo socio-economico delle moderne economie. - 74 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE A3.1 Procedura della misurazione del numero di linee a banda larga a livello Provinciale. La tabella A3.1 mostra i principali valori del campione AGCOM; i dati relativi alle linee (che tendono ad equivalere alle sottoscrizioni) sono stati raccolti a livello di centrale. In pratica, il campione AGCOM fornisce il dato nazionale delle sottoscrizioni alle linee a banda larga, ma raccoglie dati a livello di singole centrali NO ULL sparse su tutto il territorio nazionale. Per arrivare ad avere il totale di linee a livello provinciale, quindi, è necessario attribuire alle singole province anche le linee attivate su centrali NO ULL. Tabella A3.1: Dettaglio Campione AGCOM Campione Italia Rapporto % (A) (B) (A)/(B) n° centrali * 1.432 n.d n.d n° linee equivalenti 13.138.384 24.129.460 54,450% -n° linee equivalenti residenziali 9.360.678 16.845.587 55,568% -n° linee equivalenti non residenziali 3.777.700 7.301.198 51,741% n° linee BB 5.722.351 9.240.395 61,928% -linee BB asimmetriche 5.325.118 8.685.951 61,307% -linee BB simmetriche in rame 163.086 320.288 50,919% 234.147 234.156 99,996% -linee BB simmetriche in fibra * comprende anche i nodi di raccolta degli accessi di proprietà dell’operatore che sia compatibile, per caratteristiche di dimensione dell’utenza raccolta e distanza della stessa,ad una centrale telefonica urbana in cui viene fornito il servizio di FULL ULL. La figura A1 rappresenta la tipologia di dati a disposizione; se l’obiettivo è quello di arrivare a determinare la distribuzione delle linee di banda larga a livello provinciale, è necessario individuare una metodologia di attribuzione alle singole province della differenza tra il totale linee a livello nazionale ed il numero di linee broadband del campione AGCOM. La tabella 1 fornisce il numero di linee che è necessario attribuire alle singole province; le linee campionate a livello di provincia sono 5.722.351, mentre il totale nazionale è di 9.240.395. Bisogna attribuire, quindi, 3.518.044 di linee, ovvero il 38% circa di linee. - 75 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Figura A3.1: Il problema del campionamento delle linee BB - AGCOM ITALIA centrali NO - ULL (Incumbent) centrali ULL (AgCom) province Totale Nazionale Linee Broadband centrale 9.240.395 Il campionamento dell’AGCOM non è avvenuto in maniera casuale; non era, infatti, nel loro interesse raccogliere dati a livello provinciale per lo studio del digital divide, ma piuttosto per analizzare fenomeni legati alla concorrenza tra operatori. Tale presupposto è rilevante in quanto il campione di centrali risulta sproporzionato (sbilanciato) a favore delle province che sono più densamente popolate. È evidente che, sia per motivi legati a fattori tecnologi e di investimento, che a fattori di domanda, la penetrazione del broadband è favorita da contesti ambientali fortemente urbanizzati e pianeggianti, e la diffusione delle centrali ULL è maggiore nei territori con tali caratteristiche. Un ulteriore metodo per descrivere i dati a disposizione ed il problema dell’attribuzione delle linee su centrali NO –ULL, è rappresentato nella figura A2, che individua analiticamente il problema dell’attribuzione delle linee. Figura A3.2: Schema interpretativo delle linee broadband per provincia X1 . . = S1 . . + u1 . . Xj . . = Sj . . + uj . . X102 = S102 + u102 XIta=ΣXj = ΣSj + Σuj X = Totale linee BB S = Totale Linee campionate UTotale = Σuj = X - S j=1…103, province - 76 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Dallo schema emerge che è necessario stimare la quota u che rappresenta la quota di linee non campionate attribuibile ad ogni singola provincia. Mentre a livello provinciale l’unico valore a noi noto è Sj, a livello nazionale conosciamo sia X che S; in altri termini, i dati a disposizione ci consentono di ripartire la differenza tra il totale linee nazionale e il totale nazionale delle linee campionate solo dopo l’individuazione di un adeguato indice di ripartizione. L’indice di ripartizione è stato ottenuto utilizzando i dati forniti da Telecom relativi al numero di linee di larga banda nelle centrali NO – ULL nelle varie Province italiane nel 2009. La base di partenza per la determinazione della variabile dipendente (numero di linee BB) è il campione AGCOM (Sj); da questo dato bisogna risalire a quello totale per provincia (Xj). Per risalire a tale numero è stato individuato il valore residuo (uj) attraverso la seguente procedura: [1] (numero _ linee _ NO − ULL) j = (inc j ) Numero _ totale _ linee _ NO − ULL 2009 [2] [3] u j = inc j ∗ U totale X j = Sj +uj Dove UTotale è il numero delle linee di larga banda nel 2007 dato dalla differenza fra il totale italiano delle linee banda larga meno linee campione AGCOM. La tabella A2 riporta la graduatoria tra le Province; i primi posti sono occupati prevalentemente da grandi città; si evidenzia, inoltre, l’assenza, se si esclude Napoli, di Province del meridione sopra il valore medio nazionale. - 77 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Tabella A3.2: Province per numero di linee a banda larga pro-capite (linee broadband graduatoria / pop. ≥ 18 anni) * 1000 1 270.52 2 261.77 3 251.24 4 242.37 5 227.98 6 227.55 7 227.28 8 224.80 9 220.18 10 214.91 11 211.69 12 205.21 13 205.08 14 201.92 15 200.34 16 200.16 17 200.13 18 199.53 19 196.57 20 196.21 21 195.41 22 195.31 23 195.13 24 194.95 25 194.14 26 192.00 27 191.75 28 191.38 186.79 29 186.72 30 185.72 31 184.96 32 183.75 33 183.34 34 181.48 35 181.07 36 180.76 37 180.29 38 180.04 39 179.50 40 177.69 41 176.27 42 176.07 43 175.70 44 173.17 45 172.65 46 172.42 provincia regione macroarea Milano Roma Bologna Trieste Genova Prato Firenze Como Pisa Torino Napoli Varese Rimini Lecco Trento Gorizia Ancona Aosta Forlì-Cesena Livorno Imperia Ravenna Parma Modena Reggio Emilia Siena Cagliari Lucca ITALIA Pescara Grosseto Verona Padova Ascoli Piceno Terni Venezia Pordenone Palermo Biella Savona Novara Macerata Brescia Piacenza Catania Bolzano Udine Lombardia Lazio Emilia Friuli Liguria Toscana Toscana Lombardia Toscana Piemonte Campania Lombardia Emilia Lombardia Trentino Friuli Marche Valle d'Aosta Emilia Toscana Liguria Emilia Emilia Emilia Emilia Toscana Sardegna Toscana ITALIA Abruzzo Toscana Veneto Veneto Marche Umbria Veneto Friuli Sicilia Piemonte Liguria Piemonte Marche Lombardia Emilia Sicilia Trentino Friuli Nord-Ovest Centro Nord-Est Nord-Est Nord-Ovest Centro Centro Nord-Ovest Centro Nord-Ovest Sud Nord-Ovest Nord-Est Nord-Ovest Nord-Est Nord-Est Centro Nord-Ovest Nord-Est Centro Nord-Ovest Nord-Est Nord-Est Nord-Est Nord-Est Centro Isole Centro ITALIA Sud Centro Nord-Est Nord-Est Centro Centro Nord-Est Nord-Est Isole Nord-Ovest Nord-Ovest Nord-Ovest Centro Nord-Ovest Nord-Est Isole Nord-Est Nord-Est - 78 - CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Continuo tabella A3.2 (linee broadband graduatoria / pop. ≥ 18 anni) provincia * 1000 47 172.12 Pistoia 48 170.97 La Spezia 49 168.40 Pesaro e Urbino 50 167.75 Verbania 51 167.42 Alessandria 52 167.10 Ragusa 53 166.09 Siracusa 54 165.55 Vercelli 55 164.38 Pavia 56 163.11 Sassari 57 163.01 Bergamo 58 162.90 Bari 59 161.96 Perugia 60 161.75 Asti 61 159.62 Mantova 62 158.24 Sondrio 63 157.94 Cremona 64 157.86 Arezzo 65 157.66 Belluno 66 156.11 Massa Carrara 67 155.23 Taranto 68 154.74 Vicenza 69 154.52 Teramo 70 152.74 Ferrara 71 152.60 Viterbo 72 150.89 Lodi 73 150.77 Catanzaro 74 149.96 Messina 75 147.89 Latina 76 145.89 Chieti 77 145.88 Reggio Calabria 78 145.78 Treviso 79 145.66 L'Aquila 80 144.83 Matera 81 143.91 Salerno 82 143.42 Lecce 83 141.97 Enna 84 139.51 Cuneo 85 138.30 Cosenza 86 135.61 Foggia 87 134.62 Trapani 88 134.30 Caserta 89 132.61 Frosinone 90 128.36 Rieti 91 126.19 Rovigo 92 125.75 Avellino 93 123.83 Potenza 94 120.40 Nuoro 95 120.20 Crotone - 79 - regione macroarea Toscana Liguria Marche Piemonte Piemonte Sicilia Sicilia Piemonte Lombardia Sardegna Lombardia Puglia Umbria Piemonte Lombardia Lombardia Lombardia Toscana Veneto Toscana Puglia Veneto Abruzzo Emilia Lazio Lombardia Calabria Sicilia Lazio Abruzzo Calabria Veneto Abruzzo Basilicata Campania Puglia Sicilia Piemonte Calabria Puglia Sicilia Campania Lazio Lazio Veneto Campania Basilicata Sardegna Calabria Centro Nord-Ovest Centro Nord-Ovest Nord-Ovest Isole Isole Nord-Ovest Nord-Ovest Isole Nord-Ovest Sud Centro Nord-Ovest Nord-Ovest Nord-Ovest Nord-Ovest Centro Nord-Est Centro Sud Nord-Est Sud Nord-Est Centro Nord-Ovest Sud Isole Centro Sud Sud Nord-Est Sud Sud Sud Sud Isole Nord-Ovest Sud Sud Isole Sud Centro Centro Nord-Est Sud Sud Isole Sud CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Continuo tabella A3.2 (linee broadband graduatoria / pop. ≥ 18 anni) provincia * 1000 96 117.51 Agrigento 97 116.65 Oristano 98 115.92 Brindisi 99 115.76 Benevento 100 115.69 Campobasso 101 106.39 Vibo Valentia 102 103.02 Caltanissetta 103 97.40 Isernia - 80 - regione macroarea Sicilia Sardegna Puglia Campania Molise Calabria Sicilia Molise Isole Isole Sud Sud Sud Sud Isole Sud CAPITOLO 3 LA DIFFUSIONE DEL BROADBAND IN ITALIA: UN’ANALISI A LIVELLO PROVINCIALE Bibliografia International Telecommunication Union. 2003, Promoting broadband: Background paper for workshop on promoting broadband,, disponibile alla pagina web: www.itu.int/osg/spu/ni/promotebroadband/PB03-PromotingBroadband.pdf Organization for Economic Co-operation and Development. 2003, Development in local loop unbundling. OECD, Paris. Organization for Economic Co-operation and Development. 2008. Broadband Growth and Policies in OECD Countries, Paris. DotEcon & Criterion Economics. July 2003 “Competition in broadband provision and its implication for regulatory policy: A report for the Brussels Round Table”, disponibile alla pagina web: www.dotecon.com/publications/BRTfull15-10-03.pdf Measuring the Economic Impact of Broadband Deployment, 2006 Final Report Prepared for the U.S. Department of Commerce, Economic Development Administration, February. National Telecommunications and Information Administration (NTIA). Luglio 1995. Falling Through the Net: a Survey of the “Have Nots” in Rural and Urban America. Ciapanna E., Sabbatini D. 2008. La Banda Larga in Italia, Questioni di Economia e Finanza n. 34, Banca D’Italia. - 81 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN CAPITOLO 4 LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN 4.1 Introduzione La crescita della domanda di servizi erogabili attraverso le reti NGN rappresenta al tempo stesso sia il presupposto per la crescita della domanda di banda da parte dell’economia sia la conseguenza di una maggiore diffusione delle reti stesse. È, perciò, fondamentale spiegare come caratteristiche tecniche delle reti possano incidere sulla domanda di servizi, sulla domanda di banda minima necessaria alla loro erogazione e, quindi, sulla capacità complessiva delle reti stesse. Nella prima parte del capitolo si presenterà un modello teorico di tipo microeconomico che permetterà di definire le curve di domanda aggregate di diversi servizi. Tali domande dipenderanno da: variabili socio-demografiche, che descrivono la popolazione di riferimento; da variabili tecnologiche, che definiscono la tipologia di servizi e il tipo di connessione e di capacità di banda esistenti; da variabili economiche, che spiegano la struttura e la condotta di imprese pubbliche e private che competono nell'erogazione di servizi a volte complementari a volte sostituti. Originalità del modello proposto è la capacità di spiegare il ruolo della velocità o capacità di banda disponibile a livello di utente residenziale nelle decisioni di accesso ad internet e ad i servizi attraverso essa erogati. L’analisi proposta metterà in luce, in un contesto di eterogeneità nelle preferenze dei consumatori, l’impatto positivo del passaggio dalla “banda larga” alla “banda ultra larga” in termini non solo di diffusione dei servizi ma anche di penetrazione del servizio stesso di accesso ad internet. Nella seconda parte di questo capitolo troveranno spazio le classificazioni dei servizi ed un’analisi statistico-descrittiva dei fattori che spiegano la diffusione degli stessi. Tali fattori saranno necessariamente i regressori di un modello econometrico che voglia stimare le funzioni di domanda derivate dal modello microeconomico. Infine, si verificherà empiricamente la posizione di ritardo strutturale dell’Italia rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea e del OECD, non solo relativamente alla diffusione della larga banda, ma soprattutto in termini di penetrazione dei servizi attraverso essa erogati. - 82 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN 4.2 Model setting: il lato della domanda I servizi internet possono essere visti come beni differenziati rispetto ai quali esiste un’eterogeneità di preferenze da parte degli utenti. Per poter modellare tale eterogeneità nelle preferenze, si consideri un numero finito di utenti residenziali caratterizzati ognuno da una personale valutazione marginale dei servizi erogati attraverso la rete internet. Tali valutazioni, rilevanti nella scelta dei consumatori, sono identificate come variabili casuali stocasticamente distribuite in modo indipendente nella popolazione di riferimento. Le ipotesi sulla loro distribuzione saranno, quindi, cruciali nel processo di aggregazione delle domande individuali per poter determinare le domande di mercato dei servizi. Sebbene solo la fruizione di servizi incida sul livello di benessere del singolo utente, prerequisito tecnico perché tale fruizione di realizzi è che il singolo utente abbia accesso ad internet. La rete internet, quindi, si configura come una piattaforma attraverso la quale il consumatore viene a contatto con imprese e pubbliche amministrazioni erogatrici di una pluralità di servizi, in alcuni casi già erogati su piattaforme alternative, in altri casi innovativi. Per un esempio di servizi in concorrenza con altre piattaforme si pensi ai servizi di web-Tv sostituti più o meno perfetti di altri contenuti multimediali erogati attraverso broadcasters analogici, digitali o satellitari. Invece, per un esempio di servizi innovativi non erogabili in piattaforme diverse da internet, si pensi alle metodologie più recenti di e-Healthing. Il prezzo di accesso alla rete, quindi, è un primo fattore determinante per spiegare la domanda dei servizi da essa supportati.25 I servizi sono erogati attraverso internet da una pluralità di soggetti e soddisfano una pluralità di bisogni. Agli occhi del consumatore finale ogni servizio può essere caratterizzato dalle seguenti variabili: il prezzo del servizio (in molti casi pari a zero), l'indice di qualità del servizio, la capacità di banda necessaria per poter usufruire in modo soddisfacente del servizio. Sebbene la numerosità dei servizi potenzialmente disponibili è infinita, per vincoli tecno-economici il numero di servizi effettivamente domandati è chiaramente limitato, cioè solo per alcuni l'utente mostrerà una domanda positiva. Tale scelta tra le altre variabili dipenderà anche dal grado di sostituibilità o complementarietà tra i servizi erogati via internet e tra tutti i servizi erogati anche attraverso piattaforme alternative. Analiticamente il processo di scelta può essere rappresentato nel modo seguente. Se consideriamo il consumatore i, le sue preferenze per tutti i beni e servizi potenzialmente disponibili, saranno rappresentate dalla seguente funzione di utilità, quale funzione obiettivo del suo processo di scelta. U i = U (θ i , k1 ,..., k n ,..., k N ; xi1 ,..., xin ,..., xiN , Yi ) = N α β = θ i ∑ in xin2 − in2 xin3 + ∑ γ inm xin xim + Yi kn n =1 k n m≠n (4.1) dove i è il pedice che indica il singolo utente; n=1,…,N è il pedice che indica il singolo servizio; 25 Tale prezzo è spesso riconducibile ad una tariffa a due parti. Infatti, i contratti di accesso più diffusi prevedono o una tariffa flat, cioè in somma fissa ed indipendente dal tempo di connessione o dalla capacità di banda effettivamente utilizzata; oppure una tariffa lineare, che comporta che al contributo in somma fissa (canone) che spesso può essere pari a zero si aggiunge un contributo proporzionale al tempo di connessione e/o alla capacità di banda effettivamente utilizzata. - 83 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN xi1,..., xiN sono le quantità consumate dall'utente i-esimo dei servizi 1,…,N (queste sono le variabili di controllo del problema di scelta); sono le quantità ottime di banda che permettono una fruizione soddisfacente dei servizi erogati attraverso la rete internet; N è, quindi, il numero di servizi a cui ha potenzialmente accesso ogni utente non solo attraverso internet; Yi è la quantità consumata del bene composito ed è caratterizzata da un'utilità marginale unitaria; α in , β in sono i parametri della funzione di utilità del consumatore i che definiscono la sua valutazione marginale del servizio n; γ inm è il parametro che esprime per l'utente i il grado di complementarietà (se positivo) o di sostituibilità (se negativo) tra i servizi n e m; k1,...,k N I servizi a cui il consumatore ha potenzialmente accesso sono veicolati attraverso internet. La variabile xin misura le unità di banda disponibile, in Mbps, allocate dall’utente i alla fruizione del servizio n . La funzione di utilità è stata ipotizzata di tipo quasi lineare. Tale formulazione ha la proprietà di considerare l'effetto reddito significativo solo per il consumo del bene numerario Yi e permette di derivare funzioni di domanda lineari per i servizi xin , facilmente stimabili. Abbiamo ipotizzato che i servizi possano essere complementari o sostituti tra loro.26 La particolare funzione di utilità considerata gode di alcune proprietà che ben descrivono la particolare tipologia di servizi considerati. Per semplicità inizialmente ipotizziamo che, nella (4.1), ∀n, m, γ inm = 0 . Assumiamo, quindi, che i servizi usufruibili attraverso l’accesso ad internet siano caratterizzati da una funzione di utilità marginale, Uin’, di tipo quadratica: questa assumerà valori nulli se allochiamo unità infinitesimali di banda che non permettono l'accesso al servizio. La stessa sarà crescente rispetto alla quantità di banda dedicata al servizio, fino al raggiungimento della dimensione soddisfacente di banda allocata, kn, che caratterizza il singolo servizio; allocando ulteriore banda al medesimo servizio la sua utilità marginale sarà decrescente fino a tendere a zero, ~ quando raggiunge un punto di sazietà, k n multiplo di kn. L'utilità derivante dal consumo di ogni singolo servizio sarà misurabile, quindi, come l'integrale della funzione di utilità marginale Uin’. Ne consegue che per ogni servizio l'utilità derivante dall’allocazione della banda disponibile sarà una funzione crescente (convessa per xin ≤ k n poi concava) della porzione di banda effettivamente destinata al servizio, xin. Questo fino al punto di sazietà. Nella Figura 4.1 e Figura 4.2 sono rappresentate rispettivamente l'utilità marginale U′ e l’utilità totale U derivanti dal consumo di un servizio, in funzione della banda destinata alla sua fruizione, xin. Quando confrontiamo più servizi, l’ipotesi rilevante è che quelli a minor richiesta di banda diano inizialmente un'utilità marginale maggiore, raggiungano prima il valore massimo dell'utilità marginale e il loro punto di sazietà. In Figura 4.3 abbiamo rappresentato le utilità marginali U′ di tre servizi caratterizzati da livelli di banda ottimale crescenti (k1 in blu, k2, in verde e k3, con k1<k2<k3). La funzione di utilità specificata al punto (4.1) per opportuni valori dei parametri α in , β in e γ inm soddisfa le proprietà finora descritte. 26 Inoltre, potremmo immaginare che gli stessi parametri siano positivamente (o negativamente) correlati col numero di utenti che contemporaneamente usufruiscono dello stesso servizio, introducendo nel modello esternalità positive (o negative) di rete per almeno alcuni dei servizi considerati. - 84 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Utilità Marginale ~ kn kn xn in Mbps Figura 4.1. L’utilità marginale di un servizio in funzione della capacità di banda ad esso dedicata. Utilità derivante dal servizio ~ kn kn xn in Mbps Figura 4.2. L’utilità totale derivante da un servizio in funzione della capacità di banda ad esso dedicata. - 85 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Utilità Marginale k1 k2 ~ k1 k3 ~ k2 xn in Mbps ~ k3 Figura 4.3. L’utilità marginale derivante da tre servizi in funzione della capacità di banda ad essi dedicata. La scelta di consumo dell'utente i è determinata, oltre che dalle sue preferenze, da diversi vincoli di tipo economico e tecnico. Il primo di questi è il tipico vincolo di bilancio, (4.2). N ∑I in p n + T ( Bi ) + Yi ≤ Mi (4.2) n =1 dove - In è una variabile indicatore che assume valore 1 quando xin > 0 e valore 0 quando xin =0;. - pn indica il prezzo di ciascun servizio: esso è nullo per molti servizi erogati gratuitamente in rete (e-mail provider, news web sites, ...); - T(Bi) è la tariffa pagato per l'accesso ad Internet: essa è funzione dell'ampiezza di banda complessiva offerta del provider, Bi; - Mi è il reddito monetario. Si noti che il prezzo del bene numerario è ovviamente unitario. Ipotizziamo che il reddito sia sufficientemente alto da garantire in equilibrio, in ogni contesto, il consumo di quantità positive del bene numerario. Un secondo vincolo rilevante nella scelta del consumatore è un vincolo tecnico di allocazione della banda disponibile, (4.3), secondo il quale se esprimiamo la domanda di servizi in Mbps, la somma della banda utilizzata non può essere superiore alla banda disponibile, anch’essa misurata in Mbps. ∑ xin ≤ Bi (4.3) n dove Bi indica la banda effettivamente disponibile a livello di utente finale i. Si ipotizza, quindi, che il contratto di connessione ad Internet sia caratterizzato da un valore massimo di utilizzo della banda, in Mbps, oltre il quale la fruizione contemporanea di più servizi internet sia impossibile o, comunque, vi sia un degrado così significativo della qualità di fruizione degli stessi da rendere nulla l'utilità derivante. In alcuni casi l'ampiezza della banda a disposizione B è esogena. In altri essa stessa è una variabile di controllo del consumatore che può scegliere tra una pluralità di offerte che a tariffe differenti, T(Bi) permettono l'accesso alla rete internet con - 86 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN capacità di banda differenti, Bi. Attraverso il vincolo tecnico (4.3) possiamo rappresentare i casi di congestione nell'accesso ad internet quando il collo di bottiglia è rappresentato dalla porzione di banda concessa al singolo utente. Si noti che quest'ultimo vincolo dipenderà non soltanto dal numero di servizi consumati contemporaneamente ma anche dalla loro "pesantezza" in Mbps. Un aumento della banda disponibile o un suo utilizzo più efficiente renderanno non solo possibile l'accesso a servizi relativamente più bisognosi di banda ma aumenterà il numero di servizi contemporaneamente usufruibili dal singolo utente. Infatti, è facile intuire come sia necessario un aumento della banda minima garantita all'utente finale per poter stimolare a livello di utente il processo di convergenza verso la piattaforma internet di servizi già veicolati attraverso altre piattaforme27. Si pensi di nuovo ai contenuti multimediali via internet sostitutivi di altri contenuti veicolati dalle diverse piattaforme di broadcasting esistenti. La presenza di tale vincolo spiegherà in equilibrio la relazione esistente tra la capacità massima di traffico supportata dalla rete internet in aggregato, la sua ripartizione in termini di banda minima per utente, nonché la domanda per utente ed aggregata dei diversi servizi. Un terzo gruppo di vincoli tecnici riguarda la non negatività della quantità di banda allocata per ogni servizio. ∀n = 1,..., N , xin ≥ 0 (4.4) Si rimanda all’appendice per la derivazione analitica delle funzioni di domanda marshalliane dei servizi e l’analisi dell’impatto delle esternalità di rete sulla loro determinazione. 4.2.1 Risultati del modello teorico Il modello microeconomico proposto vuole spiegare le scelte di consumo di utenti residenziali con riferimento alla decisione di accedere o non accedere alla rete internet; alla scelta dei servizi, a pagamento o free, erogati attraverso la rete; alla decisione di allocazione della banda disponibile tra i diversi servizi. Date le ipotesi strutturali proposte, definita la banda a disposizione del singolo utente, egli deciderà di allocarla inizialmente ai servizi meno bisognosi di banda, (e-mail, web-surfing, …) decidendo di usufruire via via di servizi che richiedono maggiore capacità di banda (p2p, web-tv, …) solo se per farlo non dovrà sacrificare totalmente il consumo dei servizi precedenti. All’aumentare della banda disponibile il consumatore allarga, quindi, il paniere di servizi acquistati. Poiché la tipologia e la numerosità di servizi acquistati definiscono congiuntamente l’utilità complessiva derivante dall’accesso alla rete, è chiaro come la capacità di banda della rete incida positivamente sull’attrattività della stessa e sul suo coefficiente di penetrazione nella popolazione. Questo è significativamente vero sotto opportuni vincoli di prezzo I risultati del modello possono essere sintetizzati come segue. o L’ampiezza di banda disponibile spiega le scelte di accesso alla rete e la composizione del paniere dei servizi erogati. o Nell’allocazione della banda disponibile a livello individuale i consumatori danno priorità a servizi che non hanno sostituti stretti in altre piattaforme e che hanno soglie di banda ottimale minori; solo in presenza di larga banda o ultra banda i consumatori, solo i consumatori con un’alta propensione all’utilizzo della rete 27 La possibilità che il singolo utente scelga di ricevere attraverso la piattaforma internet simultaneamente i servizi di telefonia (e video-telefonia), internet e televisione ad alta definizione (HD-TV) dipende dalla capacità della rete di supportare tali servizi. - 87 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN decideranno di usufruire –anche- dei servizi più bisognosi di Kbps. In nessun caso rinunceranno a servizi basilari (e-mail) per poter usufruire di servizi più bisognosi di banda (web-tv). o L’ampiezza di banda disponibile a livello individuale spiega i coefficienti di penetrazione nella popolazione del servizio di accesso ad internet e di tutti i servizi ad essa collegati. o Se la disponibilità di banda a livello individuale incide direttamente sulla composizione dei servizi acquistabili e indirettamente sulla valutazione che i singoli fanno dell’accesso o meno alla rete stessa, allora a livello aggregato la stessa variabile spiega il coefficiente di penetrazione della rete internet e dei livelli ad essa collegati nella popolazione. Infatti, al crescere della banda disponibile cresce non solo la numerosità di servizi potenzialmente acquistati, ma anche il numero di utenti che decidono ad accedere alla rete. I nuovi clienti richiederanno però, non per forza i servizi più bisognosi di Kbps. o In aggregato la domanda di accesso a Internet è decrescente rispetto al prezzo di accesso ma un aumento della banda disponibile a livello individuale crea una traslazione verso l’alto della stessa. o Data la rivalità in termini di allocazione del reddito dei servizi erogati attraverso internet rispetto ad altri beni più o meni sostituti, a parità di banda disponibile, K, un aumento del prezzo di accesso, P, riduce il numero di persone disposte ad accedere ad internet, D. All’aumentare della banda, aumentano le potenzialità di consumo attraverso la rete e, quindi, anche l’utilità indiretta relativa. Questa ipotesi è stata confermata a livello empirico (Lee –Brown, 2007; Savage-Waldman, 2005). Come mostrato in Figura 4.4, a parità di prezzo più persone, con diverse propensione marginale al consumo, preferiranno accedere ad internet (D = D(K,P) con DK>0 e DP<0). Se, però, l’aumento della banda disponibile si accompagna ad un significativo aumento dei prezzi di accesso, l’effetto totale in termini di penetrazione può essere anche negativo.. Figura 4.4. Traslazione della curva di domanda a seguito di un aumento della banda disponibile All’aumentare della banda minima disponibile abbiamo una traslazione della domanda di accesso a internet, tipicamente decrescente. Accessi ad Internet - 88 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN o L’ampiezza della a banda disponibile a livello individuale ma soprattutto la capacità espressa dalle dorsali di aggregazione del traffico influisce sulla sostenibilità tecnica dei servizi potenzialmente erogati attraverso la rete. o Se la banda disponibile a livello individuale cresce del 10%, la domanda di banda a livello aggregato – tenuto conto dei nuovi utenti attratti dalle maggiori potenzialità di utilizzo della rete – crescerà molto di più del 10%, generando possibili collassi della rete non a livello individuale ma a livello di backbone! Un sottodimensionamento della rete può ridurre a livello individuale la fruibilità dei servizi in rete e, quindi, anche la disponibilità a pagare per essi; in aggregato potremmo assistere ad una contrazione, o mancata crescita degli utenti della rete. o L’accesso ad internet è un servizio caratterizzato da rivalità nell’allocazione della banda complessiva. Ogni forma di regolamentazione della rete deve riguardare, quindi. ogni canale (fisso o mobile) di accesso alla rete. o Infatti, poiché la banda è finita a livello aggregato la sua ripartizione dipenderà dalla domanda di traffico da parte non solo di utenti domestici, residenziali e non, ma anche da parte di utenti mobili che attraverso sistemi di WiFi/UMTS integrati accedendone ai medesimi contenuti. Quest’ultima tipologia di utenti, seppur per vincoli tecnici per lo più rivolti a servizi che singolarmente richiedono meno Mbps, incide sensibilmente nella domanda di banda. Un esempio recente è rappresentato dagli episodi di collasso della rete internet statunitense di quest’estate, non per la richiesta di servizi che necessitano singolarmente molti Kbps, ma per la domanda simultanea di accesso di nuovi utenti mobili intenzionati a visionare contemporaneamente le pagine web del medesimo social network: facebook! 4.2.2 Evidenza empirica: il ruolo della velocità o capacità di banda La capacità o velocità di banda, misurata in Kbps o Mbps, rappresenta il livello qualitativo di un servizio, l’accesso ad internet, percepito come verticalmente differenziato. All’aumentare della banda disponibile non solo aumenta la velocità di fruizione dei servizi esistenti, ma soprattutto si rende possibile la fruizione, anche simultanea, di ulteriori servizi. Come evidenziato dal modello teorico proposto, proprio la disponibilità di banda a livello di utente residenziale è un fattore necessario per permettere il processo di convergenza sulla piattaforma internet di servizi già veicolati da piattaforme tradizionali. Come evidenziato dai dati di fonte OECD28, nel periodo 2005-2008, analizzando le offerte commerciali dei primi operatori dei diversi paesi, si registra un aumento medio della velocità di connessione offerta del 28,99%. Nel caso italiano, con riferimento all’operatore Telecom Italia e all’offerta commerciale denominata “Alice”, l’aumento registrato supera il 400%, passando in tre anni da un’offerta di connessione ADSL a 4Mbps ad una a 20Mbps. Seppur la variazione misurata sia superiore alla media OECD, in termini di livelli il paese è ancora lontano dalla frontiera su cui troviamo paesi come il Giappone o la Corea del Sud per i quali si misurano connessioni ad oltre 100Mbps. Sembra, quindi, intuitivo come i livelli da una parte e le variazioni dall’altra della velocità di connessione offerta possano sia spiegare i tassi di crescita positivi del servizio di accesso ad internet, sia il ritardo relativo di alcuni paesi, quali l’Italia. Raffrontando il numero di famiglie che nel periodo 2005-2007 ha avuto accesso ad una connessione domestica a banda larga, alla variabile capacità di banda, che misura la velocità di connessione offerta nei diversi paesi, si registra una correlazione positiva (+0.5563, in logaritmi)29. 28 Cfr. Tabella A4.2.1 in appendice A4.2. Cfr. Appendice A4.2, Tabella A4.2.3, per le misure di correlazione tra le principali variabili presupposte a spiegare il processo di diffusione del servizio di accesso a internet. 29 - 89 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Tale grado di correlazione è secondo solo a quello tra il numero di famiglie che nel periodo 20052007 avevano accesso ad una connessione domestica a banda larga e il numero di famiglie che nel periodo 2005-2007 avevano accesso ad un computer tra le mura di casa (+0.8566, in logaritmi). Questo è un primo indizio dell’importanza della velocità di connessione per spiegare l’attrattività e, quindi, il livello di penetrazione della rete internet. Ulteriore conferma dell’importanza della velocità di connessione (o capacità di banda) per spiegare il processo di diffusione della rete broadband si ha avuto quando, utilizzando i dati relativi ai paesi dell’OECD30, si è stimato un modello di tipo log-log in cui come variabile dipendente abbiamo considerato il coefficiente di penetrazione in % del servizio di accesso a reti internet broadband, e tra i regressori abbiamo ipotizzato proprio la velocità di connessione. La variabile velocità di connessione è risultata significativa31 per spiegare la diffusione del fenomeno e dalla stima risulta un’elasticità, non standardizzata, del coefficiente di penetrazione della broadband alla velocità di connessione pari a +0.1261. Oltre al coefficiente di penetrazione dei computer all’interno delle mura domestiche (+1.4076) è risultato significativo il livello di urbanizzazione del paese (+0.1084). Se inseriamo tra i regressori anche la percentuale di immigranti sul totale della popolazione, quest’ultima risulta significativa, così come tutti i regressori precedentemente considerati. Il coefficiente stimato è anche in questo caso positivo e pari a +0.0769.32: quest’ultima evidenza empirica non dovrebbe sorprendere poiché tipicamente gli immigrati domandano servizi di accesso a internet per poter comunicare in modo relativamente più economico coi paesi di provenienza (servizi di telefonia voip, web-tv e web-surfing su host nazionali ed in lingua nazionale, ecc.). Una stima della domanda dei diversi servizi in funzione anche della velocità di connessione non è possibile per mancanza di dati confrontabili di fonte OECD. Tale carenza è la principale criticità riscontrata nello sviluppo del progetto. Ciò nonostante, alcune considerazioni sono possibili. In particolare, se (i) la diffusione della rete è un prerequisito indispensabile per usufruire di servizi attraverso essa erogati; se (ii) la diffusione della rete risente significativamente della velocità di connessione; allora, coerentemente col modello teorico proposto, (iii) la velocità di connessione incidendo sull’attrattività della rete e sulla numerosità dei servizi potenzialmente disponibili in rete, aumenta sicuramente la domanda dei servizi erogati. 30 Si sono considerati dati annuali per il periodo 2005-2007 riferiti ai 30 paesi OECD: Australia, Austria, Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia Francia, Germania Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Corea del Sud, Lussemburgo, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Regno Uniti e Stati Uniti. Le variabili considerate sono state: il coefficiente di penetrazione in % del servizio di accesso a reti internet broadband; il prodotto interno lordo procapite in USD, deflazionato a parità di potere d’acquisto;il prezzo di accesso a reti internet broadband, in USD, deflazionato a parità di potere d’acquisto; la percentuale di individui che usa il computer a casa; l’ indice di urbanizzazione costruito = r/(1-r) , dove r è la percentuale della popolazione che risiede in aree urbane; la percentuale della popolazione che frequenta la scuola primaria o secondaria; il livello di investimenti pubblici (procapite e non) in TLC in USD, deflazionato a parità di potere d’acquisto; la velocità media “advertised” di connessione in Kbps. 31 In Appendice A4.2, Tabella A4.2.4 proponiamo sei diversi modelli di stima della domanda (R1-R6). I coefficienti presentati fanno riferimento al modello R6, preferibile per parsimonia nel numero di regressori, maggiore capacità di misurare la variabilità del fenomeno, maggiori gradi di libertà. I coefficienti stimati nel modello R6 di poco differiscono da quelli stimati nel modello R5 in cui, però, abbiamo inserito tra i regressori la variabile LMG che, sempre in logaritmi, misura l’intensità dei flussi migratori. 32 Tabelle A4.2.4, modello R5. - 90 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN 4.2.3 Stima delle funzioni di domanda e offerta dei servizi e sviluppi futuri dell’analisi Coerentemente col modello microeconomico proposto, il paniere di servizi domandati dall'utente iesimo dipenderà in equilibrio da variabili di natura non solo economica. Infatti, partendo dalla forma della funzione di utilità, (4.1), i parametri che identificano la valutazione marginale della qualità dei singoli servizi da parte dei diversi utenti non possono non dipendere da ben definite caratteristiche socio-demografiche della popolazione di riferimento quali, per esempio, il genere, l'età, il livello di istruzione, il livello di informatizzazione, il luogo di residenza, ecc.; queste variabili sono spesso utilizzate in letteratura per spiegare la segmentazione della domanda di accesso ad internet e di servizi erogati attraverso la rete. Variabili economiche quali il reddito ed i prezzi di accesso alla rete e ai diversi servizi attraverso il vincolo di bilancio, (4.2), incidono sulle scelte di consumo dell'utente. Queste ultime variabili dipenderanno in modo stringente non solo dalla struttura e dal tipo di condotta ipotizzata sul lato dell'offerta (concentrazione, differenziazione, strutture tariffarie adottate, livello di integrazione tra gestore della rete ed erogatori dei servizi, livello di sostituibilità e complementarietà tra segmenti della rete e/o tra piattaforme differenti, ecc.) ma anche dal tipo di regolamentazione esistente. Infine, altre variabili di tipo tecnologico quali la banda minima disponibile o la domanda di banda per utente, nonché la capacità massima di traffico della rete stessa spiegano attraverso il vincolo tecnologico, (4.3), il numero e la tipologia di servizi raggiungibili contemporaneamente attraverso la connessione ad internet. In particolare, innovazioni specifiche quali lo sviluppo di NGN e l'aumento della banda disponibile, o semplicemente la definizioni di softwares di compressione del segnale che riducano la domanda di Mbps per singoli servizi, incideranno significativamente sulla composizione del paniere di servizi domandati. Lo sviluppo naturale della nostra analisi porterebbe, quindi, a proporre un modello econometrico di stima simultanea delle funzioni di domanda e di offerta di accesso ad internet, di domanda e di offerta dei singoli servizi. Un simile modello econometrico potrebbe verificare a livello di singolo servizio la significatività della variabile che misura la capacità di banda disponibile. Inoltre, utilizzando le stime econometriche della domanda per diversi servizi, si potrebbe non solo inferire la domanda complessiva di banda e la sua evoluzione per utente, per segmento della domanda ed in aggregato; ma si potrebbe valutare, attraverso simulazioni, l'effetto di specifici shocks o breaks strutturali. Per esempio, ogni forma di regolamentazione che possa incidere sulla struttura dell'offerta dei servizi o sugli schemi tariffari proposti potrebbe essere analizzata attraverso un'opportuna valutazione dell'impatto sulle variabili economiche rilevanti nel modello. Lo stesso vale per processi di concentrazione o di integrazione verticale. Dal punto di vista della tecnologia, il passaggio da reti a banda larga a reti a banda ultra-larga potrebbe essere misurato come un allentamento del vincolo tecnico sull'utilizzo di banda da parte del singolo utente permettendo di creare domanda positiva per un numero superiore di servizi, anche quelli più pesanti in termini di Mbps. In particolare, una simulazione di questo tipo potrebbe spiegare come il passaggio alla banda ultra-larga possa essere necessario non essenzialmente per veicolare contenuti multimediali che seppur pesanti sono tuttoggi potenzialmente supportati attraverso una connessione tradizionale33, ma per permettere l'utilizzo simultaneo da parte di più utenti di più servizi, anche quelli più bisognosi di banda. Infatti, come mostrato dal modello, l’aumento della capacità di traffico complessiva della rete e la successiva rimozione del vincolo di banda minima a livello di utente finale sono un requisito necessario per stimolare la domanda di mercato di servizi. 33 La connessione a doppino senza ipotizzare processi particolarmente accentuati di dispersione o di congestione esternalità all'unità residenziale, attraverso le attuali reti ADSL, può garantire una banda massima in download pari almeno a 20Mbps. Tale valore di banda è sufficiente per veicolare contenuti multimediali ad alta definizione nel caso di comunicazioni unidirezionali, se l’utente non volesse utilizzare altri servizi via internet contemporaneamente. Il maggiore collo di bottiglia potrebbe essere rappresentato dal sottodimensionamento della rete internet, dei servers o dei providers che non sono spesso in grado di supportare il traffico generato nel caso in cui più utenti simultaneamente volessero avere accesso allo stesso contenuto multimediale ad alta definizione. - 91 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Allo stato attuale una simile analisi non è realizzabile per la completa assenza di microdati e di macrodati disaggregati almeno per unità amministrative non superiori alle nostre regioni34. Infatti, gli stessi dati macroeconomici disponibili per nazioni, di fonte OECD o Eurostat, mostrano enormi difficoltà di comparazione a causa non solo della limitata numerosità delle osservazioni disponibili ma, soprattutto, per le diverse definizioni delle variabili adottate, dei diversi metodi di misurazione utilizzati, della diversa frequenza di rilevazione degli stessi35. In termini di stima e previsione delle domande e offerte dei servizi, l’assenza di microdati rappresenta il maggior punto di criticità riscontrato nella nostra analisi. Risulta, quindi, prioritario, quale sviluppo naturale del progetto, la creazione di un questionario da sottoporre a consumatori, imprese del settore e pubbliche amministrazioni al fine di creare una survey di dati sui servizi disaggregati per provincie se non per comuni. Le potenzialità di utilizzo di tale survey sono duplici: da una parte, si potranno derivare modelli di previsione microeconometrici della domanda di accesso alla rete e di servizi utilizzati come riferimento per ogni politica industriale e regolamentale nel settore; dall’altra sarà possibile monitorare il processo di diffusione della banda larga e dei servizi attraverso essa erogati in comparazione con gli altri paesi dell’Unione Europea e dell’OECD. Tutto ciò permetterà una valutazione comparativa dell’efficacia delle politiche pubbliche e di regolamentazione intraprese nei diversi paesi. 4.3 Tipologia dei servizi e fattori rilevanti per la loro diffusione Le applicazioni o servizi che potenzialmente trovano diffusione attraverso connessioni a banda larga sono classificabili secondo il tipo di utente di riferimento (residenziale o commerciale), secondo la natura giuridica del provider che tipicamente fornisce il servizio (imprese private o istituzioni pubbliche), secondo la frequenza con la quale gli utenti utilizzano tali servizi (always on, quotidianamente, periodicamente, in modo straordinario), nonché secondo il tipo di bisogno o esigenza che soddisfano (commerciali, produttive, di telecomunicazione, di intrattenimento, amministrative, …). Secondo tale tassonomia avremo: - Servizi d’intrattenimento per utenti residenziali a frequenza quotidiana quali per esempio l’intrattenimento video e audio attraverso contenuti veicolati on-demand attraverso la rete internet (web-tv, IPTV o video on demand), nonché i games-on-line, cioè la possibilità di interagire in tempo reale con altri giocatori ubicati chi sa dove nella rete internet (giochi d’azzardo ma anche giochi di ruolo o più comuni videogiochi). Possono essere ricondotti a questa categoria i social networks (my-space, facebook,…) che permettono all’utente di creare e condividere in tempo reale ogni tipo di contenuto multimediale (testi, fotografie, video, presentazioni). - Servizi amministrativi per utenti residenziali e commerciali a frequenza non quotidiana quali ad esempio l’e-government (o digital government), l’e-learning e il tele-health. L’e- 34 Con riferimento alla classificazione europea, servirebbero dati relative ad unità amministrative di tipo almeno NUTS2. 35 Un esempio per tutti. L’indice di penetrazione della banda larga, che troviamo nei dataset di fonte sia OECD sia Eurostat, viene misurato in un caso come percentuale degli individui che hanno stabilmente accesso ad una connessione a banda larga, nell’altro come la percentuale delle famiglie, a volte ancora come la percentuale di linee sul totale dedicate a questo tipo di servizio. - 92 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN government rappresenta la possibilità per il cittadino di accedere ai servizi delle pubbliche amministrazioni in maniera telematica. Tale accesso prevede la visione di contenuti ma anche soprattutto la possibilità di interagire con la pubblica amministrazione compilando richieste, ottenendo in tempo reale certificati ed attestati. L’e-learning rappresenta la possibilità di usufruire on-demand di contenuti didattici, quali lezioni universitarie e non. Infine, il tele-health rappresenta la possibilità di accedere a servizi sanitari on-line. Questi servizi sono rivolti potenzialmente a tutta la popolazione di un’area amministrativa, anche se il loro utilizzo è spesso occasionale. I providers di contenuti sono tipicamente enti pubblici o organismi non-profits. - Servizi commerciali rivolti a utenti residenziali e non ad accesso quasi quotidiano. Rientrano in questa categoria l’e-commerce, già supportato dalle connessioni a banda stretta, ma anche l’e-banking che richiede standard di sicurezza a stabilità della connessione sensibili menti maggiori di molti altri servizi. - Servizi produttivi per utenti non residenziali (imprese). Rientra in questa categoria ogni forma di teleworking (telelavoro) in cui il prestatore d’opera lavora in luoghi differenti dalla sede fisica della società per la quale lavora e accede attraverso softwares dedicati attraverso intenet a servers aziendali e/o reti intranet. - Servizi di telecomunicazione rivolti ad utenti residenziali e non. Si pensi in questo caso alle potenzialità di sviluppo di servizi già in parte supportati da connessioni tradizionali quali l’instant-messaging, le teleconferenze e il VOIP. Oltre che aumentare la produttività delle imprese, i nuovi servizi di telecomunicazione attraverso internet hanno un impatto rilevante sugli usi e le abitudini degli utenti residenziali. La possibilità di essere always on ha reso la telefonia via internet un concorrente sempre più economico e competitivo della telefonia fissa, che trova i suoi maggiori vantaggi nelle chiamate internazionali ed intercontinentali. Queste ultime hanno raggiunto una qualità accettabile solo grazie alla diffusione delle NGN. La Tabella 4.1, sintetizza con riferimento ad alcune delle principali applicazioni per le nuove reti a banda larga le informazioni tecniche ed economiche necessarie per descriverne la struttura di mercato. In particolare oltre all’indicazione del bit rate minimo e di quello ottimale per la sua fruizione, di ogni applicazione abbiamo indicato quale sia la dotazione hardware e software necessaria, se sia un servizio tipicamente free o a pagamento, se la sua fruizione richieda l’interazione con altri utenti o semplicemente l’accesso ad un server provider. Con riferimento alla Tabella 4.1, sono state indicate con l’asterisco (“*”), le applicazioni che necessitano della larga banda come condizione minima per essere supportati: queste applicazioni sono tipicamente quelle che richiedono lo scambio di file multimediali ((Near)Video-on-Demand, Movies-on-Demand e Digital TV). Gli altri servizi citati, invece, solo con una rete a larga banda possono raggiungere il Bit-rate ottimale.36 Nella colonna etichettata con la locuzione “hardware specifico”, si fa riferimento all’utilizzo di periferiche diverse da quelle minime necessarie per il corretto funzionamento di un PC connesso alla rete (monitor, mouse e tastiera). Si parla, invece, di “software specifico” con riferimento alla reperibilità gratuita (F=freeware) in rete dello stesso o alla sua preesistenza in una qualsiasi configurazione standard, nonché alla possibilità di utilizzo di una pluralità di softwares compatibili reperibili anch’essi in rete gratuitamente37; ovvero se il software sia di proprietà (P) del provider del 36 Per la distinzione fra banda larga ed ultralarga si veda il Rapporto Intermedio del W P 1.1, pag.18. Si consideri, per esempio, ai servizi di Video-on-demand che tipicamente richiedono l’utilizzo di un qualsiasi browser (Microsoft Explorer, Mozilla Firefox, Google Chrome, ecc…) e di un qualsiasi lettore multimediale (Microsoft Media Player, Video Lan VLC, ecc…). 37 - 93 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN servizio, cioè sia sviluppato “ad hoc” dal fornitore dei contenuti e non ammetta come sostituti altri software legalmente disponibili in modo gratuito in rete. La sesta variabile considerata è la presenza di “esternalità di rete”, indicando la possibilità che la valutazione da parte dell’utente della qualità e del livello di fruizione del servizio siano positivamente correlate alla contemporanea presenza in rete di più fruitori dello stesso servizio. In questo caso non vi è necessariamente una trasmissione di dati bilaterale tra i singoli utente, ma uno stesso server provider può assolvere la funzione di piattaforma di scambio di dati tra più utenti contemporaneamente connessi.38 La penultima colonna indica l’esistenza di un “prezzo di accesso” al servizio, quando diverso da quello necessario per connettersi alla rete internet. Tale informazione risulta fondamentale per definire i mercati rilevanti dei diversi servizi.39 Infine l’ultima colonna intitolata “ruolo imprese” indica rispetto ai diversi servizi delle NGN in quale lato del mercato troviamo le imprese (D, domanda; O; offerta; D/O, sia domanda sia offerta). Quando le imprese rappresentano il lato della domanda dei servizi, un loro sviluppo ed utilizzo maggiore aumenta l’efficienza produttiva delle stesse, cioè incide sulla loro produttività. Quando le imprese rappresentano il lato dell’offerta, una maggiore diffusione della rete a larga banda rappresenta una possibilità di crescita e maggiore profittabilità per le imprese.40 Tabella 4.1. Caratteristiche tecniche ed economiche di alcune applicazioni su rete a larga banda. Applicazioni / Servizi Bit Rate Minimo in kbps Hardware specifico Softwares specifico Esternalità di rete Prezzo di accesso Ruolo Imprese Altre Piattaforme 110 110 110 Bit Rate Ottimo in kbps 7000 800 7000 Tele-working Video-conferenza Tele or ELearning Digital o EGovernment Tele-medicine o tele-health Video-telefonia (Near)Video-onDemand* Movies-onDemand* Audio-onDemand Telegames E-Commerce Electronic Banking Electronic Newspaper Digital TV* Social Networks NO webcam webcam P F P Sì Sì No No Sì - D/O D/O O No Sì Sì 40 7000 NO P No No D Sì 110 7000 NO P No No O Sì 70 1000 200 7000 NO NO F F Sì No Sì - D/O O Sì Sì 1000 7000 NO F No - O Sì 110 700 NO F No - O No 40 40 40 600 7000 400 Console NO NO P F F Sì No No Sì No No O D/O D/O No Sì Sì 40 2000 NO F No No O No 1000 40 7000 7000 NO webcam F F No Sì Sì Sì O O Sì No P= di proprietà; F= freeware; D= domanda; O= offerta; D/O= domanda ed offerta. * indica quei servizi non erogabili in assenza di una connessione a larga banda. 38 La presenza di più utenti contemporaneamente che usufruiscono dello stesso servizio può essere fonte di congestione, cioè rallentamento ed impossibilità di trasferimento dei dati, ma anche potenziamento del servizio. Si pensi in quest’ultimo caso a servizi di condivisione di files (pear-to-pear) che permettono il download contemporaneo da più sorgenti o la visione di contenuti multimediali in streaming, tecnologia secondo la quale il computer di ogni singolo utente diventa automaticamente “ripetitore del segnale”, cioè diventa server, per altri utenti. 39 Si pensi per esempio al servizio di Audio-on demand fornito da siti come per esempio ITunes di Apple che permettono di acquistare on-line file musicali in formato .mp3. 40 Si considerino in questo caso come le potenziali di sviluppo di servizi quali per esempio l’e-commerce per una singola impresa risenta, tra i tanti fattori, del grado di diffusione della rete internet tra i suoi potenziali clienti. - 94 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN 4.4 Fattori comuni che spiegano la diffusione dei servizi su banda larga Questa sezione si soffermerà su quali siano i fattori comuni che in modo trasversale influenzano la diffusione non solo del servizio di accesso ad una rete internet a larga banda, ma anche di tutti i servizi/applicazioni che utilizzano la rete internet quale infrastruttura necessaria (essential facility). Ogni politica che incida su uno o più dei fattori di seguito elencati si ripercuoterà in modo orizzontale, ad intensità diversa, su tutti i servizi/applicazioni delle NGN. Studi econometrici recenti per lo più su dati dell’OECD41 hanno evidenziato quali possano essere i fattori che in modo trasversale spiegano il successo dei servizi per le nuove reti di larga banda. Molti di questi fattori sono comuni al processo di diffusione della banda larga stessa, altri in modo più specifico influenzano una tipologia di servizi più di altri. Per quanto riguarda il lato della domanda, le variabili significative sono rappresentate dal prezzo della connessione e del servizio specifico, il reddito medio nonché la distribuzione del reddito, il livello di educazione ed il livello di informatizzazione, le caratteristiche geografiche e la dimensione del mercato di riferimento. Per quanto riguarda il lato dell’offerta risultano particolarmente rilevanti le variabili che definiscono il livello di concorrenza sui mercati di riferimento quali la liberalizzazione della rete di telefonia fissa, il livello di concentrazione, il livello di integrazione verticale degli operatori, la soglia minima del servizio nonché variabili territoriali quali, ad esempio, il livello e tipo di urbanizzazione o densità abitativa. In particolare: • Prezzi. Un abbassamento del prezzo della connessione ha l’effetto di aumentare la domanda di connessioni ad internet e di tutti i servizi ad essa correlati. Tale variabile è estremamente rilevante per quei servizi quali, ad esempio, quelli di e-Government che vengono erogati gratuitamente dalle pubbliche amministrazioni. In modo complementare un abbassamento del prezzo dei servizi rappresenta un chiaro volano di crescita degli stessi42 43. • Il reddito pro-capite e la sua distribuzione. Esiste chiaramente una correlazione positive tra il reddito pro-capite e la diffusione di servizi terziari alle famiglie e alle imprese. Meno chiara la relazione che lega la distribuzione (più o meno equa) del reddito con la diffusione della banda larga. Tale relazione diventa ancor meno decifrabile quando, all’interno della stessa nazione, in regioni relativamente “meno ricche” all’iniziativa privata si sostituiscono ingenti trasferimenti pubblici o comunitari per coprire il cosiddetto digital devide o aumentare la diffusione di quei servizi di TLC che rientrino nella categoria degli universal services. Infatti, investimenti strutturali nel settore ICT sono ormai considerati un fattore esogeno di sviluppo locale proprio per la capacità di questo settore di pervadere in modo trasversale, a livello di innovazione di processo, ogni altro settore produttivo. • Livello di istruzione e di informatizzazione. Persone con un grado di istruzione superiore sono i potenziali utenti dei servizi di internet. È necessario, infatti, oltre al possesso di hardwares e softwares specifici per connettersi alla rete, che l’utente potenziale sia in possesso del know how 41 Cfr. tra gli altri de Ridder, 2007. Esistono, però delle eccezioni. Il Giappone che sempre secondo i dati OECD è il paese nel quale i prezzi medi per la connessione e per i servizi su larga banda sono inferiori, non entra nella Top 10 in termini di percentuale di penetrazione della rete a larga banda. 43 Vi sono molti servizi/applicazioni che sono erogati gratuitamente da imprese commerciali quali quelle che gestiscono i cosiddetti social networks o i server per la condivisione di contenuti multimediali. Di nuovo, per servizi di questo tipo non è il prezzo degli stessi la variabile che possa spiegare differenziali di diffusione degli stessi tra regioni o nazioni. 42 - 95 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN minimo per poter sfruttare tali servizi: famigliarità con la navigazione in rete, conoscenza almeno elementare della lingua inglese, ecc44. Strettamente correlata. quindi, è la percentuale di persone che usano abitualmente un computer e/o ne posseggono uno. Quest’ultima è una variabile che più di altre può essere positivamente influenzata da una politica pubblica di incentivi. • Condizioni geografiche e relativo isolamento. Non è un mistero che in Europa i paesi in cui in generale i servizi di TLC hanno raggiunto i più alti livelli di penetrazione siano principalmente i paesi scandinavi, Norvegia Svezia e Finlandia, e l’Islanda45. Infatti, climi molto rigidi e relativa difficoltà nella mobilità delle persone favoriscono l’utilizzo di servizi TLC che mettano in contatto in modo virtuale la popolazione. In questi paesi ingenti sono gli investimenti pubblici per estendere il più possibile la copertura internet del territorio, anche sfruttando tecnologie di tipo wireless.46 Con molta probabilità tali investimenti non potranno che incidere positivamente oltre che sulla decisione di connettersi alla rete e sul tempo di permanenza di fronte ad un computer, anche sulla diffusione dei servizi via internet, sul loro livello qualitativo e soprattutto sul livello di spesa per tali servizi. • Densità Abitativa e modelli di urbanizzazione. Se ci riferiamo ad infrastrutture fisiche di telecomunicazione, come per esempio le reti ADSL tradizionali (non wireless) o in fibra ottica, è chiaramente meno costoso e, quindi, più profittevole connettere un dato numero di persone residenti in aree urbane densamente abitate, rispetto a connettere lo stesso numero di persone distribuite su un’area geografica molto più vasta. Questo fattore può essere una delle ragioni per cui in una città come Parigi, con una densità abitativa superiore ai 20000 abitanti per chilometro quadrato si raggiungano indici di copertura della rete a larga bada ben superiori di quelli che caratterizzano città quali Sydney o Melbourne nelle quali la densità abitativa non supera i 500 abitanti per chilometro quadrato. • Dimensione del mercato potenziale. Nella misura in cui le reti a larga a banda rappresentano un sostituto molto stretto delle reti a banda stretta ed in generale di ogni altra rete domestica di accesso a Internet, è chiaro che il passaggio alle NGN sarà più rapido e più diffuse nei paesi dove già l’accesso alla rete internet, nelle sue precedenti accezioni, ha raggiunto indici di penetrazione più elevati.47 • Liberalizzazione del mercato di accesso locale (unbundling local-loop). Come ogni servizio di TLC che utilizza come essential facility la rete fisica di telefonia, anche le reti internet risentono del grado di liberalizzazione del mercato di accesso alle unità residenziali. Ridder (2007), sempre su dati OECD, mostra come esista una correlazione positiva tra il grado di unbundling e il numero di servizi offerti48. 44 Fanno eccezioni i multiplayer-games che hanno come target principale ragazzi in età scolare secondaria, anche se di successo tra i non più giovanissimi. 45 Rispettivamente il 73%, il 71%, il 66% e il 76% delle famiglie di Norvegia, Svezia, Finlandia e l’Islanda risultano essere connesse ad una rete a larga banda nel 2008, contro il 31% dell’Italia e il 49 % della media europea EU27. Fonte dati: Eurostat. 46 Nell’ottobre del 2009 il governo finlandese ha approvato un provvedimento che sancisce il “diritto legale alla banda larga”. Tale diritto si espliciterà attraverso due obiettivi: entro luglio 2010 tutti i cittadini avranno a disposizione almeno 1Mbps per le loro connessioni al web; entro il 2015 la velocità di trasmissione dati raggiungerà i 100Mbps. Si noti che attualmente, nel mese di novembre del 2009, già il 96% dei Finlandesi ha accesso alla rete internet. 47 Come mostrato in Howell (2008), tra i paesi dell’OECD, coerentemente con le rilevazioni dei dati di diffusione delle reti Internet del 2005, paesi come la Danimarca, la Germania o la Nuova Zelanda erano quelli più accreditati per una maggiore e più rapida diffusione delle NGN, questo proprio per la maggiore diffusione delle reti PSTN e degli accessi di tipo dial-up alla rete internet. 48 Sempre secondo Ridder (2007), ad esempio, una spiegazione del ritardo attribuibile alla Corea del Sud nella diffusione delle NGN e dei servizi correlati può essere ascritto alla mancata liberalizzazione del cosiddetto “ultimo - 96 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN • Grado di concorrenza all’interno della rete e tra reti. E’ chiaro che quando la concorrenza per ottenere maggiori quote di mercato si realizza attraverso una pressione verso il basso dei prezzi di accesso e dei servizi e/o in una maggiore diversificazione e qualità dei servizi offerti, questa avrà un impatto causale positivo sulla diffusione della rete e dei servizi correlati. In tale ottica bisogna considerare sia la concorrenza tra operatori all’interno della stessa piattaforma, sia tra operatori su piattaforme distinte, quali fattori positivi di sviluppo delle NGN. Infatti, quando si consideri, per esempio, la produzione e la diffusione di contenuti multimediali è chiaro che per un singolo provider la concorrenza può essere rappresenta sia da altre imprese che operano utilizzando la medesima rete o piattaforma, sia da altre imprese che diffondono gli stessi contenuti (o loro sostituti molto stretti) attraverso reti distinte. Si pensi, ad esempio, ad un contenuto multimediale di tipo pay per view, quale può essere una specifica partita di calcio. Questa può essere diffusa e, quindi, commercializzata contemporaneamente sia da broadcasters televisivi analogici o digitali, sia da operatori di telefonia mobile (DVB-T), sia da operatori televisivi satellitari o via cavo, sia attraverso reti internet di tipo ADSL o a fibra ottica. L’esistenza di un alto livello di concorrenza nei diversi mercati di TLC se può da un lato stimolare in modo univoco l’efficienza statica delle imprese, dall’altro può ridurre l’efficienza dinamica in un'ottica schumpeteriana: solo un monopolista, o comunque un’impresa con un significativo potere di mercato, sarà in grado di investire per innovare, e solo la prospettiva di diventare monopolisti può giustificare ingenti investimenti necessari per la maggiore diffusione ed innovazione dei servizi. Concorrenza nella rete/piattaforma Concorrenza tra reti/piattaforme Prezzi dei servizi/applicazioni Unbundling localloop Prezzo accesso a Internet Dimensione Mercato Potenziale DIFFUSIONE NGN E DEI SERVIZI CORRELATI Condizioni geografiche e isolamento geografico Densità ed Urbanizzazione PIL pro capite e sua distribuzione Gradi di istruzione e di informatizzazione Figura 4.5. I fattori comuni di diffusione delle NGN e dei servizi correlati miglio” fino al 2002; tutto ciò con un chiaro effetto negativo sugli investimenti in infrastrutture di TLC o nello sviluppo ed erogazioni dei servizi collegati. - 97 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN 4.5 Servizi su larga banda e fattori specifici di diffusione Di seguito verranno illustrati più in dettaglio alcuni servizi, le loro caratteristiche tecniche ed economiche, i fattori e vincoli per la loro diffusione. Un elemento comune per la fruizione di tali applicazioni è la necessità di disporre, oltre all’accesso alla rete internet, di una dotazione hardware in grado di supportare i diversi software richiesti. Infatti, per alcuni servizi la fruizione richiede software tipicamente già disponibili nella configurazione base di ogni PC o comunque spesso freeware; per altri servizi, i softwares necessari sono di proprietà di chi sviluppa i contenuti e sono essi stessi parte del servizio offerto. In alcuni casi, quindi, il mercato di riferimento è quello dei contenuti elaborati dal softwares; in altri casi, come per esempio per i games-on-line sono i softwares stessi il bene che viene venduto sul mercato. - Telelavoro Con tale termine si definiscono tutti quelle organizzazioni del lavoro per i quali gli impiegati possono gestire con flessibilità il luogo e (in una certa misura variabile a seconda delle mansioni) e l’orario di lavoro. In generale si intende la possibilità di lavorare da casa, ma include anche la possibilità di lavorare in luoghi diversi da quello originariamente individuato come luogo di lavoro. Esso si basa sul fatto che le telecomunicazioni sostituiscono ogni forma di spostamento legato al lavoro (a tal proposito in inglese si parla, infatti, di telecommuting). Il telelavoro si è sviluppato grazie al supporto sia di software generici che permettono l’interazione con l’ambiente di lavoro, sia specifici costruiti sulla base delle esigenze dell’impresa (virtual private networks). I benefici potenziali del telelavoro sono legati alla possibilità di incrementare l’offerta di lavoro di persone che per circostanze particolari hanno difficoltà a muoversi, come genitori di bambini piccoli e persone disabili che abitano in aree remote. Inoltre, un importante risvolto è legato alla riduzione più o meno significativa della necessità di recarsi in ufficio quotidianamente con i vantaggi in termini di vivibilità, traffico ed inquinamento delle città. Una delle principali e più recenti fonti che ci offrono dati comparabili per l’Europa per il telelavoro è la “Quarta indagine Europea sulle condizioni di Lavoro” svolta nel 2005 dalla European Foundation. Questa ricerca ci mostra come solo il 50% degli occupati nell’Unione Europea lavora al proprio posto di lavoro tutto il tempo e che circa il 21% non lavora mai presso l’azienda. Inoltre circa il 9% dei lavoratori lavora in posti diversi dalla casa e dagli edifici dell’azienda. Secondo questa indagine solo il 2.07% degli uomini ed il 2.10% delle donne che hanno risposto al questionario afferma che il loro lavoro principale comporta l’utilizzo a casa del computer per tutto il tempo, mentre un ulteriore 7.46% degli uomini e 4,72% delle donne afferma di trascorrere tra un quarto e tre quarti del tempo lavorando a casa con un computer. Confrontando i dati dei diversi paesi europei, scopriamo una notevole variabilità relativamente al telelavoro. Seconda la medesima indagine il paese con la percentuale più elevata di occupati che lavorano tutto o quasi tutto il tempo a casa con un computer è la Repubblica Ceca con il 9,11%, seguita dall’Austria (5,05%) e dalla Slovacchia (4,97%). I paesi con una più bassa incidenza del telelavoro sono invece la Bulgaria (0,17%), la Romania (0,51%) ed il Portogallo (0,55%). Per quanto riguarda coloro che lavorano una parte rilevante del tempo a casa utilizzando un computer (da un quarto a tre quarti del tempo di lavoro totale) il paese che ha la percentuale più elevata è l’Estonia (12,92%) seguita dalla Danimarca (12,91%) e dalla Lettonia (11,35%). Nella Figura 4.6 sono rappresentati graficamente questi dati per tutti i paesi europei. - 98 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Figura 4.6 - Percentuale di lavoratori che fanno teleworking da casa con un computer, per paese. Fonte EWCS, 2005 Per quanto riguarda i settori che più registrano la maggiore incidenza di telelavoro per tutto il tempo di lavoro sono il settore immobiliare con il 5,03%, seguito da quello finanziario con il 3.89%. Il settore immobiliare ha la più alta percentuale anche per il telelavoro parziale (14,16%), seguito dal settore dell’istruzione con il 12,37%. Per quanto riguarda il sesso gli uomini hanno una più o meno maggiore probabilità di fare telelavoro delle donne. Le eccezioni sono la Repubblica Ceca, la Germania, la Grecia, l’Italia, la Romania, la Slovenia e la Spagna, dove invece le donne fanno più telelavoro degli uomini. - Servizi di intrattenimento audio e video. Poiché la qualità del servizio di streaming dei contenuti audiovisivi ha beneficiato notevolmente della maggiore capacità di trasmissione dei dati fornita dalla rete a larga banda, non è sorprendente che la domanda di questi servizi risenta del tipo di connessione cui ha accesso l’utente residenziale.49 50 Se il solo passaggio a reti ADSL di prima generazione non ha permesso una qualità dei contenuti video comparabili con quelli forniti, per esempio, da un qualsiasi broadcaster analogico, l’accesso a reti a larga banda sempre più spesso supportate da fibra ottica ha incrementato notevolmente la qualità e la fluidità di fruizione dei contenuti video permettendo la visualizzazione, anche di contenuti HD, quasi in tempo reale. Non si può ignorare come sia complementare alla fruizione di un contenuto audiovisivo non in tempo reale, il fenomeno del file- 49 Come mostrato dalla tabella 4, questo tipo di applicazioni richiede una capacità significativa di flusso di dati che solo la banda larga può garantire. 50 Uno studio eseguito da McKinsey nel settembre 2001 ha mostrato che il 57 degli utenti di reti a larga banda contro il 33% di quelli che hanno accesso a reti a banda stretta usufruiscono di contenuti di audio in rete. Le percentuali diventano rispettivamente del 37% contro l’11% nel caso di contenuti video. - 99 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN sharing, cioè la possibilità fornita da molte applicazioni peer-to-peer51 di condividere contenuti audiovisivi, ma anche softwares, questo indipendentemente dalla proprietà dei relativi copyrights.52 In tal modo, la rete diviene il luogo dove ci si approvvigiona di contenuti che una volta trasportati su altri unità di memoria vengono fruiti anche lontano dalle mura domestiche.53 È chiaro, quindi, che per quanto riguarda i fruitori di tali servizi, la rete a banda larga rappresenta un sostituto quasi perfetto di altre fonti di contenuti audiovisivi quali spettacoli in tempo reale (cinema, teatro, balletti, …) ma anche radio-televisivi. Non è un caso che spesso i broadcasters tradizionali, pubblici e provati, oltre alla diffusione dei loro contenuti attraverso piattaforme digitali ad hoc (DVB-T) spesso propongano contenuti on-demand via internet o integrino i loro programmi con servizi tipici dei social networks quali blogs o pod-casts. Se la fruizione gratuita di contenuti audiovisivi rappresenta il maggiore volano di crescita della domanda di larga banda, non è chiaro cosa possa succedere a seguito di una sempre più progressiva ed efficace lotta alla pirateria e tariffazione dei contenuti di proprietà. - Servizi di Telegames o Game-on-line. Oltre alla possibilità di scaricare softwares dedicati all’intrattenimento ludico in tempi minori attraverso la rete, negli ultimi anni le maggiori piattaforme per videogiochi (Sony PlayStation, Microsoft Xbox e Nintendo Wii) propongono la modalità di gioco “in rete”, sfidando altri utenti che in tempo reale interagisco scambiandosi dati attraverso la rete. Si parla in questo caso di “multiplayer” o “twitch games”54. Dal lato dell’offerta di contenuti multimediali investire in tale modalità di gioco è un tentativo riuscito di sfruttare la diffusione delle reti NGN come nuovo canale di sviluppo del prodotto. In termini di domanda, siamo di fronte ad un possibile sostituto di ogni altra forma di intrattenimento, ma non dei più classici videogames su PC, di cui rappresentano una modalità complementare di gioco. Applicazioni di questo tipo richiedono che gran parte del softwares (di proprietà) sia preinstallata nei PC degli utenti e, in termini di flusso di dati, il fattore vincolante è rappresentato non tanto dalla capacità di trasmissione ma dai tempi e dal sincronismo nella gestione della stessa. - - E-Learning o e-Education. Al fine di rendere più efficace e meno costoso, da un punto di vista almeno logistico, l’accesso alla formazione superiore e a corsi universitari, negli ultimi anni molti sono stati gli investimenti pubblici e privati per permettere la fruizione telematica della didattica universitaria. Spesso sull’onda imitativa dei più prestigiosi atenei statunitensi, anche in Italia si garantisce a titolo diverso l’accesso attraverso internet ad un cospicuo materiale didattico di tipo multimediale.55 51 Non è un caso che proprio la possibilità di essere always-on in modo non rivale con altri servizi di telefonia, e scaricare a bit rates sempre maggiori sia alla base del successo di applicazioni come DC++ , e-Mule, o Hub Torrent, epigoni del famigerato Napster, che permettono di condividere addirittura films in formato HD o BlueRays. 52 Come sarà illustrato di seguito proprio la diffusione di tariffe flat e la possibilità di essere always on hanno aumentato notevolmente la domanda di connessione a banda larga per l’utente residenziale, spesso proprio interessato a condividere attraverso applicazioni peer-to-peer contenuti audiovisivi protetti da copyrights. In altri termini potremmo dire che la domanda di larga banda è maggiore per quelli utenti che tipicamente “scaricano” contenuti, in modo non sempre legale, dalla rete. Questo proprio per i ridotti tempi di download garantiti dal maggiore bit rate della rete. Se i siti pornografici hanno rappresentato la killer application per la diffusione del w.w.web, la “pirateria” e i softwares peer-to-peer sono stati la killer application delle reti ADSL. 53 Si pensi in tal senso alla diffusione di lettori di files in formato mp3 (audio) ed mp4 (video). 54 È possibile, per esempio giocare partite di calcio virtuali o di poker con altri utenti che si trovano magari agli antipodi, posizionati però nello stesso momento davanti ad un computer che ha accesso ad internet. 55 Tra i tanti che è possibile citare, prende nome di “Federica”, il progetto di e-learning dell’ateneo Federiciano che permette l’accesso anche attraverso I-Phone a contenuti didattici redatti dagli stessi docenti dei corsi istituzionali; - 100 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Un punto cruciale nella fornitura di un simile servizio è l’analisi della disponibilità a pagare da parte dell’utente residenziale per la fruizione di corsi a domicilio, rapportata ai costi di erogazione del servizio. In termini di domanda dei servizi sono rilevanti sia la credibilità e la reputazione delle istituzioni che offrono i servizi di e-learning, sia le opportunità successive in termini occupazionali, nonché, quindi, la specifica congiuntura economica. Dal lato dell’offerta vediamo sia università, che istituzionalmente erogano corsi i cui costi solo in parte sono coperti dagli studenti/utenti; sia da imprese private a fine di lucro, che senza alcuna complementarietà con una inesistente attività didattica tradizionale basano essenzialmente sulla definizione del prezzo di mercato la loro profittabilità. Almeno in Italia tali realtà commerciali non godono ancora di una reputazione paragonabile a quella dei maggiori atenei e si posizionano in un segmento di mercato che non è quello dei neo-diplomati ma quello di coloro che o già lavorano o comunque si sono nel tempo isolati dai canali tradizionale di formazione.56 Resta, quindi, un incognita da verificare se il mercato sia in grado di coprire i costi di un servizio che abbia standard qualitativi paragonabile ai metodi di formazione tradizionale. Le Tabelle 4.2 e 4.3 forniscono una prima lettura dei dati Eurostat sull’utilizzo di internet per attività legate all’apprendimento scolastico ed alla formazione. I dati della Tabella 4.2 ci dicono che una proporzione inferiore al 10% della popolazione europea utilizza internet per attività di apprendimento formalizzato, legate cioè alla scuola o all’università. In Italia questo dato è sensibilmente inferiore alla media europea se consideriamo l’intera popolazione, ma risulta essere superiore alla media europea se consideriamo solo coloro che utilizzano internet. Una prima interpretazione dei dati ci fa dire come proprio il digital divide penalizzi il paese anche sul fronte dell’utilizzo di tecnologie internet per l’apprendimento. Tabella 4.2 – Percentuale di individui che ha utilizzato internet negli ultimi tre mesi per attività di apprendimento formalizzato (scuola, università, etc.) Fonte: Eurostat Percentuale sul numero di persone che hanno usato Percentuale sul totale della popolazione internet negli ultimi tre mesi 2003 eu27 eu25 eu15 It 10.6 2004 9.3 2005 8.8 10.1 11.5 8.8 9.5 2006 8.3 eu27 8.7 eu25 9.1 eu15 6.2 6.7 It 2003 2004 2005 2006 21 20.4 20.7 21 17.2 17.2 17.4 16 16 16.2 18.5 18.6 mentre prende è “Moodle” il nome del corrispondente programma attivato dall’Università degli Studi di Roma La Sapienza. 56 Infatti, a differenza per esempio proprio del sistema statunitense, il sistema universitario italiano è caratterizzato da una diffusione territoriale quasi capillare e da un sistema di tasse che solo in minima parte copre i costi di gestione degli atenei. - 101 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN La Tabella 4.3 è, invece, relativa alla percentuale di imprese che utilizza internet per attività di formazione dei dipendenti. In questo caso, sia considerandole tutte sia solo quelle con connessione a banda larga, le imprese italiane utilizzano internet per la formazione meno delle imprese europee. Tabella 4.3 – Percentuale di imprese che usano applicazioni e-learning per l’istruzione e il training dei dipendenti. Tutte le imprese escluso il settore finanziario con 10 o più dipendenti Fonte: Eurostat Percentuale sul numero di imprese con connessione broadband Percentuale sul totale delle imprese 2003 2004 2005 2006 2007 2008 eu27 eu25 eu15 It - 14 4 20 20 18 8 21 21 20 12 21 20 19 11 23 23 21 15 24 23 22 17 2003 2004 2005 2006 2007 2008 eu27 eu25 eu15 It 26 26 24 16 24 24 22 14 27 26 24 18 27 26 25 19 E-Health (Telemedicina) La telemedicina è stata definita come l’uso delle telecomunicazioni per la fornitura di informazioni e servizi medici (Perednia e Allen, 1995). In tale definizione possono rientrare sia la telefonata tra due medici per discutere del caso di un paziente, che l’utilizzo di strumentazioni per videoconferenze e tecnologie robotiche attraverso un’avanzata tecnologia di trasmissione satellitare. Il primo esempio è alquanto ordinario e tradizionale ed è utilizzato quotidianamente da molti professionisti. Il secondo è più sofisticato ed è utilizzato dagli eserciti dei paesi più avanzati e da grandi centri medici. Due differenti tecnologie sono alla base di gran parte delle applicazioni di telemedicina attuali. La prima, chiamata store and forward, è utilizzata per trasferire immagini digitali da un luogo all’altro. Una immagine digitale è ottenuta utilizzando una videocamera digitale, conservata (stored) su un computer ed inviata (forwarded) in un altro luogo. Questa tecnologia è tipicamente utilizzata in situazioni non di emergenza, quando una diagnosi può essere effettuata nelle 24-48 ore successive e rispedita al mittente. L’immagine può essere trasferita all’interno di un palazzo, nella stessa città o da un capo all’altro del mondo. La teleradiologia, cioè l’invio di radiografie, tomografie assiali computerizzate (TAC) o risonanze magnetiche ne rappresenta la più comune applicazione. La telepatologia è un’altra applicazione comune di questa tecnologia. Immagini di eventi patologici sono inviati da un luogo ad un altro al fine di ottenere consulti per la diagnosi e la cura della patologia. La dermatologia è, ancora, un naturale campo di applicazione di questa tecnologia (sebbene gli specialisti utilizzino sempre più tecnologie interattive per gli esami dermatologici). Immagini digitali della pelle possono essere scattate ed inviate ai dermatologi per la diagnosi. L’altra tecnologia ampiamente diffusa in telemedicina, la televisione interattiva bidirezionale, è utilizzata quando un consulto faccia a faccia si renda necessario. Il paziente con il suo medico, o un infermiera, o un responsabile della telemedicina da un lato, e lo specialista dall’altro utilizzano apparecchiature per videoconferenza al fine di dar luogo ad un consulto a distanza in tempo reale. Questo tipo di telemedicina in videoconferenza può avvenire in diverse situazioni, ma tipicamente avviene tra la città e zone rurali remote e poco accessibili. Questo permette che il paziente non debba viaggiare alla volta della città per incontrare lo specialista ed in molti casi può avere accesso a professionalità non disponibili in assenza della telemedicina. Quasi tutte le specializzazioni mediche sono praticabili in videoconferenza, dalla psichiatria alla medicina interna, alla cardiologia, pediatria ostetricia ginecologia e neurologia. Inoltre, con attrezzature più - 102 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN sofisticate collegate al computer, lo specialista può utilizzare, per esempio, un otoscopio per vedere l’interno dell’orecchio del paziente, o con uno stetoscopio può ascoltarne il battito cardiaco. Presto sarà possibile l’utilizzo di diverse combinazioni delle tecnologie store and forward e interattiva, utilizzando audio, istantanee e video in una varietà di applicazioni e combinazioni. L’utilizzo di Internet sta progressivamente sopravanzando quello di reti dedicate e la tecnologia wireless viene oggi sempre più utilizzata anche nelle ambulanze al fine di fornire servizi mobili di telemedicina. La telemedicina per la fornitura di servizi sanitari ha notevoli vantaggi. Essa può rendere l’accesso alla medicina specialistica molto più accessibile in aree rurali difficili da raggiungere così come in aree urbani popolose e sovraffollate. Un consulto video da una clinica rurale con uno specialista può alleviare i disagi di un viaggio proibitivo ed i costi dello spostamento. I primi dati statistici per la telemedicina sono comunque riferiti a stati meno avanzati dal punto di vista tecnologico e riguardano essenzialmente la possibilità di consulti e prenotazione on line di visite, nonché la ricerca di informazioni mediche sulla rete. I dati elaborati da Eurostat sono riportati nella Tabella 4.4. Tabella 4.4 – Percentuale della popolazione (con più di 16 anni) che usa internet per cercare informazioni relative alla propria o altrui salute Fonte: Eurostat Percentuale di persone che utilizzano internet per ottenere consulti online con un medico Percentuale sulle persone che hanno utilizzato internet Percentuale sulla popolazione negli ultimi 3 mesi geo\time 2003 2004 2005 2006 2007 2008 geo\time 2003 2004 2005 2006 2007 2008 EU15 3 2 EU15 5.4 3.6 EU25 2.5 1.7 EU25 4.9 3.4 EU27 2.4 1.7 EU27 4.9 3.4 IT 1.6 IT 4.7 Percentuale di persone che hanno utilizzato internet per prendere un appuntamento medico Percentuale sulle persone che hanno utilizzato internet Percentuale sulla popolazione negli ultimi 3 mesi geo\time 2003 2004 2005 2006 2007 2008 geo\time 2003 2004 2005 2006 2007 2008 EU15 0.6 EU15 1.1 EU25 0.8 0.5 EU25 1.6 1.1 EU27 0.8 0.5 EU27 1.6 1.1 IT 0.4 IT 1 Percentuale di persone che hanno utilizzato internet per ottenere informazioni su infortuni, malattie o alimentazione Percentuale sulle persone che hanno utilizzato internet Percentuale sulla popolazione negli ultimi 3 mesi geo\time 2003 2004 2005 2006 2007 2008 geo\time 2003 2004 2005 2006 2007 2008 EU15 19.6 18.1 21.4 27 30.4 EU15 35.9 33.1 38.2 43.7 46.3 EU25 17.2 16.1 20 25 28.8 EU25 34.4 31.4 37 42.1 45.2 EU27 16.8 16.1 19.1 23.8 27.6 EU27 34.2 31.4 36.7 41.5 44.8 IT 8.7 12.3 15.7 16.4 IT 25.9 34.1 41.1 39.2 Percentuale di persone che hanno utilizzato internet per richiedere una prescrizione online da un medico Percentuale sulle persone che hanno utilizzato internet Percentuale sulla popolazione negli ultimi 3 mesi geo\time 2003 2004 2005 2006 2007 2008 geo\time 2003 2004 2005 2006 2007 2008 EU15 0.5 EU15 0.8 EU25 0.4 EU25 0.8 EU27 0.4 EU27 0.8 IT 0.2 IT 0.6 - 103 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN - E-Government. Sempre più spesso alle Pubbliche Amministrazioni è richiesto di implementare livelli sempre maggiori di efficienza, produttività e qualità dei loro servizi. Tale processo può avere luogo solo attraverso il superamento del cosiddetto digital devide e attraverso una nuova organizzazione della stessa burocrazia: tale cambiamento prende il nome di e-Government o digital Government. Col termine e-Government si intende genericamente il complesso processo di informatizzazione della pubblica amministrazione, il quale, unitamente ad azioni di cambiamento organizzativo, consente di trattare la documentazione e di gestire i procedimenti con sistemi digitali, grazie all’uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT). Il tutto allo scopo di ottimizzare il lavoro degli enti e di offrire agli utenti (cittadini ed imprese) sia i servizi istituzionali in tempi più rapidi, che nuovi servizi, attraverso, ad esempio, i siti web delle amministrazioni interessate57. Anche se l’e-Government è spesso pensato come "amministrazione on-line" o "amministrazione basata su Internet", molte tecnologie di amministrazione elettronica non basate su Internet possono essere inserite in questo contesto: telefono, fax, palmare, SMS, MMS e 3G, GPRS, WiFi, WiMax e Bluetooth. Altre tecnologie possono includere CCTV, sistemi di tracciamento, RFID, identificazione biometrica, organizzazione del traffico stradale, applicazione dei regolamenti, carte d’identità,58 smart card, o altre applicazioni del tipo NFC; tecnologie presso i seggi elettorali (in cui sono incluse il voto elettronico non on-line), servizi amministrativi di erogazione radiotelevisiva, e-mail, strutture di comunità on-line, newsgroups (gruppi di discussione), mailing-list elettroniche, chat on-line e tecnologie per la messaggeria istantanea. Rilevanti sono anche i programmi di e-Government, rivolti alle piccole e medie imprese, volti a modernizzare le procedure degli adempimenti riducendo i tempi della burocrazia. In questi casi si parla anche del cosiddetto G2B, cioè il Government to Business,L'obiettivo è quello di creare un canale preferenziale di contatto tra lo Stato e il cittadino attraverso internet. Ne sono un esempio in Italia: la compilazione della dichiarazione dei redditi che già può avvenire attraverso l’invio telematico e/o utilizzando i particolari softwares di proprietà forniti gratuitamente dalla Pubblica Amministrazione. Le statistiche di fonte Eurostat riportate nelle Tabelle 4.5-4.7 ci mostrano per i diversi paesi europei la crescita dell’offerta e della domanda di e-Government nel periodo 2002-2007. In particolare la Tabella 4.5 presenta un indicatore in percentuale calcolato con riferimento a 20 servizi di base che sono pienamente disponibili on-line, cioè per cui è possibile una completa gestione elettronica. La misurazione è effettuata su un campione di siti di enti pubblici scelti in accordo con gli Stati membri e considerati rilevanti per i servizi. Secondo tale indicatore la performance italiana è soddisfacente raggiungendo nel 2007 un valore dell’indice pari al 70% contro la media EU27 del 59%, sempre inferiore però alle performances di Germania (74%), Portogallo (90%), Austria (100%) e Regno Unito (89%). 57 Anche la pubblica amministrazione locale (PAL) può usufruire dei servizi e-Government creati dalla Pubblica Amministrazione Centrale (PAC) per dare accesso alle banche dati in suo possesso. In Italia attualmente i principali servizi offerti dalla PAC alle PAL sono il collegamento alla banca dati dell'Anagrafe tributaria tramite il Siatel, il collegamento alla banca dati dell'Agenzia del territorio tramite il SISTer, il collegamento alle Camere di commercio con InfoCamere e Telemaco ed il servizio di acquisti in rete di Consip. 58 In Italia, nel 2005 è stato emanato il Codice dell'Amministrazione Digitale (d.lgs. 82/2005), entrato in vigore il 1° gennaio 2006. Tra l’altro, esso si occupa di fattispecie quali la disciplina del documento informatico e della firma digitale, che trovano applicazione anche nei rapporti fra soggetti privati e non solo nell’ambito dei rapporti fra privati e pubblica amministrazione o fra pubbliche amministrazioni. - 104 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Tabella 4.5 – Offerta di e-Government Fonte: Eurostat L’indicatore mostra la percentuale dei 20 servizi di base che sono pienamente disponibili on-line, cioè per cui è possibile una completa gestione elettronica. Per esempio se in un paese in cui 13 dei 20 servizi risultassero essere disponibili al 100% on-line, ed un servizio non fosse rilevante l’indicato sarà pari a 13/19 (68,4%). La misurazione è effettuata su un campione di siti di enti pubblici scelti in accordo con gli Stati membri e considerati rilevanti per i servizi. 2002 2003 2004 2006 2007 eu27 : : : : 59 eu25 : : 41 51 : eu15 36 47 49 56 : it 35 45 53 58 70 Tabella 4.6 – Utilizzo dei servizi di e-Government da parte dei cittadini Source: Eurostat L’indicatore mostra la percentuale di individui in età compresa tra 1 16 e I 74 anni che hanno usato internet nei tre mesi precedenti la rilevazione per interagire con pubbliche amministrazioni, cioè avere utilizzato internet per almeno una delle seguenti attività: ottenere informazione, scaricare moduli o certificate, inviare richiesta di certificati, moduli compilati. 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 eu27 : : : 23 24 30 28 eu25 : : : 23 26 32 29 eu15 : : : 26 : 34 32 it : : : 14 16 17 15 La tabella 4.6, invece mostra statistiche relative all’utilizzo dei servizi di e-Government da parte dei cittadini. L’indicatore utilizzato rappresenta la percentuale di individui in età compresa tra 1 16 e i 74 anni che hanno usato internet nei tre mesi precedenti la rilevazione per interagire con pubbliche amministrazioni, cioè hanno utilizzato internet per almeno una delle seguenti attività: ottenere informazione, scaricare moduli o certificate, inviare richiesta di certificati, moduli compilati . In questo caso il dato italiano, seppur in crescita nel periodo 2002-2007, mostra un valore dell’indice per l’anno 2007 pari al 15% contro il 28% (quasi il doppio) della media EU27 e il 32% (più del doppio) della media EU15. Come mostrato nella Figura 4.7, questo dato posiziona l’Italia nel primo quartile della distribuzione del fenomeno tra i paesi europei. - 105 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN (39,54] (29,39] (16,29] [8,16] Figura 4.7. Rappresentazione per quartili della percentuale di individui in età compresa tra i 16 e i 74 anni nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) che nel 2008 hanno usato internet per interagire con pubbliche amministrazioni. Nostra elaborazione su dati Eurostat. Il processo di diffusione dell’e-Government tra i cittadini è, quindi, ancora insoddisfacente. Dal lato della domanda la diffusione dei servizi di e-Government richiede un innalzamento dei livelli di informatizzazione, di formazione e di informazione dei cittadini. Dal lato dell’offerta il successo di ogni forma di E-Government dipende essenzialmente dalla capacità delle Pubbliche Amministrazione di informatizzarsi e di erogare in modo efficienti servizi telematici. Tale obiettivo richiede la disponibilità di servizi infrastrutturali adeguati in tutti i territori regionali, dove per servizi infrastrutturali si intendono, in senso lato, tutti quei servizi che una amministrazione regionale o provinciale rende disponibili per gli Enti locali del suo territorio di riferimento, e la cui disponibilità è necessaria per la realizzazione dei progetti di E-Government finalizzati alla erogazione di servizi finali59. Entrambe le politiche (sulla domanda e sull’offerta) richiedono investimenti caratterizzati da tempi e costi di realizzazione non trascurabili. La Tabella 4.7, invece mostra statistiche relative all’utilizzo dei servizi di e-Government da parte delle imprese L’indicatore utilizzato rappresenta la percentuale di imprese che utilizzano internet per interagire con pubbliche amministrazioni, cioè hanno utilizzato internet per almeno una delle seguenti attività: ottenere informazione, scaricare moduli o certificate, inviare richiesta di certificati, moduli compilati. Comemostrato nella Figura 4.8, in questo caso il dato italiano è più che soddisfante: l’indice per l’anno 2007, pari all’82% contro il 68% della media EU27 e il 70% della media EU15, è superiore ai valori dell’indice registrati per paesi come la Germania (56%), Francia (73%), Spagna (64%) o Regno Unito (64%). 59 Sono tali ad esempio i servizi delle reti regionali e/o territoriali e le strutture per la loro gestione, i servizi di gestione delle carte di servizi a livello regionale, i servizi per l’inter-operabilità dei protocolli e della gestione documentale. - 106 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Tabella 4.7 - Utilizzo di servizi di e-Government da parte delle imprese Source: Eurostat L’indicatore mostra la percentuale di imprese che utilizzano internet per interagire con le pubbliche amministrazioni, cioè avere utilizzato internet per almeno una delle seguenti attività: ottenere informazione, scaricare moduli o certificate, inviare richiesta di certificati, moduli compilati. 2003 2004 2005 2006 2007 2008 eu27 : 51 57 63 65 68 eu25 : 52 57 64 67 70 eu15 : 50 56 64 66 70 it : 65 73 87 84 82 (86,95] (77,86] (64,77] [39,64] Figura 4.8. Rappresentazione per quartili della percentuale di imprese nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) che nel 2008 hanno utilizzato internet per interagire con le pubbliche amministrazioni. Nostra elaborazione su dati Eurostat - E-Commerce. Il commercio elettronico, e-Commerce in inglese, viene utilizzato per indicare l'insieme delle transazioni per la commercializzazione di beni e servizi tra produttore (offerta) e consumatore (domanda), realizzate tramite Internet. Nell'industria delle telecomunicazioni si può intendere parte dell'e-Commerce anche l'insieme delle applicazioni dedicate alle transazioni commerciali (piattaforme internet di pubblicizzazione e commercializzazione dei beni, strumenti finanziari di pagamento e/o di credito on-line). Nel 2007 il fatturato dell’e-Commerce europeo è stato pari a 210 miliardi di euro. In Italia sono stati fatturati 4,868 miliardi di euro con una crescita del 42,2% rispetto al 2006. In particolare, la crescita è apparsa evidente per alcuni settori come il turismo, il tempo libero e l’elettronica di consumo. A trainare il mercato è stato il settore del Turismo con un aumento di fatturato di circa 800 milioni di euro rispetto al 2006. Nel 2008 il fatturato stimato per l'e-Commerce in Europa è pari a 252 miliardi di euro, nello stesso periodo in Italia sono stati fatturati 6,4 miliardi di euro pari al - 107 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN 2,5% del mercato europeo. I settori principali restano il turismo, che rappresenta circa metà del mercato (49,8%), il tempo libero (15,9%) e l'elettronica di consumo (13,1%). Nonostante i tassi di crescita rilevati anche in Italia, è chiaro come il fenomeno sia ancora marginale per le nostre imprese. Nel 2007 contro una media EURO25 del 4,6%, in Italia solo lo 0,6% del fatturato delle imprese proveniva da vendite via-internet. Come mostrato dalle Figure 4.9 4.10 anche il dato della domanda posiziona l’Italia agli ultimi posti per percentuale di consumatori che nel 2008 hanno effettuato acquisti via internet: il 7% contro la media EURO 25 del 26%. (33,49] (13,33] (7,13] [2,7] Figura 4.9 .Rappresentazione per quartili della percentuale di consumatori nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) che nel 2008 hanno effettuato acquisti via internet. Nostra elaborazione su dati Eurostat - 108 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN (3.7,9.8] (2.8,3.7] (1.1,2.8] [.5,1.1] No data Figura 4.10 .Rappresentazione per quartili della percentuale di fatturato delle imprese da transazioni on line, nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25), nel 2007. Nostra elaborazione su dati Eurostat - 109 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN 4.6 Misura del ritardo italiano nella penetrazione dei servizi e della banda larga: proposta di un indice localizzativo. Tutti gli studi empirici finora analizzati mostrano come l’Italia, sia in termini di accesso alla rete internet a banda larga sia in termini di utilizzo di singoli servizi, risulti generalmente caratterizzata da indici di penetrazione inferiori alla media dei paesi EU25. Soffermandoci, quindi, sui dati della diffusione dei soli servizi sembra difficile riuscire a capire se il ritardo degli stessi sia una sola conseguenza della stretta complementarietà con l’accesso alla rete o esistano fattori di ritardo specifici servizio per servizio. Rimandando ad una stima econometrica delle domande di accesso ad internet e dei servizi la derivazione delle relazioni di causalità ed endogeneità esistenti, in questo paragrafo verranno presentatiti alcuni indici localizzativi per servizio che possano misurare, e non spiegare, l’esistenza di fattori specifici di diffusione del servizio che vanno oltre quelli che già spiegano la diffusione dell’accesso ad internet. La tipologia di indice proposto è il quoziente localizzativo Servizio-Internet (S/I) così costruito: S / I n = (u sn u s ) / (u In u I ) dove u sn misura il coefficiente di penetrazione del servizio s nella nazione n u s misura il coefficiente di penetrazione medio del servizio s nell’area economico-geografica u In di confronto considerata. misura il coefficiente di penetrazione del servizio di accesso ad internet nella nazione n u I misura il coefficiente di penetrazione medio del servizio accesso ad internet nell’area economico-geografica di confronto considerata. Il numeratore del quoziente S/I sarà minore (maggiore) dell’unità per quei paesi in cui il servizio considerato ha una penetrazione relativa inferiore (superiore) alla media degli altri paesi dell’area geografica o economica di riferimento. Esso misura il ritardo (il vantaggio) relativo del paese nella diffusione del servizio considerato. Allo stesso modo, il denominatore del quoziente S/I sarà minore (maggiore) dell’unità per quei paesi in cui il servizio di accesso ad internet ha una penetrazione relativa inferiore (superiore) alla media degli altri paesi dell’area geografica o economica di riferimento. Esso misura il ritardo (il vantaggio) relativo del paese nella diffusione del servizio di accesso ad internet. L’idea alla base della costruzione dell’indice proposto è la seguente. Se i fattori che spiegano il ritardo (o vantaggio) della diffusione di un servizio sono gli stessi che misurano il ritardo (o vantaggio) della diffusione della rete internet allora il quoziente S/In sarà pari all’unità. Assumerà, invece, valori maggiori (minori) dell’unità se esistono fattori specifici positivi (negativi) che possano spiegare un minor (maggior) ritardo del singolo servizio. La Tabella 4.8, come esempio, presenta i quozienti calcolati per i servizi di E-Learning (EL) e di E-Government (E-G) erogati attraverso al rete internet per l’Italia nel periodo 2005-2008. L’area economico geografica di riferimento è stata l’Europa a 25 paesi (EU25). La penetrazione del servizio di accesso alla rete internet è stato calcolato considerato la percentuale di famiglie indipendentemente dal tipo accesso (broad band e dial-up, I=BB+DIAL-UP). - 110 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Tabella 4.8. Quozienti localizzativi della domanda da parte delle famiglie di servizi di e-Government e di e-Learning Indici di 2005 2006 2007 2008 penetrazione in % Italia EU25 Italia EU25 Italia EU25 Italia EU25 I=BB+Dial-up 39 49 37 48 41 56 41 60 e-Government 14 23 16 26 17 32 15 29 e-Learning 12 21 11 20 15 23 17 23 Quozienti Localizzativi 2005 2006 2007 2008 e-G/I 0.764771 0.798337 0.72561 0.756939 0.717949 0.713514 0.890774 1.081654 e-L/I Fonte dati: Eurostat. I quozienti localizzativi calcolati per entrambi i servizi (e-L/I e e-G/I) assumono valori tendenzialmente minori dell’unità. Eccezion fatto per l’e-Learning per l’anno 2008. In questo caso si potrebbe affermare che esistono ritardi specifici dei servizi considerati che superano quelli derivanti da una minore penetrazione di internet in Italia. Nel caso dell’e-Learning tali ritardi sembrano essere stati colmati nel tempo tanto è vero che il quoziente corrispondente è crescente nei quattro anni e supera l’unità nel 2008. Si potrebeb affermare, quindi, che pur confermando come la diffusione dell’e-learning veda l’Italia in ritardo rispetto al resto d’Europa a 25 paesi, il gap può essere ricondotto principalmente a fattori che principalmente incidono con segno negativo sulla penetrazione del servizio di accesso al internet e, solo, di riflesso sul servizio considerato. Una tale valutazione potrebbe essere di guida nella scelta di politiche pubbliche mirate. Le Figure 4.11 – 4.14 forniscono una rappresentazione della distribuzione dei quozienti localizzativi S/I nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) per l’anno 2008. I quozienti considerati sono relativi ai servizi di e-Government, e-Learning, e-Commerce per le famiglie e per le imprese60. 60 Solo per il quoziente relativo all’e-commerce delle imprese europee i dati sono del 2007. - 111 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN (1.18,1.37] (0.95,1.18] (0.73,0.95] [0.48,0.73] Figura 4.11. Rappresentazione per quartili dei quozienti localizzativi della domanda di servizi di e-Goverment da parte degli utenti residenziali nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25), nel 2008. Nostra elaborazione su dati Eurostat (1.25,1.82] (1.11,1.25] (1.04,1.11] [0.79,1.04] Figura 4.12. Rappresentazione per quartili dei quozienti localizzativi della domanda di servizi di e-Goverment da parte delle imprese nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25), nel 2008. Nostra elaborazione su dati Eurostat. - 112 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN (0.93,2.33] (0.64,0.93] (0.26,0.64] [0.15,0.26] No data Figura 4.13. Rappresentazione per quartili dei quozienti localizzativi di e-commerce (in termini di fatturato) per le imprese nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25), nel 2007. Nostra elaborazione su dati Eurostat (1.02,1.56] (0.57,1.02] (0.39,0.57] [0.14,0.39] Figura 4.14. Rappresentazione per quartili dei quozienti localizzativi dei di e-commerce per acquirenti on-line nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25), nel 2008. Nostra elaborazione su dati Eurostat - 113 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN Si noti che per tutti i servizi considerati i quozienti localizzativi siano tendenzialmente minori dell’unità e come l’Italia si posizioni sistematicamente nel secondo quartile61 della distribuzione dei paesi europei per tutti i servizi.62. Si può affermare, quindi, che oltre alla minor diffusione del servizio di accesso ad internet, esistono ulteriori fattori di ritardo specifici dei diversi servizi. Il quoziente localizzativo proposto può essere utilizzando anche per descrivere il digital divide che caratterizza la diffusione del servizio di accesso ad internet. In questo caso diventa rilevante confrontare i coefficienti di penetrazione dell’accesso a internet, dell’utilizzo di un computer all’interno delle mura domestico, ed il relativo quoziente localizzativo. La Figura 4.15 fornisce una rappresentazione per quartili dei coefficienti di penetrazione tra le famiglie del servizio di accesso ad internet: l’Italia si posiziona nel primo quartile della distribuzione del coefficiente nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO25) nel 2008. La Figura 4.16 rappresenta per quartili, invece, la percentuale di famiglie che utilizzano un computer all’interno delle mura domestiche. Di nuovo l’Italia si posiziona nel primo quartile della distribuzione. Infine, la Figura 4.17 rappresenta per quartili il quoziente localizzativo del servizio di accesso ad internet rispetto alla diffusione di computer. Sorprendentemente, l’Itala ora si posiziona nel quarto quartile della distribuzione. Ne consegue, quindi, come la bassa penetrazione relativa del servizio finale (in questo caso l’accesso ad internet) in Italia rispetto agli altri paesi europei dipenda fortemente da una ancor più bassa penetrazione relativa dei un bene/servizio strettamente complementare (in questo caso l’uso di un computer a casa). Tenuto conto di ciò, la diffusione di internet in Italia non deve essere valutata in modo estremamente negativo se solo si tiene conto del basso livello di informatizzazione del paese! Si può interpretare, perciò, questo dato come una prova del digital divide: in Italia, più che in altri paesi, una politica di sviluppo della rete non può esulare dallo sviluppo di strumenti atti ad aumentare il livello di alfabetizzazione informatica ed il patrimonio hardware delle famiglie italiane. 61 Un’eccezione è rappresentata dal quozienti localizzativo di e-commerce (in termini di fatturato) per le imprese per il quale l’Italia resta nel primo quartile della distribuzione. 62 Come mostrato nelle Figure 4.7 – 4.10, il confronto tra coefficienti di penetrazione vedeva il paese ancor più arretrato posizionandosi sistematicamente nel primo quartile della distribuzione! - 114 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN (70,90] (58,70] (45,58] [25,45] Figura 4.15 Rappresentazione per quartili i coefficienti di penetrazione tra le famiglie del servizio di accesso ad internet nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) nel 2008. Nostra elaborazione su dati Eurostat (73,86] (57,73] (49,57] [28,49] Figura 4.16. Rappresentazione per quartili della percentuale di famiglie che utilizzano un computer all’interno delle mura domestiche nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) nel 2008. Nostra elaborazione su dati Eurostat. - 115 - CAPITOLO - 4 - LA MODELLIZZAZIONE DELLA DOMANDA DI BANDA E DEI SERVIZI EROGATI ATTRAVERSO RETI NGN (1.04,1.15] (0.98,1.04] (0.94,0.98] [0.78,0.94] Figura 4.17. Rappresentazione per quartili del quoziente localizzativo del servizio di accesso ad internet rispetto alla diffusione domestica di computer nei diversi paesi dell’Unione Europea a 25 paesi (EURO 25) nel 2008. Nostra elaborazione su dati Eurostat - 116 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA A4.1. Appendice microeconomica sulla derivazione del modello di domanda dei servizi internet. A4.1.1. Il modello della domanda dei servizi internet. Si consideri il caso di utenti residenziali che allocano il proprio reddito individuale tra il consumo di un bene numeratrio Y e il consumo di N servizi usufruibili attraverso la rete internet, indicizzati con n=1,...,N. I servizi sono fruibili in quantità unitaria, cioè si assume che tutti i consumatori possano consumare una unità di ciascun servizio attraverso la connessione ad internet; , in Kbps, rappresenta la banda utilizzata dal consumatore i per il servizio n. Ne consegue che parte del problema di scelta del consumatore diverrà quello di allocare in modo ottimale la banda internet disponibile tra i servizi acquistati. I servizi sono caratterizzati ognuno da un livello di banda ottimale, , in Kbps, questa soglia indica un livello di banda ottimale che garantisca una fruizione soddisfacente del servizio. Allocare meno banda al servizio può rendere la fruizione dello stesso non continua o molto lenta, riducendone significativamente il livello di soddisfazione.63 Per semplicità ordiniamo i servizi in ordine crescente rispetto al livello di banda ottimale, partendo quindi da servizi già fruibili con la "banda stretta" e che richiedono poche unità di Kbps per la loro usufruizione (e-mailing, web-surfing, ...), per arrivare a servizi che invece richiedo diversi Mbps per poter essere utilizzati, questi tipicamente richiedo una "banda larga" o una "banda ultra-larga" (HD-web-broadcasting, per sesempio). In equilibrio ipotizziamo che il reddito sia sufficientemente alto da garantire in ogni contesto il consumo di quantità positive del bene numerario. Il problema di scelta Ciascun consumatore i massimizza la propria utilità, rappresentata dalla funzione: le variabili di controllo sono le quantità di x1 ,..., xn ,..., xn di banda allocate ai diversi servizi, nonché l'ampiezza di banda B che ipotizziamo disponibile in un numero finito di opzioni (ad esempio PSTN, ISDN, ADSL, Ultrabanda), ed al bene numerario Y ; tale processo di massimizzazione è sottoposto al vincolo di bilancio e al vincolo di banda. MAX U (θ i , k1 ,..., k n ,..., k N ; x1 ,..., x n ,..., x N , Y ) {x1,...,xn ,Y ,Bi } (A1.1) N N 1 1 = θ i ∑u (k n , x n ) + Y = θ i n =1 x n2 − 2 x n3 + Y 3k n n =1 kn sub N ∑x ≤ Bi n n =1 N ∑I n pn + T ( B ) + Y i ≤ Mi n =1 Bi ∈ {B1 ,..., BS } ∀n, xn ≥ 0 63 Si pensi alla visione di un contenuto multimediale il quale al di sotto di un bit-rate risulta lento da scaricare e/o la sua riproduzione on-line potrà essere a scatti con continue interruzioni per insufficienza del buffer. - 117 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA Scelta di allocazione della banda disponibile Date le nostre ipotesi strutturali, il parametro di eterogeneità tra gli individui, θ i , incide in maniera proporzionale sulle utilità indirette e marginali di tutti i servizi fruibili attraverso la rete Internet. Lo stesso parametro incide non sul saggio marginale di sostituzione tra un servizio ed un altro fruibile in rete, ma incide sul saggio marginale di sostituzione tra i singoli servizi ed il bene composito. Ne consegue che a parità di banda complessiva acquistata, la cui scelta dipenderà da θ i , l'allocazione che il consumatore farà di essa tra i diversi servizi dipenderà solo da paremetri oggettivi quali il vettore dei prezzi dei servizi ed il vettore delle capacità minime di banda. In questo caso, il programma di massimizzazione del generico consumatore i può essere, quindi, distinto in due fasi: (i) la scelta dell'allocazione della banda acquistata; e (ii) la scelta di acquisto dell'ampiezza di banda complessiva. Per semplicità, in questa prima fase assumiamo che tutti i servizi siano fruibili gratuitamente in rete, cioé ∀n pn = 0. Data l'ampiezza di banda acquistata, B, il reddito residuale, M − T (B) verrà allocato nell'acquisto del bene numerario, Y ; il consumatore dovrà, quindi, decidere come allocare la banda complessiva B tra i diversi servizi fruibili in rete. Il problema di massimizzazione condizionato alla banda complessiva acquistata sarà, perciò, il seguente: N N 1 1 u (k n ; xn ) = ∑ xn2 − 2 xn3 max ∑ 3k n { x1 ,...,xn ,..., xN } n =1 n =1 k n N taleche∑xn (A1.2) ≤B n =1 ∀n, ≥0 xn Si noti che ciascuna u (k n ; xn ) ha un punto di sazietà globale k n = 2k n . Ne consegue che il vincolo di banda potrebbe essere non stringente. Da cui, N N 1 2 1 3 N − + λ − (A1.3) x x B x max ∑ ∑ n n n + ∑µ n xn { x1 ,..., xn ,...,xN ; 3k n2 n =1 k n n =1 n =1 λ , µ1 ,..., µ N } Le condizioni del prim'ordine, secondo il metodo di Kuhn-Tucker, per l'ottima allocazione della banda sono le seguenti: ∂u (k n ; x n ) − λ + µn ∂x n = 0 ∀n = 1,..., N λ B − ∑x n = 0 N n =1 N B − ∑x n ≥ 0 n =1 (A1.4) λ≥0 µ n xn = 0 xn ≥ 0 ∀n = 1,..., N µ n ≥ 0 ∀n = 1,..., N dove λ è il moltiplicatore del vincolo di banda complessivo mentre µ n è il moltiplicatore del vincolo tecnico di banda minimo per servizio n-esimo. Sostituendo i valori di equilibrio delle allocazioni e dei moltiplicatori, otteniamo la funzione di utilità indiretta che dipenderà, quindi - 118 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA dall'ampiezza di banda acquistata B, dal paramtro di eterogeneità θ e dalle capacità minime di banda richieste dai singoli servizi, k1 ,..., k N . V (θ ; B; k1 ,..., k N ) = θU (x1∗ ( B; k1 ,..., k N ),..., xn∗ ( B; k1 ,..., k N ),..., x ∗N ( B; k1 ,..., k N ) ) (A2.5) Possiamo illustrare la scelta del consumatore nel modo seguente. Per ampiezze di banda molto basse il consumatore inizierà ad utilizzare il servizio internet 1 solo se B≥k1. All'aumentare della banda questa sarà allocata al servizio 1 fino a quando l'utilità indiretta di utilizzare congiuntamente i servizi 1 e 2 non superi l'utilità indiretta di utilizzare solo il servizio 1 . Aumentando ancora la banda a disposizione i consumatori passeranno all'utilizzo del servizio 3 solo se l'utilità indiretta generata dall'ottima allocazione della banda tra i servizi 1 , 2 e 3 è maggiore dell'utilità dell'utilità indiretta derivata dall'allocazione ottimale della banda solo tra i servizi 1 e 2 . Inoltre quando in vincolo di banda complessivo non è stringente λ = 0 e tutte le utilità marginali saranno pari a zero; cioé xn∗ = xn = 2k n per ogni n = 1,..., m dove il bene m -simo è l'ultimo servizio utilizzato data la banda acquistata. La Figura 4.18 rappresenta la funzione di utilità indiretta per un semplice caso con 3 servizi Internet. Le linee tratteggiate indicano l'utilità ottenuta consumando solo il servizio 1 , U ( x1 ,0,0; B) , solo i servizi 1 e 2 , U ( x1 , x 2 ,0; B) , e tutti i tre servizi, U ( x1 , x 2 , x 3 ; B) . La funzione di utilità indiretta V ( B) è data dall'inviluppo delle funzioni di utilità indiretta; al crescere dell'ampiezza di banda disponibile crescono il numero dei servizi utilizzati. Figura A4.1.1 Livelli di utilità indiretta in funzione del numero di servizi acquistati. Dalla stessa Figura A1.1 appare chiaro come l'utilità sia non decrescente al crescere dell'ampiezza di banda utilizzata. Il medesimo risultato può essere ottenuto formalmente definendo xn ≅ a n B (A1.6) cioè indicando l'ampiezza di banda allocata al servizio n -esimo in proporzione alla banda complessiva disponibile B . Definendo U (k1 ,..., k n ,...k N , B; a1 ,..., an ,..., a N ) = ∑n =1u (k n , B; an ) , il problema di allocazione N ottimale può essere quindi riscritto nel modo seguente: - 119 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA N 1 2 U ( k ,..., k ,... k , B ; a ,..., a ,..., a ) = max (an B − k n − (an B − k n ) ,0 max ∑ 1 1 n N n N 2 { a1 ,...,an ,...,aN } n =1 N taleche∑an ≤1 n =1 La derivata dell'utilità totale rispetto a B è pari a poiché ciascun elemento della sommatoria è non negativo. Infatti: 0 if u (k n , B; a n ) = 0 ∂u (k n , B; a n ) 1 + kn = a n (1 − a n B + k n ) > 0 ifB < ∂B an 1 + kn 0 ifB ≥ an Cioè, anche in presenza di sazietà, l'utilità che deriva dall'utilizzo della banda per la fruizione di servizi Internet è non decrescente nell'ampiezza di banda e (A2.7) U (k 1 ,..., k n ,...k N , B1 ; a1 ,..., a n ,..., a N ) ≤ U (k 1 ,..., k n ,...k N , B2 ; a1 ,..., a n ,..., a N ) ∀B2 > B1 Possiamo, quindi, ridefinere la funzione di utilità indiretta N ( V ( B) = ∑u k n , B; an∗ ) n =1 dove an∗ indica la proporzione ottima di banda allocata a ciascun servizio n . Scelta ottima della banda Nella sezione precedente è stata individuata l'allocazione ottimale della banda tra i diversi servizi internet che è indipendente dalla valutazione θ i dei servizi Internet propria di ciascun consumatore i . Nella presente sezione si analizzerà la scelta ottima di banda. L'ipotesi è che il consumatore debba confrontare diversi pacchetti di accesso ad Internet, ciascuno dei quali da accesso, per un prezzo differente, ad una diversa ampiezza di banda garantita. Possiamo facilmente dimostrare come la scelta della banda sia non descrescente nel tipo θ . Per far questo è sufficiente dimostrare che la funzione di utilità sia supermodulare rispetto a θ e B . Infatti, la funzione di utilità Utilizzando la definizione (A2.7), la funzione di utilità V i (θ i , k1 ,..., k n ,..., k N ; x1 ,..., xn ,..., xN , Y i ) = θ iU (k1 ,..., k n ,..., k N ; x1 ,..., xn ,..., x N ) N (A1.8) = θ i ∑u (k n ; xn ) n =1 può essere riscritta come ( ) N V i θ i , k1 ,..., k n ,...k N , B; a1 ,..., an ,..., a N = θ i ∑u (k n , B; an ) (A1.9) n =1 ( ) La funzione V i θ i , k1 ,..., k n ,...k N , B; a1 ,..., an ,..., a N è supermodulare rispetto a θ e B se ( ) ∂V θ , k1 ,..., k n ,...k N , B; a1 ,..., an ,..., a N `enondecrescenteinB. ∂θ i i - 120 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA Poiché ( ) N ∂V i θ i , k1 ,..., k n ,...k N , B; a1 ,..., an ,..., a N = ∑u (k n , B; an ) ∂θ n =1 ≡ U (k1 ,..., k n ,...k N , B; a1 ,..., an ,..., aN ) e quest'ultima è non decrescente in B per la proprietà (A1.7), ne consegue che V i (θ i ,.; B;.) è supermodulare e l'argmax B ∗ (θ i ) è non decrescente. L'intuizione del risultato è chiara: la differenza di utilità ottenuta dall'acquisto di due pacchetti Internet diversi cresce al crescere di θ . Di conseguenza la disponibilità a pagare per ottenere un accesso ad Internet con una maggiore ampiezza di banda cresce al crescere di θ . L'utilità indiretta per il consumatore i può essere definita come N ( V i (θ i , B) = θ iV ( B) = θ i ∑u k n , B; an∗ ) (A1.10) n =1 Ovviamente, maggiore è la valutazione dei servizi internet, maggiore sarà l'utilità goduta per ciascun ampiezza di banda disponibile. La Figura A2.3 presenta i valori di V i (θ i , B) per tre diverse ampiezze di disponibili. Data l'assunzione di quasi-linearità della funzione di utilità, V i (θ i , B) rappresenta anche la disponibilità a pagare del tipo θ i per l'accesso ad Internet con una ampiezza di banda pari a B . Figura A4.1.2. Funzioni di utilità indiretta al variare della banda disponibile. La domanda complessiva per i diversi tipi di banda dipende dalla distribuzione F (θ ) . Assumendo una distribuzione uniforme tra [0,1] le funzioni di domanda per tra pacchetti di accesso ad Internet con diversi livelli di ampiezza di banda sono rappresentate nelle Figura A1.4. - 121 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA Figura A4.1.3 Domanda di accesso in funzione della banda disponibile. A4.1.2 Analisi nel “discreto”: 2 servizi e un bene numerario, due alternative di capacità massima. Scelta di allocazione della banda Nel caso in cui N=2 il problema di scelta ottima diviene: 2 2 1 2 1 3 2 − + λ − x x B x max ∑ n 3k 2 n ∑ n + ∑µ n xn { x1 , x2 ,λ ,µ1,µ 2} n =1 k n n =1 n =1 n Le condizioni per l'ottima allocazione della banda sono, quindi, le seguenti: 2 1 x1 − 2 x12 − λ + µ 1 k1 k1 = 0 2 1 x 2 − 2 x 22 − λ + µ 2 = 0 k k 2 2 λ (x1 + x 2 − B ) = 0 conλ ≥ 0 µ 1 x1 = 0 conµ 1 ≥ 0 µ 2 x 2 = 0 conµ 2 ≥ 0 Acquistata B > 0, i casi possibili quali soluzioni del problema di massimizzazione sono 2: - il consumatore usufruirà di entrambi i servizi; - il consumatore usufruirà solo di un servizio. Acquisto entrambi i servizi Poiché assumiamo soluzioni interne, x1 > 0 e x2 > 0, date possiamo porre direttamente µ1 = µ 2 = 0. Nel caso in cui il vincolo tecnico sia stringente in equilibrio, x1 + x2 − B = 0, allora il problema potrà essere riscritto nel modo seguente: - 122 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA 1 2 1 1 1 x1 − 2 x13 + ( B − x1 ) 2 − 2 ( B − x1 ) 3 k1 3k 1 k2 3k 2 L= max x 1 da cui ∂L ∂x1 = k 2− 2 k1− 2 (Bk1 − k1 x1 − k 2 x1 )(Bk1 − 2k1k 2 − k1 x1 + k 2 x1 ) = 0 ∂L ∂x12 = 2 2 2 1 + − 2 x1 + 2 (2 x1 − 2 B ) < 0 k1 k 2 k1 k2 x1 = −B x1 = k1 ∂2L → 2 = (− 2 )k 2−1 k1−1 (B − k1 − k 2 ) ≤ 0 − k1 − k 2 ∂x1 2 1 (− Bk1 + 2k1k 2 ) → ∂ L2 = 2k 2−1k1−1 (B − k1 − k 2 ) ≥ 0 − k1 + k 2 ∂x1 e quindi, x1 = Bk1 Bk 2 ; x2 = k1 + k 2 k1 + k 2 In questo caso avremo x1 = Bk1 < 2k1 ⇒ B < 2k1 + 2k 2 k1 + k 2 x2 = Bk 2 < 2k 2 ⇒ B < 2k1 + 2k 2 k1 + k 2 e, quindi, V = ∂L ∂B = (3k1 + 3k 2 − B )B 2 3(k1 + k 2 ) (2k1 − B + 2k 2 )B > 0 λ= (k1 + k 2 )2 Il vincolo tecnico potrebbe non essere stringente in equilibrio. Se B − x1 − x2 > 0 in equilibrio, allora λ = µ1 = µ 2 = 0. Il problema diviene 1 1 1 1 = x12 − 2 x13 + x22 − 2 x23 max x1 k1 3k1 k2 3k 2 e avrà come soluzione x1 = 2k1 ; x2 = 2k 2 Quindi, 4 V ( x1 = 2k1 ; x2 = 2k 2 ) = (k1 + k 2 ) 3 Acquisto solo di uno dei due servizi Condizione necessaria affinché il consumatore non acquisti il secondo servizio, x2 = 0, è che la banda sia inferiore al livello di sazietà del servizio 1, B < 2k1. In questo caso il vincolo di banda non può che essere stringente. Avremo, quindi, x1 = B e µ1 = 0, ma µ 2 , λ > 0. Da cui, - 123 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA 2 1 B − 2 B 2 − λ k1 k1 − λ + µ2 = 0 e, quindi, = 0 λ = µ 2 = (k1−2 (2k1 − 1)B ) In termini di utilità indiretta avremo 1 2 1 B − 2 B3 k1 3k1 Condizione necessaria, invece, affinché il consumatore non acquisti il primo servizio, x1 = 0, è che la banda sia inferiore al livello di sazietà del servizio 2, B < 2k 2 . In questo caso il vincolo di banda non può che essere stringente. Avremo, quindi, x2 = B e µ 2 = 0, ma µ1 , λ > 0. Sostituendo nelle condizioni del primo ordine avremo k1−2 (2k1 − 1)B = λ V ( x1 = B; x2 = 0) = ( ) µ1 = λ In termini di utilità indiretta avremo 1 2 1 B − 2 B3 k2 3k 2 Poiché per ogni B > 0, l’utilità indiretta quando si consuma solo il primo servizio è sempre superiore a quella derivante dal consumo del secondo servizio solamente, quando B < 2k1 allora il consumatore acquisterà solo il servizio 1. Infatti, B < 2k1 < 2k 2 , 1 2 1 1 2 1 B − 2 B3 < B − 2 B3 k2 3k 2 k1 3k1 V ( x1 = 0; x2 = B) = 1 1 B 1 1 1 1 − + < − 3 k1 k 2 k1 k 2 k1 k 2 1 1 + < k1 k 2 Poiché abbiamo assunto B < 2k 2 , 3 B 3k1k 2 (k1 + k2 ) quando k 2 > k1 > 0, la precedente condizione è verificata ∀k1 ∈ Ρ \ {− k 2 }∩ (− ∞,−k 2 ) ∪ (2k 2 , ∞ ). Facilmente si verifica come la condizione sia ancor meno stringente quando 2k1 < B < 2k 2 Infatti in questo caso all’utilità derivante dal consumo del servizio 1 fino al suo punto di sazietà dovremo almeno aggiungere l'utilità derivante dall'utilizzo della banda in eccedenza, destinata al servizio 2, cioè quando x1 = 2k1 e x2 = B − 2k1. 64 Ultima verifica necessaria e chiederci per quali valori della banda il consumatore preferisca acquistare solo il servizio 1 e non entrambi. Confrontando i livelli di utilità indiretta avremo 2k 2 < 64 In realtà in questo caso la scelta migliore è quella derivata nel punto precedente quando il consumatore decide di allocare in modo proporzionale la banda tra i due servizi. Infatti, x1 = (Bk1 )(k1 + k 2 )−1 < 2k1 ⇒ B < 2k1 + 2k 2 e questo è soddisfatto poiché siamo nel caso in cui B < 2k 2 . - 124 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA 1 2 1 B − 2 B3 3k1 k1 3k 1 + 3k 2 − B 6k 1 k 2 + 3k 12 + 3k 22 (k ≥ (3k + 3k 2 − B )B 2 3(k 1 + k 2 ) 1 B 1 B2 − k 1 3 k 12 ≤ + k 2 ) (3k 1 + 3k 2 − B ) ≤ k 1− 2 (3k 1 − B )B −2 1 1 B 2 2 k1 3 1 + B + 2 k ( k + k2 ) 1 1 3 − 2 (k + k 2 ) ≤ 0 2 1 Il primo termine della prima disequazione è rappresentato da un polinomio di secondo grado e completo in B. Seppur non elegante, ammette come soluzione un intervallo di valori reali compreso tra zero e un valore soglia B < 2k1. Possiamo, quindi, sintetizzare il processo di allocazione della banda attraverso la tabella A1.11. Tabella A1.11. Modello discreto: livelli di banda, sua allocazione ed utilità indiretta. B B=0 ( ] B ∈ 0; B ( B ∈ B;2k1 + 2k 2 ] B ∈ (2k1 + 2k 2 ;+∞ ) x1 0 x2 0 B 0 Bk1 k1 + k 2 Bk 2 k1 + k 2 2k1 2k 2 V 0 1 2 1 B − 2 B3 3k1 k1 (3k1 + 3k2 − B )B 2 3(k1 + k 2 ) 4 (k1 + k2 ) 3 Si noti come solo superato il livero di banda minima B il consumatore decida di allocare parte della banda anche al servizio 2. Se consideriamo che il servizio 1 rappresenti un paniere di consumo "a banda larga", mentre il servizio 2 un paniere di consumo " a banda ultra larga" , il modello mostra come la tipologia di servizi acquistati cresca in modo discontinuo superato ul livello di banda minima disponibile. Se per esempio assumiamo che k 1 = 2 e k 2 = 4 , allora la Tabella A2.11 assume i valori riportati nella Tabella A1.12. Tabella A1.12. Modello discreto: livelli di banda, sua allocazione ed utilità indiretta (caso numerico). B x1 B=0 0 B=1 1 B= 2 2 B=3 1 B=6 2 B=9 3 B = 12 4 B = 14 4 x2 V 0 0 0 5/12 0 8/12 2 12/12 4 5/3 6 4 8 8 8 8 - 125 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA Scelta della banda da acquistare Utilizzando un procedimento quasi di induzione a ritroso, chiediamoci nel caso sia possibile decide la banda acquistabile qual'è la scelta del consumatore. In particolare ipotizziamo per semplicità che esista la possibilità di acquistare o "banda larga" o "banda ultra larga". In particolare consideriamo il seguente menù di scelta: B=0 0 se T ( B) = T1 se B = B1 < B T se B = B = 2k + 2k 2 1 2 2 dove B1 < B2 e T1 < T2 . Le possibilità di scelta del consumatore sono in questo caso tre: - non acquistare banda e investire tutto il proprio reddito nel bene numerario. - acquistare "banda larga" - acquistare "banda ultra larga". Condizione necessaria all'acquisto di banda larga è di avere un reddito sufficientemente alto, T1 < T2 < M . Avremo, quindi, la seguente casistica. Il consumatore decide di non accedere ad internet. Nella scelta di quanto acquistare incideranno ora sia il reddito dell'individuo sia il parametro di eterogeneità. In particolare già possiamo intuire che se il reddito dell'individuo è inferiore alla tariffa minima di accesso ad internet, M < T1 < T2 , qualsiasi siano le sue preferenze, egli deciderà di non acquistare banda, B = 0 . Nel caso il reddito sia sufficientemente alto, confronterà l'uitlità indiretta tra le diverse alternative di consumo: - nessun accesso ad Internet, Y = M , B = 0, x1 = x2 = 0,V = Y ; - acquistare "banda larga", 1 1 Y = M − T1 , B = B1 , x1 = B1 , x2 = 0, V = θ B12 − 2 B13 + (M − T1 ); 3k1 k1 - acquistare "banda ultra larga", Y = M − T2 , B = B21 , x1 = 2k1 , x2 = 2k 2 , V = θ (2k1 + 2k 2 ) + (M − T2 ). In termini di confronti, avremo M < T1 T2 M M M oppure > M ≥ T1 1 1 > θ B12 − 2 B13 + (M − T1 ) 3k1 k1 oppure ≥ T2 1 1 > MAX θ B12 − 2 B13 + (M − T1 );θ (2k1 + 2k 2 ) + (M − T2 ) 3k1 k1 Il consumatore decide di accedere alla “banda larga”. - 126 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA In termini di confronti, avremo T2 > M ≥ T1 1 2 1 B1 − 2 B13 + (M − T1 ) ≥ M 3k1 k1 oppure θ M ≥ T2 > T1 1 2 1 B1 − 2 B13 + (M − T1 ) > MAX [θ (2k1 + 2k 2 ) + (M − T2 ); M ] 3k1 k1 θ Si noti come la scelta di accedere ad internet attraverso la banda larga e non ultra larga possa dipendere da vincoli di reddito, dalle preferenze e dalle tariffe. Il consumatore decide di accedere alla “banda ultra larga”. In termini di confronti, avremo M ≥ T2 > T1 1 2 1 B1 − 2 B13 + (M − T1 ); M 3k1 k1 θ (2k1 + 2k 2 ) + (M − T2 ) ≥ MAX θ Si noti di nuovo come anche in questo caso la scelta di accedere ad internet attraverso la banda larga e non ultra larga possa dipendere da vincoli di reddito, dalle preferenze e dalle tariffe. Statica comparata Ipotizziamo che per tutti gli individui il reddito sia tale da permettere l'acquisto della banda ultra larga, M > T2 . Assumiamo, inoltre, che l'utilità marginale del reddito sia sufficientemente bassa da rendere ottimale per ogni consumatore accedere ad internet, 1 1 M < min θ B12 − 2 B13 + (M − T1 );θ (2k1 + 2k 2 ) + (M − T2 ). In questo caso accederanno ad 3k1 k1 internet solo gli utenti per i quali il seguente vincolo è verficato almeno come una uguagliaza: 1 1 θ (2k 1 + 2k 2 ) + (M − T2 ) ≥ θ B12 − 2 B13 + (M − T1 ) 3k 1 k1 1 2 1 B1 − 2 B13 ≥ T2 − T1 3k 1 k1 θ (2k1 + 2k 2 ) − θ ~ ≥ θ = T2 − T1 (2k 1 + 2k 2 ) − 1 B12 − 1 2 B13 k 3k 1 1 Si noti che qualsiasi sia la distribuzione del parametro di eterogenità, la probabilità che ~ θ ≥ θ , e quindi anche la proporzione di individui che accedono alla banda ultra larga è tanto maggiore quanto: - superiore è il reddito medio della popolazione; - inferiore è la differenza di tariffe per accedere alla banda "ultra larga"; - 127 - CAPITOLO 4 APPENDICE MICROECONOMICA -minore è la dimensione della banda che definiamo "larga", ovvero maggiore è l’aumento di banda che consideriamo passando da quella cosiddetta “larga” a quella cosiddetta “ultra larga” Ambiguo è nel caso l'effetto di una gestione più efficiente della rete poiché l'utilità derivante dal servizio è proporzionale ai parametri tecnici, k1 e k 2 . Se il parametro di eterogeneità è distribuito in modo uniforme tra zero e uno su una popolazione di numerosità P, allora la percentuale di utenti che accederanno alla banda ultra larga saranno pari a T2 − T1 ~ P ⋅ Pr (θ ≥ θ ) = P ⋅ 1 − 1 2 1 3 (2k 1 + 2k 2 ) − k B1 − 3k 2 B1 1 1 (A1.13) Nel modello investimenti atti a ridurre il digital divide ed innalzare il livello di informatizzazione del paese saranno misurati con una "miglior distribuzione" del parametro di eterogeneità nella popolazione. Uno shock esogeno della domanda di accessi dovuto ad un mutamento generalizzato delle preferenze dei consumatori viene misurato come un aumento della probabilità di accesso. Questo è vero solo se la banda a disposizione non è decrescente rispetto al numero di utenti in rete. Poiché la banda è presente nella (A1.13) in forma non lineare è chiaro che la banda aggregata dovrà crescere in modo più che proporzionale rispetto al numero degli utenti per non creare effetti negativi di congestione. - 128 - CAPITOLO 4 APPENDICE ECONOMETRICA A4.2. Appendice econometrica: stima dell’impatto della velocità di banda sul processo di diffusione della broad band La velocità di connessione. Tabella A4.2.1. Velocità di connessione dichiarata dagli operatori leader nei diversi paesi OECD, 2005-2008 Country Operator Australia Bigpond Austria AON Belgium Belgacom Canada Bell Canada Czech Republic O2 Denmark TDC Finland Sonera France France Telecom Germany T-Com Greece OTE Hungary T-Com Iceland Simmin Ireland Eircom Italy Alice Japan NTT West Korea KT Luxembourg EPT Mexico Telmex Netherlands KPN New Zealand TCNZ Norway Telenor Poland TP Portugal Portugal Telecom Slovak Republic Slovak Telecom Spain Telefonica Sweden TeliaSonera Switzerland Bluewin Turkey TTNet United Kingdom BT United States AT&T OECD averages Speed (kbit/s) 2005 2006 1536 1536 2048 2048 4096 4096 5000 5000 1024 2048 4096 4096 24000 24000 18000 18000 6016 6016 1024 1024 2048 2048 6000 8192 2048 2048 4000 20480 102400 102400 102400 102400 3000 3000 1024 1024 8000 6144 2000 2000 4000 6144 6144 6144 8192 8192 1024 1024 1024 1024 24576 24576 2400 3500 2048 2048 2200 8192 3072 3072 11814.67 12717.2 2007 1536 2048 4096 7168 2048 4096 24576 18432 6144 1024 4096 8192 2048 20480 102400 102400 15360 1024 6144 24576 6144 6144 8192 1536 1024 24576 3500 2048 8192 3072 14077.2 2008 1536 2048 4096 7168 8192 4096 24576 18432 6144 1024 8192 8192 3000 20480 102400 102400 15360 1024 20000 24576 6144 6144 16000 2048 1024 24576 5000 2048 8192 3072 15239.47 var% 2005-2008 0.00 0.00 0.00 43.36 700.00 0.00 2.40 2.40 2.13 0.00 300.00 36.53 46.48 412.00 0.00 0.00 412.00 0.00 150.00 1128.80 53.60 0.00 95.31 100.00 0.00 0.00 108.33 0.00 272.36 0.00 28.99 Le variabili del modello econometrico di stima della domanda Paesi: (30 nazioni membri del OECD) Australia, Austria, Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia Francia, Germania Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Corea del Sud, Lussemburgo, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Regno Uniti e Stati Uniti. ANNI: 2005, 2006, 2007. Fonte dati: OECD Communication Outlook 2009, 2007. - 129 - CAPITOLO 4 APPENDICE ECONOMETRICA Tabella A4.2.2 Statistiche descrittive variabili. Fonte dati:OECD Variable Obs Mean Std. Dev. Min Max LBBP 90 5.002767 0.730507 2.646143 5.876001 LGDPP 90 4.37492 1.927104 0.603458 9.407116 LPRICE 90 7.242442 5.782806 2.00689 23.92945 LPC 81 4.089414 0.378818 2.503439 4.492447 REG 87 1.002972 1.279189 0 5.662225 LEDU 78 -5.1274 1.421715 -7.93163 -1.02692 LPIP 90 -1.06895 2.071836 -5.50624 4.56746 LPI 90 8.586271 2.281418 3.826497 15.35587 LSPEED 90 8.514215 1.235611 6.931472 11.53664 T1 90 0.33333 0.474045 0.000000 1.000000 LBBP= logaritmo del coefficiente di penetrazione in % del servizio di accesso a reti internet broadband LGDPP= logaritmo del prodotto interno lordo procapite in USD, deflazionato a parità di potere d’acquisto. LPRICE= logaritmo del prezzo di accesso a reti internet broadband, in USD, deflazionato a parità di potere d’acquisto. LPC= logaritmo della percentuale di individui che usa il computer a casa. REG= indice di urbanizzazione costruito = r/(1-r) ,dove r è la percentuale della popolazione che risiede in aree urbane. LEDU= logaritmo della percentuale della popolazione che freguente la scuola primaria o secondaria. LPI= logaritmo del livello di investimenti pubblici in TLC in USD, deflazionato a parità di potere d’acquisto. LPIP= logaritmo del livello di investimenti pubblici in TLC procapite in USD, deflazionato a parità di potere d’acquisto. LSPEED= logaritmo della velocità media “advertised” di connessione in Kbps. T1= è una variabile dcotomica che assume il valore 1 quando i dati si riferiscono all’anno 2005, il primo dei tre considerati. La matrice di correlazione Tabella A4.2.3 La matrice di correlazione. Fonte dati:OECD. LBBP LBBP LGDPP LPRICE LPC REG LEDU LPIP LPI LSPEED 1 LGDPP 0.3551 1 LPRICE 0.0533 0.924 1 LPC 0.8566 0.3984 0.0982 1 REG 0.2268 -0.2328 -0.2774 0.1253 1 LEDU 0.2104 0.2186 0.0968 0.2788 -0.1472 LPIP 0.3074 0.9862 0.9358 0.3653 -0.2503 0.2158 1 LPI 0.1715 0.7982 0.8189 0.181 -0.137 -0.3955 0.8112 1 LSPEED 0.5563 0.4862 0.3522 0.5253 0.0576 -0.2194 0.4362 0.5439 1 1 La variabile dipendente LBBP risulta altamente correlata con la variabile LPC (+0.8566) e con la variabile LSPEED (+0.5563); meno correlata con le variabili LGDPP (+0.3551) e LPRICE (+0.0533). La variabile indipendente LGDPP è altamente correlata con le variabili LPRICE (+0.924), LPIP (+0.9862) e LPI (+0.7982). - 130 - CAPITOLO 4 APPENDICE ECONOMETRICA I modelli stimati Tabella A4.2.4 Prospetto sintetico delle regressioni stimate (OLS) LBBP R1 R2 R3 R4 R5 R6 60 60 60 60 63 78 0.7747 0.7683 0.7694 0.7675 0.7562 0.7946 .185126 (.1752343) -.0142344 (.0305943) _ _ _ _ 1.690761*** (.2807837) 1.710936*** (.273454) 1.717574*** (.2724818) 1.693964*** (.2620034) 1.407691*** (.2289581) 1.402511*** (.1354798) .0758802 (.0489271) .107332** (.0448932) .1080629** (.041856) .0993639** (.0404726) .126196** (.0482037) .1067717*** (.0344824) -.2800158*** (.0961477) -.2769385*** (.0964741) -.2779062 *** (.096378) -.2757203 *** (.0959669) -.2742576 *** (.0980036) -.2578007*** (.0891612) .1008164*** (.0270238) .1038157*** (.0283755) .101072*** (.0274277) .1084647*** (.027219) .1135609*** (.0274549) .0708685*** (.0166587) LEDU .0353345 (.0312469) .0444416 (.0299934) .0474035 (.0285352) .0368469 (.026854) _ _ LMG .0688767** (.0366862) .0712718 * (.0376227) .0708005 * (.0373459) .0716781* (.0374623) .0769633* (.0426907) _ LPIP -.1820931 (.1557415) _ -.0197643 (.0263194) _ _ _ -3.03064*** (1.108639) -2.260263** (1.120712) -2.360938** (1.144905) -2.22747* (1.0843) -1.432543 (.8904885) -1.630703*** (.5117723) N. osserv. R2 LGDPP LPC LSPEED T1 § REG _CONS Diagnostica e grafici regressione R6 Breusch-Pagan / Cook-Weisberg: test di eterogeneità. Ho: Constant variance Variables: fitted values of lbbp chi2(1) = 22.91 Prob > chi2 = 0.0000 Skewness/Kurtosis: tests di normalità. Variable res Pr(Skewness) 0.000 Pr(Kurtosis) 0.007 ------- joint -----adj chi2(2) Prob>chi2 18.60 - 131 - 0.0001 2 3 lbbp 4 5 6 CAPITOLO 4 APPENDICE ECONOMETRICA 2 3 4 Fitted values 5 6 2 3 lbbp 4 5 6 Figura A2.1 Scatter plot valori osservati su valori stimati della variabil lbbp -1 -.5 Residuals 0 Figura A2.2 Scatter plot valori osservati su residui - 132 - .5 CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE CAPITOLO 5: DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE 5.1 Introduzione L’offerta video ,secondo alcuni , rappresenterà il fattore critico per lo sviluppo delle reti di nuova generazione (NGN), poiché l’esplosione dei vari servizi legati alla più ampia convergenza tra TV e internet richiederà una ampiezza di banda sempre maggiore (Ultra banda larga), che non potrà essere soddisfatta dalle reti attuali. Figura 5.1 – Traffico dati su rete fissa (PB/mese) Global Consumer Internet Traffic, 2008-2013 (PB/mese) 35.000 30.000 Ambient Video Internet Video to TV 25.000 Internet Video to PC 20.000 Video Communications 15.000 Voice 10.000 Gaming File Sharing 5.000 Web/Email 0 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte:Elaborazioni ITMedia Consulting su dati Cisco Se sul lato dell’offerta è ipotizzabile dunque una crescente diffusione dei servizi video, assume particolare rilievo valutare le reali dimensioni di questo fenomeno, in termini di sviluppo quantitativo e qualitativo della domanda, quale driver di mercato e, nello specifico, per la parte qui analizzata, quale fattore critico in grado di giustificare in ultima analisi gli ingenti investimenti per la realizzazione di reti di nuova generazione. Il mercato dei servizi video a banda larga si sviluppa in stretta correlazione con l’infrastruttura e le tecnologie che li distribuiscono. La domanda di infrastrutture da parte dei - 133 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE content e service provider (broadcaster, produttori e aggregatori di contenuti, piattaforme distributive di contenuti, user generated content, ecc.) costituisce pertanto una “derived demand”, in quanto dipende dalla domanda di contenuti e servizi da parte degli utenti finali. D’altra parte, la stessa domanda non può prescindere dalle condizioni d’uso (modalità d’offerta e qualità del servizio), in grado di determinare una maggiore o minore disponibilità a pagare da parte di coloro che utilizzano già gli stessi contenuti su altre reti (es. canali TV o film in prima visione) e che in ogni caso potrebbero trarre vantaggio da una loro più ampia disponibilità sulle reti di nuova generazione (interattività, alta definizione). Figura 5.2 – Correlazione tra offerta, domanda di servizi e infrastruttura Fonte: ITMedia Consulting In altri termini, la sola crescita della domanda potenziale non è di per sé sufficiente a giustificare investimenti in reti di nuova generazione, se questa stessa domanda non è in grado di trasferire risorse già oggi in tutto o in parte utilizzate nelle reti audiovisive tradizionali, come pure di aggiungerne ulteriori e ugualmente consistenti, correlate alla migliore qualità dei servizi offerti nelle reti di nuova generazione. Data la complessità dell’analisi, il punto di partenza è dunque costituito dalla identificazione di tali servizi e dalla loro potenzialità di sviluppo, anche in chiave di business model sostenibili, in un ambiente più evoluto, come quello dell’offerta larga banda. Una volta descritti i servizi e valutato il loro prevedibile impatto sulla struttura economica dell’offerta, nella seconda parte del presente lavoro sarà analizzata la domanda e la sua capacità di essere fattore abilitante per la creazione di reti di nuova generazione. - 134 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE 5.2 I servizi 5.2.1 Descrizione dei servizi video Figura 5.3 – Classificazione dei servizi video Fonte: ITMedia Consulting I servizi video possono essere distinti in base ai modelli di business: • Gratuiti finanziati dalla pubblicità secondo il classico modello della televisione commerciale che si sta sviluppando anche per numerosi contenuti disponibili in rete (es. Web TV) • A pagamento, secondo due modalità: o Abbonamento, in cui l’utente si abbona ad un pacchetto di servizi (Basic o Premium); o A richiesta, in cui l’utente paga per la fruizione del singolo contenuto (in genere un contenuto premium), e può avvenire in modalità pay-per-view. - 135 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE I servizi a richiesta, che costituiscono il valore aggiunto rispetto alla trasmissione video intesa nel senso tradizionale del termine e, dunque, il motore per lo sviluppo di una domanda di banda larga, si classificano a loro volta nel modo seguente: - Video on Demand. Il VOD è una forma di time shifting a richiesta, che permette, tra l’altro, di bloccare il programma e di effettuare il fast forward e il rewind come se si stesse utilizzando un videoregistratore. Può essere fruito in modalità broadcast come servizio programmato per un dato orario oppure in modalità più strettamente “a richiesta”, in cui il consumatore può scegliere il programma e l’orario. Questa tipologia di servizio viene fornita in genere dagli operatori telco o via cavo, poiché dispongono di un’ampiezza di banda maggiore rispetto agli operatori satellitari. Il video on demand (tv based) è di solito offerto con le seguenti modalità: • Free VOD, che include pacchetti Basic o Family, finanziato dalla pubblicità; • Subscription VOD, in cui l’utente paga una fee su base regolare per avere una serie di programmi a richiesta; i programmi sono solitamente schedulati. • Pay-per-view VOD, usato per fornire servizi individuali a richiesta. • Near VOD, quando i contenuti vengono programmati a determinati orari su un determinato canale. Il consumatore ha la libertà di scegliere il giorno e l’orario in cui vuole guardare il programma. - Catch-Up TV. Offre accesso on demand ad una selezione di programmi di un determinato canale per un periodo di tempo limitato. L’esempio più conosciuto di catch-up tv è quello del servizio iPlayer della BBC, che permette di rivedere i programmi trasmessi nel corso dei sette giorni precedenti la programmazione in TV. L’iPlayer è disponibile on line e tramite l’operatore via cavo Virgin Media. - Replay-TV. Si tratta di un servizio di time shifting, che si differenzia dalla catch-up tv poiché nel primo caso l’utente finale può fruire del contenuto senza pubblicità e altre informazioni connesse, registrarlo e averlo a sua disposizione per poterlo vedere successivamente, mentre nel caso della replay-tv il programma viene offerto come parte del palinsesto e per un periodo più limitato (di solito due giorni). Nell’ottica di sviluppo di questi servizi si stanno sviluppando i seguenti device (servicerelated devices): - Personal Video Recorder (PVR/DVR). I più recenti set-top-box per l’IPTV sono dotati di una memoria interna che ha lo scopo di registrare programmi trasmessi in televisione per una visione differita. La figura sotto dimostra che, secondo l’indagine condotto da Ofcom nel regno Unito, nel 2008, l’83% degli utenti (63% nel 2007) usano il video decoder per poter avere i programmi registratati quando non sono a casa. - 136 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE Figura 5.4 – I motivi per cui si registrano i programmi su DVR Fonte: Ofcom, 2008 Secondo la stessa indagine, le preferenze degli utenti dimostrano che i programmi sportivi e le news si vedono in diretta, mentre il 66% preferirebbe registrare i programmi video. - Network Video Recorder. Ha le stesse funzioni del PVR ma la capacità di memoria si trova presso un server della rete anziché nel set top box del cliente. Allo stesso modo del DVR standard il Network DVR permette varie funzionalità quali stop e rewind, ricerca e memorizzazione dei programmi televisivi. Un vantaggio di questa soluzione è che permette ai network operator il taglio dei costi di installazione e manutenzione dei digital video recorder. - Multiroom, ovvero una “device networking” che permette di fruire dei contenuti anche sugli altri apparati domestici. Un’ulteriore classificazione dei servizi è data dalla modalità di diffusione: - Lineare - Non lineare Mentre la tv lineare, modalità tipica della televisione di palinsesto, come quella terrestre e satellitare, è più facile da predeterminare, poiché si basa sulla trasmissione di contenuti ad orari prestabiliti dallo stesso fornitore di contenuti, nei servizi non lineari, invece, intervengono altre variabili legate al consumer behaviour, che fanno riferimento quindi alla possibilità per il consumatore di scegliere il contenuto, i tempi e le modalità con cui fruire del contenuto. Queste tre variabili sono naturalmente difficili da calcolare per chi offre tale tipologia di servizi e sono quindi più rischiose in termini di previsione della domanda. D’altra parte, questo elemento di incertezza introdotto dal comportamento umano fornisce anche maggiori opportunità nel momento in cui si riesce a raggiungere un’audience più vasta e fornire maggiori servizi sia in termini qualitativi che in termini quantitativi (la cosiddetta coda lunga). - 137 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE Un’ulteriore elemento di classificazione è dato dalle modalità di fruizione. In particolare: - - Streaming video: tramite questa modalità trasmissiva i contenuti vengono compressi e resi disponibili su una rete (Internet) e poi decompressi dall’utente che, quasi in contemporanea, li può guardare sul proprio schermo. Lo streaming video comprende una vasta gamma di contenuti di diversa ampiezza, che vanno da brevi videoclip a film di lunga durata. Le due macrotipologie di streaming video sono le seguenti: • Streaming con piattaforma aperta su PC o TV, finanziato principalmente dalla pubblicità. L’esempio più conosciuto è YouTube; • Streaming con piattaforma chiusa su TV (IPTV), che utilizza il metodo del pagamento di una fee mensile da parte degli utenti e pagamento a parte dei servizi a richiesta. Download and store: la fruizione avviene dopo che il contenuto è stato scaricato su una memoria. I file sono tipicamente di 500-1000 MB di ampiezza (il che significa che, con una connessione a 4Mbit/s, impiegano 17-33 minuti per il download). Esempi di questo tipo di servizio sono, nel Regno Unito, 4oD di Channel 4, l’iPlayer della BBC e l’Anytime di Sky. I servizi di download rientrano nella categoria dei servizi non lineari, nonostante i tempi di download richiedano che passi un po’ di tempo tra la richiesta e la fruizione. I servizi di download possono essere distinti in due macro categorie: • Download to own: quando il consumatore acquista e scarica un contenuto allo scopo di possederlo in maniera permanente; • Download to rent: quando l’acquisto si riferisce ad un periodo di tempo limitato, passato il quale il contenuto non è più disponibile. Correlato a questa classificazione è il tema della “quality of service” e “best effort”65. I servizi IPTV, al contrario, sono distribuiti tramite un set top box proprietario che garantisce una elevata qualità del servizio. Anche per questa ragione i servizi in streaming di scarsa qualità distribuiti su Internet sono solitamente gratuiti e supportati da pubblicità. Per i servizi IPTV invece, la cui qualità è elevata, prevale il modello di business che prevede il pagamento di una fee o a richiesta da parte dell’utente finale. 5.2.2 Analisi dei modelli: Web TV, IPTV e HDTV A) La Web TV La Web TV è una modalità di distribuzione dei contenuti sul web in cui il video viene scaricato (download) o distribuito online in streaming, senza che sia necessario alcun apparato di ricezione munito di accesso condizionato. La Web TV è un sistema di distribuzione basato sul “best effort”, per cui la ricezione e la qualità dell’immagine non sono ottimali e il numero di utenti collegati alla rete incide sulla capacità di accedere al servizio in maniera accettabile. Lo streaming video richiede una larghezza di banda di almeno 1 Mbps. Nel corso degli ultimi anni il sistema a rete aperta della Web TV ha permesso l’ingresso in questo settore di diversi editori, tra cui i broadcaster tradizionali, che, con sempre maggiore frequenza, trasferiscono sulla rete IP la loro programmazione sia in modalità catch-up (la tv del 65 Il best effort service, tipico delle reti aperte, non garantisce la quality of service, che invece ritroviamo nelle reti chiuse come l’IPTV, I due concetti fanno riferimento alla gestione della capacità trasmissiva in grado di garantire o meno la qualità del servizio. Nel secondo caso la gestione è più strutturata, in quanto può prevedere una riserva di capacità e il controllo dinamico nei nodi di rete. - 138 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE giorno dopo), che in modalità delinearizzata (e più interattiva), attraverso l’offerta di segmenti specifici (VOD). A questi si sono aggiunte imprese editoriali della carta stampata, emittenti televisive che trasmettono i propri programmi esclusivamente in rete e gli aggregatori di contenuti come Youtube, che offre in rete contenuti UCG (Used Generated Content), video autoprodotti o contenuti di altra natura finanziandosi esclusivamente con la pubblicità. Questo modello si sta evolvendo ulteriormente con l’offerta di cortometraggi, video musicali, documentari di tipo professionale che vengono offerti gratuitamente o a pagamento. Alcuni esempi di Web TV sono i recenti Joost e Babelgum, che, a differenza di YouTube, oltre ai contenuti prodotti dagli utenti, ne realizza altri su base professionale. La Web TV prevalentemente rientra nella categoria di Web entertainment. E utilizza i seguenti modelli di business: • Streaming di contenuti TV gratuiti basati sulla pubblicità • Download gratuito di video basati sulla pubblicità • Download di video a pagamento senza pubblicità • Streaming di contenuti TV a pagamento senza pubblicità Nella modalità streaming, il modello di business più comune è quello della pubblicità. Di solito, il revenue stream è composto dalla presenza dei banner e altre forme di pubblicità online pagate dagli inserzionisti. Ultimamente si sta affermando un nuovo modello, che consiste nell’utilizzare i contenuti stessi per fare pubblicità. Ad esempio, Youtube, gestito da Google, usa sempre più spesso la formula di inserire nel video stesso alcuni link che rimandano ad altri servizi. L’utente, quindi, che sceglie di vedere un video si trova indirizzato verso altri servizi direttamente o indirettamente collegati al video – il concetto di service up-selling, che consiste nel mettere davanti al consumatore altre opzioni che precedentemente non aveva valutato. Questo modello rappresenta una forma di pubblicità profilata sulle caratteristiche dell’utente, il quale, di base, non sostiene alcun costo. I principali driver per lo sviluppo della Web TV sono: • crescente penetrazione della banda larga • accessibilità estesa e semplificata • possibilità di arricchire la user experience • aumento dell’offerta di contenuti in modalità gratuita o a basso costo • costi decrescenti di storage e trasmissione dei video online La presenza delle Web TV tenderà dunque a crescere, man mano che la riduzione degli ascolti sui canali generalisti tradizionali spingerà questi operatori a recuperare quote di ascolto attraverso una distribuzione multi-piattaforma (any time, any place, any device), in grado di raggiungere pubblici che oggi stanno abbandonando l’ascolto televisivo tradizionale. Già oggi in alcuni paesi (UK in particolare e Usa) questa realtà ha raggiunto dimensioni rilevanti, ponendo ad esempio con il lancio di nuovi servizi (l’iPlayer della BBC ne è un esempio), problemi concreti di gestione del traffico sulla rete IP. In Italia, la tendenza della Web TV ad affermarsi come soluzione alternativa per veicolare contenuti video, è dimostrata dai dati di crescita. Un recente studio di Ernst & Young afferma infatti che nel 2008 le Web TV sono cresciute del 33% rispetto all’anno precedente, e che 364 operatori gestiscono 633 canali web. Il mercato offre ottime possibilità di crescita, grazie ad un’inevitabile penetrazione di Internet e della banda larga, ma rimane il problema di capire quale modello di business prevarrà in futuro. Attualmente i ricavi da pubblicità ammontano a €51,7 milioni, ed un’analisi della domanda permetterà di capire se e quanto, in un ottica di passaggio alle reti di - 139 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE nuova generazione e di aumento della qualità dei video, i consumatori finali e gli inserzionisti saranno disposti a pagare per la fruizione dei contenuti video su web. Si potrebbe pensare che gli investimenti in NGN sarebbero giustificati dalla spesa degli inserzionisti in pubblicità ma, agendo su piattaforma aperta, non è facile capire l’uso che gli utenti fanno della banda larga (ad esempio se dopo il download gratuito dei servizi ne avviene o meno la fruizione). In futuro si potrebbe prospettare un sistema misto, in cui gli investimenti in NGN potrebbero essere giustificati dalla spesa degli inserzionisti e da quella degli utenti finali per acquistare i servizi video. In quest’ultimo caso dovrà sussistere la condizione per cui i servizi video a pagamento abbiano lo stesso valore percepito dall’utente dei contenuti premium della televisione tradizionale (sia in termini di qualità che in termini di tipologia di contenuto). Il Peer-to-Peer Il termine P2P tv si riferisce ad applicazioni software che permettono di redistribuire il segnale video in tempo “reale” ad un network Peer-to-Peer. Il P2P è stato utilizzato per un periodo di tempo da Joost con una fruizione quasi contemporanea al download, allo scopo di superare i limiti propri della Web TV legati all’ampiezza di banda e al peso dei contenuti video. Uno degli usi più comuni del P2P è il file sharing, che consiste nello scambio di file tra utenti che hanno accesso a risorse condivise. Le reti Peer-to-Peer sono utilizzate per condividere qualunque tipo di contenuti, audio, video o dati. La dimensione di banda necessaria per il P2P dipende dai file scambiati. Uno dei vantaggi del P2P è la riduzione dei costi di distribuzione del segnale, poiché ciascun utente, che è allo stesso tempo fruitore e distributore di contenuti, concorre ad accrescere la banda complessiva del sistema. Le reti Peer-to-Peer inoltre non richiedono infrastrutture elaborate e permettono il formarsi di gruppi di utenti dedicati alla ricerca di contenuti similari. D’altra parte le reti P2P non forniscono ancora una buona qualità del servizio pur generando fino al 40% di dati in più rispetto alla trasmissione unicast. Inoltre, il P2P non permette ancora il controllo dei contenuti che vengono immessi in rete. Infine, questa tipologia di reti scarica parte dei costi di trasmissione sui singoli utenti, costituendo un problema per quelle connessioni in ADSL che hanno discrete velocità in download ma non in upload. I servizi di social network I social network sono community on-line che riuniscono gruppi di utenti della rete che hanno interesse a comunicare tra loro e a condividere informazioni tra cui i contenuti video, che vengono visualizzati dagli utenti in streaming sul modello di Youtube. Tra i più conosciuti social network troviamo Myspace, Linkedin e Facebook. Quest’ultimo è classificato tra i primi dieci siti più visitati al mondo ed è il primo per lo scambio di immagini. Lo scambio e lo storage dei dati avviene tramite un cluster di server la cui architettura assomiglia a quella di una rete P2P. Attualmente conta oltre 275 milioni di utenti in tutto il mondo. Una grande opportunità di social network per gli inserzionisti pubblicitari è quella di essere una sorta di customer database già confezionato, poiché profila gli utenti in maniera completa fornendo sia i dati anagrafici che i dati riguardanti gli interessi di singoli utenti e gruppi. Trattandosi di un sistema a rete, le opportunità aumentano con l’estensione della rete di utenti. Questo modello di business rappresenta dunque un altro esempio di pubblicità non tradizionale, che si fonda sulla diversificazione del revenue stream, e sui ricavi derivanti dalla fornitura di servizi come virtual products/gifts. - 140 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE B) L’IPTV Per IPTV si intende la distribuzione video in streaming su una rete IP broadband, tramite doppino in rame o fibra ottica, gestita da un operatore e destinata ad un utente TV tramite l’utilizzo di un set top box. Un esempio di successo di questo tipo di applicazione è l’implementazione dell’iPlayer della BBC da parte di Virgin Media nel Regno Unito che, rispetto allo stesso servizio fornito su web, ha il vantaggio di poter essere visto in televisione, rendendo l’accesso più semplice e permettendo la crescita della base utenti. L’IPTV di definizione standard richiede una larghezza di banda di 2.5/3 Mbps per poter offrire canali televisivi in MPEG-2 con una qualità del servizio simile a quella di cavo, satellite e televisione digitale terrestre. L’accesso simultaneo ad almeno due canali ad alta definizione in MPEG-4 aumenterà la richiesta a 15 / 20 Mbps. L’IPTV offre due tipologie di servizi: la broadcast TV (o TV lineare), che permette la fruizione contemporanea da parte di più utenti dei canali televisivi tradizionali in modalità multicast e i servizi a richiesta (VOD) in modalità unicast, ovvero tramite una connessione punto-punto tra provider e cliente. I servizi non lineari costituiscono dunque un valore aggiunto significativo che può attrarre i fornitori di contenuti (es. majors) verso l’IPTV, in termini di ulteriori opportunità di ricavo a livello di windows di distribuzione, ma l’integrazione delle due offerte - lineare e non lineare - può favorire anche un maggiore interesse da parte degli stessi operatori/aggregatori di servizi a pagamento, in termini di crescita dell’ARPU rispetto alle offerte attuali. In tutti i casi la presenza di players in molti casi integrati verticalmente con i fornitori di contenuti (es Sky Italia o Mediaset Premium), rende l’IPTV un servizio di grande appetibilità per tali soggetti. L’IPTV fornisce pertanto, in misura maggiore rispetto agli operatori televisivi tradizionali, una serie di opportunità e vantaggi sia per l’utente finale sia per il fornitore di contenuti. Dal punto di vista dell’end user si possono riscontrare i seguenti vantaggi: • Possibilità di avere maggiori servizi pur non modificando le abitudini di fruizione. In altre parole il consumatore non subisce un passaggio radicale a nuove modalità di fruizione ma aggiunge servizi innovativi alla televisione che è abituato a vedere. • Interattività, e quindi la possibilità di aumentare l’esperienza di visione del consumatore grazie alla presenza di un canale di ritorno, sconosciuto nella televisione tradizionale. • Time management, ovvero la libertà per l’utente di gestire il tempo di consumo del servizio grazie al time shifting. • Riduzione dei costi di device, quando l’utente ha la possibilità di fruire degli stessi contenuti di altre piattaforme (ad esempio satellite) pur non dovendone sostenere i costi (es. parabola). Dal punto di vista del fornitore di contenuti le opportunità sono le seguenti: 66 • Costi evitati: il distributore ha infatti la possibilità di risparmiare su decoder, installazione, memoria. Di solito il 50% dei costi di infrastruttura dell’IPTV sono costituiti dai device (tra cui i set top box)66. • Possibilità di avere una customer base più ampia e differenziata (tra cui le niche audience). • Miglioramento di ARPU e Churn Rate: la disponibilità di maggiori servizi e una maggiore propensione alla spesa dell’utente finale provocano un aumento dell’ARPU; in più, i IPTV Business Strategies – A perspective, TMCnet, Special Guest, Alcatel Lucent - 141 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE maggiori servizi riducono il rischio di churn, ovvero il tasso di abbandono degli utenti a favore della concorrenza, un processo che comporta notevoli costi per l’operatore. Figura 5.5 – ARPU e CHURN RATE Fonte: Elaborazioni ITMedia Consulting • Pubblicità: l’IPTV, attraverso i servizi a richiesta permette una profilazione dell’end user e la possibilità di variare la pubblicità rispetto a quella trasmessa sul canale lineare trasmesso su altre piattaforme (es. Canale 5 con diversa pubblicità su IPTV rispetto alla distribuzione standard terrestre e satellitare), in base alle caratteristiche di chi richiede il servizio. Pur essendo ancora una modalità trasmissiva di nicchia, nel 2008, in Europa Occidentale, 10.388.000 utenti67 erano abbonati a servizi di televisione su IP con una crescita del 47% sul 2007. In Italia circa 600.000 famiglie sono abbonate all’IPTV. Questo numero, è destinato a crescere, anche se ad un ritmo inferiore rispetto a quanti fruiranno di servizi di Web TV. Si tratta di un numero ancora piuttosto limitato, se paragonato agli abbonati italiani alle offerte pay di digitale terrestre e satellite. I ricavi da advertising sono stati, nel 2008, di €17 milioni, mentre quelli da servizi a pagamento sono stati €3,2 milioni. Un’analisi della domanda di questa tipologia di servizio servirà a capire se l’IPTV è destinata a farsi concorrenza con altre piattaforme televisive o se rimarrà una tecnologia trasmissiva di nicchia e per fare questo sarà necessario capire qual è la percezione dei consumatori del valore aggiunto relativo ai servizi forniti dall’IPTV. Una verifica della willingness-to-pay da parte del consumatore finale darà una grossa spinta allo sviluppo di questa modalità trasmissiva e, in ultima analisi, da questa dipenderanno gli investimenti futuri in NGN per lo sviluppo della Ultra Banda Larga. I ricavi degli operatori IPTV possono essere aumentati ampliando la base abbonati e aumentando il ricavo medio per singolo utente (ARPU) proponendo servizi a richiesta attraenti, di qualità e, in futuro, in alta definizione (HDTV in time shifting). Questa ultima componente potrebbe costituire il valore aggiunto dell’IPTV rispetto ad altre forme trasmissive. In ottica NGN si potrebbe prevedere anche la componente pubblicità, ma con una rilevanza minore, in futuro, rispetto alla componente pay. 67 Fonte: Point Topic per il Broadband Forum - 142 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE C) L’HDTV L’alta definizione è destinata in futuro a rimpiazzare la definizione di qualità standard così come anni fa è avvenuto con la TV a colori che ha rimpiazzato quella in bianco e nero. I diversi attori del mercato audiovisivo sono infatti interessati allo sviluppo dell’HDTV lungo le varie fasi della produzione/distribuzione dei contenuti video. Tabella 5.1 – I vantaggi dell’implementazione dell’HD Market Player Broadcaster/Content Provider Vantaggi Essendo uno standard di fatto globale per la trasmissione dei programmi, favorisce la penetrazione di mercato Possibilità di aggiungere prodotti premium ai core services Operatori via satellite Opportunità per vendere più canali e quindi più servizi Network operators Possibilità di rimpiazzare i servizi analogici con trasmissioni in HD dopo lo switch-off Operatori pay tradizionali Possibilità di incrementare l’ARPU (cavo/satellite) Aziende manifatturiere e retailer Possibilità di aumentare i margini con l’introduzione di nuovi prodotti Fonte: elaborazioni ITMedia Consulting su informazioni European Broadcasting Union/Strategic Information Service L’HDTV è stata lanciata in Europa a metà 2006 e ora è presente in quasi tutti i mercati europei prevalentemente come parte di un’offerta a pagamento. Oggi circa 4,6 milioni di abitazioni (equivalente all’1,8% del totale abitazioni tv) fruisce di un’offerta regolare in HD (dato Europa allargata, 26 paesi, compresi Russia e Turchia)68. Di queste, 3,1 milioni guardano i programmi in pay-tv (1,5 milioni via satellite), ma in alcuni casi l’HDTV è disponibile anche for free. A favorirne la crescita hanno contribuito una serie di combinazioni favorevoli, quali la maggiore penetrazione di schermi predisposti alla visione in HD, l’impatto della trasmissione in HD degli eventi sportivi dell’estate 2008, tra cui le olimpiadi, nonché fattori economici in senso stretto quali la riduzione dei costi di ricevitori e produzione e la crescita dei canali. Se la penetrazione dell’HDTV è ancora ad uno stadio iniziale (1,8% delle abitazioni), maggiore è la percentuale delle abitazioni equipaggiate con display HD (26%). Questo dato testimonia come il “content gap” (ovvero le abitazioni che hanno il necessario per l’HD ma non hanno accesso ai programmi HD) è ancora grosso. Inoltre i servizi in HD, prima una prerogativa degli utenti high spending, sono sempre più disponibili e conosciuti da una più ampia fascia di consumer, anche con redditi più bassi. Il pubblico televisivo oggi può accedere ad una gamma di servizi in HD utilizzando piattaforme differenti come satellite, cavo e televisione digitale terrestre (In Francia, 5 canali in HD offrono servizi a circa il 40% della popolazione69). Ma l’erogazione del contenuti in HD comporta 68 Fonte: Screen Digest, 2009 S.Conway, C.Wynn. HD begins do define European digital TV market. New Media Markets. Vol.26, N.42, Novembre 2008, p.5 69 - 143 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE una serie di problemi di natura tecnologica che vanno dall’adattamento dei contenuti, alla necessità di una maggiore disponibilità di banda per il trasporto e la diffusione del segnale. A metà 2008 in Europa l’offerta in HD consisteva in 80 canali individuali. Tabella 5.2 – Canali HD in Europa Fonte: European Broadcasting Union su dati Screen Digest Per dare un’idea dell’importanza della larghezza di banda per lo sviluppo di queste applicazioni si pensi che l’HDTV richiede quattro volte la larghezza di banda dei normali standard digitali e la trasmissione simultanea di 4 canali in alta definizione richiederà, in prospettiva, circa 20 Mbps. Attualmente l’offerta di HDTV è essenzialmente un’offerta lineare in cui i programmi vengono trasmessi ad orari stabiliti in modalità broadcast. I servizi on demand (non lineari) in alta definizione richiederebbero infatti una larghezza di banda che toglierebbe spazio ad altri canali riducendo, in ultima analisi l’offerta disponibile. Oggi la domanda di HDTV è nascente e quasi totalmente soddisfatta dal satellite, ma per prevedere una diffusione di HD su IPTV è necessario progettarne la crescita in un ottica NGN. Infatti, secondo Microsoft TV, l’IPTV sta attualmente guadagnando terreno nel settore dell’HDTV. Mentre il satellite ed altre piattaforme di distribuzione devono trasmettere simultaneamente tutti i canali HD, l’IPTV non ha limiti poiché permette di trasmettere solo il canale che viene visto. Tuttavia, la disponibilità dell’HD sull’IPTV dipende notevolmente dalla capacità delle reti di gestire servizi a così ampia larghezza di banda. Questo significa che in futuro sarà necessario capire quale sarà la domanda di servizi HD in time shifting, quale sarà l’ampiezza di banda necessaria e su quanti schermi televisivi per abitazione. Nel frattempo, alcuni operatori IPTV stanno scaricando contenuti ad Alta Definizione sui set-top box così da creare prodotti “virtuali” tipo VOD. L’IPTV costituisce dunque un’opportunità per lo sviluppo futuro dei servizi a richiesta in HD. Entro il 2012, ci saranno 31.5 milioni di abitazioni HDTV attive in Europa Occidentale. Ciò implicherebbe un tasso di penetrazione delle abitazioni dotate di dispositivi di ricezione dell’Alta - 144 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE Definizione (abitazioni “HD Ready”) pari al 18%, rispetto alla penetrazione dell’ 1,8% registrata nel 2008, con relativi 3.2 milioni di abitazioni HD attive (dato Europa Occidentale). Tabella 5.3 – Penetrazione dell’HDTV in per area geografica Abitazioni HDTV attive per regione (mln) 2007 5.3 0.0 1.3 0.0 17.8 24.5 Asia Pacifico Europa Orientale/Medio Oriente Europa Occidentale America Latina Nord America Totale 2008 8.9 0.2 3.2 0.0 31.2 43.5 2009 14.3 0.5 6.7 0.1 47.7 69.3 2012 49.3 4.1 31.5 1.6 92.0 178.6 Fonte: Informa Telecoms & Media Anche il numero di canali disponibili costituisce un fattore chiave ai fini dell’affermazione dei servizi ad Alta Definizione. Screen Digest stima che tra il 2008 ed il 2012 saranno lanciati in tutta Europa 168 canali HD, di cui 51 saranno FTA. Come prevedibile con un nuovo formato, gli operatori di pay TV hanno adottato approcci diversi per il pricing ed il packaging dei loro canali HD: • Offerta aggiuntiva rispetto ad un pacchetto base di definizione standard - come premium service – su abbonamento mensile (add on option) • Offerta bundled compresa all’interno del servizio di abbonamento esistente (ad un prezzo un po’ più elevato) Attualmente prevale il modello “add on option” ma in futuro si prevede che i due modelli pay coesisteranno. Essendo prevalentemente parte di un’offerta pay, generi più trasmessi sono lo sport, i film e i documentari. Tabella 5.4 – Penetrazione dell’HDTV per canale Fonte: European Broadcasting Union su dati Screen Digest - 145 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE L’alta definizione free-to-air è una prerogativa dei broadcaster di servizio pubblico (BBC). L’offerta gratuita sarà uno dei driver per promuovere l’HD sul mercato televisivo. Così come avviene oggi per la televisione di definizione standard, anche per lo sviluppo dei servizi a richiesta in HD sarà indispensabile valutare la willingness-to-pay dei consumatori finali. 5.3 I trend 5.3.1 I servizi video ultralarga banda: OTT e nuovi business model Nei prossimi anni lo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate e l’aumento dei servizi legati alla convergenza tra televisione e Internet richiederanno una larghezza di banda sempre maggiore, che non potrà essere soddisfatta dalle reti attuali. Il principale motore dello sviluppo della banda larga è l’offerta video, che diverrà il fattore critico per gli investimenti in reti di nuova generazione. Un’analisi della domanda di video intrattenimento si è resa dunque necessaria allo scopo di verificare le prospettive di sviluppo di questo comparto quale fattore critico in grado di giustificare investimenti in reti di nuova generazione. Il segmento attualmente più dinamico della domanda consumer è il peer-to-peer, il cui utilizzo più conosciuto è il file sharing, che consiste nello scambio di file tra utenti che accedono a risorse condivise e la cui dimensione di banda necessaria aumenta in base alla dimensione dei file scambiati. Anche se oltre il 70% del traffico è relativo a questa modalità, negli ultimi tempi si assiste a nuovi fenomeni legati a un crescente interesse e ingresso di broadcaster e fornitori di contenuti pregiati nel settore della larga banda (Hulu, i-Player). Non emergendo inoltre evidenze di studi o di analisi della domanda consumer in Italia in questo ambito da cui trarre particolari indicazioni (abbiamo rivolto in tal senso esplicite richieste ai principali provider nazionali), abbiamo concentrato la nostra attenzione su una domanda emergente, che si ritiene nei prossimi anni possa crescere e diventare consistente e che riguarda il settore B2B, cioè la domanda di ultrabanda di broadcaster e di fornitori di contenuti e servizi video. In questo ambito è già evidente la tendenza da parte dei broadcaster e dei fornitori di apparati tv ad un maggiore investimento sulla banda larga legata alla definizione di nuovi modelli di business, tra cui l’Over-The-Top TV e l’Embedded TV. Tra le varie modalità di fruizione di contenuti video, la televisione su protocollo IP è infatti quella che presenta le migliori prospettive di crescita. Questo grazie ad una maggiore flessibilità rispetto alle piattaforme tradizionali e ad una crescente integrazione dei servizi televisivi con i servizi Internet. Come si è visto in precedenza, oggi la TV su reti a banda larga assume le due forme principali della Web TV e dell’IPTV. La Web TV viene da un’esperienza essenzialmente “PC centrica” ed ha le seguenti caratteristiche: non garantisce una Quality of Service, in quanto la qualità del servizio dipende dal traffico in rete ed è insufficiente per trasmettere contenuti di qualità televisiva; si basa sull’Open Internet; il dispositivo tramite il quale si accede alla Web TV, ovvero il computer, è di proprietà dell’utente che lo acquista; la Web TV viene solitamente fornita senza intermediazione tra fornitore di contenuto e utente; - 146 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE può essere gratuita (finanziata dalla pubblicità) o a pagamento (pay-per-view). L’IPTV si differenzia dalla Web TV per essere “TV centrica”: garantisce la Quality of Service (rete Managed) e una definizione elevata; necessita di una connessione alla rete dell’operatore telco che fornisce il servizio e ne stabilisce anche l’offerta; si basa su soluzioni tecniche verticali e fornisce servizi TV walled garden; il set top box per fruire del servizio è proprietario e viene fornito dall’operatore telco che lo offre; il modello di business principale è la fornitura su abbonamento (pay-tv). 5.3.2 L’Over-The-Top TV Un’evoluzione di questi modelli è costituito dall’Over-The-Top TV, che costituisce un’opportunità di integrare la TV di flusso con l’on demand. L’Over-The-Top TV comprende infatti servizi ibridi broadcast-broadband, che permettono la distribuzione di video tramite connessione a banda larga e collegando direttamente il set top box del televisore al PC. Attualmente questi nuovi servizi hanno un impatto limitato, ma il loro potenziale di sviluppo è piuttosto alto. L’Over-The-Top è un servizio caratterizzato da un minore controllo della content delivery network da parte di chi fornisce l’accesso all’infrastrutture di rete. La content delivery network (CDN) è un sistema di server web (che contiene una copia di dati) collocati in vari punti della rete per distribuire contenuti agli utenti in maniera più efficiente e massimizzare la larghezza di banda per l’accesso ai contenuti da parte del cliente tramite la rete. Questo modello ha il vantaggio di riuscire a bypassare il sistema chiuso basato sul managed content delivery network tipica dell’IPTV, la quale, appunto, fornisce servizi TV walled-garden distribuiti su reti IP amministrate. Il traffico, dunque, non passa tutto tramite ISP e il content provider può gestire direttamente il servizio, arrivando direttamente all’utente in ambiente aperto, così come avviene per la Web TV. Da un punto di vista competitivo, l’OTT costituisce una potenziale minaccia per i fornitori di servizi TV chiusi (terrestre, satellite, cavo e soprattutto IPTV) poiché fornisce ai nuovi aggregatori di contenuti un modo per entrare nel mercato senza dover sopportare il costo di acquisizione e mantenimento di una propria infrastruttura di distribuzione, aggirando, tramite l’uso di Internet a banda larga, le barriere di distribuzione. Negli ultimi due anni si è avuta una crescente domanda, da parte dei consumatori, di accesso aperto ai contenuti televisivi sul proprio PC, anytime, anywhere. L’Over-The-Top TV permetterebbe un accesso ugualmente flessibile ai contenuti su apparecchio televisivo, consentendo di raggiungere tutta quella quota rilevante di popolazione (oltre il 50%) che non possiede o non utilizza il personal computer. Se negli anni scorsi, Internet era generalmente bandito dai broadcasters come distributore video a causa della pirateria creata dal peer-to-peer e da clip senza licenza su YouTube, nel 2008, il consistente volume di programmi TV fruiti tramite servizi quali Hulu, iTunes, e Netflix negli USA, e l’iPlayer della BBC nel Regno Unito, ha sancito l’ingresso della OTT-TV nel mainstream. - 147 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE Le Piattaforme Over-The-Top si suddividono in 4 categorie: Dispositivi DVR based come TiVo, che ha creato una piattaforma a interattività limitata come l’OTT attraverso partnership con Amazon.com, CinemaNow e Brightcove. Game console broadband-enabled, che includono la Microsoft Xbox 360, la Sony PlayStation e la Nintendo Wii le quali supportano e supporteranno presto il VoD distribuito su connessioni a banda larga. Media adapters, come la Apple TV, NeuLion, Roku, ZillionTV e Sezmi, che offrono contenuti video distribuiti su banda larga ad interattività limitata. Le piattaforme come il dispositivo Intel-connected TV che saranno integrate da vari marchi di apparecchi televisivi o in qualsiasi altra piattaforma open-software che possa emulare il loro modello. Questa categoria ha una vasta portata: l’inclusione di capacità OTT all’interno dei televisori di nuova generazione (Es. Embedded TV di Samsung) avrà implicazioni a lungo termine. Secondo le previsioni di TDG, i servizi televisivi Over-The-Top varranno, nel 2014, $5,6 mld, ovvero 6 volte il valore attuale. I servizi di pay-per-view rappresentano il 96% del valore attuale, mentre il restante 4% è costituito da ricavi da abbonamento. Tra 5 anni questi ultimi cresceranno fino a costituire il 31% dei ricavi totali di questi servizi. 5.3.3 Il Progetto Canvas Nel Regno Unito la BBC, ITV, Five e BT stanno mettendo a punto Project Canvas, un progetto sviluppato per offrire servizi televisivi broadband, che permetterebbe ai broadcaster di offrire programmi Over-The-Top on demand tramite Internet. Si tratta di una piattaforma connessa a Internet a banda larga costruita su standard aperti, accessibile a tutti i fornitori di contenuto e di servizi e agli sviluppatori di applicazioni Internet, tramite set-top box digitale connesso alla banda larga. Ciò permette un accesso gratuito a servizi di video on demand e ad altri contenuti Internet. La proposta della joint venture è quella di promuovere un ambiente a standard aperto per device televisivi digitali terrestri e digitali satellitari connessi a Internet. Lo standard aperto permetterebbe di portare servizi Internet sulla televisione raggiungendo l’ambizioso obiettivo di unire i servizi broadband al broadcasting tramite un ricevitore televisivo IP ibrido. Per accedere ai contenuti gli utenti dovranno dotarsi di un set-top box o di un altro dispositivo e a questi costi, dovranno aggiungere quello di una connessione a banda larga che gli utenti dovranno pagare per accedere al servizio. L’utilizzo di alcune facilities di un STB Canvas sarà possibile anche senza una connessione a banda larga. In tal caso però non si potrà fruire di contenuti on demand o servizi Internet. Sebbene le configurazioni specifiche varieranno da produttore a produttore, il STB o il device che permette di accedere a tali contenuti fornirà accesso ai contenuti online, una memoria locale (PVR, una porta Ethernet per la connessione a Internet e una EPG. Inoltre i device potranno essere anche HD-Ready per accedere ai servizi HD trasmessi su Freeview e Freesat. Canvas trasmetterà una serie di contenuti tra cui: contenuti lineari free-to-air della BBC e di altri broadcaster, inclusi contenuti interattivi; contenuti lineari commerciali; contenuti on demand commerciali e non, incluso l’iPlayer; - 148 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE contenuti a pagamento nel caso in cui le specifiche dell’hardware e l’abbonamento dell’utente lo permetta; contenuti Internet-based come contenuti di servizio pubblico adattati per la televisione; servizi interattivi gratuiti (finanziati dalla pubblicità) e a pagamento su canali commerciali. Questi contenuti saranno di due tipi: Managed: in cui gli ISP utilizzano un proprio sistema scegliendo di migliorare la distribuzione di alcuni contenuti su Canvas (es. garantendo larghezza di banda). Questa tipologia di distribuzione prevede accordi tra content provider e ISP e il contenuto viene trasmesso immediatamente e viene garantita una Quality of Service. Over-The-Top: in cui i dati sono distribuiti al dispositivo Canvas tramite una rete a banda larga di un ISP allo stesso modo di qualsiasi altro dato (es. e.mail o video) su Internet aperto e pubblico, secondo il modello Best Effort. Con questa modalità, specie nei peak time, è impossibile garantire la trasmissione in tempo reale di una mole di dati che permette di arrivare alla qualità video della TV. Canvas, ovvierà a questo inconveniente includendo un meccanismo che permetterà di ritardare l’inizio della visione del contenuto finché non si arriva ad una qualità standard che permetta la visione del video. Anche in questo caso la qualità è garantita ma la sua visione on time dipende dalle condizioni del traffico sulla rete. 5.3.4 La TV over IP di Mediaset Recentemente Mediaset ha annunciato di voler lanciare una serie di servizi on demand basati su protocollo IP da aggiungere alla propria offerta a pagamento su digitale terrestre Mediaset Premium. I servizi consisterebbero in Over-The-Top TV, ovvero contenuti e servizi TV on demand da guardare sugli schermi televisivi, e Web TV, ovvero contenuti e servizi TV on demand da guardare su PC. Lo scopo è quello di allargare la propria base di abbonati sfruttando la crescente penetrazione delle reti a banda larga e venendo incontro al bisogno sempre più insistente dei consumatori di poter fruire di servizi video sempre più flessibili e personalizzati. I contenuti TV OTT saranno accessibili tramite set top box ibridi (DTT / IP) e saranno resi interoperabili con una serie di device IP differenti, quali televisori di nuova generazione o console di videogames con connettività ethernet. Tramite questi servizi Mediaset si pone l’obiettivo di profilare le abitudini di comportamento e consumo del proprio target in modo da sviluppare campagne pubblicitarie mirate. Mediaset intende lanciare la propria Web TV entro dicembre 2009 con una serie limitata di contenuti video on demand disponibili per tutti. A marzo 2010 lancerà la versione Premium della Web TV che sarà disponibile solo per gli abbonati a Mediaset Premium. A novembre 2010 è invece previsto il lancio della OTTV, anche questa riservata alla sola base abbonati di Mediaset Premium. Il modello di business varierà in base alla tipologia di prodotto offerto dalla fruizione gratuita con spot pubblicitari al pagamento di una fee mensile o dei singoli contenuti on demand. - 149 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE 5.4. Conclusioni La richiesta di banda larga crescerà grazie all’aumento nell’utilizzo dei servizi video la cui offerta è legata alla crescita dei servizi legati alla convergenza tra televisione ed Internet e quindi all’aumento del traffico globale su reti IP. Nel 2013 il traffico globale su reti IP sarà 5 volte maggiore rispetto al 2008 e crescerà ad un tasso annuale del 40%. Il volume del traffico P2P crescerà ma, in termini percentuali, avrà una quota minore sul totale del traffico su reti IP. Oggi infatti il file sharing crea un volume di traffico di 3,3 exabyte al mese e continuerà a crescere del 18% annuo fino al 2013, riducendo, nel corso degli anni la propria quota sul totale del traffico consumer. La componente maggiore di crescita sarà il traffico video, che oggi costituisce circa il 30% del traffico consumer, ma tra quattro anni, considerando TV, Video on Demand, Internet e Peer2Peer, costituirà il 91% del traffico totale consumer su Internet. Il P2P, dunque, costituisce una parte consistente del traffico Internet, ma a causa dei problemi legati al copyright e alla pirateria, nonostante la grossa diffusione, è stato generalmente bandito dalla distribuzione di video in rete. Tuttavia negli ultimi tempi, il traffico video su IP sta aumentando in maniera consistente generando un maggiore interesse rispetto al passato da parte dei distributori di contenuti, spostando il focus del modello da B2C a B2B. Servizi come Hulu in Usa e i-Player nel Regno Unito rappresentano le esperienze più significative in questo ambito. Oggi sono proprio i broadcaster e le società che producono apparati televisivi a richiedere maggiore larghezza di banda per avere la possibilità di offrire servizi innovativi come l’Over-The-Top e l’embedded TV, che diventeranno una parte rilevante nella domanda e nel consumo di ultra larga banda e uno dei fattori trainanti nelle sviluppo delle reti di nuova generazione. Il progetto Canvas, nel Regno Unito è stato sviluppato appunto con lo scopo offrire servizi televisivi broadband, che permetterebbero ai broadcaster di distribuire programmi Over-The-Top on demand tramite Internet. Se l’IPTV rimane ancora limitata ad una percentuale minima della popolazione, l’aumento della copertura della banda larga fa sì che i servizi televisivi distribuiti su reti IP siano destinati a penetrare in una fascia più ampia della popolazione rappresentando un’occasione per offrire servizi innovativi e contribuire a rendere il mercato sempre più dinamico. In Italia questi nuovi servizi hanno attualmente un impatto limitato ma grosse prospettive di crescita. Il multichannel e il video online stanno infatti sostituendo gradualmente i canali tradizionali nelle abitudini di fruizione degli italiani e la pubblicità su Internet registra ogni anno tassi di crescita molto elevati, che non calano neanche in presenza di una crisi economica senza precedenti. - 150 - CAPITOLO 5 DOMANDA DI SERVIZI VIDEO: ANALISI DEI SERVIZI E PRINCIPALI TENDENZE Figura 5.6 – Crescita della pubblicità su Internet – Big Five - 2008 Crescita della pubblicità su Internet - Big 5 - 2008 25% 20% 26,5% 25,0% 30% 17,3% 12,1% 15% 13,9% 10% 5% 0% Regno Unito Germania Francia Italia Spagna Fonte: Elaborazioni ITMedia Consulting Gli operatori televisivi e i distributori di servizi video sono consapevoli di questo cambiamento e iniziano a sviluppare la propria offerta tenendo presente quelle che sono le nuove tendenze. In quest’ottica rientra la decisione di Mediaset di arricchire la propria offerta video con servizi Over-The-Top e Web TV. Evidentemente la prospettiva di allargare una base utenti sempre più esigente ed in cerca di servizi televisivi flessibili e personalizzati, oltre all’opportunità di incentivare gli investimenti degli inserzionisti pubblicitari offrendo loro un target sempre più profilato nelle abitudini di consumo può rappresentare dunque un buon incentivo per richiedere una maggiore capacità di banda (ultra larga banda) e dunque un fattore decisivo per lo sviluppo anche in Italia delle reti di nuova generazione. - 151 - CONCLUSIONI CONCLUSIONI L’Italia, nonostante il prezzo dell’accesso alla banda larga sia inferiore alla media europea si trova fra le nazioni che a livello di famiglie, tenuto conto delle caratteristiche economico sociali, presenta un basso livello di diffusione della larga banda. Analoga considerazione vale per quanto riguarda la gran parte dei servizi on line. Ciò è attribuibile anzitutto a ritardi culturali. Le politiche seguite per combattere l’alfabetizzazione informatica sono state troppo deboli ed anche insufficiente è stata finora la politica governativa per quanto riguardo lo sviluppo delle infrastrutture. La situazione a livello di imprese è decisamente migliore in quanto l’Italia si situa su livelli medi europei. Per quanto riguarda il digital divide all’interno dell’Italia l’attuale dotazione di infrastrutture di telecomunicazioni nel Sud, seppure inferiore al Centro – Nord, riproduce le differenze in termini di ricchezza e di consumi. La situazione delle infrastrutture è anche il risultato di una diverso livello della domanda nelle varie parti del paese. Importanti fattori che fungono da deterrente alla diffusione della banda larga riguardano la dispersione della popolazione che caratterizza alcune aree dell’Italia, tanto al Sud che al Nord, e la limitata concorrenza tra gli operatori nei mercati locali. Questi aspetti determinano un digital divide di tipo infrastrutturale. In particolare la bassa densità di popolazione presente in alcune aree geografiche rende queste ultime poco appetibili agli investimenti da parte degli operatori privati. Il gap infrastrutturale in Italia, quindi, non appare essere superabile solo attraverso il ricorso al mercato in quanto gli operatori privati non hanno interesse ad investire nelle zone a bassa domanda a meno che non vi siano incentivi alla domanda (per esempio contributo dello stato a famiglie ed imprese per attivare connessioni a banda larga) e incentivi dal lato offerta (per esempio cofinanziamento nella realizzazione delle infrastrutture). Considerando una eventuale futura crescita della domanda e soprattutto il progresso tecnologico che offre la possibilità di connettersi sempre a “maggiori velocità”, non colmare il gap in infrastrutture rischierebbe di aumentare ulteriormente il digital divide tra zone ricche e densamente popolate, presso le quali si diffondono rapidamente le nuove tecnologie e quindi con un livello di “informatizzazione” maggiore, e zone povere e scarsamente abitate dove tenderanno a diffondersi tecnologie ormai diventate obsolete. L’importante ruolo giocato dalla ricchezza nella diffusione del broadband è confermato anche dai modelli previsionali in cui si ipotizza una dinamica del divario in termini di ricchezza tra le Province; sia nel caso di aumento del divario tra Province ricche e povere, sia nel caso di riduzione, l’impatto del la ricchezza sulla diffusione del broadband resta rilevante. L’opinione comune che considera la presenza di una elevata quota di popolazione con età superiore ai 65 anni come un freno alla diffusione della banda larga, non trova riscontro nelle stime econometriche, neanche nel caso di scenari futuri in cui al valore originario della quota di popolazione over 65 si sostituisce la sua proiezione al 2020 e al 2040; la tendenza all’invecchiamento della popolazione, quindi, di per sé non implica un rallentamento della penetrazione della banda larga. La disponibilità sempre maggiore di contenuti e servizi di e-government e di e-business è un potenziale da sfruttare per spingere al massimo l’alfabetizzazione informatica di famiglie e imprese - 152 - CONCLUSIONI e far crescere, contemporaneamente, la domanda di connessione a banda larga a patto di colmare il digital divide infrastrutturale. La riduzione del digital divide culturale passa anche attraverso iniziative riguardanti i distretti digitali, la scuola, la telemedicina e l’offerta di servizi pubblici. La tendenza all’utilizzo della “rete” come uno strumento quotidiano di cui non si può fare a meno, infatti, appare sempre di più l’asse portante per lo sviluppo socio-economico delle moderne economie. Per quanto riguarda le reti di nuova generazione occorre partire dal fatto che l’ampiezza di banda disponibile spiega le scelte di accesso alla rete e la composizione del paniere dei servizi erogati. Nell’allocazione della banda disponibile a livello individuale i consumatori danno priorità a servizi che non hanno sostituti stretti in altre piattaforme e che hanno soglie di banda ottimale minori; solo in presenza di larga banda o ultra banda i consumatori con un’alta propensione all’utilizzo della rete decideranno di usufruire - anche- dei servizi che richiedono un maggior livello di Kbps. L’ampiezza di banda disponibile a livello individuale è un importante fattore che spiega i coefficienti di penetrazione nella popolazione del servizio di accesso ad internet e di tutti i servizi ad essa collegati. D’altronde la capacità espressa dalle dorsali di aggregazione del traffico influisce sulla sostenibilità tecnica dei servizi potenzialmente erogati attraverso la rete. Se la banda disponibile a livello individuale cresce del 10%, la domanda di banda a livello aggregato – tenuto conto dei nuovi utenti attratti dalle maggiori potenzialità di utilizzo della rete – crescerà molto di più del 10%, generando possibili collassi della rete non a livello individuale ma a livello di backbone! Un sottodimensionamento della rete può ridurre a livello individuale la fruibilità dei servizi in rete e, quindi, anche la disponibilità a pagare per essi; in aggregato potremmo assistere ad una contrazione, o mancata crescita degli utenti della rete. All’aumentare della banda disponibile non solo aumenta la velocità di fruizione dei servizi esistenti, ma soprattutto si rende possibile la fruizione, anche simultanea, di ulteriori servizi. Come evidenziato, anche dal modello teorico proposto nel Rapporto la disponibilità di banda a livello di utente residenziale è un fattore necessario per permettere il processo di convergenza sulla piattaforma internet di servizi già veicolati da piattaforme tradizionali. In questa ottica un ruolo importante nell’aumento di domanda di larga banda dipenderà dalle possibilità di usufruire dei nuovi servizi video (Video on Demand, Internet e Peer2Peer ,etc ), la cui offerta è legata alla crescita dei servizi legati alla convergenza tra televisione ed Internet e quindi all’aumento del traffico globale su reti IP. Se l’IPTV rimane ancora limitata ad una percentuale minima della popolazione, l’aumento della copertura della banda larga fa sì che i servizi televisivi distribuiti su reti IP siano destinati a penetrare in una fascia più ampia della popolazione rappresentando un’occasione per offrire servizi innovativi e contribuire a rendere il mercato sempre più dinamico. In Italia questi nuovi servizi hanno attualmente un impatto limitato ma grosse prospettive di crescita. Il multichannel e il video online stanno infatti sostituendo gradualmente i canali tradizionali nelle abitudini di consumo degli italiani e la pubblicità su Internet registra ogni anno tassi di crescita molto elevati. Per concludere la diffusione della banda larga e di quella ultralarga necessita l’elaborazione di una chiara strategia a livello nazionale. I paesi che sono all’avanguardia nell’uso e diffusione di larga banda Sud Korea, Giappone e Svezia sono tutti paesi che non solo hanno sviluppato una politica a favore della larga banda ma hanno creato consenso politico intorno ad essa. Per quanto riguarda le politiche specifiche da perseguire esse sono costituite da un mix di interventi che riguardano incentivi per le infrastrutture, sviluppo della concorrenza ,incentivi economici ai consumatori e programmi di alfabetizzazione. Le politiche anti-digital divide, quindi, devono essere costituite da un mix di strumenti. Tali politiche dovranno, essere differenziate in relazione alle cause determinano l’arretratezza di un’area rispetto ad un’altra. - 153 -