Villancicos e romances alla corte dei Re di Spagna Programma concerto Anonimo Ay, Santa Maria Luis de Narváez (ca.1500-1560) ¿Con qué la lavaré? (Villancico) Alonso Mudarra (1510 -1580) Ysabel, perdiste la tu faxa (Villancico) Recuerde el alma dormida (Canción) Fantasia X que contrahaze la arpa en la manera de Ludovico (per chit.) Juan del Encina (1468 - 1529) Romerico (Villancico) Diego Pisador (1509 – 1557) Si te vas a bañar Juanica (Villancico) Juan Vázquez - M. Fuenllana (1500 - 1579) Vos me matastes (Villancico) Juan Vázquez - Enríquez de Valderrábano (1500-1557) ¿De dónde venís, amore? (Villancico) Francisco Tárrega (1852 -1909) Adelita, Sueño (per chit.) M. Fuenllana (1500 – 1579) Pérdida de Antequera (Romance) Luis de Narváez (ca.1500-1560) Ya se asienta el Rey Ramiro (Romance) La cancíon del Emperador (per chit.) Federico Garcia Lorca (1898 - 1936) El Cafè de Chinitas Anda, jaleo Paola Matarrese, soprano Andrea Orsi, vihuela e chitarra Villancicos e romances alla corte dei Re di Spagna Presentazione concerto Il fascino della cultura iberica si esprime in musica nelle forme cinquecentesche del villancico e del romance, che risentono dei tanti influssi accolti in quelle terre ed esprimono quel particolare “sentire” di matrice popolaresca. In particolare è il villancico (canto dei contadini) a conservare reminiscenze popolari in un’espressione colta e raffinata: si tratta infatti di musica di corte su belle e tristi poesie d’amore. Il canto era allora accompagnato dalla vihuela, strumento protagonista solo nella Spagna del 1500, simile alla chitarra ma più incline al virtuosismo: strumento tipicamente spagnolo, era suonato dai musici “da camera” di re e regine, nelle sue tre versioni ad arco, a plettro, a pizzico (quest’ultima più frequentata delle precedenti). Al villancico, definito dal grande poeta e drammaturgo dell’epoca Juan de la Encina “arte de poesia castellana”, si affianca la canción, anch’essa forma alta di corte, che musica testi molto raffinati. Il romance è invece un genere che deriva dalle cantigas de gesta, le canzoni epiche diffuse dai cantastorie fin dal ‘300. Il programma di questo concerto è dedicato a queste composizioni rinascimentali spagnole, composte, o trascritte ed eseguite per voce e vihuela all’interno delle corti e dei primi centri abitati nella Spagna castigliana e andalusa (villancicos appunto); i testi sono a volte d’autore (Jorge Manrique) o estrapolati da ballate (romances) e poesie anonime di tradizione orale, contenuti nei cosiddetti Canzonieri conservati e ritrovati nei castelli o nei monasteri. I temi sono quelli dell’amore non condiviso, del tradimento, del desiderio, della lontananza o quelli delle canzoni di gesta, delle conquiste, delle battaglie. E’ un mondo diverso e differente dal nostro ricercato Cinquecento che si presentava molto più formale e “costruito” nelle composizioni polifoniche medievali - rinascimentali dei madrigali e delle villanelle; nelle terre spagnole, invece, l’elemento colto e quello popolare sono in stretto contatto e si influenzano a vicenda; la casa reale riconosce la forza e il consenso del suo popolo, il popolo loda il suo re e la sua regina. Ci sono, di conseguenza, notevoli scambi nel repertorio di brani sacri e profani che si prestano a vicenda materiale melodico riarmonizzato, trascritto per voce e strumento, e/o realizzato con testo di diverso contenuto (i cosiddetti contrafacta). Nelle intavolature vihuelistiche la linea vocale (scelta all’acuto o al grave) è colorata in rosso ed è ancora parte dell’accordo della vihuela. Gli autori presentati sono tra i più importanti musicisti spagnoli del secolo cinquecentesco con le rispettive pubblicazioni miniate di brani strumentali e vocali: da Luis Milan, autore fecondo di brani vocali e fantasie per chitarra, teorico illuminato; a Diego Pisador, a Manuel Fuenllana, musico di Filippo II, a Alonso Mudarra e Luis de Narváez, i più grandi virtuosi di vihuela.