ANALISI DEL TESTO POETICO SCHEMA DI ANALISI: INTRODUZIONE, SCHEMA METRICO, PARAFRASI, ANALISI LINGUISTICA, COMMENTO (INTERPRETAZIONE ED APPROFONDIMENTO) DELLA LIRICA “CANTICO DI FRATE SOLE” INTRODUZIONE Cantico di Frate Sole Autore: Francesco d’Assisi Data: 1224-1226 Il Cantico delle creature chiamato anche Cantico di Frate Sole, è uno dei più antichi testi poetici di tutta la letteratura italiana. Si tratta di una preghiera che il Santo rivolge a Dio, lodandone le sue opere. Secondo una tradizione francescana fu composta dal santo 2 anni prima della sua morte, avvenuta nel 1226, dopo una notte di acute sofferenze fisiche San Francesco usciva da una profonda crisi come rinato: il suo grande amore di Dio gli ridava fiducia nella vita e gli faceva ammirare con nuovo stupore le bellezze del creato. SCHEMA METRICO Prosa ritmica assonazata suddivisa in versetti sull’esempio dei salmi biblici. PARAFRASI Testo 1. Altissimu onnipotente bon signore, 2. Tue so le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione 3. Ad te solu, altissimu, se confanno, 4. Et nullu homo ene dignu te mentovare. 5. Laudatu si’, mi signore, cum tucte le tue creature, 6. Spetialmente messor lu frate sole, 7. Lo quale lu jorno allumeni per nui; 8. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: 9. De te, altissimu, porta significatione. 10. Laudatu si’, mi signore, per sora luna e le stelle; 11. In celu l’ai formate clarite et pretiose et belle. 12. Laudatu si’, mi signore, per frate ventu, 13. E per aere et nubilo e sereno et onne tempu, 14. Per le quale a le tue creature dài sustentamentu. 15. Laudatu si’, mi signore, per sor acqua, 16. La quale e molto utile e humele e pretiosa e casta. 17. Laudatu si’, mi signore, per frate focu, 18. Per lu quale n’allumeni la nocte, 19. Ed ellu è bellu e jocondu e robostosu e forte. 20. Laudatu si’, mi signore, per sora nostra matre terra, 21. La quale ne sustenta e guverna, 22. E produce diversi fructi e colorati flori et herba. 23. Laudatu si’, mi signore, per quilli ke perdonano per lo tuo amore, 24. E sostengo infirmitate e tribulatione: 25. Beati quilli ke le sosterrano in pace, 26. Ka da te, altissimu, sirano incoronati. 27. Laudatu si’, mi signore, per sora nostra morte corporale, 28. Da la quale nullu homo vivente po skampare: 29. Guai a quilli ke morrano in peccato mortale; 30. Beati quilli ke se trovarà ne le tue sanctissime voluntati, 31. Ka la morte secunda nol farrà male. 32. Laudate e benedicite lu mi signore et rengratiate 33. Et serviateli cum grande humilitate. Amen. Parafrasi Altissimo, onnipotente, eccellente Signore Dio, sono Tue le lodi, la gloria e l’onore ed ogni benedizione; a Te solo, Altissimo, si addicono, e nessun uomo è degno di nominarti. Sii lodato, mio Signore insieme a tutte le Tue creature, specialmente il signor fratello Sole, il quale rappresenta la luce del giorno e Tu ci illumini per mezzo di lui. Ed egli è bello e luminoso, emettendo un grande splendore: porta testimonianza di Te, Altissimo. Sii lodato, mio Signore per / attraverso sorella Luna e le stelle: in cielo le hai create, luminose e preziose e belle. Sii lodato, mio Signore, per fratello Vento e per l’aria e per il cielo nuvoloso e sereno e per ogni tempo attraverso il quale offri sostentamento alle Tue creature. Sii lodato, mio Signore, per sorella Acqua, la quale è molto utile e umile e preziosa e pura. Sii lodato, mio Signore, per fratello Fuoco, attraverso il quale illumini la notte: ed egli è bello e piacevole e robusto e forte. Sii lodato, mio Signore, per la nostra sorella e madre Terra, la quale ci sostiene e ci nutre, e produce diversi frutti con fiori colorati ed erba. Sii lodato, mio Signore, per coloro che perdonano per il Tuo amore e sopportano malattie e dolori. Beati quelli che li sopporteranno in pace, perché saranno glorificati da Te, Altissimo. Sii lodato, mio Signore, per la nostra sorella Morte fisica, alla quale nessun uomo vivente può sfuggire: guai a quelli che moriranno nel peccato mortale; beati coloro che la morte coglierà nelle Tue santissime volontà, poiché a costoro la morte spirituale non farà del male. Lodate e benedite il mio Signore e ringraziateLo e serviteLo con grande umiltà. ANALISI LINGUISTICA Nel Cantico non è possibile individuare una struttura metrica, si tratta di una sorta di prosa ritmica, a imitazione dei salmi liturgici, con rare rime (vv 10-11; 32-33) e quasi costanti assonanze. Il Cantico fu composto nel 1224, però in seguito vennero aggiunti i versetti riguardanti il perdono, quando il santo riuscì ad rappacificare il vescovo e il podestà di Assisi, e quelli riguardanti la morte quando da un medico gli venne annunciata la prossima morte. Il Cantico non è solo un testo letterario, ma anche un testo religioso. È profondamente differente dalle ideologie religiose presenti nel 200. La religiosità espressa dal canto poggia sulla concezione di Dio padre del creato e da ciò ne deriva la concezione di fraternità per l'uomo e ogni cosa creata. Si ha una valorizzazione dell'uomo, egli è posto al centro e ogni cosa è vista in rapporto con egli. I modelli formali che l'autore ha tenuto presenti sono quelli biblici; dal Vecchio Testamento ai Salmi, dai Vangeli alle Beatitudini. Sul piano linguistico è scritto in dialetto umbro. Allitterazioni: "nullu, dignu" (v. 5). Allitterazione in "U". Allitterazioni: "laudato, luna e le stelle: celu l’ài; clarite; belle"; (vv. 10-11). Allitterazione in "L". “per lo quale enallumini la nocte /et ello è bello” (vv. 17-18); “per sora nostra matre Terra” (v. 20); anafora = "Laudato sie, mi Signore" (vv. 5, 10, 12, 15, 17, 20, 23, 27, 32). È una figura retorica che consiste nella ripetizione di una parola (o di gruppi di parole) all'inizio di frasi o di versi successivi, per sottolineare un'immagine o un concetto Polisindeto = “la gloria e l’onore et omne benedictione” (v. 2); “clarite et preziose et belle" (v. 11); "et per aere et nubilo et sereno et onne tempo" (v. 13). Inversione = "per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento" (v. 14). Consiste nel capovolgimento dell'ordine di alcuni elementi della frase. Personificazione: "messer lo frate Sole" (v. 6); "sora Luna e le stelle" (v. 10); "frate Vento" (v. 12); "sor’Acqua" (v. 15); "frate Focu" (v. 17); "sora nostra madre Terra" (v. 20); "sora nostra Morte corporale" (v. 27). Polisindeto = "et per aere et nubilo et sereno et omne tempo" (v. 13); "utile et humile et preziosa et casta” (v. 16); "bello, et iocundo et robustoso et forte" (v. 19); "sustenta et governa, / et produce" (vv. 21-22); "et sostengo infirmitate et tribolazione” (v. 24); "laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate / e serviateli cum grande humilitate" (vv. 32-33). Per le ripetute congiunzioni. Climax = "clarite et pretiose et belle" (v. 11). Consistente in un graduale passaggio da un concetto all'altro, via via più intenso.. COMMENTO Il Cantico è ispirato alla concezione mistica medioevale della “teologia della lode”, secondo la quale l’uomo partecipa alla gloria di Dio attraverso il creato e fa una lode di esso sia i modo diretto, sia indirettamente attraverso le qualità d bellezza e di utilità attribuite alle cose. (risposta 6) In questo cantico di lode a Dio, è evidente che San Francesco non respinge il mondo terreno come fa, ad esempio, Iacopone da Todi, ma elogia le creature non tanto in sé, quanto piuttosto perché sono immagini di Dio e simboli della realtà trascendente. L’immagine del mondo che ne risulta è serena e armoniosa, grazie alla fratellanza di tutte le creature, che vengono personificate, considerate tutte di grandissima importanza e chiamate “fratello” e “sorella”. L’elenco delle creature lodate non è lungo, ma comprende tutti i principali elementi naturali: il giorno (sole), la notte (luna e stelle), l’aria, l’acqua, il fuoco e la terra. In questa parte, l’uomo sembra non comparire, ma la sua presenza è netta, seppure implicita: infatti, le creature sono tutte viste in una prospettiva umana; ad esempio, il Sole illumina il giorno per noi, l’acqua è “utile”, la terra ci sostenta e ci nutre, ecc. Nella seconda parte del Cantico delle Creature (a partire dal verso 23), invece, la menzione dell’uomo diventa esplicita, ma degli uomini sono lodati soltanto quelli che perdonano per l’amore di Dio e sopportano con fede privazioni e tribolazioni: dunque si configura una visione bipartita che distingue nitidamente tra chi può raggiungere la salvezza e chi resta nel peccato mortale. Inoltre, al termine della lauda emerge una concezione del tutto innovativa della morte, vista anch’essa come “sorella” e non temuta da chi muore nell’amore di Dio, perché consente di ricongiungersi a Lui. Gli ultimi due versi, infine, secondo una struttura circolare, richiamano l’incipit della lauda e mostrano che il componimento voleva essere una sorta di predica e di esortazione ai fedeli a lodare e ringraziare Dio con quell’umiltà tipica dello spirito francescano. Un grosso problema interpretativo è costituito dal valore da assegnare alla preposizione “per”: si può intendere come causale (“per aver creato”); complemento d’agente (“dalle creature”), ma anche come complemento di mezzo (“attraverso le tue creature”). In quest’ultimo caso, sarebbe messo in evidenza il rapporto di mediazione operato dagli elementi naturali tra Dio e l’uomo.