WWW.REMOVED.SOCIAL Eric Pickersgill con la moglie Angie. Chapel Hill, Stati Uniti, 2014 40 Internazionale 1128 | 13 novembre 2015 In copertina Il sesso ai tempi di Tinder Nancy Jo Sales, Vanity Fair, Stati Uniti Foto di Eric Pickersgill Le app d’incontri hanno modiicato i vecchi rituali del corteggiamento. Rimorchiare è talmente facile che fare sesso con degli sconosciuti è diventato sempre più frequente. Ma tutto succede così in fretta che non sempre è piacevole Internazionale 1128 | 13 novembre 2015 41 In copertina una tiepida serata nel distretto inanziario di Manhattan, e da Stout, un bar dove trasmettono le partite, sono tutti incollati a Tinder. I tavoli sono pieni di ragazzi che hanno passato la giornata inseguendo soldi e afari a Wall street, e ora sono in cerca di qualcuno da rimorchiare. Tutti bevono, issano lo schermo del loro smartphone e scorrono il dito sui volti degli sconosciuti con cui potrebbero fare sesso più tardi. O forse no. “Ehi, questo tipo ha una bella pancetta”, dice una ragazza, facendo scorrere un’immagine sullo schermo. Le sue amiche sogghignano senza alzare lo sguardo. “Tinder fa schifo”, dicono. Ma non smettono di sfogliare le foto con un dito. In un separé sul retro tre bei ragazzi sui vent’anni stanno bevendo una birra. Dan, Alex e Marty sono dipendenti alle prime armi di una società inanziaria. Alex e Marty sono stati reclutati direttamente all’università. Quando gli chiedo se hanno organizzato degli incontri usando un’app, rispondono che ne organizzano anche due o tre insieme. “Non puoi lasciarti bloccare in una sola corsia, c’è sempre qualcosa di meglio”. “Se hai prenotato da qualche parte, ma poi trovi un tavolo libero da Per Se, è da PerSe che vuoi andare”, spiega Alex. “I maschi sono competitivi in tutto”, conclude con la sua voce profonda e rassicurante: “Chi è andato a letto con la ragazza più bella e più sexy?”. Con queste app di incontri, aggiunge Alex, “è come essere sempre a caccia. Puoi parlare con due o tre ragazze in un bar e scegliere la migliore, oppure puoi scorrere con il dito duecento persone al giorno. Il campionario è decisamente più ampio. Ti organizzi due o tre incontri alla settimana attraverso Tinder e magari vai a letto con tutte e tre. Così nel giro di un anno ti sei fatto un centinaio di ragazze”. Alex racconta che negli ultimi otto giorni è andato a letto con cinque donne diverse incontrate su Tinder, le chiama “Tinderelle”. Dan e Marty, che sono anche compagni di stanza di Alex in uno scintillante grattacielo di Wall street, possono confermarlo. Si ricordano con chi è andato a letto nell’ultima settimana perino meglio di lui. “Brittany, Morgan, Amber”, dice Marty contando sulle dita. “Ah, anche la russa… ucraina?”. “Ucraina”, conferma Alex. “Lavora da…” e fa il nome di una famosa casa d’aste. Quando gli chiedo che tipi sono queste ragazze, alza le spalle: “So qualcosa del loro è 42 Internazionale 1128 | 13 novembre 2015 curriculum, ma niente di più. Una lavora da J. Crew, l’altra è dirigente alla Parsons, un’altra è assistente da Pace, un’altra ancora lavora nella inanza”. “Non sappiamo come sono”, dice Marty. “E loro non sanno come siamo noi”, aggiunge Alex. Eppure la mancanza di una conoscenza intima delle possibili partner sessuali non è mai un ostacolo all’intimità isica, sostiene Alex. Secondo i suoi amici, lui è il re di Tinder. È molto abile nel gioco dei messaggi: “Ha la capacità di convincere qualcuno a fare qualcosa semplicemente mandando messaggi”, spiega Marty. Riesce ad attirare le donne nel suo letto dopo un breve scambio di battute, chiarendo in dall’inizio che non è interessato a una vera relazione. “Ma come fa?”, chiede Marty ammiccando. “Questo ragazzo ha un vero talento”. Ma anche Marty, che preferisce un’app che si chiama Hinge, non se la cava troppo male. Dice di essere andato a letto con 30-40 ragazze in un anno: per conquistare una donna, dice, “gioco un po’ a fare il tipo che potrebbe diventare il suo ragazzo, ma poi lei comincia a chiedermi di più, e io non voglio”. “Ehi no, questo non è bello”, lo rimprovera Alex con la sua aria affettuosa. “Io metto sempre in chiaro che non sono in cerca di qualcosa di serio. Voglio solo passare Da sapere Crescita esponenziale u L’app di incontri Tinder non è il classico prodotto sviluppato da una startup, ma è stata lanciata nell’ottobre del 2012 dagli Hatch Labs, un laboratorio di ricerca (poi chiuso nel febbraio del 2013) dell’Iac, un gruppo che tra l’altro controlla il sito di incontri online Match. com. Nel giro di poco tempo Tinder è diventata un fenomeno di massa: nel gennaio del 2014 aveva più di dieci milioni di utenti, mentre nel dicembre dello stesso anno era stata scaricata più di quaranta milioni di volte. Il 3 febbraio 2015 l’Iac ha annunciato che il ritmo di crescita mensile degli utenti era del 100 per cento. Tinder è tra le cento app più scaricate per Android in 23 paesi e tra le più scaricate per iPhone in 44 paesi. Nel marzo del 2015 è stata lanciata Tinder Plus, una versione a pagamento il cui prezzo varia tra i 9,99 dollari e i 19,99 dollari (i giovani pagano il prezzo più basso). Il successo di Tinder è legato alla sua estrema semplicità d’uso: ogni potenziale partner è presentato con una foto a cui si aggiungono poche informazioni essenziali, e basta far scorrere l’immagine verso sinistra per riiutare un incontro e verso destra per accettarlo. Growth Hackers un po’ di tempo, fare amicizia, vedere cosa succede. Se per caso inissi in tribunale, potrei tirare fuori i messaggi”. Ma c’è qualcosa in tutta la faccenda che sembra disturbarlo nonostante la sua afascinante spacconeria. “Penso che in una certa misura sia, come dire, poco rassicurante”, dice, “perché so bene che una ragazza normale spera di riuscire a cambiare le carte in tavola. Se tu fossi il tipo che dice ‘Ehi, voglio solo scopare’, poca gente sarebbe disposta a incontrarti. Pensi che la nostra sia una cultura misogina?”, chiede distrattamente. “Io la chiamo Apocalisse degli incontri” dice una ragazza di New York, che ha 29 anni. La cultura del rimorchio Mentre le cappe polari si sciolgono e la Terra si avvia rapidamente alla sesta estinzione di massa, nell’universo del sesso è scoppiato un altro fenomeno senza precedenti. La cultura del rimorchio, che si sta lentamente ma costantemente difondendo da circa un centinaio d’anni, si è scontrata con le app, che hanno avuto l’efetto di una meteora impazzita sui rituali vetusti del corteggiamento. Quando si parla di Tinder “siamo in un territorio inesplorato” , dice Justin Garcia, un ricercatore dell’Istituto Kinsey per le ricerche su sesso, genere e riproduzione dell’università dell’Indiana. “Negli ultimi quattro milioni di anni ci sono state due grandi transizioni” nell’accoppiamento eterosessuale, dice Garcia. “La prima avvenne circa dieci-quindicimila anni fa, durante la rivoluzione agricola, quando diventammo meno nomadi e più stanziali”, e portò all’afermazione del matrimonio come istituzione. “La seconda è avvenuta con la comparsa di internet”. Un tempo le persone incontravano i loro partner grazie alla vicinanza, alla famiglia e agli amici, ma ora gli incontri su internet tendono a superare tutti gli altri. “Questo sta cambiando moltissimo il nostro modo di comportarci, sia nelle relazioni sentimentali sia in quelle sessuali. È un fenomeno senza precedenti da un punto di vista evolutivo”, spiega Garcia. Appena la rete si è difusa, le persone hanno cominciato a usarla per trovare partner con cui fare sesso. Negli anni novanta c’erano le chat di Craigslist e Aol, poi i siti Match.com e Kiss. com. Ma le lunghe, appassionate email che si scambiavano i personaggi del ilm C’è posta per te sembrano decisamente roba vecchia rispetto ai messaggi delle app. “Capita di ricevere messaggi che dicono ‘Vuoi scopare?’”, racconta Jennifer, 22 anni, studentessa dell’Indiana university www.REmOVED.SOCIAL Michelle e Jimmy. Burlington, Stati Uniti, 2014. Le foto di queste pagine sono tratte da Removed, un progetto di Eric Pickersgill sul ruolo degli smartphone nella vita quotidiana. Alle persone ritratte è stato tolto dalle mani il telefono poco prima di scattare la foto. southeast di New Albany. “Ti dicono ‘Vie­ ni e fatti leccare’”, aggiunge la sua amica Ashley, 19 anni. Gli incontri via smartphone sono diven­ tati un fenomeno di massa cinque anni fa, e nel 2012 avevano già superato quelli via computer. Secondo uno studio, a febbraio c’erano quasi cento milioni di persone – for­ se cinquanta solo su Tinder – che tutto il giorno e tutti i giorni usavano il telefono co­ me una specie di club per cuori solitari, do­ ve si può trovare un partner sessuale con la stessa facilità con cui si può scovare un volo low cost per la Florida. “È come ordinare da Seamless,” dice Dan, alludendo al servizio per fare la spesa online con consegna a do­ micilio. “Solo che stai ordinando una perso­ na”. Il paragone con lo shopping online è particolarmente azzeccato. Le app di in­ contri sono l’economia di mercato applicata al sesso. La novità di Tinder è che basta scorrere il dito sull’immagine. Non sono più necessari proili elaborati e nessuno deve avere paura di essere respinto: gli utenti sanno solo se piacciono a qualcuno, mai quando sono riiutati. OkCupid ha adottato la stessa funzione, e ora lo hanno fatto an­ che Hinge – che attraverso Facebook fa ve­ dere più informazioni sulla cerchia di amici di un possibile partner – e Happn, che usa un sistema di tracciamento gps per vedere se le strade di due persone si sono già incro­ ciate. È indicativo il fatto che lo sfogliare con un dito sia stato prontamente inglobato dalla pubblicità di molti prodotti, un accen­ no non troppo velato all’idea che online la scelta dei marchi di consumo e dei partner sessuali sono interscambiabili. “È una gratiicazione immediata”, dice Jason, un fotografo di Brooklyn di 26 anni. “Puoi avere conferma di quanto sei attraen­ te con un gesto semplice come scorrere il pollice su uno schermo. Vedi una ragazza carina, scorri il dito e... oh, anche lei ti con­ sidera attraente, perciò si crea una forma di dipendenza, e ti ritrovi a farlo di continuo senza neppure pensarci”. “Il sesso è diventato così facile”, dice John, 26 anni, dirigente di un’azienda di marketing a New York. “Prendo il telefono in mano e sicuramente riesco a trovare qualcuno con cui fare sesso stasera stessa, probabilmente anche prima di mezza­ notte”. E questo è un bene per le donne? Il di­ battito su vantaggi e svantaggi del sesso casuale per le donne infuria dai tempi delle maschiette e dei “modernisti” negli anni venti, ed è ancora attualissimo, soprattutto tra le donne. Alcune, come Hanna Rosin, che scrive sul mensile The Atlantic, pensa­ no che la cultura del rimorchio facile sia una vera pacchia: “È legata a tutto quello che c’è Internazionale 1128 | 13 novembre 2015 43 In copertina WWW.REMOvED.SOCIAL Courtlyn e Sarah. Charlotte, Stati Uniti, 2014 di favoloso nell’essere una giovane donna oggi: la libertà, la iducia in se stesse”. Altre sostengono invece che molte si sentono sminuite dall’estrema casualità del sesso nell’era di Tinder. Secondo David Buss, professore di psicologia all’università del Texas di Austin ed esperto nella evoluzione della sessualità, è la stessa abbondanza di opzioni oferte dagli incontri online che potrebbe rendere gli uomini meno inclini a trattare un’unica donna come una priorità. “Le app come Tinder e OkCupid danno alle persone l’impressione che in giro ci siano migliaia o milioni di possibili partner”, spiega Buss. “Questo ha delle conseguenze sulla psicologia maschile. Quando c’è un’eccedenza di donne, o una percepita eccedenza di donne, l’intero sistema dell’accoppiamento tende a spostarsi verso le relazioni a breve termine. I matrimoni diventano instabili. Aumentano i divorzi. Gli uomini non sentono il bisogno di impegnarsi e adottano strategie di accoppiamento a breve termine. 44 Internazionale 1128 | 13 novembre 2015 Sono gli uomini a fare questa scelta, e le donne sono costrette ad adattarsi”. Ma aspettate un minuto. Le “strategie di accoppiamento a breve termine” sembrano funzionare anche per un bel po’ di donne: alcune non vogliono relazioni impegnative, soprattutto quelle non ancora trentenni che scommettono sulla loro istruzione o su una carriera di successo. Alex, il giovane leone di Wall street, è chiaramente ottimista quando presume che tutte le donne con cui va a letto sarebbero pronte a “cambiare le carte in tavola” e a mettersi con lui se solo potessero. Eppure, la sua convinzione potrebbe essere un segnale della cosa più “inquietante” a cui alludeva: “Per le giovani donne sia nella sessualità sia nelle relazioni il problema resta la disuguaglianza di genere”, dice Elizabeth Armstrong, una professoressa di sociologia dell’università del Michigan specializzata in sessualità e genere. “Le ragazze sostengono che sono ancora gli uomini a decidere quando una storia è seria e quando no. ‘Lei è una da idanza- mento, lei è una da rimorchio’. I due metri di misura sono ancora molto difusi. Resta da capire perché le donne hanno fatto più passi avanti nella sfera pubblica che in quella privata”. È una serata afosa, e da Satsko, un vivace locale giapponese dell’East village di New York, sono tutti incollati a Tinder, a OkCupid, a Happn o a Hinge. I tavoli sono pieni di ragazzi che bevono birra controllando i telefoni e scorrendo le foto con un dito. Sei ragazze si sono incontrate dopo il lavoro per un drink. Frequentano l’ultimo anno del Boston college e sono tutte a New York per uno stage estivo che va dal lavoro in un laboratorio di ricerca medica a un impiego in un grande magazzino di lusso. Sono carine e alla moda, con occhi brillanti sottolineati dall’ombretto scuro. Nessuna di loro ha una relazione, dicono. Chiedo cosa pensano degli incontri a New York. “Qui i ragazzi non cercano veramente una ragazza”, dice Reese, la bionda. “Cercano continua a pagina 46 » L’opinione Il romanticismo è morto Tomas Chamorro-Premuzic, The Guardian, Regno Unito Tinder ha rivoluzionato gli incontri online. Con efetti profondi a livello psicologico inder è riuscito a superare i due grandi ostacoli degli in­ contri online. Innanzitutto è una igata, almeno secondo i suoi utenti. In efetti, mentre è ancora piuttosto imbarazzante confessare di usare eHarmony o Match.com, i fan di Tinder mettono orgogliosamente in mostra la loro app durante le cene e le feste, forse perché l’alternativa – parla­ re con gli altri invitati – è meno diver­ tente. In secondo luogo, eliminando la distanza temporale e spaziale, Tinder colma il divario tra incontro digitale e di persona, assicurando una gratiica­ zione immediata e creando una dipen­ denza paragonabile a quella da Face­ book (l’utente medio passa su Tinder undici minuti al giorno). Ma le lezioni più importanti dell’efetto Tinder sono psicologiche. Eccone alcune. 1. Le applicazioni per rimorchiare sono più eccitanti di un rimorchio vero e proprio. In questa nostra epoca tec­ nosessuale gli incontri sono stati non solo trasformati in gioco, ma anche sessualizzati dalla tecnologia. Le app per incontrare un partner sono molto più che un mezzo per raggiungere un i­ ne, sono un ine in sé. Con Tinder il pretesto è quello di rimorchiare, ma il vero piacere deriva dall’uso della app. Tinder è solo l’ultimo esempio di ses­ sualizzazione dei gadget urbani: è no­ mofobia, porno via Facebook e Candy Crush Saga tutto insieme. 2. L’attrazione digitale è superiore a quella isica. Rispetto ai siti tradizionali di appuntamenti, Tinder ha conquista­ to la iducia delle persone importando le foto e le informazioni di base degli T utenti da Facebook, ma non riesce a ren­ dere realistici i suoi proili. Però accresce il livello medio di attrazione rispetto al mondo reale. Dato che molte persone pas­ sano un sacco di tempo a curare il loro proilo su Facebook caricando selie da In­ stagram e dichiarando interessi culinari, musicali e cinematograici rainati, ver­ rebbe da chiedersi come sia possibile che gli utenti di Tinder siano ancora single, ma solo inché non li si conosce. 3. Come qualunque servizio online di successo, Tinder permette di soddisfare alcuni fondamentali bisogni evolutivi e sociali. Questo è un elemento cruciale: tendiamo a sopravvalutare l’efetto della tecnologia sul comportamento umano, mentre di solito è il comportamento uma­ no che determina i cambiamenti tecnolo­ gici e ne spiega il successo o il fallimento. Proprio come Facebook, Twitter o Linke­ din, Tinder permette alle persone di co­ municare, anche in modo piuttosto infan­ tile, sessuale e supericiale. Ci permette anche di avere successo, di alimentare i nostri istinti di competizione, mettendo alla prova e massimizzando la nostra po­ tenziale capacità di incontrare qualcuno. Tinder, inine, consente agli utenti di sod­ disfare la loro curiosità intellettuale, sco­ prendo non solo la personalità e gli inte­ ressi delle altre persone, ma anche cosa pensano gli altri dei nostri. 4. Tinder emula il mondo reale. Alcu­ ni, che cominciano a sembrare puritani e conservatori, non vogliono saperne di Tinder, ma questa app è un’estensione delle più comuni e difuse abitudini del mondo reale in fatto di incontri, molto più dei tradizionali siti online. Questa è stata una lezione importante per gli entusiasti dei dati che hanno cercato di sterilizzare il gioco dell’amore iniettandovi rigorosi al­ goritmi decisionali e psicometrici. Ebbe­ ne, si è scoperto che le persone sono molto più supericiali di quanto pensassero gli psicologi. Preferiscono giudicare cinquan­ ta foto in due minuti invece di passare cinquanta minuti a valutare un possibi­ le partner. Questo mi ricorda un programma televisivo a cui ho contribuito un paio di anni fa: dopo aver tracciato il proilo di oltre tremila single usando i più re­ centi test psicologici, io e gli altri autori del programma creammo cinquecento coppie basandoci sulla loro compatibi­ lità psicologica, ma ignorando l’aspetto isico. Quando le coppie inalmente si conobbero, nonostante avessero idu­ cia nella scientiicità del processo di abbinamento guardarono per il 90 per cento all’aspetto isico e decisero di in­ contrarsi una seconda volta solo quan­ do si consideravano altrettanto attra­ enti o all’altezza dell’aspetto dell’altro. Quindi, proprio come nella dinamica sociale in un bar, Tinder procede se­ condo una serie di passi semplici e in­ tuitivi: prima si valuta la foto, poi si mi­ sura l’interesse e solo dopo si decide di avviare una (rudimentale) conversazio­ ne. Ovviamente gli psicologi avranno un bel po’ di lavoro da fare se vogliono convincere le persone in cerca di un partner che i loro algoritmi sono più ef­ icaci. 5. Il romanticismo è morto, fatta ec­ cezione per i consumi. Non è un’afer­ mazione cinica. Guardiamo in faccia la realtà: se non fosse per san Valentino e l’industria del idanzamento, ormai ci saremmo uicialmente lasciati alle spalle ogni romanticismo. La realtà de­ gli incontri non potrebbe essere più di­ versa. Le persone non hanno tempo, la carriera ha la priorità sulle relazioni, anche perché la prima è spesso un pre­ requisito delle altre, e l’idea di un unico rapporto perfetto o di un’anima gemel­ la è un’impossibilità statistica. Sì, alcune persone si aidano anco­ ra a un qualche livello di serendipità (il fare per caso scoperte felici mentre si sta cercando altro). Ma l’abbondanza di strumenti – certo, molti ancora in fase di costruzione – capaci di ridurre l’im­ menso divario fra domanda e oferta è destinato a rendere il mercato degli in­ contri più eiciente e razionale, anche se questo non si traduce in felici rela­ zioni a lungo termine. ◆ gc Tomas Chamorro-Premuzic insegna psicologia aziendale allo University college London. Internazionale 1128 | 13 novembre 2015 45 In copertina solo un prendi e molla su Tinder”. “Usano Tinder per mandare autentiche schifezze”, aggiunge Jane, quella seria. “Cominciano con ‘Mandami una foto nuda’”, continua Reese. “Oppure scrivono una frase tipo ‘Sto cercando qualcosa di rapido nei prossimi 10-20 minuti, sei disponibile?’, ‘Ok, sei a un paio di chilometri di distanza, dimmi il posto esatto’. Eicienza assoluta”. “Credo che gli iPhone e le app abbiano cambiato il modo d’incontrarsi per la nostra generazione”, commenta Stephanie, una che ha un sacco di braccialetti. Mi raccontano che nel loro college un professore di ilosoia, Kerry Cronin, tiene un corso per gli studenti del primo anno in cui una prova consiste nell’uscire davvero con qualcuno. “E da sobri, non quando si è tutti e due sbronzi”, spiega Jane. “Imparare a conoscere qualcuno prima di cominciare qualcosa. Fa paura, vero”. Pensano che la loro ansia in fatto di intimità dipenda dall’essere “cresciute sui social network”, per questo “non sappiamo parlare faccia a faccia”. “Ti crei la prima impressione su Facebook, quindi in un certo senso crei un rapporto con un proilo”, dice Stephanie, sorridendo cupa per questa assurdità. “Il sesso dovrebbe scaturire da un’intimità emotiva, e oggi per noi è esattamente il contrario. Credo che in un certo senso stia davvero distruggendo l’immagine che le donne hanno di sé”, dice Fallon. “Il corpo è la prima cosa, la personalità viene dopo”, aggiunge Stephanie. “Onestamente credo che neanche il corpo conti molto per loro, purché tu sia disponibile”, dice Reese. “Siamo a questo punto”. “Ma se dici qualcosa del genere ad alta voce, sembri una debole, una che non è indipendente e non ha saputo cogliere il senso della terza ondata del femminismo”, dice Amanda, alta ed elegante. “Ciao”, dice Amy Watanabe, attraente e tatuata. È la proprietaria del Satsko, e sta leggendo un messaggio che ha ricevuto su OkCupid da uno sconosciuto. “‘Sto cercando una ragazza carina come te che abbia un lato un po’ perverso, perciò sono curioso di sapere se hai fantasie di sesso violento. Pensi che ti piacerebbe prenderlo tutto in bocca ino a sofocare, essere legata, schiafeggiata e farti venire addosso? Penso che potremmo passare un pomeriggio sfrenato, ma sarei contento anche solo di vederti per un brunch’”. E fa cadere il suo iPhone sul bancone con into orrore. In un’altra serata piena di animazione, allo stesso bar e allo stesso tavolo, tre bei ragazzi bevono birra. Sono John, 25 anni, Nick e Brian, entrambi di 26 anni. John è il dirigente dell’azienda di marketing di cui abbiamo già parlato. Nick lavora nel campo del fitness e Brian è un educatore. Quando chiedo della loro esperienza con le app di incontri, il giudizio è molto diverso da quello delle stagiste del Boston college. “Per me funziona”, dice Nick. “In quattro serate ho agganciato tre ragazze grazie a internet e a Tinder e ho speso ottanta dollari in totale”, riferisce con orgoglio. Poi descrive ogni incontro, uno dei quali è cominciato con una ragazza che gli ha chiesto su Tinder di “‘passare da lei a fumare erba e guardare un ilm’. Io lo so che signiica”, dice con un ghigno. “Parliamo per un massimo di 10-15 mi- Da sapere Gli utenti di Tinder Fasce d’età, percentuale Situazione personale, percentuale 45 Fonte: Global web index Idee sbagliate 54 38 30 13 16-24 25-34 35-44 3 45-54 12 1 55-64 Single Sposati 3 1 In una Divorziati relazione o vedovi Altro Sesso, percentuale Uomini 62 Donne 38 Zone rurali Zona di provenienza, percentuale 76 Città 46 Internazionale 1128 | 13 novembre 2015 nuti”, continua. “Scopiamo. E poi lei attacca: ‘Oh Dio mio, giuro che non avevo intenzione di fare sesso con te.’ E io faccio: ‘Be’, te la cavi bene a resistere, direi’”. “Dicono tutte così”, commentano i ragazzi ridacchiando. Nick, con la sua barba da lumbersexual (una sorta di boscaiolo sexy) e i vestiti da hipster che sembrano uscire dal guardaroba di Girls, dal punto di vista isico è il maschio moderno ideale. Non rispetta nessuno dei requisiti che secondo gli psicologi evoluzionisti sono punti di forza per attrarre le donne (non è ricco né alto e vive ancora con la madre), ma questo non sembra avere alcun efetto sulla sua capacità di rimorchiare selvaggiamente. Sull’iPhone ha un elenco di più di quaranta ragazze con cui ha “avuto rapporti, classiicate da uno a cinque stelle. Potere alle donne”, scherza. “Indica quanto sono brave a letto e allo stesso tempo quanto sono carine”. “Uso Tinder, Happn, Hinge e OkCupid”, aggiunge Nick. “È solo un gioco di numeri. Prima potevo andare in un bar e parlare con una ragazza, ma ora posso starmene a casa su Tinder e parlare con quindici”. “E senza spendere soldi”, gli fa eco John. “Quando è tutto così facile che puoi incontrare una e scoparla dopo venti minuti, è molto diicile riuscire a trattenersi”, dice Brian con forza. “Sono riuscito a rimorchiare su Tinder solo mandando emoji”, dice John. “Senza neppure avere una vera conversazione”. Solleva il suo iPhone, che ha lo schermo crepato, per mostrare uno scambio via Tinder tra lui e una ragazza che gli ha dato il suo numero dopo che John le aveva inviato una serie di emoji, tra cui quelli della pizza e della birra. Periferia 17 7 Nell’era delle app d’incontri gli uomini possono essere molto sprezzanti, dicono le donne. Si potrebbe pensare che avere accesso a quelle macchine eccezionali (i loro telefoni), in grado di trovare sesso in abbondanza senza complicazioni, dovrebbe renderli molto felici, perino riconoscenti, e così ispirati da essere cortesi. Ma stando alle interviste raccolte con più di cinquanta ragazze di New York, dell’Indiana e del Delaware, tra i 19 e i 29 anni, sembra vero il contrario. “Mi ha riaccompagnato a casa in macchina, stamattina. È una cosa straordinaria”, dice Rebecca, 21 anni, che sta per laurearsi all’università del Delaware. “Mi Cody ed Erica. Mount Jeferson, Stati Uniti, 2014 spettosi sono sempre esistiti. Ci sono molti uomini evoluti, ma in questo momento nella cultura dell’incontro potrebbe essere in corso qualcosa che ne rende alcuni più resistenti all’evoluzione”. Il problema del comportamento irrispettoso degli uomini online è diventato così grave che per reazione c’è stata un’ondata di app di incontri lanciate da donne. C’è Bumble, creata da Whitney Wolfe, la cofondatrice di Tinder che ha fatto causa all’azienda sostenendo di essere stata sessualmente molestata dal direttore del marketing, Justin Mateen (si sono accordati per poco più di un milione di dollari senza che nessuna delle due parti ammettesse una colpa). Uno dei cambiamenti principali nelle app di incontri gestite al femminile è che permettono solo alle donne di mandare messaggi per prime. Alcuni, però, hanno fatto notare che questo può forse eliminare i molestatori incalliti, ma non cambia la cultura dominante. WWW.REMOvED.SOCIAL Pasti gratis ha salutato con un bacio. Non dovrebbe essere niente di eccezionale, ma i ragazzi lo evitano perché…”. “Non vogliono che ti fai idee sbagliate”, conclude la sua compagna Kayla, 20 anni. “Ma molte ragazze non si fanno idee sbagliate”, dice Rebecca, infastidita. “Certe volte vogliamo anche noi fare sesso e basta. Non vogliamo mica sposarti. O sei gentile o sei uno stronzo maleducato”. Ascoltando una storia dopo l’altra sulla scortesia dei maschi (“Ho fatto sesso con un tizio che mentre mi rivestivo mi ha ignorato e ho visto che era di nuovo su Tinder”), mi sono chiesta se poteva esserci un parallelo con Il mito della bellezza di Naomi Wolf, un libro del 1991. L’autrice ipotizzava che, con l’aumento del potere politico e sociale delle donne, la pressione a essere belle diventava sempre più uno strumento per insidiare la loro emancipazione. È possibile che oggi la tendenza potenzialmente destabilizzante con cui le donne devono misurarsi sia la mancanza di rispetto che trovano negli uomini con cui fanno sesso? Il sesso facile e a portata di mano assicurato dalle app di incontri potrebbe davvero spingere gli uomini a rispettare di meno le donne? “Troppo facile”, “troppo facile”, “troppo facile”, ho sentito ripetere continuamente dai ragazzi quando chiedevo se c’era qualcosa che non apprezzavano nelle app di incontri. “Le app di incontri sono ambienti nuovi dal punto di vista evolutivo”, dice David Buss. “Ma il nostro livello di evoluzione psicologica non è cambiato”. E le donne potrebbero essere più avanti degli uomini in un percorso evolutivo che si allontana dagli atteggiamenti sessisti. “Le aspettative delle donne in termini di sicurezza e di diritto al rispetto forse sono cresciute più rapidamente della disponibilità di certi giovani a rispettarle”, dice Stephanie Coontz, che insegna storia e studi familiari all’Evergreen state college di Olympia. “Gli uomini approittatori e irri- Eppure quando ne parlo con gli uomini, sbufano. “Le donne fanno esattamente le stesse cose degli uomini”, dice Matt, 26 anni, che lavora in una galleria d’arte di New York. “Ho trovato ragazze su OkCupid che sono venute a letto con me e poi sono letteralmente sparite” , nel senso che non hanno più risposto ai messaggi. “Si giocano la partita esattamente allo stesso modo. Hanno un sacco di uomini contemporaneamente, perché vogliono tenere aperte tutte le loro opzioni. Cercano sempre qualcosa di meglio, un ragazzo con un lavoro migliore o con più soldi.” Alcune ragazze hanno ammesso di usare le app di incontri per procurarsi dei pasti gratis. “Io li chiamo buoni pasto Tinder,” dice una di loro. Perino l’importanza dell’aspetto isico, implicita in un sistema che consiste nel far scorrere con un dito le foto, è una cosa che anche le donne incoraggiano. “Nei loro profili dicono ‘Niente foto senza camicia’, ma sono tutte stronzate”, dice Nick. “Il giorno in cui sono passato a una foto senza camicia con i tatuaggi in bella vista, nel giro di pochi minuti ho avuto una quindicina di abbinamenti”. “Se le donne non vogliono essere trattate come oggetti sessuali, perché si merciicano da sole nelle immagini dei loro proili?”, chiedono alcuni uomini. I ragazzi parlano delle foto nude che ricevono dalle donne. Le fanno vedere in giro. “Foto di tette e di culi”, dice Austin, 22 anni, che studia in un college dell’Indiana. “Ne ho un’ininità sul telefono”. In una piovosa mattina all’università del Internazionale 1128 | 13 novembre 2015 47 In copertina Delaware, le ragazze che vivono in una casa fuori dal campus si sono riunite sotto il portico per un cafè. Poi sono arrivate alcune loro compagne dell’associazione studentesca femminile. Il tavolo è afollato di ragazze in pantaloncini e prendisole, tutte con la coda di cavallo e le gambe nude, riunite per parlare del loro sabato sera, incontri sessuali compresi. Mentre chiacchierano, la maggior parte di loro dà un’occhiata al telefono. Alcune controllano Tinder. Chiedo perché usano Tinder in un campus, dove ci sono probabilmente un sacco di ragazzi disponibili. “È più facile”, rispondono. “E molti ragazzi non ti parlano se non sei invitata alle feste della loro confraternita”. “Molti ragazzi non ti parlano, punto e basta”. “Non ne hanno bisogno”. “Tinder ha preso il sopravvento”. “Io ci sto issa, voglio dire issa, tipo venti ore al giorno”, dice Courtney, che somiglia a una star degli anni settanta. La pioggia aumenta, e si spostano nella sala interna, che ha un divano, un tavolino da cafè e tessuti dipinti dappertutto. Il discorso torna sul sesso. Parlano di come sia frequente che i loro partner perdano l’erezione. L’aumento della disfunzione erettile nei maschi giovani è un curioso fenomeno medico attribuito a ogni sorta di cause, dalle sostanze chimiche negli alimenti preconfezionati alla mancanza di intimità nel sesso occasionale. “Quando non gli viene duro, e devo dire che succede spesso, si comportano come se fosse la ine del mondo”, commenta Rebecca. “Alle quattro del mattino questo tipo era disperato. Io gli faccio: ‘Bello, io mi metto a dormire, è tutto a posto’”, racconta Sarah, 21 anni, con i lunghi capelli neri e ricci. “Sono davvero stufa di ingere”. Le donne tendono a raggiungere più spesso l’orgasmo in una relazione stabile che negli incontri occasionali. Le probabilità sono più del doppio, secondo uno studio dei ricercatori dell’istituto Kinsey e dell’università di Birmingham. “Sarebbe grandioso se fossero semplicemente capaci di una prestazione come si deve e non venissero in due secondi”, dice Rebecca. “Credo che gli uomini abbiano un’idea distorta della realtà del sesso per colpa del porno”, dice Jessica alzando lo sguardo dal telefono. “Perché a volte penso che il sesso del porno non sia sempre favoloso, è come pestare qualcuno”. Fa il gesto di battere con la mano e assume un’aria indignata. “Sì, sembra che faccia male”, dice Danielle. 48 Internazionale 1128 | 13 novembre 2015 Uomini e donne potranno mai trovare una vera intimità in un mondo dove la comunicazione è mediata dagli schermi? “Non è divertente farsi tirare i capelli o essere sofocate o sbattute”, continua Jessica. “Ma gli uomini pensano solo una cosa” – fa la voce da maschio – “‘Io me la scopo’, e a volte non è niente di speciale”. “Sì”, concorda Danielle. “Come l’altra notte quando stavo facendo sesso con questo tipo. Io sono una persona molto arrendevole, per niente aggressiva, e lui mi faceva male”. Restano in silenzio un momento. Opzioni accessibili Allora dove ci porterà tutto questo? Cosa succede a chi cresce nell’era di Tinder? Le persone potranno mai essere soddisfatte da una relazione sessuale o perino emotiva con un unico partner? E questo è davvero importante? Uomini e donne potranno mai trovare una vera intimità in un mondo dove la comunicazione è mediata dagli schermi? Potranno mai avere iducia quando sanno che il loro partner ha tutta una serie di opzioni facilmente accessibili? Secondo Christopher Ryan, uno dei coautori di Sex at dawn (Sesso all’alba), gli esseri umani per natura non sono sessualmente monogami. Il libro sostiene che per gran parte della storia uomini e donne hanno accettato i partner sessuali multipli come una prassi comune (e positiva dal punto di vista evolutivo). La tesi, discussa e ampliamente criticata da antropologi e biologi evolutivi, non ha impedito che il libro diventasse un best seller internazionale: sembrava che i lettori non aspettassero altro. “Credo che molta gente sia ancora interessata ad avere rapporti a lungo termine, stabili e profondi, con una o poche altre persone”, dice Ryan. “Siamo una specie che attribuisce grande valore all’intimità e all’autenticità. Ma d’altra parte siamo molto attratti dalle novità. Perciò le persone continueranno a fare sesso con i partner da cui sono attratte, come hanno sempre fatto, e sarà un bene per tutti se la cosa sarà accettata e non censurata, dalla chiesa o dallo stato”. Mentre parlava, riuscivo solo a pensare: magari fosse davvero così facile. In un mondo perfetto faremmo tutti sesso con chiunque vogliamo, e a nessuno importerebbe niente, nessuno sarebbe giudicato o piantato in asso. Ma cosa dire allora della gelosia e del sessismo, per non parlare della pur vaga possibilità che qualcuno s’innamori? Perfino Ryan, convinto che gli esseri umani tendano per natura alle relazioni poliamorose, è preoccupato dalle tendenze che si stanno sviluppando intorno alle app di incontri. “È lo stesso meccanismo che si manifesta nel consumo del porno”, dice. “Il desiderio c’è sempre stato, ma la disponibilità era limitata. Con le nuove tecnologie i limiti spariscono e vediamo che la gente sembra impazzita. Credo che stia succedendo lo stesso con questo accesso illimitato ai partner sessuali. La gente si sta abbuffando. Per questo non c’è intimità. Si potrebbe deinire una sorta di obesità psicosessuale”. Michael Falotico, 29 anni, è il bassista dei Monogold, un gruppo indie rock che ha suonato nei migliori locali di Brooklyn e in una serie di festival, da Austin a Cannes. È alto, magro e somiglia a un dipinto rinascimentale di Gesù con l’anello al naso. Questo signiica che in un certo angolo del mondo Michael è una rock star e quindi non dovrebbe avere problemi a incontrare ragazze. Infatti non ne ha. Eppure anche lui usa le app. “Mi considero un utente della vecchia scuola”, dice Michael in una giornata estiva a New York. “Lo faccio da quando avevo 21 anni. Prima usavo il sito Craigslist. A quei tempi non era così facile: non c’erano foto, dovevi fare colpo su una ragazza solo con quello che scrivevi”. “Ora è completamente diverso”, continua, “perché lo fanno tutti e non è più una sorta di segreto scandaloso. Ci sono proili che sembrano ritoccati, e ragazze che ti mandano foto della loro passera senza neppure conoscere il tuo cognome. Non sto dicendo che io sono migliore, lo faccio anch’io. Si mandano messaggi a una ragazza, o a più di una, e magari si comincia a parlare di fare sesso con loro, il 99 per cento delle volte ancora prima di averle conosciute, il che – me ne rendo conto sempre di più – è incredibilmente strano”. Fa una smoria e poi aggiunge: “Ma succede sempre più spesso. Io me ne starei tranquillamente a casa a suonare la chitarra, ma il telefono squilla”. Imita il cinguettio che notifica un abbinamento su Tinder. “E….”, fa una pausa, quasi disgustato, “…. si scopa”. u gc